In Tua Justitia Libera me Domine

Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 12 settembre 2024

Disobbedire per obbedire



di d.E.M.B

Carissimi amici e lettori,
sono aumentati, negli ultimi mesi, gli attacchi che i vescovi e membri della curia romana infliggono alla Chiesa cattolica e contro la sua Tradizione e i fedeli legati ad essa. Sempre più violenti, sempre più ideologici e, allo stesso tempo, sempre più sottilmente pervasivi. Ciò che mostra, inoltre, una recrudescenza, è l’ampiezza delle "bocche di fuoco"e degli ambiti da cui giungono tali attacchi: se prima erano frange rumorose ma minoritarie, scomposte, molto schierate politicamente ma poveri culturalmente a sinistra, ora vanno via via crescendo i veleni provenienti da voci e settori apparentemente "moderati", che, tuttavia, nella sostanza delle argomentazioni, mostrano una saldatura tra il "conservatorismo ecclesiale e il progressismo spaventato, acceso conservatorismo politico-sociale, strumentalizzazione evangelica".
Sono anni che Bergoglio fomenta con vigore una esplicita fronda anti-tradizione, fino a pronunciare anatemi e scomuniche per i cattivi "indietristi" come lui ama definirli. Oggi grazie alla stampa e alla televisione favorevoli a questo disastroso pontificato, il "carnefice" diviene così "vittima", l’incendiario diviene "pompiere": giochi verbali di inconsistente onestà intellettuale che, però, seminano discordia e odio. Ma ciò che stupisce riguarda anche alcuni teologi, storici del cristianesimo, giornalisti, che apparivano equilibrati nella critica o nell’apprezzamento, e che ora non perdono un istante nel sottolineare le mancanze di quegli istituti religiosi che si rifiutano ad aggiornarsi alle nuove dottrine, sto parlando dei "tradizionalisti" non dei "conservatoristi" che sono altra cosa, facendo passare sotto silenzio il bene che c’è e deformando la percezione della realtà. Oggi i conservatoristi lanciano accuse insieme ai progressisti contro i cattolici tradizionalisti,accusandoli di disobbedienza alle autorità romane.
Per noi cattolici l'obbedienza non è mai cieca ,significa obbedire a Dio prima che agli uomini anche se gli uomini siano presbiteri, vescovi o papi.“Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 5,29)
La questione dell’obbedienza e della disobbedienza non è da considerarsi in modo moralistico, né da riferirsi a situazioni contingenti, anche se di fatto in esse si concretizzano le opzioni e le scelte di fondo della vita. L’obbedienza può esprimere adesione motivata e convinta oppure adattamento, conformismo e passività e la disobbedienza può esprimere opposizione motivata e ferma, con conseguenze per la persona o la comunità in determinate situazioni, fino al pericolo della vita stessa, o può conformarsi anche come distacco, svuotata dal significato profondo della libertà, della resistenza, della responsabilità dell’opposizione.

Si deve obbedienza cieca solo alla Parola di Dio e alle sue leggi, correttamente intesa e interpretata: quante volte Gesù dice ai discepoli, un pò preoccupato: state attenti a come ascoltate! E, naturalmente, si deve obbedienza ai suoi ministri solo se o quando la loro parola sia un fedele riflesso della parola divina.
Certamente si deve, obbedienza all’autorità, sia a quella civile come a quella religiosa, nei limiti in cui, quanto quelle civili come in quelle religiose, non ci inducano di obbedire a leggi o provvedimenti manifestamente contrari alle leggi di Dio, per cui obbedienza e disciplina non possono mai essere intese evangelicamente in senso assoluto se non unicamente in relazione ai contenuti originari e costitutivi degli insegnamenti divini.

L’obbedienza non è solo il voto cui devono sottostare i religiosi ma è innanzitutto una virtù morale, nel senso che è una specie di "habitus mentale" e spirituale della persona ad eseguire prontamente le disposizioni o gli ordini dei propri superiori nei vari ambiti in cui essa si trovi ad operare.
Ma, come detto, il presupposto che la rende valida e vincolante è che essa sia esercitata correttamente in ossequio al suo fondamento e principio sovrannaturale.
Non è un caso che san Tommaso, ben consapevole di quanto il valore dell’obbedienza sia soggetto a possibili usi strumentali e deteriori, abbia saggiamente escluso che essa sia dovuta sempre e comunque, e quindi in modo indiscriminato, ai propri “superiori”. L’obbedienza ai superiori è dovuta solo in quanto attraverso la loro volontà possa venire manifestandosi la volontà stessa di Dio, e non a prescindere da quest’ultima. Tutto ciò che, di fatto, sia comandato a disonore della divina volontà e per il danno delle anime, non solo non merita alcuna obbedienza ma reclama l’umile e ferma anche se non violenta disobbedienza del vero credente.

"Si deve obbedienza su cose lecite e non illecite, su cose quanto meno non incontrovertibilmente inique e disumane, né si può sperare di essere a posto con la coscienza se o quando, cedendo ad ordini manifestamente ingiusti, si ritenga di poter addurre a propria difesa l’obbligo morale di aver dovuto eseguire l’ordine di un proprio superiore, perché per ordini immorali non si possono dare obblighi di coscienza o spirituali di nessun genere. Se si tratti di obbedire a qualcosa di peccaminoso o di nocivo alla vita spirituale di singoli o di un’intera comunità, non sussiste alcun dovere di obbedienza ma piuttosto il dovere di disobbedienza e di resistenza
".

Naturalmente, per disobbedire in senso evangelico, è necessario essere o sentirsi certi della veridicità, della fondatezza spirituale ed evangelica delle ragioni che inducano a disobbedire, per cui in molti casi è esclusivamente di fronte a Dio che bisogna assumersi la responsabilità dei propri atti di insubordinazione: ciò che, peraltro, non può essere evitato tutte le volte che invece si decide di obbedire passivamente, anche se sotto l’approvazione ecclesiastica o sociale, a superiori e autorità di varia entità e natura. E’ stato giustamente osservato che «i martiri non obbedivano alle autorità dello Stato che imponevano loro di incensare gli idoli. E neppure ai genitori, ai figli, ai mariti e alle mogli, che chiedevano loro di fuggire il martirio in nome del bene familiare». Dunque, è evangelicamente non solo lecito ma necessario disobbedire se, nel disobbedire a norme e a esortazioni manifestamente ingiuste, altro non si faccia che obbedire a Dio. Per obbedienza a Dio, purché si abbiano buoni motivi di ritenere che la volontà di obbedire a Dio non sia un semplice travestimento di una volontà soggettiva di obbedire solo a se stessi, si può e si deve disobbedire: costi quel che costi! Dove però l’apparente disobbedienza si configura, in tal caso, come forma ancora più perfetta di obbedienza.

La disobbedienza, tuttavia, deve essere sempre mossa da un sentimento di carità cristiana, deve essere mite e benevola anche quando debba essere espressa in modi alquanto energici tanto per il bene di colui, si tratti pure di un vescovo o del papa stesso, che emana direttive dottrinarie o pastorali manifestamente difformi dalla retta fede evangelica, quanto per il bene dell’intera comunità cattolica. In altri termini, qui la disobbedienza prende la forma di quella correzione fraterna che, per il cristiano, non è una semplice opportunità di cooperare al bene della Chiesa ma un vero e proprio dovere che ogni battezzato ha il dovere di esercitare, se ne abbia la necessaria competenza, persino nei confronti dei suoi superiori gerarchici: al punto che i suoi eventuali rilievi, le sue critiche possano essere dirette alla stessa persona del pontefice in carica nel caso in cui questi incorra, in buona o cattiva fede, nel peccato di eresia. Come infatti prescrive anche sul piano giuridico il primo grande canonista cattolico, Graziano, il papa non può essere giudicato da nessuno se non nel caso in cui sia possibile dimostrare che egli stia deviando dalla retta fede. Solo in una circostanza così rara e deprecabile il seguace di Gesù può sentirsi autorizzato, senza correre il rischio di uscire dalla Chiesa, a disobbedire e ad opporre la sua umile ma tenace resistenza ad atti e comportamenti palesemente lesivi dell’autorevolezza e della inviolabile dignità della Parola stessa di Dio. Disobbedire per obbedire ancor più fedelmente alla volontà del Signore è, talvolta, non solo possibile ma necessario. Anche la disobbedienza per amore ha un prezzo, ma il prezzo è quello che sarà fissato da Dio, non dagli uomini.

Maria santissima la Vergine amata la «piena di grazia» cui nome dopo il nome di Gesù non v'è nome più dolce


Carissimi amici e lettori,

oggi festeggiamo con gioia il santissimo nome di Maria, dopo il nome di Gesù non v'è nome più dolce, più potente, più consolante che quello di Maria santissima; nome dinanzi a cui s'inchinano riverenti gli Angeli, la terra si allieta, l'inferno trema.La festa liturgica fu introdotta in tutta la Chiesa occidentale dal Beato Innocenzo XI dopo la vittoria sui Turchi a Vienna, avvenuta il 12 settembre 1683.

Già frequente nel mondo ebraico ii nome (Myriam), è senza dubbio il più diffuso tra i popoli cristiani: esso è attribuito anche a uomini come aggiuntivo: Carlo Maria, Alberto Maria, Giovanni Maria, ecc. Ad esso si intitolano molte chiese, associazioni e luoghi. Con lo tsunami della riforma liturgica postconciliare, questa festa tanto cara al popolo cristiano viene ha essere declassata a “memoria facoltativa”, in pratica depennandola dal calendario, ma nonostante gli sforzi dei detrattori del culto mariano, il nome di Maria viene ugualmente onorato quanto dai fedeli tanto da santi buoni sacerdoti, che continuano a celebrare nel maestoso "Rito Tridentino". La festa del Santissimo Nome di Maria,deve essere per ognuno di noi, un'occasione di devozione e riflessione che onora la madre di nostro Signore Gesù Cristo, celebra il suo ruolo di intermediaria di corredentrice e mediatrice misericordiosa di ogni uomo presso Dio e invita i fedeli a meditare sul significato profondo del suo nome sacro.

Concludiamo con chi più di tutti fu definito l'innamorato di Maria, che venne anche chiamato il “cantore di Maria” San Bernardo

“Se insorgono i venti delle tentazioni,
se incappi negli scogli delle tribolazioni,
guarda la stella, invoca Maria.

Se sei sballottato dalle onde della superbia,
della detrazione, dell'invidia: guarda la stella, invoca Maria.

Se l'ira, o l'avarizia, o l'allettamento della carne
scuotono la navicella dell'anima: guarda a Maria.

Se tu, conturbato per l'enormità del peccato,
pieno di confusione per la laidezza della coscienza,
intimorito per il tenore del giudizio,
incominci ad essere inghiottito dall'abisso della tristezza,
dalla voragine della disperazione: pensa a Maria.

Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze,
pensa a Maria, invoca Maria.

Ella non si parta mai dal tuo labbro,
non si parta mai dal tuo cuore;
e perché tu abbia ad ottenere l'aiuto della sua preghiera,
non dimenticare mai l'esempio della sua vita.

Se tu la segui, non puoi deviare;
se tu la preghi, non puoi disperare;
se tu pensi a lei, non puoi sbagliare.

Se ella ti sorregge, non cadi;
se ella ti protegge, non hai da temere;
se ella ti guida, non ti stanchi;
se ella ti è propizia, giungerai alla meta”.

mercoledì 11 settembre 2024

No al trattato ONU sul cybercrime che apre alla depenalizzazione della pedopornografia



Carissimi amici e lettori,

l'ONU sta promuovendo un trattato che potrebbe depenalizzare la pornografia minorile.Nella loro malsana idea sostengono che i bambini che condividono immagini esplicite di se stessi, anche con gli adulti, hanno il “diritto” di farlo e che ciò fa parte della loro “libertà sessuale”.

È una vera e propria follia, che mette i nostri figli direttamente in pericolo.

Questo trattato legalizzerebbe materiale esplicito che coinvolge i bambini purché considerato “privato” o “consensuale”.
Come educatori, genitori,dovremmo agire subito, perché questo pericoloso precedente eliminerà le protezioni che tengono al sicuro i nostri bambini. Non possiamo restare a guardare mentre questo incubo si avvera.

Ogni genitore dovrebbe urgentemente scrivere al presidente del consiglio Signora Giorgia Meloni e chiedergli che il Rappresentante Permanente presso l’ONU, Maurizio Massari, respinga questo trattato prima che sia troppo tardi.

Carissimi amici non siamo solo preoccupati, siamo terrorizzati. Le Nazioni Unite che dovrebbero lavorare per il benessere e la pace tra gli stati ,stanno per colpire i bambini.

Alle Nazioni Unite stanno avanzando questa odiosa proposta che potrebbe depenalizzare la pedopornografia.

Stanno spingendo per rendere legale la creazione e il possesso di materiale esplicito che coinvolga i bambini, purché sia mantenuto “privato”.

Sì, avete letto bene. Non potevamo crederci nemmeno noi, ma è così reale che abbiamo rapidamente voluto scrivervi per aggiornarvi e chiedervi il vostro aiuto per fermare questa follia, innanzitutto con la preghiera e la recita del santo rosario quotidiano.

Quando abbiamo  letto l'ultimo trattato delle Nazioni Unite sulla criminalità informatica, che potrebbe consentire ai predatori di sfruttare i bambini con la scusa dell'uso “consensuale” o “privato” di contenuti sessuali.

Immaginatevi questa: rappresentazioni generate dall'intelligenza artificiale di bambini in scenari inappropriati o minori che vengono manipolati per creare foto e video espliciti di se stessi e auto-gettarsi così nella trappola dello sfruttamento, il tutto potenzialmente depenalizzato.

L'idea stessa che le Nazioni Unite possano giustificare la protezione di coloro che consumano queste porcherie va oltre ogni comprensione. È una minaccia diretta alla sicurezza di ogni bambino, compresi i vostri e i nostri figli e nipoti... 

Si tratta del mondo in cui questi bambini stanno crescendo e della loro sicurezza, che dovrebbe essere sacra.

Se questo trattato verrà firmato, potrebbe aprire la strada alla normalizzazione delle forme più orribili di sfruttamento minorile.

Noi e voi non possiamo permettere che la sicurezza dei bambini sia compromessa da chi li vede come oggetti per i propri desideri perversi.

Ma c'è di più. Non si tratta solo di un astratto trattato ONU, ma di uno tsunami ideologico.

Ovunque guardiamo, c'è una sottile spinta a sessualizzare i bambini, a confondere i confini della pedofilia.

Workshop che insegnano agli adolescenti come fare "sexting" (ovvero mandare messaggi, foto o video a sfondo sessuale) "in sicurezza”, eventi pubblici in cui i bambini vengono fatti sfilare in costumi sessualizzati: non si tratta solo di incidenti isolati.

Fanno parte di un programma più ampio a cui questo trattato ONU darebbe legittimità globale.

Vuoi che tuo figlio cresca in un mondo in cui questa è la norma?

L'ONU non sta solo pensando di permetterlo, ma anche di avallarlo. Depenalizzando la pedopornografia “consensuale”, anche se generata dall'IA o autoprodotta dai minori stessi, si aprono le porte ai predatori.

Quale tipo di perversione si sta impossessando di questi burocrati delle Nazioni Unite? Che tipo di lobby depravate stanno servendo?

Non fraintendermi! Se permettiamo che questo accada, è solo questione di tempo prima che spingano per ottenere ancora di più: abbassare l'età del consenso, per difendere i “diritti” di coloro che predano i nostri bambini.

Mentre parliamo ci sono già organizzazioni che stanno lavorando proprio su questo.

È l'inizio di un incubo e non possiamo permetterci di svegliarci troppo tardi.

Ecco perché abbiamo bisogno di te per chiedere a Giorgia Meloni e a Maurizio Massari (Rappresentante Permanente presso l’ONU) di agire immediatamente per fermare questo trattato prima che distrugga il tessuto stesso della nostra società. Il futuro di tuo figlio è in gioco!

Non lo stanno nascondendo. La loro proposta è chiara:

Secondo l'articolo 14 di questa convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica, “i Paesi possono scegliere di depenalizzare la produzione, la distribuzione e il possesso di contenuti che ritraggono bambini che vengono abusati sessualmente, purché questi non coinvolgano una persona ‘reale’ o mostrino esplicitamente un effettivo ‘abuso o sfruttamento sessuale di minori’”.

Verrebbe reso legale anche il materiale conservato per quello che viene definito “uso privato e consensuale delle persone coinvolte”.

Come si può prendere in considerazione una cosa del genere? È più che spaventoso: è un attacco diretto al concetto stesso di protezione dei minori.

Siamo sull'orlo di un precipizio. Se questo trattato verrà adottato, quelle protezioni che tengono al sicuro i nostri bambini verranno erose.

Cosa rimarrà?

Un mondo in cui i predatori sono protetti dalla legge, in cui il tuo diritto di salvaguardare il tuo bambino viene eliminato.

Questa non è solo una possibilità: è il futuro che i nostri figli erediteranno se non facciamo nulla. Siamo all'inizio di un terrificante pendio scivoloso, che potrebbe portare a conseguenze inimmaginabili.

I tuoi figli meritano un futuro in cui possano crescere sicuri, amati e liberi dagli orrori di qualsiasi tipo di sfruttamento.

Questa è la nostra battaglia, la nostra responsabilità nei confronti dei nostri preziosi bambini!

Dobbiamo sollevarci e fare in modo che le Nazioni Unite ci sentano forte, chiaro - deve essere per loro impossibili ignorarci.

Il trattato dovrebbe essere adottato formalmente dall'Assemblea Generale il in questo mese di settembre e sarà aperto alle firme dei vari Paesi.

lunedì 9 settembre 2024

GENUISTI QUI TE FECIT Vestizione e Sacra Tonsura nella festa della natività della B.V.Maria


Per noi, è nato questo fiore straordinario…
che non appassisce e profuma sempre.



Mons. Carlo Maria Viganò
GENUISTI QUI TE FECIT


Omelia nella Natività di Maria Santissima

Permettetemi di formulare il mio saluto ai cari genitori, ai parenti e agli amici di Claudio e Fabrizio, che oggi si consacrano al servizio dell’Altissimo: non nel giorno della Presentazione al Tempio, come usualmente avviene, ma in un’altra ricorrenza mariana non meno importante. Tu es qui restitues hereditatem meam mihi. Tu sei Colui che mi rende l’eredità che mi spetta (Sal 15, 5). Sono le parole che accompagnano il rito della Sacra Tonsura, a significare che l’abbandono del mondo rappresentato dal taglio dei capelli comporta una perdita di cose transeunti e mutevoli, per appropriarsi di quelle eterne e immutabili.

Come nella festa dell’Assunzione, così anche nella Natività di Maria Santissima troviamo confermato il parallelo tra la Vergine Madre e la Santa Chiesa: Ella ne è Regina e Signora come il Suo divin Figlio ne è Re e Pontefice. La Liturgia di questo giorno benedetto è incentrata sul Mistero dell’Incarnazione, in vista del quale la Santissima Trinità ha creato ab æterno (Prov 8, 23) Colei che – assimilata alla divina Sapienza – sarebbe stata l’Arca dell’Alleanza, la Torre di Davide, il Tabernacolo vivente dell’Altissimo. Sin dal primo istante della Sua Concezione, Nostro Signore ha consacrato l’integrità della Madre di Dio preservandoLa dal peccato originale e conservandoLa sempre Vergine: quæ et Unigenitum tuum Sancti Spiritus obumbratione concepit; et Virginitatis gloria permanente, lumen æternum mundo effudit, Jesum Christum Dominum nostrum. Ella concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore (Prefazio della B.V.M.).

San Bernardo chiama Maria Santissima acquedotto della Grazia, perché per mezzo di Lei tutte le grazie e le benedizioni di Cristo, divina Sorgente, giungono a noi. Anche la Santa Chiesa è canale della Grazia mediante i Sacramenti. Nel suo seno è formato misticamente il Corpo del Signore nel Santissimo Sacramento dell’Altare; grazie al Sacerdozio, il Sacrificio della Messa perpetua la presenza dell’Emmanuele, il Dio con noi.

La Vestizione clericale e la Sacra Tonsura che mi appresto a conferire in questa solenne celebrazione a Claudio e Fabrizio segnano il momento in cui essi liberamente scelgono di dedicarsi al Signore e di rinunciare al mondo. Il rito del Pontificale mostra questa separazione con i segni esteriori: la veste talare nera, il taglio dei capelli, la cotta che simboleggia l’uomo nuovo di cui rivestirsi in justitia, et sanctitate veritatis. Il chierico smette di vivere secondo le usanze mondane, pur lecite, per seguire l’esempio del divin Maestro: nel mondo, ma non del mondo. Infatti, ciò che è del mondo è profano, e come tale deve rimanere fuori dal tempio, che è appunto sacro e santo, ossia separato e inviolabile perché riservato al culto di Dio (sacer) e da Dio ratificato come Suo (sanctus).

Il chierico, con la sua veste austera che richiama silenziosamente ma eloquentemente la Croce di Cristo, la penitenza, la rinuncia, la mortificazione, è e deve essere “fuori dal mondo”. Per questo il mondo odia tutto ciò che richiama le realtà celesti, i segni esteriori della Religione, la Croce, le reliquie dei Santi, le immagini sacre e anche la talare che oggi voi indosserete per sempre, e di cui significativamente si spogliano proprio coloro che, pur essendo insigniti dell’Ordine Sacro, continuano ad appartenere al mondo.

Questa cerimonia costituisce il primo passo dell’itinerarium verso il Sacerdozio. Nella Liturgia della Natività di Maria Santissima, e in particolare nell’Epistola tratta dal Libro della Sapienza, troviamo uno spunto di meditazione spirituale: Dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che camminano nelle mie vie. Udite l’insegnamento, siate saggi e non rigettatelo: Beato l’uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno all’ingresso della mia casa, e sta attento sul limitare della mia porta. Chi troverà me, troverà la vita e riceverà la salvezza dal Signore (Prov 8, 32-35).

Cari Claudio e Fabrizio, voi vi apprestate a camminare verso una meta, seguendo un ben preciso percorso. Siete chiamati a vegliare ogni giorno nella dimora del Signore, sul limitare del Santo dei Santi, per essere un giorno degni di offrire alla divina Maestà la Vittima pura, santa e immacolata, nata da Vergine pura, santa e immacolata. E per questo la vostra vita e tutto il vostro essere devono avere come modello Cristo, Vittima e Sacerdote, e la Sua Santissima Madre, che è Madre nostra e che nella Corredenzione si è unita alla Passione del Signore. Entrambi – la divina Sapienza e la Vergine Maria – parlano al cuore di ciascuno di voi: le mie delizie sono lo stare con i figli dell’uomo (Prov 8, 31). Anche la Chiesa ripete a voi queste parole, e voi stessi dovrete coniugare i vostri doveri verso Dio con la carità verso il prossimo, perché chi da oggi vi vedrà, vi ascolterà, si rivolgerà a voi, possa vedere in voi un Ministro di Cristo e ascoltare la Sua voce, la voce della Chiesa, stabilita da Dio in initio viarum suarum.

Il mondo vi è ostile, come fu ostile a Nostro Signore e come è ostile a tutto ciò che viene da Dio: se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15, 20), ci ammonisce il divin Maestro. Se il mondo non vi deridesse, non vi emarginasse, non vi combattesse, vedrebbe in voi qualcosa di suo e saprebbe che non rappresentate minaccia. Voi siete invece come quei medici coscienziosi radiati durante la farsa pandemica perché curavano i pazienti anziché ucciderli con protocolli sciagurati; siete come quegli insegnanti sospesi perché non disposti a corrompere i bambini e i giovani con le perversioni del gender e dell’ideologia woke; siete come quei i magistrati allontanati perché amministrano la Giustizia invece di lasciar liberi i delinquenti. Siete estranei al mondo, e il mondo lo sa e vi teme per la forza del Vangelo di Cristo che predicate.

Oggi la Chiesa di Cristo è oscurata ed eclissata da eretici e corrotti che l’hanno occupata: la Gerarchia si è prostituita al mondo e ha fatto proprie le sue massime. Essa non riconosce più la Signoria di Nostro Signore, e proclama con il Sinedrio: Non abbiamo altro re che Cesare (Gv 19, 15). Sul Soglio di Pietro non siede il Vicario di Cristo, ma un usurpatore votato alla demolizione della Chiesa. L’ostracismo che subiscono i fedeli e i chierici per la loro fedeltà al Signore non è dunque voce della Chiesa, ma della sua contraffazione: ecco perché i falsi pastori temono e combattono chi denuncia il loro tradimento.

Vi diranno che siete una minoranza in via di estinzione; che volete distinguervi dagli altri per orgoglio; che la vostra rigidità e il vostro indietrismo sono contro il Vangelo; che la Fede che proclamate è obsoleta e intollerante; che la Liturgia che celebrate è incomprensibile e lontana. Vi diranno che siete pochi e soli, come sono pochi i buoni medici, i buoni maestri, i buoni giudici: pusillus grex. E mentre costoro si riempiono la bocca di inclusività e accoglienza, di tolleranza e di dialogo, sarà solo nei vostri confronti che si scatenerà la loro furia, solo contro di voi che si apriranno le loro prigioni. Le scomuniche per gli eretici e gli scismatici sono scagliate contro chi combatte l’errore e lo scisma, nel rovesciamento di ogni principio e nell’abuso dell’autorità civile e religiosa. Esattamente come le porte delle carceri si aprono per i criminali, in modo da rinchiudervi le persone oneste. Satana non è bipolare: la sua azione corruttrice – mentitore e omicida sin dal principio (Gv 8, 44) – rivela la lucidità nell’inganno e la coerenza perversa, proprie di una mente angelica ancorché decaduta, cioè diabolica. Ed è per questo che oggi la Chiesa attraversa la propria passio per mano dei suoi stessi vertici, come un tempo fu il Sinedrio a sobillare il popolo e a ricattare Pilato per mandare a morte Nostro Signore.

Eppure, nonostante l’efficienza dell’organizzazione delle forze del male e la disorganizzazione dei buoni, Satana sa di aver già perso, per questo fa di tutto per trascinare con sé nella dannazione quante più anime possibile, così da vanificare la Redenzione. Per questo vuole un mondo senza fede, senza speranza, senza amore. Per questo vuole un mondo senza sacerdoti, senza frati e monache, senza anime espiatrici. E per questo – come vediamo accadere – vuole che ogni Vocazione sia corrotta, pervertita o resa inutile. Per questo Satana pretende che la sua menzogna arrogante non sia solo tollerata, ma che venga accettata in quanto tale e che sia la Verità ad essere condannata. La sua impostura esige l’adesione consapevole e ostentata all’errore, assieme al rifiuto ostinato del Bene. Solo così si spiega l’abominazione della desolazione nel luogo santo: un uomo che usurpa il Soglio di Pietro e l’autorità sacra di Nostro Signore per imporre l’apostasia e distruggere la Chiesa.

Cari Claudio e Fabrizio, non lasciatevi scoraggiare! La Chiesa è da sempre considerata estranea dal mondo, come lo è Nostra Signora, Maria Santissima. Siamo exsules filii Hevæ, figli della vecchia Eva nel peccato, figli della nuova Eva nella Grazia. Il nostro esilio costituisce il tempo della prova e del combattimento per meritare la cittadinanza della Gerusalemme celeste. La Sua Natività fa di Lei la più pura e santa di tutte le creature, associando la nostra povera umanità alle Sue perfezioni. E con l’Assunzione al Cielo in anima e corpo, Ella ci mostra la nostra patria celeste. Le Sue virtù – prime fra tutte l’umiltà e la purezza – siano il cardine della vostra vita spirituale, perché tutti i mali che oggi affliggono il corpo ecclesiale derivano dall’orgoglio e dalla fornicazione: ne abbiamo un desolante esempio negli scandali della setta bergogliana. Siate umili nell’accogliere il tesoro che la Santa Chiesa custodisce, consegnandolo ai posteri senza aggiungervi né togliergli alcunché. Siate puri nell’immolazione quotidiana del vostro corpo e della vostra anima, sapendo di trovarvi sempre alla presenza di Dio e della Vergine Maria.

Rendiamoci dunque degni, con la Grazia di Dio e con il patrocino di Maria Santissima, di raggiungere la meta additata dalla Stella matutina che annuncia il Sole della Giustizia, ripetendo con filiale fiducia l’antifona mariana: Et Jesum, benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exilium, ostende. E così sia.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

8 Settembre MMXXIV a. D.ñi
In Nativitate B.M.V.

sabato 31 agosto 2024

Camerun:L'Arcivescovo metropolita di Bamenda e Presidente della Conferenza episcopale nazionale del Camerun interviene su temi legati al Sinodo

 

Mons.Andrea Fuanya Nkea

Mons. Andrew Nkea Fuyana,Arcivescovo metropolita di Bamenda (dal 2019)e Presidente della Conferenza episcopale nazionale del Camerun (dal 2022)ha approfittato di una sessione di lavori preparatori al Sinodo sulla sinodalità, svoltosi il 23 agosto 2024, per fare il punto sulla posizione dell'Africa e della teologia dell'Unione Africana su una serie di questioni controverse temi sollevati dal Sinodo.

L’Africa parla con una sola voce…

Uno degli elementi centrali dell'intervento dell'arcivescovo di Bamenda, che è anche presidente della Conferenza episcopale del Camerun, è stato quello di sottolineare che i delegati africani si erano già espressi con una sola voce, durante la prima sessione del Sinodo, e che dovrebbero continuare a farlo per il secondo.

Secondo l'intervento, riportato da ACI Africa, il vescovo ha affermato che “quando siamo andati al Sinodo, era chiaro che l'Africa deve farsi carico del proprio destino. Sapevamo che dovevamo far sentire la nostra voce nella prima fase del Sinodo”, ha detto mons. Nkea.
Ha poi sottolineato che la posizione dell'Africa sulle questioni controverse del Sinodo in corso non ha nulla a che fare con la politica. “I membri che hanno partecipato al Sinodo non prevedono nulla nel contesto della creazione di una Chiesa africana: La Chiesa è la Chiesa di Cristo. E dobbiamo opporci ai politici che ci dicono che è tempo di creare una Chiesa africana. »

…secondo la Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa

Il secondo elemento su cui ha insistito, e che integra il primo, è che "nel far sentire la voce dell'Africa, i delegati hanno chiarito che il continente 'non parla solo da un punto di vista culturale'" .

L'arcivescovo camerunese ha chiarito: “Nel presentare le nostre posizioni al Sinodo, non abbiamo quindi voluto essere percepiti come presentanti posizioni dell'Africa, a causa della cultura da cui proveniamo. La nostra posizione non ha nulla a che fare con la cultura; si tratta di fedeltà alla verità, fedeltà a ciò che Cristo ha insegnato e a ciò che gli apostoli hanno trasmesso alle generazioni successive. »
Ha difeso la posizione dei delegati africani al Sinodo sulla questione del “matrimonio gay”, che secondo lui è stata sollevata nelle conversazioni sinodali a Roma, aggiungendo: “L’Africa non difende un’idea culturale. L'Africa ha difeso l'insegnamento della Chiesa per 2000 anni. »

Un rifiuto delle novità basate sulla Tradizione

Mons. Nkea Fuanya ha insistito, spiegando che il “veemente no” dell'Africa su temi scottanti come la benedizione delle coppie irregolari e omosessuali, così come l'ordinazione delle donne diacono, è stato guidato dalla Scrittura e dagli insegnamenti della Chiesa cattolica, e “non puramente " dalla cultura del continente, che, secondo lui, è stata definita "inferiore".

Per quanto riguarda i matrimoni tra persone dello stesso sesso, ha affermato che l'Africa ha “respinto con veemenza” Fiducia supplicans , il documento pubblicato pochi mesi dopo la prima sessione dell'incontro sinodale di Roma. "Torniamo alla seconda sessione con lo stesso veemente rifiuto di questo documento", ha detto.

Sulla questione dell'ordinazione delle donne, altro tema caldo del Sinodo, l'arcivescovo ha dichiarato: “La nostra Chiesa ha una tradizione. » Ha concluso che queste ragioni spiegano perché l'Africa dovrebbe parlare con una voce chiara su temi scottanti e questioni controverse, non solo al Sinodo sulla sinodalità in corso, ma anche oltre.

(Fonti: InfoCatolica/ACI Africa – FSSPX.News)

venerdì 30 agosto 2024

Mentre la Cei e Bergoglio promuovono l'accoglienza, "i vescovi Africani non lasciate il vostro Paese"



Carissimi amici e lettori,
ha fatto un gran rumore l'udienza generale sul dramma dei migranti, tenutasi in Vaticano mercoledì scorso.Il gesuita, che risiede in Santa Marta, che si avvalla dell'aiuto della Comunità di Sant’Egidio, favorisce grazie a un giro mostruoso di denaro, l'invasione islamica della nostra nazione, che purtroppo noi italiani, stiamo subendo passivamente. Questo non è altro che una "Islamizzazione forzata", una "sostituzione etnica" senza precedenti.

Questi immigrati di religione islamica, rifiutano a prescindere i nostri usi, le nostre tradizioni,la nostra cultura,pertanto fanno fatica a integrarsi con noi ,ma pretendono di imporre a noi il loro modus vivendi. Tra non molto i musulmani, potrebbero costituire la metà della popolazione italiana e a sua volta imporre a noi le loro "barbare leggi,” come già avviene in altri paesi come in Gran Bretagna, in Francia e in Belgio, ecc...
Negli anni, grazie l'impegno della comunità di Sant'Egidio e a fondi elargiti dai governi di sinistra per l'accoglienza e l'integrazione il numero degli immigrati di religione islamica è cresciuto in Italia e nel mondo vertiginosamente, costoro vogliono che cresca ancora di più. Per bloccare queste traversate bisognerebbe bloccare le donazioni che vengono fatte con il 5x1000 alla Sant'Egidio e 8x1000 alla chiesa cattolica che sono conniventi, invece di aiutare gli italiani e il clero bisognoso, sovvenzionano sbarchi e traversate,c
on l'avallo benedicente di Bergoglio, ancora una volta ideologicamente schierato. Mentre la Cei a Guida Zuppi promuove l'accoglienza, monsignor Nicolas Djomo (Congo) chiede ai migranti che sognano "impieghi inesistenti in Europa" di non lasciare il continente africano la Chiesa si divide. Chi sponzorizza l'accoglienza dei profughi che lasciano i loro paesi in "fuga da guerre e violenze" e chi invece quell'emigrazione di massa dall'Africa vuole bloccarla.
Il fondatore della comunità di S.Egidio Riccardi  con il card. Zuppi fanno pressione su Antonio Tajani segretario di Forza Italia, forza politica di governo affinché venga concesso lo Ius Scholae, questa continua ingerenza e intromissione della Chiesa, suggerita dalla sinistra essa è pilotata dal gran burattinaio solo per mettere a rischio la tenuta del governo a guida Giorgia Meloni. 
Riconoscere la cittadinanza italiana ai minori che nascono e crescono nel nostro Paese rappresenterebbe un problema reale in caso che i genitori volessero rientrare nel loro paese di origine. 
I minorenni di origine straniera nati in Italia, secondo le norme vigenti, coloro che hanno risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese fino al raggiungimento della maggiore età possono divenire cittadini italiani se lo richiedessero.
Al di là della valutazione spirituale (siamo di fronte ad una vera e propria invasione di musulmani), le operazioni di recupero di migranti irregolari nel Mediterraneo con una nave finanziata dalla Fondazione Migrantes e inaccettabile, la Chiesa sta facendo dell' ideologia sgangherata. Questo continuo accogliere che sembra un mantra da parte dei vescovi e del gesuita vestito di bianco, sta risultando al quanto invadente, se Bergoglio ci tiene così tanto allo Ius Scholae e a dare la cittadinanza agli immigrati lo facesse lui stesso, visto che ne ha tutti i mezzi per farlo in quanto è un monarca assoluto e possiede uno stato con degli edifici vuoti che può tranquillamente utilizzare. La Chiesa possiede molti conventi e grandi seminari non utilizzati,ma non li mette a disposizione per nessuno tanto meno per i migranti. Preferisce trasformarli in hotel di lusso e le chiese in sale congressi visto anche che siamo alla vigilia del Giubileo 2025. L'anatema di Papa Francesco è fuori luogo visto che l'amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (A.P.S.A.) possiede un patrimonio immobiliare da far impallidire chiunque. Carissimo papa Bergoglio  l’accoglienza, la generosità è un dovere, ma va trovato un punto d’equilibrio per tutelare anche la popolazione che accoglie e soprattutto va rispettato il diritto dei Paesi a mantenere la propria identità l’accoglienza dei migranti dovrebbe essere limitata ai soli cristiani: Non è discriminazione è il tentativo di far valere il diritto alla propria identità pur ottemperando al dovere dell’accoglienza. Le conferenze episcopali africane invitano i giovani a non abbandonare la propria terra, in un messaggio dicono:
“Non lasciatevi ingannare dall’illusione ,di lasciare i vostri paesi alla ricerca di impieghi inesistenti, in Europa e in America, guardatevi dagli inganni delle nuove forme di distruzione della cultura di vita, dei valori morali e spirituali. Utilizzate i vostri talenti e le altre risorse a vostra disposizione per rinnovare e trasformare il nostro continente e per la promozione di giustizia, pace e riconciliazione durature in Africa”."La Chiesa africana si sente in dovere di smascherare, e il rischio che l’unico risultato concreto a cui si arrivi sia il gettare in pasto intere generazioni alla cultura relativista dell’Occidente, cloaca di immoralità". I prelati del continente Africano, invitano i Governi occidentali L'Europa gli Usa a investire in Africa e a battersi per migliorare le condizioni di vita degli africani nei loro paesi no a incoraggiarli a lasciare il proprio paese per seguire una pura illusione di impieghi questa diventa una scelta puramente egoistica. “L'accogliamoli tutti” semplicisticamente presentata all’opinione pubblica dai mezzi di comunicazione, spesso con la compiacenza di qualche prete “mediatico” che gioca a fare il buon samaritano sulla pelle degli altri.














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