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Eliminare ovunque le croci, ecco la nuova parola d’ordine in USA


Riprendiamo da corrispondenza Romana questo articolo 

di Mauro Favenzani


(di Mauro Faverzani) Negli Stati Uniti, ormai, la caccia ai cristiani è aperta. Senza quartiere, senza regole, sistematica e permanente. È feroce, ideologica, diabolica. Non lascia respiro, né scampo. Come ha denunciato lo scorso 14 marzo il sito Voice of the Persecuted: attivisti dell’American Humanist Association hanno addirittura sporto denuncia contro la Bladensburg Peace Cross, una croce eretta quasi un secolo fa, nel 1925, senza che mai alcuno avesse trovato alcunché da eccepire in merito.

Commemora anzi il sacrificio di 49 soldati originari della contea di Prince George, nel Maryland, caduti durante la prima guerra mondiale. Un segno di grande patriottismo, evidentemente sgradito, però, agli umanisti …

Sulla costa degli Usa esattamente opposta, a Lake Elsinore, in California, è la stessa organizzazione ad aver mostrato il proprio volto più crudele. Senza cuore e senza pietà, hanno costretto una madre a togliere la croce posta ai margini della strada, nel punto ove suo figlio aveva perso la vita a causa di un incidente. Ed ancora a Lake Elsinore un giudice ha impedito l’erezione di un monumento, che avrebbe dovuto raffigurare un soldato in ginocchio davanti alla tomba di uno dei commilitoni caduto in combattimento. Sconcertante la causa del veto: il fatto cioè che la tomba fosse indicata, com’è ovvio, da una croce.

Insomma, la croce disturba, abbatterla ovunque è diventato il nuovo obiettivo, anzi l’imperativo del secolarismo organizzato. Ma chi indica la sigla AHA, American Humanist Association? Si tratta di un’organizzazione fondata ufficialmente nel 1941, formalmente per promuovere i «valori progressisti» ed «atei». Si proclama indifferente a qualsiasi discorso di fede, ma di fatto svolge un’azione di radicale contrasto alla presenza religiosa in genere ed al Cristianesimo in particolare, che vorrebbe estromettere dalla società e dalle scuole, anche privando quelle religiose dei fondi pubblici. Per mille motivi. Paladini dello scientismo e del darwinismo più spinti, i suoi attivisti contrastano il ruolo pubblico della Chiesa, che sognano rinchiusa nelle sagrestie, promuovono l’aborto (definendo «estremisti religiosi» quanti vi si oppongano), contrastano l’obiezione di coscienza, sostengono l’indottrinamento sessista nelle aule, cercando d’impedire qualsiasi riferimento all’astinenza.

Vagheggiano un «governo laico», possibilmente universale: la loro, infatti, non rappresenta un’azione isolata, tutt’altro. Sono presenti in oltre 40 Paesi del mondo attraverso l’Internazionale Umanista e l’Ethical Union. Il patrimonio della Fondazione Umanistaammonta ad oltre 3 milioni di dollari (ma puntano a raggiungere presto quota 5 attraverso lasciti, eredità, finanziamenti, raccolte-fondi), editano riviste e libri, gestiscono media, promuovono convegni e campagne di sensibilizzazione.

Il nuovo fronte di scontro è dato dalla riforma sanitaria del Presidente Obama, plaudita, oltre che dagli umanisti, anche dalle meretrici del Nevada, ma bocciata dal buon senso e dalla Chiesa. Non tanto per il fatto di comportare il taglio di 2 milioni e mezzo di posti di lavoro nel giro di dieci anni, né per il fatto di provocare un aumento indiscriminato delle tasse (pari a mille miliardi di dollari), quanto per le sue conseguenze etiche: la riforma obbliga ospedali, università cattoliche ed imprese del terzo settore a dare ai propri dipendenti una copertura assicurativa anche per contraccettivi e farmaci abortivi. Ma rappresenta anche un grave attentato alla libertà religiosa, al punto da spingere la diocesi di Cheyenne, con diverse scuole e charities, a far causa allo Stato Federale. Proprio per questo gli attivisti dell’AHA ne hanno fatto un cavallo di battaglia. Fatti di fronte ai quali anche l’osservatore più sprovveduto ed ingenuo non potrebbe non cogliere i segni di un progetto cristianofobico, concertato a livello internazionale. (Mauro Faverzani)

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