Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

lunedì 10 agosto 2020

"JORGE MARIO BERGOGLIO" Vicarius Christi il papa è dal momento che accetta l'elezione a Sommo Pontefice.





Vicarius Christi è un termine impiegato in diversi modi e con differenti connotazioni teologiche nel corso della storia. Un vicario è un dipendente che fa le veci del vero sovrano in alcune questioni di amministrazione di un regno, equivalente a «rappresentante» o «soprintendente». Il titolo è utilizzato nella Chiesa cattolica in riferimento al ruolo del Vescovo di Roma.
La prima traccia del concetto alla base della locuzione si ritrova nella Lettera ai Magnesiani (88 - 107 d. C.) di sant'Ignazio di Antiochia. In essa si recita: «Con la guida del vescovo al posto di Dio». Anche se sant'Ignazio non usa esplicitamente il termine in questione, ne esplicita l'idea.
Nel sinodo romano del 13 maggio 495 le connotazioni teologiche del titolo assumono un significato pastorale, evocando le parole del Cristo all'apostolo san Pietro in Gv 21:16-17: «Pasci le mie pecore... Pasci il mio gregge», con cui Cristo avrebbe fatto di san Pietro il suo Vicario e Pastore, affidandogli la responsabilità del suo gregge (cioè la Chiesa); ciò nella concezione che san Pietro fosse il primo Vescovo di Roma.
L'uso in riferimento ai papi nella Chiesa dei primi secoli era instabile; ne circolavano alcune varianti, come Vicario di Pietro, Vicario del Principe degli Apostoli o Vicario della Sede Apostolica. Questo titolo è utilizzato nel Messale Romano nelle preghiere di suffragio ai papi defunti e fu usato nel giuramento di obbedienza di san Bonifacio verso il papa Gregorio II. L'intitolazione come «Vicario di Cristo» per i papi divenne regolare solo dal XIII secolo, in seguito alle riforme del papa Innocenzo III, che reclamò la prerogativa di nominare i vescovi del Patriarcato latino. Nell'Annuario Pontificio, «Vicario di Gesù Cristo» è il terzo titolo ufficiale del Vescovo di Roma.Vorremmo a questo punto ricordare a Papa Francesco, se ancora Papa possiamo chiamarlo che il suo predecessore di venerata memoria il Papa Leone X condannò la tesi di Lutero, secondo cui il Papa «non è Vicario di Cristo» (n.25, Denz.1475). Chi è un vicario? Uno che agisce a nome di un superiore, in quanto, per incarico di questi, svolge tutte o in parte le sue funzioni, per cui fa le veci di un superiore e agisce al suo posto, in modo tale che ciò che decide il vicario, supponendo che svolga fedelmente l’incarico, viene con ciò stesso approvato e ratificato dal superiore; vale o ha vigore come se fosse deciso dal superiore. Il Papa è Vicario di Cristo solo per la Chiesa terrena; mentre in cielo il Capo è Cristo; e quando Cristo tornerà sulla terra alla fine del mondo, porrà termine alla serie dei suoi Vicari, non più necessari, perché Cristo governerà la Chiesa direttamente anche sulla terra. L’idea luterana ed ortodossa orientale di una Chiesa governata direttamente da Cristo mediante lo Spirito Santo, è un’ecclesiologia che dissolve la Chiesa terrena in quella celeste e con ciò stesso, per inevitabile ritorsione, a causa della confusione, riduce la celeste alla Chiesa terrena. 

giovedì 6 agosto 2020

Festa islamica, ancora torture sugli animali: Questa volta con la benedizione del Vescovo Beschi



Mentre gli italiani saranno ancora sotto misure restrittive di mascherine e distanziamento sociale, i musulmani celebreranno la Festa dello Sgozzamento, sacrificando ad Allah migliaia di povere bestie. Uccise in modo brutale, tra atroci sofferenze.
In occasione di questa festività, i musulmani sacrificano un montone che viene ucciso per sgozzamento attraverso un preciso rituale. Il tutto, però, avviene senza lo stordimento preventivo dell'animale. La carne, poi, viene divisa preferibilmente in tre parti uguali, una delle quali va consumata subito tra i fedeli.

Il vescovo Francesco Beschi, e don Patrizio Rota Scalabrini, direttore dell'Ufficio del dialogo interreligioso, invitano parroci e fedeli della diocesi di Bergamo a sostenere questa festività islamica. Dato che essa consta in una pratica selvaggia, lontana dai principi della civiltà occidentale, ma diffusa nelle terre di tradizione islamica, alcuni esponenti parlamentari della Lega come anche fedeli hanno scritto al vescovo Beschi, esprimendo il proprio disappunto per l'invito che la curia ha fatto alla Chiesa bergamasca. 

Ecco di seguito la lettara scritta dal parlamentare della Lega on.Belotti


Mons. Schneider e mons. Viganò terranno delle discussioni dottrinali con Roma?


Nella sua opera "Christus vincit: Christ’s Triumph Over the Darkness of the Age", pubblicato in inglese da Angelico Press e presto pubblicato anche in francese da Éditions Contretemps, mons. Athanasius Schneider non esita a mettere in discussione il Concilio Vaticano II : "Ho per molto tempo ritenuto che i testi del Concilio non costituivano un grosso problema. Da un lato, vedevo i testi del Concilio maltrattati dai liberali e, dall'altro, mi sembrava allora che le critiche di mons. Lefebvre fossero esagerate. Per me era impossibile pensare che un concilio o un papa potessero commettere un errore. Implicitamente, ho considerato ogni parola del Concilio e del Papa come infallibile, o almeno senza errori. […] Ora mi rendo conto di aver "spento" la mia ragione; anzi, un simile atteggiamento non è salutare e va contro la Tradizione della Chiesa, come la vediamo tra i Padri,i Dottori e i grandi teologi della Chiesa negli ultimi duemila anni" (P.116-117, ed. inglese)
E aggiunge: "Un esame onesto mostra che alcune espressioni dei testi del Concilio sono in rottura con la Tradizione costante del precedente Magistero. Dobbiamo sempre tenere presente il fatto che lo scopo principale del concilio era la pastorale e che il concilio non intendeva offrire insegnamenti particolari definitivi (P. 119, ed. inglese)

Da parte sua, mons. Carlo Maria Viganò ha stabilito per diversi mesi un legame di causa ed effetto tra il concilio e l'attuale crisi nella Chiesa: "I tentativi di correzione degli eccessi conciliari – invocando l’ermeneutica della continuità – si sono rivelati fallimentari: Naturam expellas furca, tamen usque recurret [Scaccia la natura con una forca, ma tornerà sempre] (Orazio Epist. I,10,24). La Dichiarazione di Abu Dhabi e, come mons. Schneider giustamente osserva, i suoi prodromi del pantheon di Assisi, “è stata concepita nello spirito del Concilio Vaticano II” " (Excursus sul Vaticano II e conseguenze, in Chiesa e post concilio del 9 giugno 2020).

Pertanto sorge una domanda: gli scambi tra i due prelati si trasformeranno in discussioni dottrinali con la Congregazione per la Dottrina della Fede, come tempo fa accadde per la Fraternità San Pio X? Si può mettere in discussione il Concilio, mostrando la sua discontinuità con il magistero precedente, senza che il cardinale Luis Ladaria Ferrer e Papa Francesco se ne scandalizzino? Per ora, solo Sergio Centofanti, vicedirettore del Dicastero per la Comunicazione, ha tentato di difendere il Concilio in un articolo pubblicato il 22 giugno su Vatican News, intitolato "Lo sviluppo della dottrina è fedeltà nella novità" . Ma questa debole difesa - più retorica che teologica - lungi dal chiudere il dibattito, lo richiede e addirittura lo esige. Un dibattito dottrinale con la Congregazione per la Dottrina della Fede e non con il Dicastero per la Comunicazione.

Padre Alain Lorans

(FONTE: FSSPX.NEWS)
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