Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

venerdì 30 giugno 2017

Suore consolatrici del Sacro Cuore di Gesù." Presa dell'abito religioso di due postulante e professione religiosa di tre novizie"




Cuore di Gesù, fonte di ogni consolazione

Venerdì, 23 giugno 2017, festa del Sacro Cuore di Gesù, si è tenuta a Vigne di Narni nel Distretto Italiano la cerimonia della presa dell'abito religioso e la prima professione religiosa rispettivamente per due postulante e tre novizie nella comunità religiosa delle consolatrice Sacro Cuore .

Due nuove novizie hanno quindi preso l'abito religioso e ricevuto come nome: Suor Marie Madeleine dell'Amore Misericordioso e Suor Maria di Gesù Crocifisso Bernadette [vedi foto sopra]. Le tre novizie suor Marie Catherine , suor Claire e Suor Marie Véronique hanno fatto la loro prima professione.

Alla presenza di P. Emmanuel du Chalard , sacerdote della Fraternità Sacerdotale San Pio X, Assistente Superiore del Distretto d'Italia e Cappellano delle suore del Sacro Cuore di Gesù che lavorano sia in Italia che in un orfanotrofio e una scuola in India.Tanti sacerdoti religiosi presenti , tra cui P. Alain-Marc Nély , Secondo Assistente del Superiore Generale della Fraternità San Pio X e P. Robert Brucciani , Superiore Distretto del Regno Unito .


Reportage fotografico
Suor Maria Maddalena dell' amore misericordioso e Suor Maria di Gesù Crocifisso Bernadette




Suor Marie Catherine, l e suor Marie Véronique

P. Emmanuel du Chalard posa la corona di spine sul capo delle nuove  suore


E 'stato 21 anni fa, nel 1996, quando è iniziata la collaborazione delle Suore consolatrici del Sacro Cuore e la fraternità sacerdotalei San Pio X, che erano 6 religiosi professe. Alla fine del 2016 erano 16 professe,e 5 novizie e 2 postulante .

- Alla Casa Madre a Vigne di Narni (Italia): 7 professe, 3 novizie due postulante.

Nel priorato di Montalenghe (Italia): 4 suore professe svolgono il loro servizio.

-Nell'orfanotrofio in India: 5 professe e 2 novizie si occupano di  70 ragazze e 10 persone anziane e inferme.

Esse sono aiutate da volontari - molte ragazze occidentali che offrono diversi servizi nell' orfanotrofio - oltre al personale per la cucina e la manutenzione della casa, escluso quello del conducente, il custode, e responsabile della stalla che ospita 10 mucche.


Fonti :Suore consolatrici  del Sacro Cuore Vigne di Narni (Terni)

giovedì 29 giugno 2017

Ecône 12 nuovi Sacerdoti per la Santa Chiesa .Mons. Alfonso de Galarreta "insegnate fedelmente puramente, la dottrina di Cristo e nient'altro".

Mons. Alfonso de Galarreta, vescovo ausiliare della FSSPX, oggi nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ha ordinato 12 nuovi sacerdoti per la Chiesa Cattolica

Reportage fotografico  delle ordinazioni del 29 Giugno 2017
à Ecône - Celebra il Santo Sacrificio   Mons. de Galarreta





Rivolgendosi agli ordinandi, il vescovo de Galarreta ha detto:
"Questa è la fede che si deve insegnare è la verità di Cristo, il suo Vangelo è la tradizione, il magistero di sempre, è la fede di sempre. Questa è la dottrina di Cristo, trasmessa dalla Tradizione e la Santa Chiesa e questo è ciò che ha da insegnare il sacerdote. 

Ciò che è richiesto è di essere fedeli e di insegnare fedelmente puramente, la dottrina di Cristo e nient'altro. Senza questa fede, non possiamo piacere a Dio. E tutto ciò che non è di fede è peccato è eresia al di fuori dell'unità della chiesa . Dove non c'è conoscenza della verità immutabile ed eterna, ci sono solo false virtù. [...]

La situazione attuale nella Chiesa è una crisi di fede . Mons Lefebvre ha detto che questo spirito liberale e modernista del Concilio Vaticano II ha trionfato e penetrato alla vetta più alta della Chiesa . Mistero di iniquità ... "










La  tradizionale foto di gruppo  nel cortile del seminario.  dei 12 nuovi sacerdoti della Fraternità San Pio X 
e dei 6 nuovi diaconi
con il vescovo ausiliario Alfonso de Galarreta,  Monsignor Bernard Fellay superiore Generale, e mons.Bernard Tissier de Mallerais, vescovo ausiliario FSSPX 






S’adressant aux ordinands, Mgr de Galarreta leur dit :

« Cette foi que vous devez enseigner, c’est la vérité du Christ, c’est son évangile, c’est la Tradition, c’est le Magistère de toujours , c’est la Foi de toujours. C’est la doctrine du Christ transmise par la Tradition et par la sainte Eglise et c’est cela que doit enseigner le prêtre.

Ce qui lui est demandé, c’est d’être fidèle et d’enseigner fidèlement purement , cette doctrine du Christ et pas autre chose. Sans cette foi, on ne peut pas plaire à Dieu. Et tout ce qui ne procède pas de la foi est péché est schismatique et en dehors de l’unité de l’église. Là où il n’y a pas la connaissance de la vérité immuable et éternelle , il n’ya que de la fausse vertu.[...]

La situation actuelle dans l’Eglise, c’est une crise de la Foi dans la Sainte Eglise. Mgr Lefebvre disait que cet esprit libéral et moderniste du Concile Vatican II a triomphé et pénétré jusqu’au plus haut sommet de l’Eglise. Mystère d’iniquité… »

mercoledì 28 giugno 2017

Solennità del martirio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo primi vespri .

Risultati immagini per vespri per la festa dei santi pietro e paolo
Questi primi vespri della grande solennità che consacra il ricordo del martirio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

I nomi gloriosi delle due Colonne della Chiesa sono uniti, per antichissima tradizione, a significare con potente richiamo la loro statura di proporzioni gigantesche, che, come li distingue da ogni altro apostolo e discepolo di Gesù, così li unisce nello splendore della vocazione, del ministero, del martirio.

Tuttavia l'annuale ricorrenza, di cui oggi pregustiamo il fascino, guarda specialmente all'Apostolo Pietro, all'umile pescatore divenuto la Roccia su cui poggia la Chiesa, a lui primo Vescovo di Roma. Le antifone di questi primi Vespri hanno inneggiato a lui, in un crescendo di invocazioni e di lodi, per concludere al Magnificat con la gioiosa affermazione: Tu es pastor ovium, Princeps Apostolorum: tibi traditae sunt claves regni coelorum!

La Liturgia ci richiama dunque alla mirabile struttura della Chiesa come corpo organizzato, che i Teologi con S. Agostino chiamano Corpo mistico di Gesù, il Fondatore divino che ha posto al vertice dell'opera sua San Pietro, il Principe degli Apostoli.
Ci suggerisce tre pensieri a comune nostra edificazione.

Ordinazioni sacerdotali di giugno e luglio 2017: 23 nuovi sacerdoti per la Fraternità San Pio X

29 giugno 2017, in occasione della festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo, nel seminario di Ecône (Svizzera), il vescovo mons. Alfonso de Galarreta , ordinerà 12 nuovi sacerdoti per la Fraternità Sacerdotale San Pio X : undici francese e uno spagnolo.
Questi sono i nomi dei novelli sacerdoti:dalla Francia reverendi Romain CLOP - Louis FONTAINE - Tristan HACHARD - Gabin HACHETTE - Bernard JOUANNIC - François LAIGUEDÉ - Vianney DE LATTAIGNANT DE LÉDINGHEN - Thibault DE MAILLARD TAILLEFER - Florent MARIGNOL - Pierre-Jean MOISAN - Frédéric WEI.
Dalla Spagna il Reverendo - Javier UTRILLA AVELLANAS
Saranno inoltre ordinati diaconi i seguenti candidati:dalla Francia,Benoît DELETOILLE Raphaël TASSOT
per l Cappuccini di Morgon,i frati : - LÉON-MARIE - GILLES-MARIE.
Per la Fraternità della Trasfigurazione, il frate : - ALBAN-MARIE.
Dall'Inglilterra Rupert BEVAN.

Il 1 ° luglio 2017, al Seminario Sacro Cuore - Priesterseminar Herz Jesu, Zaitzkofen Germania - sarà mons. Bernard Tissier de Mallerais che conferirà il sacramento dell'ordine a due novelli sacerdoti


Infine, 7 luglio 2017, monsignor Bernard Fellay , Superiore Generale della Fraternità San Pio X, ordinerà nove nuovi sacerdoti e sei diaconi nel seminario di San Thomas Aquinas Dyllwin Stati Uniti.
In totale tra il mese di Giugno e quello di Luglio 2017 ci saranno 23 nuovi sacerdoti per la Fraternità San Pio X, che saranno poi 635 sacerdoti , aiutati da 116 fratelli e 79 suore Oblate.
Nei i sei seminari della fsspx in tutto il mondo sono 204 giovani e 36 pre-seminaristi che sono stati ammessi all'inizio dell'anno accademico.
Fonte : La Porta Latina

martedì 27 giugno 2017

Seminario internazionale San Pio X:"Ecône, Porte Aperte"

Econe Seminary.jpg





Sacerdoti per il Terzo Millennio




Il Seminario internazionale San Pio X è il primo seminario della Fraternità sacerdotale San Pio X .
Si trova a Ecône, nel comune di Riddes del Canton Vallese in Svizzera, e fu fondato da mons. Marcel Lefebvre nel 1971.
Ecône non è un’opera personale di Monsignor Lefebvre così come lui stesso dichiara: "Prima di agire non ho mai avuto intenzione di agire così, non mi sono mai detto: farò un seminario, lo farò in questo modo, lo farò nel tal posto".
Ecône è nato dalla constatazione che non era più possibile, nemmeno a Roma, trovare un seminario che desse ai giovani aspiranti al sacerdozio la formazione che la Chiesa ha sempre dato loro e che sola può farne degli autentici sacerdoti cattolici."Ecône, Porte Aperte" 2° parte
È questa crisi dei seminari, crisi latente da una ventina di anni, ma bruscamente accelerata dopo il Concilio Vaticano II, che ha portato Monsignor Lefebvre ad abbandonare il ritiro a cui pensava dopo la sua dimissione da Superiore Generale della Congregazione dei Padri del Santo Spirito, per fondare la Fraternità Sacerdotale San Pio X.



lunedì 26 giugno 2017

PREGHIERA PER GLORIFICAZIONE di Sua Eccellenza Monsignor Marcel LEFEBVRE


O Gesù, Sommo ed eterno sacerdote, che vi siete degnato di elevare il vostro servitore fedele Monsignore Marcel LEFEBVRE alla dignità episcopale e gli hai concesso la grazia di essere un intrepido difensore della Santa Messa del sacerdozio cattolico, della santa Chiesa e della Sede Apostolica un apostolo coraggioso del tuo regno sulla terra, un servo zelante della vostra santissima Madre , e un brillante esempio di carità, di umiltà e di tutte le virtù, degnatevi ora per i suoi meriti, di concederci la grazia che vi chiediamo, quindi, sicuri della sua intercessione efficace presso di Voi, possiamo finalmente vederlo un giorno elevato alla gloria degli altari.

Così sia.

Preghiera composta da Padre André (+), 
con l'approvazione del Superiore Generale della 
Fraternità Sacerdotale San Pio X


O JESUS, SOUVERAIN PRETRE ETERNEL, qui avez daigné élever votre serviteur fidèle Monseigneur Marcel LEFEBVRE à la dignité épiscopale et lui avez concédé la grâce d'être un défenseur intrépide de la sainte messe, du sacerdoce catholique, de votre sainte Eglise et du Siège apostolique, un courageux apôtre de votre règne sur la terre, un zélé serviteur de votre très sainte Mère et un exemple lumineux de charité, d'humilité et de toutes les vertus, daignez maintenant, en vue de ses mérites, nous accorder les grâces que nous vous demandons, afin que, assurés de son efficace intercession auprès de vous, nous puissions le voir un jour élevé à la gloire des autels.



venerdì 23 giugno 2017

Fino al sacrificio supremo della Croce. "Sino al consummatum est: tutto è compiuto per amore".


Queste parole ci spiegano tutta la vita di Cristo e ci fanno comprendere perché si è presentato a noi con un cuore di carne, con un cuore come il nostro, sicura prova di amore e testimonianza costante del mistero inenarrabile della carità divina.

Risultati immagini per sacro cuore di gesù sant'agata di militello

Il cuore di Dio freme di compassione! Nell'odierna solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, la Chiesa offre alla nostra contemplazione questo mistero, il mistero del cuore di un Dio che si commuove e riversa tutto il suo amore sull'umanità. Un amore misterioso, che nei testi del Nuovo Testamento ci viene rivelato come incommensurabile passione di Dio per l'uomo. Egli non si arrende dinanzi all'ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto del popolo che si è scelto; anzi, con infinita misericordia, invia nel mondo l'Unigenito suo Figlio perché prenda su di sé il destino dell'amore distrutto; perché, sconfiggendo il potere del male e della morte, possa restituire dignità di figli agli esseri umani resi schiavi dal peccato. Tutto questo a caro prezzo: il Figlio Unigenito del Padre si immola sulla croce: "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine" (cfr. Gv 13, 1). Simbolo di tale amore che va oltre la morte è il suo fianco squarciato da una lancia. A tale riguardo, il testimone oculare, l'apostolo Giovanni, afferma: "Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue ed acqua" (cfr. Gv 19, 34).
Siamo introdotti nel mistero dell’amore e della misericordia, siamo introdotti nel cuore di Cristo, dalla parabola evangelica della pecora persa, cercata, ritrovata e portata a casa. Assieme alla parabola della moneta perduta e del figlio prodigo costituisce la perla di tutta la rivelazione.

giovedì 22 giugno 2017

Il papa tace, ma parla il cardinale Müller. " La verità non si negozia"

muller

Il potente Prefetto della Dottrina della Fede il Cardinale Gerhard Müller
Quelli che sono in “peccato grave” non possono ricevere la Comunione fino a quando “la contrizione, la confessione, e la riparazione” non siano messe in pratica!

La Santa Comunione non può essere data ai Cattolici che hanno lasciato un matrimonio “valido”, che sono diventati divorziati risposati con qualcun’ altro civilmente; fino a quando non sono pentiti ed avranno confessato “tutto il peccato grave,”questo è quello che ha detto il Capo Dottrinale del Vaticano, il Cardinale Gerhard Müller, in una nuova intervista pubblicata oggi.

“La contrizione, la confessione, e la riparazione sono i tre elementi necessari per l’assoluzione. Queste sono le condizioni immediate per ricevere la Santa Eucaristia, Gesù Cristo, che è la stessa Persona Divina che perdona “, ha detto nell’intervista con Edward Pentin (National Catholic Register).

lunedì 19 giugno 2017

Fraternità Sacerdotale San Pio X La Lettera sul matrimonio: chiarimenti e precisazioni


Il 27 marzo 2017, il Card. Müller, prefetto della Congregazione per le Dottrina e la Fede e presidente della pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha firmato, su mandato di Papa Francesco, una lettera indirizzata ai Vescovi di tutto il mondo «circa la licenza per la Celebrazione di Matrimoni dei Fedeli della Fraternità San Pio X». I paragrafi seguenti propongono alcune riflessioni in relazione a questa Lettera.

domenica 18 giugno 2017

GIORDANO, QUESTO PONTEFICE CATASTROFICO : “IL PAPA E LA DISTRUZIONE DELLA CRISTIANITÀ”

Risultati immagini per bergoglio e i musulmani




Pubblichiamo Posta Prioritaria, la rubrica in cui Mario Giordano risponde alla missiva di un lettore.

Caro Giordano, Bergoglio, nato e cresciuto in Sudamerica, non può conoscere fino in fondo né capire la storia e la civiltà europea e si adopra sistematicamente per favorire l’invasione musulmana, dimenticando che la religione cristiana, di cui dovrebbe essere il massimo rappresentante, non può che confliggere con essa.

L’Italia, grazie alla politica folle e suicida di Renzi, sta subendo in prima linea quell’invasione mentre il Papa argentino se ne sta tranquillo al riparo delle alte e solide mura vaticane. Bergoglio condanna l’Europa perché non si lascia invadere (Socci), dimenticando, scientemente o meno, che esistono in Medio Oriente tanti Stati arabi, Qatar, Arabia Saudita, etc: spazi sconfinati, ricchi sfondati, e governati da loro fratelli in Allah.

Perché non esorta i clandestini musulmani, a lui tanto cari da esserseli portati a Roma, lasciando nel fango e nella disperazione altrettanti profughi cristiani, a dirigere il loro cammino verso quegli Stati, che non aspettano che quel momento per erigere all’istante mura alte e solide sul modello del Vaticano?

Corrado Alessi
Milano

In effetti questa è una domanda che mi sono fatto spesso anch’io, ma senza riuscire a dare una risposta. Se quella in atto non è un’invasione organizzata dell’Europa, ma uno spostamento di popoli dai Paesi più poveri a quelli più ricchi, perché lo spostamento non tocca il Qatar o gli Emirati Arabi? Non sono forse questi Stati assai più ricchi dei nostri? E non c’è persino maggior omogeneità culturale e religiosa con gli immigrati islamici? Non dovrebbe essere più facile l’accoglienza e l’integrazione? Perché, insomma, i musulmani in fuga dalla Nigeria o dal Bangladesh devono trovare ospitalità nell’Alta Val Seriana e non ad Abu Dhabi o a Riad? Perché vogliano avvicinarsi al Vaticano e non alla Mecca? Mistero. A meno che, come si diceva, questa migrazione, più che un fenomeno spontaneo, sia una vera e propria invasione organizzata dell’Europa, una sottomissione programmata. E qui entra il ruolo del Papa. Perché chi dovrebbe difendere la cristianità, non si oppone alla sua progressiva distruzione? Anche a questa domanda non so rispondere. Fra l’altro, pure dal punto di vista più economico, Bergoglio non lo capisco. Lui si dice grande difensore dei poveri. Non si accorge che l’invasione rende tutti più poveri? Non si accorge che viene utilizzata per l’abbassamento dei diritti? Non si accorge che le zone di sfruttamento, di caporalato, lavoro nero, riduzione dei redditi continuano senza freni proprio grazie all’afflusso in Europa dei clandestini?

di Mario Giordano

Chiediamo il ripristino delle festivitá soppresse, in particolare Il Corpus Domini


Il Corpus Domini completa il ciclo delle feste liturgiche dopo la Pasqua. Se nella Solennità del Giovedì Santo la Chiesa guarda all'Istituzione dell'Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini l'attenzione si sposta sulla relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell'Eucaristia in Corpo Sangue anima e Divinità.Il Corpus Domini si celebra il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità. A Orvieto, dove fu istituita,Nella stessa data si celebra in quei paesi nei quali la solennità è anche festa civile:in Vaticano, nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria e a San Marino. Anche in Italia era festa civile, ma nel 1977 vennero espressamente soppresse, agli effetti civili e nella cadenza infrasettimanale diversa dalla domenica, l'Epifania, San Giuseppe, l'Ascensione, il Corpus Domini, i Santi Pietro e Paolo, e la commemorazione di tutti i fedeli defunti. Ciò avvenne per iniziativa dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Giulio Andreotti, in considerazione della loro «negativa incidenza sulla produttività sia delle aziende che dei pubblici uffici» (atto Senato n. 227 - VII legislatura). Successivamente, con l'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 792, e in applicazione del nuovo concordato con la Santa Sede, venivano reintrodotte l'Epifania e, per la sola città di Roma, la festività dei Santi Pietro e Paolo, quali patroni dell'Urbe. Tuttavia, l'attuale regime delle festività religiose agli effetti civili, in un Paese di forte radicamento della religione cattolica, presenta incongruenze con realtà di altri Paesi, aderenti o non aderenti all'Unione europea, in cui la presenza della religione cattolica è minore o addirittura minoritaria. 
L'Ascensione,e  scomparsa dal calendario delle festività civili in Italia, è invece civilmente riconosciuta tale in Austria, in Belgio, in Danimarca, in Finlandia, in Francia, in Germania, in Lussemburgo, in Polonia, in Olanda, in Norvegia, in Svezia e in Svizzera. 
Il Corpus Domini è festività agli effetti civili in Austria, in Svizzera, in Germania, in Polonia, in Croazia e in Portogallo. 
Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Olanda, Norvegia, Svezia e Svizzera riconoscono agli effetti civili il «lunedì di Pentecoste». 
La vecchia festività di San Giuseppe si è conservata in Spagna, in Svizzera, in Baviera e in Tirolo. I Santi Pietro e Paolo è giorno festivo in Svizzera, a Monaco, in Polonia e a Malta. La solennità del Corpus Domini – Santissimo Corpo e Sangue di Cristo – fu istituita da papa Urbano IV, francese di nascita (si chiamava Jacques Pantaléon) ma umbro di adozione (decise di stabilire la sede del suo pontificato in Umbria, prima a Orvieto poi a Perugia, dove è stato sepolto, dopo la morte avvenuta a Deruta). Circa due mesi prima della morte, Urbano IV istituì ufficialmente questa solennità con la bolla Transiturus de hoc mundo per celebrare il miracolo di Bolsena.

giovedì 15 giugno 2017

Solennità del Corpus Domini 15 Giugno 2017"Non è un fantasma il Dio del tabernacolo"!


Risultati immagini per solennità del corpo e sangue del signore pio xii
“Quando siamo davanti al SS. mo Sacramento, invece di guardarci attorno, chiudiamo gli occhi e la bocca; apriamo il cuore; il nostro buon Dio aprirà il suo; noi andremo a Lui. Egli verrà a noi, l’uno chiede, l’altro riceve; sarà come un respiro che passa dall’uno all’altro”, queste erano le parole con le quali il curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney, cercava di spiegare l’adorazione (Il piccolo Catechismo del Curato d’Ars, Tan Books & Publishers, Inc. Rockford, Illinois, 1951, p.42).

mercoledì 14 giugno 2017

14 Giugno San Basilio Magno vescovo e confessore dottore della Chiesa

Basilio Magno, detto il Grande, è stato un vescovo greco, Dottore della Chiesa e primo dei Padri cappadoci. Nacque a Cesarea, in Cappadocia, da una ricca famiglia cristiana. Sua nonna, Macrina, era discepola di San Gregorio Taumaturgo del Ponto ed suo nonno morì martire nella persecuzione di Diocleziano.

Basilio studiò prima in patria con il padre che era un ricco rettore e avvocato, poi ad Atene con il retore aristotelico Imerio ed infine, nel 355, alla scuola antiochena di Libanio, dove entrò in contatto con il futuro imperatore Giuliano e strinse una feconda amicizia con Gregorio di Nazianzo.

Tornato in patria nel 356, Basilio si fece battezzare e si recò nel deserto egiziano per un biennio di vita ascetica (357-258), per poi ritirarsi, donato tutto alla comunità, sulle rive del fiume Iris, sul Mar Nero, dove fondò una comunità monastica: raggiunto da Gregorio, con lui compose un'antologia dagli scritti di Origene e dettò le regole della comunità.

Nel 363 Basilio fu ordinato sacerdote dal vescovo di Cesarea e ne fu valido collaboratore fino alla morte del prelato, nel 370, quando ne divenne successore, segnalandosi per la lotta contro gli ariani e l'assistenza agli infermi, per i quali fece costruire un vasto complesso di edifici per l'assistenza ospedaliera e quotidiana. Non ancora cinquantenne, Basilio morì nel 379.

Omelia sull’umiltà
S. BASILIO DI CESAREA
'uomo doveva restare nella gloria che è presso Dio e avrebbe una grandezza non apparente, ma reale: l’avrebbe fatto grande la potenza di Dio, risplenderebbe per la sapienza divina, gioirebbe per la vita e per i beni eterni. Ma poiché sostituì la brama della gloria divina, e ambì e aspirò a realtà più grandi che non era in grado di afferrare, perse proprio ciò che poteva avere. Per lui, la via di salvezza e la terapia più efficace dell’infermità e per il ritorno alla condizione originale, è l’umiltà e il non far sfoggio di una propria gloria, ma cercare quella che viene da Dio. Così rimedierà alla caduta, così curerà la malattia, così ritornerà al santo comandamento che aveva abbandonato. 
Ma il diavolo, che fece cadere l’uomo con la speranza di una falsa gloria, non cessa di provocarlo con gli stessi stimoli e di inventare a tale scopo artifici senza numero.

martedì 13 giugno 2017

Lo spirito di Fede di don Fausto Buzzi

Tiziano, Allegoria della Fede

Lo spirito di Fede una certezza sulle verità che ci insegna che supera qualsiasi altra certezza puramente umana. Noi ci possiamo sbagliare per mezzo dei nostri sensi e anche per mezzo dei nostri ragionamenti, gli altri ci possono trarre in errore per ignoranza o per mala fede. Ma Dio essendo la verità stessa, non può cadere in errore o ingannarci, perciò le verità che egli ci insegna tramite la rivelazione, ci danno una certezza assoluta. Queste verità quindi sono per noi una guida del tutto sicura per il nostro viaggio verso l’eternità e sono pure un sostegno incrollabile in ogni evenienza della nostra vita. Questa possiamo chiamarla la fede essenziale. Tuttavia è evidente che tali verità di fede con tutta la loro luce e forza non possono permeare la nostra vita, illuminandola, sorreggendola, trasformandola, se la nostra fede non è seria, profonda e se i suoi principi non sono applicati ai casi pratici. Chi ha dunque lo spirito di fede? Colui che si regola secondo le verità della fede in tutti i particolari della sua vita risolvendo tutti i casi pratici della sua vita che gli si presentano seguendo e applicando i principi della fede. Perciò possiamo dire che lo spirito di fede esige che i pensieri, i giudizi, le disposizioni interiori e la condotta esteriore, siano regolati alla luce della fede, ne siano la conseguenza, l’applicazione. Come si vede lo spirito di fede deve essere la conseguenza necessaria della nostra fede, che si può chiamare la fede essenziale. Senza lo spirito di fede la nostra fede essenziale rischia di non entrare nella vita Molte persone, che si dicono credenti e anche praticanti, di fronte ai vari mali che possono succedere nella vita, sia morali sia fisici, si abbandonano alla disperazione o alla ribellione, pronunciando anche delle frasi, che lasciano molto perplessi. Ad esempio: «Dio ci ha abbandonato», oppure «che cosa abbiamo fatto di male per meritarci questi mali?», «perché proprio a me?». Ci si può allora chiedere qual è la causa di questi modi di esprimersi o di reagire in persone che pure in un certo qual modo hanno fede. Si può affermare, in generale, che la causa è una sola: la mancanza dello spirito di fede. Vediamo quindi in che consiste lo spirito di fede, la sua necessità e la sua pratica. In che consiste lo spirito di fede La fede ci illumina sull’origine, lo svolgimento e il fine della vita. Essa ci dà pratica di tutti giorni e rimanere inattiva, per non dire sterile. Molti credono ma la loro fede rimane distaccata dalla vita quotidiana e quasi morta, l’adesione alle verità di fede è così più apparente che reale e perciò quanto mai instabile e precaria. Altri credono e vivono alla luce della fede; ma l’una e l’altra cosa fanno assai superficialmente, la loro convinzione non è solida, radicata, è una fede piuttosto abituale che attuale, una fede perciò misera, priva di vitalità. Il risultato sarà che costoro avranno una vita spirituale anemica, stentata, incerta. Lo spirito di fede esige invece un’adesione costante e profonda dell’intelletto alle verità di fede, solo allora la volontà potrà imporre facilmente una linea di condotta coerente a tali verità. Vediamo alcuni esempi che ci aiutano a capire i principi fin qui esposti. Lo spirito di fede esige che noi aderiamo incondizionatamente a credere che Dio sia amore infinito e che noi siamo il soggetto di questo amore. Che egli è veramente per noi un vero Padre pieno di attenzioni e che niente gli può sfuggire nel governo della nostra anima. Ma quanti poi lo continuano a credere anche nel dolore e nelle umiliazioni con tutto l’animo? La fede esige ancora di credere che Dio sia infinitamente buono e perciò incapace di volere il male. Nel catechismo si insegna che Dio non può voler il male perché bontà infinita. Tutto Egli dispone, ordina o permette a nostro riguardo solo e unicamente in vista del bene che possiamo e dobbiamo ricavarne Ma questo è vero anche quando tutto ci pare tanto oscuro fuori e dentro di noi, anche quando ci pare di trovarci in un tunnel che non sembra aver sbocchi, oppure quando ci sembra che tutto venga meno e che ogni cosa ci pare vana e ogni sforzo inutile. Ma in questi momenti difficili quanti aderiscono ancora fermamente a questa verità? Eppure è proprio allora che la ferma adesione della nostra intelligenza alle verità di fede acquista un merito ancora più grande, e lo sforzo che la volontà fa per imporre una linea di condotta coerente ad essa ottiene frutti meravigliosi per la nostra vita spirituale. In conclusione possiamo dire che lo spirito di fede ci fa riconoscere la mano amorosa e paterna di Dio in tutte le cose che dispone o permette e, in ogni circostanza anche sfavorevole e dolorosa della nostra vita, si studia di ricavarne quel bene che Egli vuole per ciascuno di noi con il disporlo o il permetterlo. Da tutto questo possiamo costatare quanto sia nocivo per la nostra anima il chiedersi insistentemente perché Dio permette o vuole questo, domande che più delle volte non hanno una risposta a causa dell’oscurità che circonda i disegni di Dio; domande che spesso possono portare alla paralisi spirituale e alla diffidenza. È molto importante porre l’accento su questo aspetto, soprattutto ai nostri tempi in cui regnano sempre di più il razionalismo e lo spirito del dubbio. Lo spirito di fede respinge ogni ragionamento umano per aderire solo alla luce che proviene dalla fede essenziale, non dubita ma si fida e aderisce a Dio La necessità dello spirito di fede Ci ricorda S. Giacomo apostolo che 

lunedì 12 giugno 2017

Il “protestantesimo” islamico tra teologia politica e avanzamento del caos .

Risultati immagini per musulmani violentii contro i cristiani
di Andrea Giacobazzi
La situazione politica del Vicino Oriente è spesso chiave degli equilibri mondiali. L’articolo ci spiega la complessità del mondo musulmano, un parte del quale (e non la più benigna verso i cristiani) è coinvolta nei piani delle potenze occidentali per il controllo
Teologia e politica
Talvolta nelle analisi di politica internazionale si riscontra una mancanza: risulta incompleta la valutazione del peso della teologia e, più in generale, del carattere metafisico nelle dinamiche prese in esame. Se la parola “politica” deriva etimologicamente da πόλις, “polis”, ovvero “città”, pare difficile non intravedere in questa realtà ciò che riferiva Sant’Agostino nel suo De Civitate Dei circa la contrapposizione fra le città terrena e celeste che si mischiano in questo mondo. Anche altri furono i santi che si espressero con metafore affini: san Luigi Maria Grignion de Montfort nel Trattato della vera devozione alla Vergine Maria parla di “due partiti, quello di Satana ed i suoi seguaci e quello di Maria, Gesù ed i loro fedeli”; sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali descrive “due accampamenti” e “due stendardi”, quelli di Gesù contro quelli di Lucifero. Fatte le dovute distinzioni si può dire che anche nell’agone della politica internazionale i soldati di questi eserciti, pur nella complessità delle vicende storiche, si affrontano e contrastano a vicenda. Trattandosi di questioni eminentemente spirituali, sarebbe certamente un errore grave identificare sbrigativamente questa o quella fazione attualmente in campo con l’esercito di Satana o con quello di Cristo, ma sarebbe parimenti inesatto escludere il ruolo della religione e dell’escatologia nell’analisi che si deve ai conflitti internazionali. Del resto, restando fermo il fatto che la sola Vera Fede è quella Cattolica, non è possibile non riscontrare come nello scacchiere mondiale vi siano forze che si contrappongono in maniera più concreta di altre a ciò che San Paolo definiva come Katechon (ovvero “ciò che trattiene” (1) l’Anticristo): una breve disamina porta, non a caso, ad identificare il Vicino Oriente – e in particolare la Terra Santa - come il fulcro attorno al quale ruotano le tensioni cui facevamo cenno. Un modernismo islamico? Partendo da quanto detto sulle dinamiche in corso, esiste, tra gli altri, un elemento – puntualmente taciuto da giornali e televisioni – che balza all’attenzione, ovvero “gli islamici fondamentalisti che distruggono santuari islamici”. 

domenica 11 giugno 2017

È arrivata l’anti-Chiesa. Ma i cattolici fedeli non devono temere


(Discorso di Padre Linus Clovis al Rome Life Forum il 18 maggio 18, 2017)
(LifeSiteNews) – Nell’affacciarsi alla loggia della Basilia di San Pietro il 16 ottobre 1978, giorno della sua elezione, Papa San Giovanni Paolo II pronunciò le parole: “Non abbiate paura”. Adesso, a distanza di 39 anni, e alla luce degli avvenimenti che hanno raggiunto il cattolicesimo contemporaneo, queste sembrano non solo parole profetiche, ma anche una chiamata a prepararsi alla battaglia (1).

Capita che, quando il pendolo della storia umana e della salvezza attraversa con l’oscillazione un periodo di tenebre e crescente scompiglio, spesso Dio ispira i profeti a gettare della luce sulle tenebre e attenuare lo scompiglio con la speranza. Questi profeti chiedevano una maggiore fiducia nella cura attiva e amorevole di Dio per il suo popolo (2). Così, ad esempio, gli appelli di Isaia ad avere fiducia nell’amorosa provvidenza di Dio (3), implorando il Re Ahaz di chiedere a Dio un segno prima di agire e gli ammonimenti di Geremia (4) che Dio avrebbe salvato Gerusalemme dalla distruzione totale solo se la città si fosse arresa ai babilonesi. La Chiesa stessa non è stata priva delle benedizioni della grazia profetica, come Dio ha ampiamente dimostrato nel suscitare santi quali Bernardo di Chiaravalle, Francesco d’Assisi, Caterina da Siena, Margherita Maria Alacoquee, in tempi più recenti, mandando la sua Santissima Madre a Lourdes, La Salette e Fatima.

mercoledì 7 giugno 2017

Ci voleva un musulmano per dire ciò che per papa e vescovi è tabù “Chi uccide crede in una precisa dottrina” (di Wael Farouq)

Con stupefacente tempismo, la mattina della domenica di Pentecoste, poche ore dopo il massacro di Londra avvenuto in quella stessa notte, il quotidiano dei vescovi italiani “Avvenire” è uscito con in prima pagina l’editoriale di un musulmano, l’egiziano Fael Farouq, che diceva finalmente lui, fin dalla prima riga, ciò che i più alti esponenti della gerarchia cattolica si ostinano pervicacemente a negare, e cioè che esiste un legame essenziale tra il terrorismo islamico e “una precisa dottrina” dello stesso islam.

sabato 3 giugno 2017

Che brutta infamata quella di Papa Francesco: attaccare Ratzinger,per zittirlo." colpo basso"

Risultati immagini per papa francesco che brutta infamata quel colpo basso per zittire

Il «vescovo vestito di bianco» (come Bergoglio si è definito a Fatima), ieri ha attaccato frontalmente il papa, Benedetto XVI che - per restare alla visione del «Terzo segreto» - somiglia molto all' altro protagonista di quella profezia: «mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena». Durante l' omelia di Santa Marta - quella in cui lancia messaggi, fulmini e avvertimenti - Bergoglio ha preso spunto da una lettura della messa, che parlava del congedo di san Paolo dalla comunità Efeso, per scagliarsi contro «il pastore che non sa congedarsi e si crede il centro della storia». 

Colle Don Bosco, rubata la reliquia di San Giovanni Bosco: sparita l’urna con il cervello del santo

La reliquia si trovava dietro l’altare maggiore, nella parte inferiore della basilica costruita nei luoghi natii del fondatore della congregazione salesiana

L’urna contenente il cervello di San Giovanni Bosco è stata rubata nelle scorse ore dalla Basilica di Colle Don Bosco, nell’Astigiano. Lo si apprende da fonti investigative. La reliquia si trovava dietro l’altare maggiore, nella parte inferiore della basilica costruita nei luoghi natii del fondatore della congregazione salesiana.

Dietro l’altare

Colle don Bosco è la collina che sorge in borgata Becchi, frazione Morialdo del comune di Castelnuovo (Asti), dove San Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815. La basilica è stata consacrata nel 1984. Le reliquie del Santo sono collocate dietro l’altare della Chiesa inferiore, a indicare il luogo di nascita del fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Santo molto caro a Bergoglio, in occasione dei 200 anni della sua nascita, nel 2015, Papa Francesco gli ha reso omaggio nella basilica di Maria Ausiliatrice, a Torino. «Sono tanto riconoscente ai salesiani, per quello che hanno fatto per la mia famiglia, che era molto attaccata a loro», aveva detto in quella occasione. «Mia mamma e mio papà - aveva aggiunto Francesco - sono stati sposati da un salesiano, missionario della Patagonia, proveniente da Lodi, che mi ha molto aiutato nella mia vocazione».

La basilica chiusa

La basilica è chiusa da questa mattina, nonostante la presenza consueta di numerosi fedeli. Nessuno, tra i pellegrini presenti, tra cui numerose scolaresche, sembra essere al corrente di quanto accaduto. «Siamo sconvolti, una cosa del genere non ce l’aspettavamo proprio», si limitano a dire all’infopoint allestito accanto alla chiesa. Secondo quanto appreso, nelle ultime settimane i salesiani della basilica avrebbero subito altri furti, tutti però di poco conto.

Salesiani: «Il Santo non si può rubare»

Don Ezio Orsini, rettore della Basilica di Castelnuovo, si dice «molto addolorato» ma anche «sicuro» che si possa trafugare una sua reliquia «ma non si possa rubare don Bosco a noi e ai tanti pellegrini che ogni giorno visitano questi luoghi». «Confidiamo che don Bosco - aggiunge il salesiano - possa toccare il cuore di chi ha compiuto tale gesto e farlo ritornare sui suoi passi così come era capace di trasformare la vita dei giovani che incontrava». L l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, lancia l’invito a chi ha sottratto la reliquia «a restituirla subito, senza condizioni». Nosiglia denuncia la «profonda miseria morale» insita in quanto accaduto.
I commenti contenenti linguaggio sgradito, insulti , con contenuti a sfondo razzista , sessista ed intolleranti saranno cestinati dall'amministratore del blog che si riserva il diritto di scegliere quali commenti possono essere pubblicati.

Questo sito internet è un blog personale e non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001


Realizzazione siti web - www.webrex2000.com