Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 30 maggio 2019

Solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo Giovedì 30 Maggio



Nella tradizione cristiana nel giorno dell'Ascensione si celebra l'ascesa al cielo di Gesù e ricorre quaranta giorni dopo la sua morte e resurrezione. Si tratta pertanto di una ricorrenza "mobile" (non cade sempre nello stesso giorno dell'anno) in quanto collegata alla data della Pasqua.
Il giorno dell'Ascensione 2019 è giovedì 30/05/2019.I paesi europei in cui tale giorno è invece riconosciuto festività nazionale sono: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Svizzera.
In Italia Tale ricorrenza fino al 1977 era anche festa civile oggi non è più riconosciuta come festività ciò è molto triste (fa parte delle cosiddette "Festività Soppresse") e pertanto la Chiesa Cattolica ne posticipa la data alla successiva Domenica 02/06/2019.

mercoledì 29 maggio 2019

Giovedì 30 Maggio SOLENNITA' DELL'ASCENSIONE DEL SIGNORE!

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«Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà».

Carissimi Giovedì 30 maggio la chiesa celebra la solennità dell'ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo al cielo.Nella Cappella di Santa Caterina da Siena, in via Urbana 85 Roma, verrà celebrata la Santa Messa, alle ore !8:30, preceduta dal  Santo Rosario alle ore 18, il sacerdote resta disponibile per le confessioni già dalle ore 17:30.

lunedì 27 maggio 2019

IL SEGRETO DI FATIMA (Pubblicato dalla Rivista tedesca di Stoccarda, “Neues Europa” il 15 ottobre 1963) TESTO DEL SEGRETO


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«Non aver timore, cara piccola. Sono la Madre di Dio, che ti parla e ti domanda di rendere pubblico il presente Messaggio per il mondo intero. Ciò facendo, incontrerai forti resistenze. Ascolta bene e fa attenzione a quello che ti dico: Gli uomini devono correggersi. Con umili suppliche, devono chiedere perdono dei peccati commessi e che potessero commettere. Tu desideri che io ti dia un segno, affinché ognuno accetti le Mie Parole che dico per mezzo tuo, al genere umano. Hai visto il Prodigio del Sole, e tutti, credenti, miscredenti, contadini, cittadini, sapienti, giornalisti, laici, sacerdoti, tutti lo hanno veduto. Ed ora proclama a Mio Nome: Un grande castigo cadrà sull’intero genere umano, non oggi, né domani, ma nella seconda metà del Secolo XX. Lo avevo già rivelato ai bambini Melania e Massimino, a “La Salette” ed oggi lo ripeto a te, perché il genere umano ha peccato e calpestato il Dono che avevo fatto. In nessuna parte del mondo vi è ordine, e satana regnerà sui più alti posti, determinando l’andamento delle cose. 

giovedì 23 maggio 2019

Maria Ausiliatrice

"La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la vergine santissima ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana"
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“Auxilium Christianorum”, “Aiuto dei Cristiani”, è il titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo e così viene invocata anche nelle litanie Lauretane del Rosario. Sulle virtù, la vita, la predestinazione, la maternità, la mediazione, l’intercessione, la verginità, l’immacolato concepimento, i dolori sofferti, l’assunzione di Maria, sono stati scritti migliaia di volumi, tenuti vari Concili, proclamati dogmi di fede, al punto che è sorta un’autentica scienza teologica: la Mariologia. E sempre è stata ribadita la presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca, a lei siamo stati affidati come figli da Gesù sulla Croce e a noi umanità è stata indicata come madre, nella persona di Giovanni apostolo, anch’egli ai piedi della Croce.L'invocazione Auxiluim christianorum, ora pro nobis appare, per la prima volta, nella versione delle litanie lauretane pubblicata nel 1576 e approvata da papa Clemente VIII nel 1601; essa era assente nella versione più antica, risalente al 1524. Secondo la tradizione tale invocazione fu aggiunta da papa Pio V dopo la vittoria riportata dalla Lega santa sugli ottomani a Lepanto (7 ottobre 1576), ma più probabilmente rappresenta una variante del titolo Advocata christianorum che si trova nell'edizione del 1524.In ogni caso, l’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana. Il papa istituì per questa gloriosa e definitiva vittoria, la festa del S. Rosario, ma la riconoscente invocazione alla celeste Protettrice come “Auxilium Christianorum”, non sembra doversi attribuire direttamente al papa, come venne poi detto, ma ai reduci vittoriosi che ritornando dalla battaglia, passarono per Loreto a ringraziare la Madonna; lo stendardo della flotta invece, fu inviato nella chiesa dedicata a Maria a Gaeta dove è ancora conservato. Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il Senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel Palazzo Ducale: “Né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di Consolatrix afflictorum (Consolatrice degli afflitti) e Refugium peccatorum (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il popolo e per la Chiesa Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani).

martedì 21 maggio 2019

Essere scrupolosi è una buona cosa, ma essere troppo scrupolosi non lo è ."I Sacramenti della Chiesa sono validi"?

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Alcune persone, indubbiamente animate da un lodevole zelo di verità, si tormentano al pensiero se i Sacramenti amministrati da sacerdoti i quali, di fatto, sono modernisti, nel contesto di una Chiesa cattolica che è sempre meno cattolica e sempre più massonica, gnostica e relativista, non sono validi e quindi non conducono le anime alla salvezza, ma creano solo l’illusione di essere nella grazia di Dio. Ne conosciamo diverse e siamo persuasi che, nella grande maggioranza dei casi, si tratta di persone eccellenti, animate dalle migliori intenzioni e da un sincero scrupolo religioso; nondimeno, riteniamo che i loro scrupoli non conducano da nessuna parte e che servano solo a farle soffrire, oppure a chiudersi da se stesse in una specie di recinto ideale, nel quale, di fatto, si separano da tutto e da tutti, perché, secondo loro, al di fuori di esso non vi sono la verità, né la Presenza Reale del Signore, e perciò neppure la salvezza. Abbiamo avuto occasione di discutere con esse; e non solo non siamo riusciti a placare i loro scrupoli, ma, al contrario, ci siamo visti accusare, sia pure con molto garbo, di essere a nostra volta infetti dal virus del modernismo, precisamente per la ragione che riteniamo validi i Sacramenti ricevuti secondo la retta intenzione del credente. I punti centrali sono due. Primo, la Chiesa cattolica è sempre la Sposa di Cristo: per quanto infedele, e talvolta perfino meretrice, resta pur sempre una “santa meretrice”, fondata da Gesù e sorretta e consigliata dalla presenza dello Spirito Santo. Ciò non toglie che il clero possa errare e che possa essere traviato: ma il clero, come pure i fedeli laici, rappresentano solo la Chiesa visibile, cioè una piccola parte del superbo edificio: l’altra parte è formata dalla Comunione dei Santi, alla quale partecipano anche le anime del Purgatorio e del Paradiso, nonché dalla presenza di Dio stesso. E poiché Gesù in Persona ha assicurato che le porte degli inferi non prevarranno su di essa, non dobbiamo mai scoraggiarci e disperare, neppure davanti alle cose che possono provocare in noi il più profondo turbamento.Che cosa sono i tempi degli uomini, in confronto ai tempi di Dio? A noi uomini, sembra che qualche anno o qualche decennio d’infedeltà siano sufficienti a concludere che la Chiesa si è persa, che non è più quella; ma Dio non misura il tempo come lo misuriamo noi, i nostri anni e i nostri decenni sono meno di niente ai Suoi occhi: quello che conta è che Egli è e resta il padrone della storia; e, se è il padrone della storia, figuriamoci se non è anche il padrone della Chiesa da Lui stesso fondata, e amata fino al sacrificio d’amore della morte sulla Croce.

domenica 19 maggio 2019

"Alcuni puntini sulle i!"

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Il leader della Lega Matteo Salvini ieri durante una affollatissima manifestazione in piazza Duomo a Milano ha invocato l'intercessione della Madonna Santissima e dei Santi Patroni d'Europa "per la pace e la prosperità dei nostri popoli": parole che sono subito risuonate con commozione nel cuore dei cattolici che amano "Gesù e la Sua Chiesa! " 
Che un politico emergente in Italia parli di Dio e della Sua Santissima Madre, non può che essere cosa buona in sé. (L'indignazione del direttore di civiltà cattolica la troviamo sproporzionata). Soprattutto pensando a quanto può far schiumare di rabbia coloro che hanno tradito nel più profondo del loro cuore e che vedono un odiatissimo politico laico dire ciò che essi non dicono e non fanno più da decenni. Rosari vangelo, e crocifissi, carissimo Padre Spadaro fanno parte del nostro tesoro, sono le nostre riserve auree, non esiste una politica cristiana, ma cristiani che si impegnano in politica, testimoniando con coerenza i valori in cui credono.
D’altra parte, cos’è la politica cristiana? Concedere, forse, qualche favore alla Chiesa? O assecondarla con leggi favorevoli? Le radici della nostra cultura di credenti affondano nel Vangelo. Bisogna ripartire da Cristo, che va conosciuto, amato e imitato. Il suo indignarsi reverendo padre Spadaro lo pone in una posizione ridicola, dinnanzi all'opinione pubblica .Vorrei inoltre ricordare a questo Gesuita che milioni di cattolici il 4 marzo del 2018, usciti dalla messa, correvano al seggio per barrare il simbolo salviniano sulla scheda elettorale,e nuovamente lo rifaranno domenica 26 Maggio 2019, soprattutto quelli per cui la difesa dei princìpi non negoziabili di venerata memoria restano qualcosa di valido ancora oggi.E i sondaggi demoscopici lo confermano un anno dopo, con la Lega sempre più “partito dei cattolici”che piaccia o no ai sinistroidi gesuiti e all'avvenire adesso diventato l'organo ufficiale del PD. E Matteo Salvini trasfigurato in un De Gasperi alternante felpa e giacca della polizia. La Lega, con il suo Leader Matteo Salvini insomma, come bastione ultimo della civiltà cristiana, argine che protegge l'Europa l'Italia dal laicismo esasperato e tracotante dei vessilliferi dei diritti tout court. Segni dei tempi.

martedì 14 maggio 2019

Burkina Faso, altri 4 cristiani uccisi: Domenica era stato ammazzato un sacerdote con cinque fedeli

Nuovo attacco contro i cattolici in Burkina Faso.Il dolore del papa con un semplice tweet, nessuna condanna da parte del vescovo di Roma, o dalla comunità internazionale, tanto sono solo cristiani cattolici.  Quattro fedeli che stavano riportando in chiesa la statua della Vergine dopo aver partecipato ad una processione mariana, sono stati uccisi ieri a Singa, nel comune di Zimtenga, nella regione del centro nord del Paese. Si tratta della stessa regione alla quale appartiene la provincia di Sanmatenga, dove domenica 12 maggio, don Siméon Yampa, parroco di Dablo, è stato ucciso insieme a cinque fedeli nell'assalto alla chiesa durante la messa domenicale. Lo riferisce Fides.
Uccisi per strada dai terroristi islamici solo perché cattolici: non c'è pace per la minoranza cristiana in Burkina Faso. Dopo la strage di domenica, quando i jihadisti hanno massacrato un parroco e cinque fedeli durante la messa, stavolta è toccato ad altre quattro persone, falciate mentre partecipavano a una processione mariana. I due attentati sono stati messi a segno nella stessa regione settentrionale del Paese. Non lontano dal confine con il Niger, in un'area dove è maggiore la presenza di terroristi e dove i cristiani sono da tempo nel mirino: nella zona di frontiera col Burkina Faso un parroco nigerino è stato ferito a una mano e a una gamba. E ancora non si hanno notizie di padre Pier Luigi Maccalli, il missionario italiano rapito a settembre scorso.

lunedì 13 maggio 2019

Krajewski, elemosiniere del Vescovo di Roma, conosce il settimo comandamento??? "NON RUBARE"



Con un gesto insolito l’elemosiniere apostolico, il cardinale polacco Konrad Krajewski, ha fisicamente riattaccato la corrente allo Spin Time Labs, l’edificio di via Santa Croce in Gerusalemme 55, a due passi da San Giovanni.
L'occupazione dello stabile di via Santa Croce in Gerusalemme è cominciato nel 2013, quando i movimenti di Action hanno deciso di occupare il palazzo: 16mila metri quadri di spazi. Oggi l’edificio ospita - abusivamente - circa 400 persone di diverse etnie. Dopo la luce, doveva essere interrotta anche l'erogazione di acqua. Dal I Municipio hanno fatto sapere di non temere "problemi di ordine pubblico".Il palazzo non è di proprietà del Vaticano  fonti di Oltretevere ci fanno sapere.L’edificio in questione, che un tempo ospitava gli uffici dell’Inpdap,gli oltre 21mila metri quadri sono di proprietà del fondo Fip d InvestiRe sgr, ramo immobiliare del Gruppo Banca Finnat.Il problema è che nessuno paga le bollette e il fornitore di energia, Hera Comm, che vanta ormai un credito di 300mila euro ha chiesto ad Areti spa di staccare la corrente. Da allora la situazione si è fatta difficile per le famiglie che vivono all’interno dell’edificio. Konrad  Krajewskiche ieri è andato nel palazzo occupato, a portare doni e cibo,non poteva tramite corridoi di aiuto e servizi sociali, intervenire in maniera diversa? Se tutte le persone che oggi giorno per svariati motivi si mettono ad occupare immobili di altre persone, e poi si ritrovano un vescovo, un cardinale, o persino il romano pontefice, a fare i Robin Hood della situazione, qua va a finire in una anarchia spaventosa.

Il settimo comandamento proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo. Questo vale anche per il cardinale Polacco che da oggi chiameremo 
Robin Hood.  Il settimo comandamento proibisce il furto, cioè l'usurpazione del bene altrui contro la ragionevole volontà del proprietario. E adesso se ci si mette anche L'elemosiniere di sua santità a sostenere le ragioni di coloro che occupano senza titolo una proprietà privata e violando i sigilli del contatore della fornitura elettrica siamo arrivati al paradosso.

«Sarebbe bene che l'elemosiniere del Papa, intervenuto per riattaccare la corrente in un palazzo occupato di Roma, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate facile eminenza fare i generosi con i beni e il lavoro d' altri».Krajewski è elemosiniere del il Papa Francesco dal 2013. L'elemosiniere è colui che presso la Santa Sede ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Pontefice."NO d'infrangere la legge degli stati e della civile convivenza" Secondo i vaticanisti durante il pontificato di Francesco questo ruolo avrebbe assunto un peso crescente. L'elemosiniere ha il compito non di barricarsi "dietro la scrivania" ma di recarsi direttamente per le strade di Roma o dove necessario, a portare la carità del papa. A questo punto  la Santa sede se ne ha voglia e piacere,si faccia carico del debito fatto dal 2013 a oggi dei 400 occupanti rispettando la leggi italiane.Dare a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio.Dimenticavo che sarebbe il caso che i comandamenti venissero rispettati innanzitutto Dal Vescovo di Roma,  dal suo elemosiniere che è espressione della carità del papa nel mondo,e da tutti i porporati la chiesa è una piramide se chi sta al vertice è corrotto e senza la Vera Fede cattolica tutto precipita inesorabilmente. .



domenica 12 maggio 2019

CELEBRAZIONI NEL PRIORATO SAN PIO X DI ALBANO LAZIALE DELLA MADONNA DI FATIMA SABATO 1 GIUGNO

I Festeggiamenti in onore della Madonna di Fatima a conclusione del mese di Maggio,verranno svolte Sabato 1 Giugno 2019 in occasione del primo sabato dl Mese. L’immagine della Madonna, sarà portata in processione per le vie di Albano Laziale come simbolo del desiderio che la Madonna vegli dall’alto su tutte le case, come una presenza materna che raggiunge tutte le famiglie bisognose di speranza”.

Programma
Sabato 1 Giugno
Già dalle ore 16:00 i sacerdoti saranno disponibili per le confessioni 
ore 16:30 Santo Rosario
ore 17:00 Santa Messa
ore 18:00 processione perle vie di Albano
Segue serata conviviale nel Chiostro del Priorato .

L’apparizione della Vergine Maria a Fatima, non è solo una semplice devozione: è una risposta alla chiamata di salvezza operata da Cristo. La Vergine Maria ricorda a noi tutti che siamo salvati in Cristo e lo fa servendosi della preghiera del rosario: «Recitate il rosario per avere la pace nel mondo e la fine della guerra…» dice ai piccoli veggenti di Fatima (Lucia, Francisco e Giacinta). Ma perché il rosario? All’apparenza una preghiera semplice e povera, che nel suo ripetersi litanico sembra celare qualcosa di monotono per alcuni. Ma ciò che all’apparenza sa di superficiale e bigotto, nasconde la verità sull’uomo. Per questo Dio si serve di Sua Madre, eternamente "Ecce Ancilla Domini" sebbene Regina del Creato, per richiamare le verità che sono via al Cielo.L’importanza del rosario è definita dalla sua stessa anima: la contemplazione dei misteri, che snocciolati attraverso i grani della corona ci aiutano a meditare, con gli occhi della Vergine di Nazareth, il dipanarsi della vita dell’Uomo. E nella contemplazione di Cristo si svela a noi la Salvezza. Con la preghiera del rosario, l’uomo impara a percorrere la via dell’ascesi, ossia la strada verso il cielo «Se la Chiesa ha accolto il Messaggio di Fatima è soprattutto perché esso contiene una Verità ed una chiamata che nel loro fondamentale contenuto sono le verità del vangelo stesso»Perché si vuole fare memoria della Verità insegnata da Cristo: e lo si fa con la guida di Maria.

mercoledì 8 maggio 2019

SUPPLICA ALLA REGINA DEL SANTISSIMO ROSARIO DI POMPEI

In nomine Patri et Fili et Spiritus Sancti, Amen.

Da recitarsi l'8 maggio a mezzogiorno e nella prima domenica di ottobre
I
O augusta Regina delle Vittorie, o Vergine Sovrana del Paradiso,
al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, 
o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, 
noi tutti, fortunati figli vostri, 
che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi,
in questo giorno solennissimo della festa
dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni,
effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore,
e con la confidenza di figli Vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da questo trono di clemenza dove sedete Regina,
volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi,
su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa;
e Vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo
e dei travagli che ci amareggiano la vita. 
Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ci circondano:
quante calamità ed afflizioni ci costringono! 
O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato
e vincete con la clemenza il cuore dei peccatori: 
sono pur nostri fratelli e figli vostri,
che costarono sangue al dolce Gesù,
e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore.
Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.


Salve Regina…

II

È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli,
coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù,
e trafiggiamo nuovamente il vostro Cuore. 
Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli.
Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota
raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino
e l’ultimo testamento del Redentore moribondo.
E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio,
Vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.
Voi, dunque, come nostra Madre,
siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. 
E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

Pietà Vi prenda, o Madre buona,
pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie,
dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti,
e soprattutto dei nostri nemici,
e di tanti che si dicono Cristiani,
e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo.
Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate,
per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al Cuor vostro.
Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.


Salve Regina…

III

Che Vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che Vi costa il salvarci?
Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori
delle Sue grazie e delle Sue misericordie?
Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo,
redimita di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli.
Il vostro dominio si estende per quanto sono estesi i Cieli,
e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette.
Il vostro dominio si estende fino all'inferno,
e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.

Voi siete l'onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci.
Che se dite di non volerci aiutare,
perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione,
diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti.
Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia,
e la mistica corona che miriamo nella vostra mano,
c’ispirano fiducia che saremo esauditi. 
E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, 
ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri,
e oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Salve Regina.

CHIEDIAMO LA BENEDIZIONE A MARIA

Un’ultima grazia noi ora Vi chiediamo, o Regina,
che non potete negarci in questo giorno solennissimo.
Concedete a tutti noi l’amore vostro costante,
e in modo speciale la vostra materna benedizione.
No, non ci leveremo dai vostri piedi,
non ci staccheremo dalle vostre ginocchia,
finché non ci avrete benedetti.

Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice.
Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario,
onde siete chiamata Regina delle vittorie,
deh! aggiungete ancor questo, o Madre:
concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società.
Benedite il nostro Vescovo,
i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei,
e quanti coltivano e promuovono la devozione al vostro Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria;
Catena dolce che ci riannodi a Dio;
Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli;
Torre di salvezza negli assalti d’inferno; 
Porto sicuro nel comune naufragio,
noi non Vi lasceremo mai più.
Voi ci sarete conforto nell’ora di agonia;
a Voi l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave,
o Regina del Rosario della Valle di Pompei,
o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori,
o sovrana Consolatrice dei mesti.
Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo.
Così sia.


Ave Maria…


Questa Supplica, approvata dalla Sacra Congregazione dei Riti, fu arricchita da Leone XIII con l’indulgenza di sette anni e sette quarantene, a chi, con il cuore almeno pentito e devoto, la recita l’8 maggio e la prima Domenica di ottobre (Rescritto dell’8 giugno 1887).
Indulgenza confermata in perpetuo da San Pio X e resa applicabile alle anime del Purgatorio (Rescritto del 28 novembre 1903).
Pio XI, con Breve Apostolico del 20 luglio 1925, ha confermato la detta indulgenza e ha concesso in più l’indulgenza plenaria a coloro che reciteranno la Supplica, confessati e comunicati.

Questa Supplica, col nome di Atto d’amore alla Vergine, venne composta nel 1883 dal Beato Bartolo Longo, che sollecitava i fedeli a recitare un Ave Maria alla fine delle preghiere da lui composte: si aggiunga una preghiera di suffragio per la sua anima benedetta.

martedì 7 maggio 2019

Dov’è Pietro? E chi è Pietro? (Con una lettera di don Minutella)


Situazione sempre più anomala: e la Rinuncia di Benedetto XVI, davvero rotola
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Cari amici, vorrei tornare oggi sulla questione dei due papi. Lo faccio pubblicando un lettera che mi è stata inviata da don Alessandro Minutella e precisando subito che pur non condividendola in tutto e per tutto (don Minutella ha molte certezze, io ho soprattutto dubbi) mi sembra opportuna perché, effettivamente, credo non si possa continuare a vivere l’attuale situazione come se nulla fosse, mentre in realtà le contraddizioni stanno emergendo in tutta la loro evidenza e gravità.

La pubblicazione dei cosiddetti Appunti di Benedetto XVI dedicati alla questione degli abusi nella Chiesa ha segnato un punto di non ritorno. La decisione di rompere il silenzio ha qualcosa di sconvolgente, soprattutto perché Joseph Ratzinger non solo, derogando alla decisione di vivere nascosto, è intervenuto su un tema caldissimo, ma lo ha fatto sostenendo tesi che sconfessano la posizione sostenuta da Francesco. 

Dietro la forma, come sempre, cortese e compassata, il piccolo saggio sulla questione degli abusi ha un contenuto polemico che non può essere ignorato. In pratica Benedetto XVI ha detto: “Guardate che le cose non stanno come vorrebbero farvi credere”. E se ha sentito il bisogno di parlare significa che ha avvertito un pericolo grande.

Naturalmente si può discutere (come in effetti si è discusso) sulle tesi di Benedetto XVI, ma qui il problema è un altro. Il problema è che papa Benedetto ha voluto parlare.

Non credo che, ponendo tali questioni, si possa essere accusati di dietrologia. La questione è sostanziale. Nei fatti, la coesistenza dei due papi continua a dare adito a tensioni sempre più manifeste e a domande che ancora non hanno trovato risposte adeguate, e tutto ciò non può essere derubricato come anomalia temporanea.

Come giustamente ha scritto Sandro Magister, tra i due papi ormai “è frattura”. Non c’è altra espressione da usare. Frattura confermata dalla gelida (per non dire infastidita) accoglienza data agli Appunti dai media vaticani e dal silenzio di Francesco, atteggiamento da lui assunto ogni volta che si sente messo alla prova.

D’altra parte, la reazione stizzita di alcuni commentatori favorevoli a Francesco, secondo i quali la coabitazione dei due papi sarebbe possibile solo se Ratzinger sparisse come morto, dimostra che il nervo è scopertissimo.

E di nuovo torna la domanda: fino a quando sarà possibile andare avanti con la finzione secondo cui questa situazione è normale e tutto sta andando bene?

Aldo Maria Valli

Testo della lettera di Don Alessandro Minutella

domenica 5 maggio 2019

Può un Papa, cadere in eresia??? Molti credono che ciò sia assolutamente impossibile

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Molti lo sussurravano, pochi lo dicevano apertamente. Adesso un gruppo di 20 tra teologi, intellettuali ed ecclesiastici cattolici lo hanno messo nero su bianco in una lettera aperta (QUI) con un appello ai vescovi del mondo perché la firmino: a loro giudizio, papa Francesco è eretico.

È un testo lungo 20 pagine, molto articolato e ricco di riferimenti bibliografici, ed elenca una serie di atti e di mancanze che configurerebbero la più pesante accusa che possa essere rivolta a un pontefice: Francesco avrebbe negato una serie di verità pur consapevole che la Chiesa le insegna in quanto rivelate da Dio. I temi di queste deviazioni dottrinali riguardano il matrimonio, i rapporti sessuali, la legge morale, la grazia e il perdono dei peccati. Il nome più noto tra i firmatari è quello di padre Aidan Nichols, domenicano, teologo britannico che vive e studia a Cambridge.

Ma un papa può cadere in eresia?

Molti credono che ciò sia assolutamente impossibile, ma non è così.

L’Enciclopedia del diritto, alla voce pontefice, n. 13 ricorda che “l’eresia notoria (per negazione di un dogma già definito) provoca la cessazione dell’ufficio del romano pontefice, poichè pone il papa fuori dalla chiesa. Tale peccato di eresia è possibile, poichè il papa è ‘infallibile’, ma non è ‘impecabile’ “.

Ma vediamo il Codice di diritto canonico, voce ufficiale della Chiesa. Nel suo commento ufficiale al Ius canonicum del 1928 Padre Francisco Xav. Wernz, già generale dei Gesuiti, nel tomo II intitolato De Personis, commentando il codice di diritto canonico, al punto 453, dopo aver chiosato la decadenza di un papa che abdichi liberamente, affronta la possibilità del papa eretico “per haeresim notoriam et palam divulgatam” e come “doctor privatus”:

“Per haeresim notoriam et palam divulgatam. R. Pontifex si in illam incidat, ispo facto etiam ante omnem sententiam declaratoriam Ecclesiae suae potestate iurisdictionis privatus existit. Qua de re quinque existunt sententiae, quibus prima negat suppositum totius questionis scl. Papam etiam ut doctorem privatum posse incidere in haeresim. Quae sententia sane pia et probabilis, sed certa et communis neque dicit…”.

sabato 4 maggio 2019

Morto a Manduria (Taranto) dopo le botte e soprusi della baby gang:

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„La vicenda che ha portato alle cronache la morte di Antonio Stano ha scosso l'opinione pubblica.“Siamo tutti colpevoli di questa vergogna, che in così poco tempo, ha sporcato una intera nazione, ogni casa, ogni madre, ogni padre, ogni figlio. Siamo tutti colpevoli nessuno escluso.C'è comunque l'obbligo morale di denunciare simili cose. I cristiani che fanno violenza ad altri esseri umani, frequentano quotidianamente la chiesa ma poi odiano gli altri e girano la faccia e lo sguardo per non vedere e non udire, si comportano da ipocriti, che senso ha.
Antonio Stano negli ultimi mesi aveva subito una lunga serie di aggressioni e violenze in casa e per strada. I bulli durante le spedizioni punitive nei confronti del pensionato, che soffriva di disagio psichico, filmavano le vessazioni e gli atti di violenza e poi li postavano nella chat di Whatsapp denominata "La comitiva degli orfanelli".

venerdì 3 maggio 2019

Per diritto divino è il Primato Apostolico del Romano Pontefice che è posto a capo di tutta la Chiesa,


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« Primo Simone, chiamato Pietro ». Con questa significativa accentuazione della primazia di Simon Pietro, San Matteo introduce nel suo Vangelo la lista dei Dodici Apostoli, che anche negli altri due Vangeli sinottici e negli Atti inizia con il nome di Simone.  Questo elenco, dotato di grande forza testimoniale, ed altri passi evangelici mostrano con chiarezza e semplicità che il canone neotestamentario ha recepito le parole di Cristo relative a Pietro ed al suo ruolo nel gruppo dei Dodici. Perciò, già nelle prime comunità cristiane, come più tardi in tutta la Chiesa, l'immagine di Pietro è rimasta fissata come quella dell'Apostolo che, malgrado la sua debolezza umana, fu costituito espressamente da Cristo al primo posto fra i Dodici e chiamato a svolgere nella Chiesa una propria e specifica funzione. Egli è la roccia sulla quale Cristo edificherà la sua Chiesa; è colui che, una volta convertito, non verrà meno nella fede e confermerà i fratelli;  è, infine, il Pastore che guiderà l'intera comunità dei discepoli del Signore.Nella figura, nella missione e nel ministero di Pietro, nella sua presenza e nella sua morte a Roma — attestate dalla più antica tradizione letteraria e archeologica — la Chiesa contempla una profonda realtà, che è in rapporto essenziale con il suo stesso mistero di comunione e di salvezza: « Ubi Petrus, ibi ergo Ecclesia ». La Chiesa, fin dagli inizi e con crescente chiarezza, ha capito che come esiste la successione degli Apostoli nel ministero dei Vescovi, così anche il ministero dell'unità, affidato a Pietro, appartiene alla perenne struttura della Chiesa di Cristo e che questa successione è fissata nella sede del suo martirio.

Inventio Crucis, il ritrovamento della croce – 3 maggio

Vasiliy Sazonov, l'imperatore Costantino e Sant'Elena presentano la Santa Croce
Vasiliy Sazonov,
 l'imperatore Costantino e Sant'Elena
 presentano la Santa Croce
Nei secoli questa festività incluse anche la commemorazione del recupero da parte dell'imperatore Eraclio della Vera Croce dalle mani dei Persiani nel 628. Nell'usanza gallese, a partire dal VII secolo, la festa della Croce si teneva il 3 maggio. Quando le pratiche gallesi e romane si combinarono, la data di settembre assunse il nome ufficiale di Trionfo della Croce nel 1963, ed era usato per commemorare la conquista della Croce dai Persiani, e la data in maggio fu mantenuta come Ritrovamento della Santa Croce, comunemente detta Invenzione della Croce.
Questa festa del mese di maggio non compare più nel calendario romano eccetto che a Gerusalemme, dove per la Diocesi è una festa mentre nella basilica della Resurrezione è una solennità.
I più anziani ricordano che, prima della riforma del calendario romano, questa festa si celebrava il 3 maggio. In realtà nel 1955 Papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe artigiano il 1° maggio, e dunque si spostò la festa dei Santi Filippo e Giacomo al 3 maggio. La festa della Santa Croce scomparve a causa di un rimaneggiamento liturgico (1969) che sopprimeva le feste doppie. Si conservò quindi la sola festa dell’Esaltazione della Croce il 14 settembre.
"La Chiesa ortodossa commemora ancora entrambi gli eventi, uno il 14 settembre, rappresentando una delle dodici grandi festività dell'anno liturgico, e l'altro il 1º agosto nel quale si compie la Processione del venerabile Legno della Croce, giorno in cui le reliquie della Vera Croce furono trasportate per le strade di Costantinopoli per benedire la città. In aggiunta alle celebrazioni nei giorni fissi, ci sono alcuni giorni delle festività mobili in cui viene fatto particolare ricordo della Santa Croce. La chiesa cattolica compie l'adorazione liturgica della Croce durante gli uffici del Venerdì Santo, mentre la chiesa ortodossa celebra un'ulteriore venerazione della Croce la terza domenica della Grande Quaresima. In tutte le chiese greco-ortodosse, durante il Giovedì Santo, una copia della Croce viene portata in processione affinché la gente la possa venerare."
Ma a Gerusalemme dove non lontano dal Calvario, nel 326, la Santa Croce fu trovata da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, ci si teneva a conservare il ricordo di questa ritrovamento“invenzione”.La data scelta per la commemorazione fu quella del 7 maggio. Infatti proprio il 7 maggio 351 “una enorme croce luminosa apparve nel cielo, sopra al Santo Golgota, e si estendeva fino al Monte degli Olivi.” (Lettera di San Cirillo di Gerusalemme all’imperatore Costanzo, 351). Questa data era già indicata, e se da una parte permetteva di restare nel tempo pasquale, congiungendo il mistero della Croce a quello della Resurrezione, dall’altra era anche vicina a quella antica. Inoltre essa consentiva di rifarsi a questa tradizione orientale riguardante la Croce: le chiese orientali infatti non hanno mai cessato di far memoria di questa apparizione nel cielo di Gerusalemme. Visto che quest’anno il 7 maggio coincideva con una festa armena, la memoria è stata spostata all’8 maggio.
Le celebrazioni a Gerusalemme iniziano la domenica pomeriggio con la processione quotidiana dei francescani nella basilica, ma contrariamente all’abitudine la processione, una volta giunta alla grotta di Sant’Elena, si  ferma perché la comunità riunita possa cantare i primi vespri davanti alla reliquia della Santa Croce esposta nella cripta. Una cripta rivestita per l’occasione dei suoi più begli ornamenti, quella che di solito offre agli sguardi dei pellegrini un aspetto spoglio e in contrasto con il resto della basilica della Resurrezione. L’indomani la Messa, celebrata ugualmente nella cripta di Sant’Elena, si  conclude con una processione solenne intorno all’edicola del Santo Sepolcro durante la quale il vicario custodiale porta la reliquia della Santa Croce. Le celebrazioni si svolgono in un’atmosfera pasquale, lontana però dall’effervescenza che regnava nella basilica a Pasqua e durante l’ottava. Una festa intima, insomma, una festa orante e molta gioia per tutti i fedeli.
La croce, già segno del più terribile fra i supplizi, è per il cristiano l'albero della vita, il talamo, il trono, l'altare della nuova alleanza. Dal Cristo, nuovo Adamo addormentato sulla croce, è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa. La croce è il segno della signoria di Cristo su coloro che nel Battesimo sono configurati a lui nella morte e nella gloria. Nella tradizione dei Padri la croce è il segno del figlio dell'uomo che comparirà alla fine dei tempi. La festa dell'esaltazione della croce, che in Oriente è paragonata a quella della Pasqua, si collega con la dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul sepolcro di Cristo (Messale romano). 
La stessa evangelizzazione, operata dagli apostoli, è la semplice presentazione di "Cristo crocifisso". Il cristiano, accettando questa verità, "è crocifisso con Cristo", cioè deve portare quotidianamente la propria croce, sopportando ingiurie e sofferenze, come Cristo, gravato dal peso del "patibulum" (il braccio trasversale della croce, che il condannato portava sulle spalle fino al luogo del supplizio dov'era conficcato stabilmente il palo verticale), fu costretto a esporsi agli insulti della gente sulla via che conduceva al Golgota. Le sofferenze che riproducono nel corpo mistico della Chiesa lo stato di morte di Cristo, sono un contributo alla redenzione degli uomini, e assicurano la partecipazione alla gloria del Risorto.

mercoledì 1 maggio 2019

San Giovanni Crisostomo - Scritti sul sacerdozio


San Giovanni Crisostomo
Dagli scritti di San Giovanni Crisostomo sul sacerdozio.


Grandezza del sacerdozio e del rito eucaristico. Gli angeli stanno in adorazione intorno al sacerdote celebrante. L’epiclési o invocazione dello Spirito Santo. Confronto coi riti sacrificali dell’antica Legge

Però che il sacerdozio si compie sulla terra, ma è nell’ordine delle cose celesti; e con ogni ragione; poiché non un uomo, non un angelo, non un arcangelo, né altra forza creata, ma lo stesso Paracleto ordinò quest’ufficio, ispirando quelli che tuttora si stanno nella carne a ideare una funzione propria degli angeli; deve pertanto il sacerdote essere così puro, come se abitasse negli stessi cieli fra quelle Potenze. Terrificanti cose per certo e paurose erano quelle che precedettero la Grazia, come i campanelli, i melograni, le pietre del petto e dell’omero, la mitra, la cidari, la tunica talare, la lamina d’oro, il Santo dei Santi, la profonda quiete degl’interni recessi; ma se alcuno considera le istituzioni della Grazia troverà piccole quelle tremende e terribili cose, e che anche qui è vero ciò che è scritto intorno alla legge: "Non fu glorificato quello che fu glorificato, in comparazione e rispetto a questa gloria trascendente" (2Cor. 3,10). Poiché quando tu vedi il Signore sacrificato e giacente, e il vescovo preposto al sacrificio e pregante, e tutti imporporati di quel sangue augusto, credi tu d’essere ancor fra i mortali e di starti sopra la terra, o non piuttosto sei d’un tratto trasportato nei cieli, e sgombro dallo spirito ogni pensiero della carne, contempli con l’anima ignuda e con la mente pura le cose celestiali? o meraviglia! o filantropia di Dio: colui che siede in alto insieme col Padre, in quell’istante viene tenuto dalle mani di tutti, e dona se stesso a chi vuole abbracciarlo e stringerlo a sé, e tutti fanno poi ciò allora con gli occhi della fede. Or dunque ti paiono cose queste da poter essere disprezzate, o tali che uno possa esaltarsi al di sopra di esse? Vuoi ora scorgere da altra meraviglia la superiorità di questo sacrificio? Rappresentati innanzi agli occhi Elia, e intorno a lui moltitudine immensa, e il sacrificio disposto su le pietre, e tutti gli altri in gran quiete e silenzio profondo, e il profeta solo supplicante; indi d’un tratto la fiamma lanciata dai cieli sopra la vittima: è uno spettacolo meraviglioso che riempie di stupore. Rivolgiti or quindi a quello che adesso si compie e vedrai non solo cose meravigliose, ma tali da superare ogni meraviglia. Sta il sacerdote, per attirare giù non il fuoco, ma lo Spirito Santo; e a lungo si fa la supplica, non affinché una fiamma accesa dall’alto consumi le offerte, ma affinché la grazia discesa sopra il sacrificio, per mezzo di questo accenda le anime di tutti e le renda più fulgide che argento incandescente. Chi oserà nutrire sprezzo, se non sia al tutto pazzo o fuor di sé, di questa così tremenda azione? o non sai che l’anima umana non varrebbe a sopportare quel fuoco del sacrificio, e tutti d’un tratto ne sarebbero annientati, se non fosse grande il soccorso della grazia di Dio?
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