Passa ai contenuti principali

Il nuovo vescovo D'Ivrea Daniele Salera" tolleranza zero per chi si inginocchia alla comunione"!



Carissimi amici e lettori,
che nella Chiesa contino i gesti, si è sempre saputo. 
Ma a Ivrea ora contano soprattutto le posizioni. Quelle del corpo. Da qualche settimana, in diverse parrocchie, i fedeli che si inginocchiano per ricevere l’Ostia vengono sistematicamente saltati. Il messaggio è chiaro, il metodo pure: ti inginocchi? Non comunichi.

La scena si è già vista più volte: il parroco si avvicina, Ostia in mano, e quando incontra un fedele inginocchiato... tira dritto. Nessuno dice nulla, ma tutti capiscono. Qualcuno si alza all’ultimo secondo per non fare la figura dell’eretico, altri restano lì, come statue di gesso, in ginocchio davanti all’altare e col vuoto tra le mani. Benvenuti nella nuova liturgia in salsa eporediese, dove non si sa bene cosa si prega, ma si sa benissimo come bisogna stare.

La direttiva – perché di questo si tratta – non è scritta, non è firmata, non è motivata. Ma c’è. E gira. E viene fatta rispettare alla lettera, come certe leggi non dette dei regimi più ordinati. A pronunciarla, direttamente o indirettamente, sarebbe stato proprio lui: il nuovo vescovo, monsignor Daniele Salera. Arrivato da Roma solo da pochi mesi, ha deciso di far capire subito chi comanda. E niente funziona meglio che far saltare qualche Comunione per segnare il territorio. Si dirà "Stile canino, più che pastorale..." ma tant'è!

Naturalmente, nessuna dichiarazione ufficiale. Ci mancherebbe. Sarebbe rischioso. Perché se si va a leggere davvero cosa dice la Chiesa, c’è da rimanere a bocca aperta: la Redemptionis Sacramentum (2004) – mica un bollettino parrocchiale – stabilisce con chiarezza che nessun fedele può essere obbligato a ricevere la Comunione solo in piedi. Inginocchiarsi si può. Si deve poter fare. È previsto.

Insomma, nella Diocesi di Ivrea la liturgia, ormai, è una questione di logistica. E le ginocchia – come i trolley nei corridoi dei treni – danno solo fastidio. I parroci, ovviamente, si adeguano. Qualcuno con rassegnazione, qualcuno con zelo, nessuno che osi fiatare. Il nuovo corso non ammette dubbi: verticali, ordinati e senza inciampi genuflessi.

Tant’è. Per la cronaca – ma non solo per quella – monsignor Salera era atteso alle celebrazioni delle Palme a Rivarolo, ma nessuno lo ha visto. Assente per motivi di salute, si è detto. E non abbiamo motivo di dubitarne.
Cosa c’entra la “comunione” con Rivarolo?

Guarda caso, qui — com’è risaputo — da tempo è attiva una comunità di nostalgici delle messe in latino.

Tutto comincia nella chiesa di San Rocco, terzo patrono di Rivarolo Canavese (dopotutto, i primi due avevano già il loro daffare). Qui, con il placet del precedente vescovo, monsignor Edoardo Cerrato, era stata autorizzata una Messa in latino una volta al mese, permettendo ai fedeli affezionati alla liturgia preconciliare di trovare un punto di riferimento.

La comunità ha poi trovato rifugio nella cripta di San Michele, dove – da qualche tempo a questa parte – la Messa in latino c’è tutti i santi giorni. Il gruppo è collegato a don Raffaele Roffino.

C’è che nella Messa in latino (detta anche Messa tridentina o rito straordinario), la Comunione si riceve esclusivamente in ginocchio e sulla lingua, così come previsto dalle norme anteriori al Concilio Vaticano II. In questo contesto, inginocchiarsi non è una scelta, ma la norma. Chi frequenta la Messa tradizionale è spesso molto legato al gesto dell’inginocchiarsi, vissuto come espressione di adorazione, riverenza e umiltà davanti all’Eucaristia.

Boh. In tanti dicono che l’aria sta per cambiare, a cominciare da una convivenza pacifica che potrebbe trasformarsi in terreno di scontro. Salera, infatti, a differenza del predecessore, ha già dimostrato di non avere grande simpatia per certe nostalgie.
Sarà guerra liturgica? Continuerà a tollerare i latinorum e gente che si inginocchia, magari limitandosi a un atteggiamento da spettatore neutrale come il suo predecessore? Oppure Salera deciderà di imprimere una svolta ancora più rigorosa?

Vero è che l’assenza del vescovo è stata notata da tutti. Anche perché, nei giorni precedenti, di chilometri ne ha macinati eccome. In macchina. Da solo. Non ha bisogno dell'autista. A tappe forzate, in pellegrinaggio non ufficiale tra tutte le chiese della Diocesi.

A volte annunciato, spesso no. C’è chi se lo è trovato in sacrestia alle 9 del mattino, mentre stava ancora accendendo le luci. Chi l’ha visto spuntare in chiesa prima ancora di mettere su il caffè. Un vescovo “on the road”, a metà strada tra un ispettore del Vaticano e un rappresentante di caldaie, sempre con una parola pronta e una visita sorpresa.

C’è chi apprezza lo zelo, e chi inizia a sospettare che, sotto quella mobilità da venditore porta a porta, si nasconda una visione molto chiara di Chiesa: verticale, rigida, e possibilmente tutta in piedi. Le ginocchia, del resto, rallentano la fila. Rompono il ritmo. Stonano nell’inquadratura. Meglio eliminarle.

E i fedeli? Alcuni si adeguano. Altri si alzano giusto in tempo, con la destrezza del veterano. Altri ancora si siedono, e rinunciano. Tutti, però, hanno capito che qualcosa è cambiato.

“Se anche inginocchiarsi diventa un problema, allora la Chiesa ha proprio perso l’orientamento”, dice una signora a fine Messa, mentre si sistema il foulard e guarda l’altare come si guarda un vecchio amico che non si riconosce più.

Il problema, forse, non è più inginocchiarsi. È sapere dove guardare.

fonte https://www.giornalelavoce.it/

Commenti

Post popolari in questo blog

LA PREGHIERA CONSEGNATA DALLA MADONNA STESSA (REGINA DEGLI ANGELI) PER INVIARE GLI ANGELI A SCONFIGGERE I DEMONI

Nel 1864, in Francia, la Madonna apparve a un prete e gli insegnò una potente preghiera per combattere e sconfiggere i poteri dell’inferno. Il 13 gennaio 1864, il beato padre Luis-Eduardo Cestac fu improvvisamente colpito da un raggio di luce divina. Vide dei demoni sparsi per tutta la terra, causando un’immensa confusione. Allo stesso tempo, ha avuto una visione della Vergine Maria. La Madonna le ha rivelato che in effetti il ​​potere dei demoni era stato scatenato in tutto il mondo e che più che mai era necessario pregare la Regina degli Angeli e chiederle di inviare le legioni dei santi angeli per combattere e sconfiggere poteri dell’inferno. “Madre mia”, disse il prete, “sei così gentile, perché non mandi questi angeli per te senza che nessuno te lo chieda?” “No”, rispose la Beata Vergine, “la preghiera è una condizione stabilita da Dio stesso per ottenere questa grazia”. “Allora, santissima Madre”, disse il prete, “insegnami come vuoi che ti venga chiesto!” Fu allora che il Beato ...

Perché disobbedire – anche al Papa – può essere un dovere

Carissimi amici e lettori, La vera fedeltà e obbedienza non implicano un rinnegamento della nostra personalità, del nostro pensiero e della nostra volontà!Nell' ottobre 2022 il vescovo Athanasius Schneider ha gentilmente fornito a LifeSite un'analisi (vedi testo completo sotto) in cui discute la natura e i limiti dell'obbedienza al Papa buona lettura ( link originale ) “L’obbedienza”, dice, “non è cieca o incondizionata, ma ha dei limiti. Quando c’è un peccato, mortale o di altro tipo, abbiamo non solo il diritto, ma anche il dovere di disobbedire”. Il Papa, essendo il vicario di Cristo, è tenuto a servire la verità cattolica e a non alterarla. Pertanto, “si deve sicuramente obbedire al Papa, quando propone infallibilmente la verità di Cristo, [e] quando parla ex cathedra, cosa molto rara. Dobbiamo obbedire al Papa quando ci ordina di obbedire alle leggi e ai comandamenti di Dio [e] quando prende decisioni amministrative e giurisdizionali (nomine, indulgenze, ecc.)”. Tutta...