Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

sabato 30 giugno 2018

Noi siamo un fattore di disturbo nella Chiesa



Intervista del Tagespost a S.E. Mons. Bernard Fellay

Il 28 giugno 2018 mons. Bernard Fellay ha rilasciato un’intervista al settimanale tedesco Die Tagespost, in cui fa il punto sulla situazione attuale della Fraternità e della Chiesa. Proponiamo ai lettori la traduzione italiana dell’intervista.

Tagespost: Nel 1988 Bernard Fellay è stato consacrato Vescovo senza il permesso del Papa. Oggi spera in una riconciliazione. Lo abbiamo incontrato a Stuttgart. Eccellenza, come ha vissuto trent'anni fa la sua consacrazione episcopale? Per lei è stata una separazione definitiva dellla Fraternità da Roma oppure solo una tappa intermedia nel conflitto, nel contesto della quale aveva già in mente la riconciliazione?

Mons. Fellay: Se si fosse trattato di una separazione da Roma, oggi non sarei qui. Mons. Lefebvre non mi avrebbe mai consacrato a questo scopo, e io stesso non lo avrei accettato. Non si è trattato, dunque, di una separazione dalla Chiesa, ma di proteggersi dallo spirito moderno, dai frutti del Concilio. Nel frattempo anche altri hanno riconosciuto che qualcosa è andato storto. Molti pensieri ed aspetti che noi abbiamo combattuto e combattiamo, nel frattempo sono stati confermati anche da altri. Noi non abbiamo mai detto che il Concilio contenga dichiarazioni direttamente eretiche. Però si è indebolito il muro di protezione contro l'errore e in questo modo si è lasciato sorgere l’errore. I fedeli hanno bisogno di protezione. In questo consiste la continua battaglia della Chiesa militante: difendere la fede.

giovedì 21 giugno 2018

21 giugno San Luigi Gonzaga: Protettore dei:giovani,e ministranti

San Luigi Gonzaga

Luigi Gonzaga ( Mantova 1568 – Roma 1591) è riconosciuto in tutta la Chiesa come patrono dei giovani, perché fin da bambino si diede da fare per realizzare i suoi grandi desideri. Nella Compagnia di Gesù, egli è anche detto patrono dei “teologi”, cioè dei gesuiti che stanno affrontando gli studi di base di teologia, necessari per divenire sacerdoti. Luigi morì infatti all’età di 23 anni, quando era ancora studente al Collegio Romano. E’ perciò sepolto nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma, al tempo cappella dell’importante università pontificia.

Luigi era il primogenito del marchese di Castiglione, appartenente a un ramo cadetto dei Gonzaga di Mantova. Sperimentò così il meglio e il peggio della prassi della grande nobiltà italiana. Per esempio, aveva conosciuto il modo di fare violento della truppa dei soldati comandati da suo padre. Durante un anno, aveva vissuto alla corte dei Medici, sperimentando gli effetti dolorosi che provocava l’infedeltà coniugale in questa famiglia. Infine, fece parte del corteo di nobili che si recò in Spagna per l’incoronazione a imperatore di Federico II. In quell’occasione fu notata la finezza dei modi del giovane Gonzaga e gli venne perciò chiesto di tenere un discorso ufficiale.

A 17, impose a suo padre la sua scelta di diventare gesuita, benché per le sue doti fosse il successore ideale per il marchesato. Se scelse di entrare in Compagnia, fu per assicurarsi di non ricevere un trattamento privilegiato. Luigi morì a Roma, dopo aver servito i malati durante un’epidemia di peste.

domenica 17 giugno 2018

Cuore Trafitto Amore donato


La solennità del Sacro Cuore che la Chiesa ci propone, ogni anno, nel mese di giugno, ci offre l’opportunità di fermarci davanti all’icona del Cuore Trafitto e di tentare di penetrarla con lo sguardo della fede e della saggezza scaturita da un’abituale e costante contemplazione.
Nei misteri che riguardano Cristo “c’è il mistero più nascosto di tutti, quello del Cuore aperto e sanguinante del Signore, fonte da cui scaturiscono tutti gli altri misteri”. «Si può indicare ed esprimere alla meno peggio, balbettando, questo mistero ineffabile con una di quelle parole che fanno parte della struttura fondamentale del linguaggio umano. Solo chi ama può pronunciare la parola “cuore” sapendo quello che dice, e solo chi è unito con amore al Signore Crocifisso comprende che cosa significa parlare del “cuore di Gesù”» Tu, infatti, veramente sei l'arca dell'alleanza, nella quale è nascosto da secoli e sì è compiuto in quest'ultimo tempo tutto ciò che dall'inizio del mondo è stato testimoniato da tutti i santi e dai profeti per mezzo della legge, dei profeti, di segni e di prodigi. Tu sei l'arca rivestita da ogni parte di oro puro, poiché in te ha riposato e in te tutto ha avvolto, glorificandoti, la pienezza della Sapienza di Dio. In te è l'urna d'oro che contiene la manna, l'anima santa e immacolata che la pienezza della divinità corporalmente inabitò; e la verga di Aronne che era fiorita, dignità del sacerdozio eterno; e le tavole dell'alleanza, per mezzo delle quali il mondo è stato costituito erede della tua grazia e le genti sono state stabilite coeredi e partecipi del medesimo corpo e compartecipi della tua promessa. (…) Questi beni, nascosti dai secoli nel cielo del tuo segreto, alla fine dei secoli li hai mostrati al mondo, che li desiderava, quando hai aperto nel cielo te stesso, la porta. E hai aperto quando è apparsa a tutti gli uomini la tua grazia che ci istruisce; quando è apparsa la tua benevolenza e umanità, non in virtù di opere di giustizia che noi avessimo fatto, ma per salvarci secondo la tua misericordia. Allora, una volta aperto il cielo, ogni bene, ogni gloria, ogni soavità del cielo si riversò sulla terra. Allora divenne chiaro per tutti quanto grande fosse in te la tua bontà verso di noi, o Dio, che non hai risparmiato il tuo proprio Figlio, ma che per tutti noi lo hai consegnato quando hai reso nota al mondo la tua salvezza e al cospetto delle genti hai rivelato la tua giustizia - che hai operato per noi nel sangue del tuo Unico -; quando egli stesso, per la nostra salvezza, sacrificò a te la casta obbedienza della carità e a noi la carità di questa stessa obbedienza. Allora, infatti, hai benedetto la nostra terra e da allora essa ha cominciato a dare il suo frutto. Da allora una via pubblica è stata lastricata fino al tuo cielo, frequentata dalle orme degli apostoli e dei martiri e di tutti i santi che, per l'esempio e la grazia della carità da te ricevuta, ti hanno amato fino al disprezzo di sé e che per te non hanno temuto di deporre le loro vite. Queste investigabili ricchezze della tua gloria, Signore, erano nascoste presso di te nel cielo del tuo segreto, finché, apertosi per la lancia del soldato il costato di tuo Figlio, Signore e redentore nostro, sulla croce, sgorgarono i sacramenti della nostra redenzione; cosicché non solo mettiamo il dito o la mano nel suo costato, come Tommaso, ma tutti interi entriamo per la porta aperta, fino al tuo cuore, Gesù, sicura dimora di misericordia, fino all'anima tua santa, piena di ogni pienezza di Dio, piena di grazia e di verità, della nostra salvezza e consolazione.

sabato 16 giugno 2018

Papa Francesco: la famiglia è una, composta da un uomo e una donna


Il Papa ha ricevuto stamani in udienza, in Aula Clementina, i delegati del Forum delle Famiglie (Ansa)

«Fa dolore dirlo: oggi si parla di famiglie diversificate, di diversi tipi di famiglia. Sì è vero: famiglia è una parola analoga, si dice anche "la famiglia delle stelle", "la famiglia degli animali". Ma la famiglia immagine di Dio è una sola, quella tra uomo e donna. Può darsi che non siano credenti ma se si amano e uniscono in matrimonio sono a immagine e somiglianza di Dio. Per questo il matrimonio è un sacramento grande». Lo ha detto papa Francesco, parlando a braccio DISCORSO DEL SANTO PADRE, rivolgendosi alla delegazione del Forum delle Associazioni Familiari ricevuta stamani in udienza in occasione dei 25 anni dalla fondazione. Il “fattore famiglia” costituisce un “elemento di valutazione politica e operativa, moltiplicatore di ricchezza umana, economica e sociale”. Lo scrive Papa Francesco nel discorso previsto per l’udienza con una delegazione del Forum delle Famiglie, composto oggi da 47 associazioni e da 18 Forum regionali. Il testo è stato consegnato, avendo il Pontefice preferito parlare a braccio, toccando temi di varia natura. Anzitutto, ribadisce che la famiglia è una sola, a immagine di Dio, l’unione tra un uomo e una donna. E che per portare avanti questo legame nel tempo ci vuole pazienza, soprattutto davanti a un tradimento. Tra i temi toccati, anche quello dell’aborto e dell’apertura alla vita, che resta sempre preziosa e inviolabile. Con aneddoti e racconti personali, Papa Bergoglio non dimentica poi di analizzare il rapporto tra genitori e figli, non di rado penalizzato delle impellenze del lavoro o dalla mancanza dello stesso.

La Santa Messa : "Lo Stesso sacrificio della Croce"



La Messa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce. E’ diverso solo il modo dell’offerta (Denz. 940)
Essendo un vero sacrificio la Messa ne realizza in modo proprio le finalità: adorazione, ringraziamento, riparazione e petizione (Denz. 948 e 950).
Il valore della Messa è in se stesso rigorosamente infinito. Però i suoi effetti in quanto dipendono da noi non ci vengono applicati se non nella misura delle nostre interne disposizioni.La Messa ha gli stessi fini e produce gli stessi effetti del sacrificio della croce, che sono quelli del sacrificio in generale come atto supremo di religione, però di grado infinitamente superiore.Il sacrificio della Messa rende a Dio un’adorazione degna di Lui, rigorosamente infinita. Questo effetto è prodotto infallibilmente ex opere operato, anche se celebra un sacerdote in peccato mortale, perché questo valore latreutico o di adorazione dipende dalla dignità infinita del Sacerdote principale che lo offre e dal valore della Vittima offerta.Con la Messa possiamo dare a Dio tutto l’onore che Gli è dovuto in riconoscimento della Sua infinita maestà e del Suo supremo dominio, nella maniera più perfetta possibile e in grado rigorosamente infinito. Una sola Messa glorifica più Iddio di quanto lo glorificheranno in cielo, per tutta l’eternità, tutti gli angeli, i santi e i beati insieme, compresa Maria Santissima.
Dio risponde a questa incomparabile glorificazione curvandosi amorosamente verso le Sue creature. Di qui l’immenso valore di santificazione che racchiude per noi il santo sacrificio della Messa.Gli immensi benefici di ordine naturale e soprannaturale che abbiamo ricevuto da Dio ci hanno fatto contrarre verso di Lui un debito infinito di gratitudine che possiamo saldare soltanto con la Messa. Infatti per mezzo di essa offriamo al Padre un sacrificio eucaristico, cioè di ringraziamento, che supera infinitamente il nostro debito; perché è Cristo stesso che, immolandosi per noi, ringrazia Iddio per i benefici che ci concede. A sua volta il ringraziamento è fonte di nuove grazie perché al benefattore piace la gratitudine. Questo effetto eucaristico è sempre prodotto infallibilmente ex opere operato indipendentemente dalle nostre disposizioni.Dopo l’adorazione e il ringraziamento non c’è dovere più urgente verso il Creatore che la riparazione delle offese che da noi ha ricevuto. Anche sotto questo aspetto il valore della Messa è assolutamente incomparabile, giacché con essa offriamo al Padre l’infinita riparazione di Cristo con tutta la sua efficacia redentrice.

Questo effetto non ci viene applicato in tutta la sua pienezza – basterebbe infatti una sola Messa per riparare tutti i peccati del mondo e liberare dalle loro pene tutte le anime del Purgatorio – ma ci viene applicato in grado limitato secondo le nostre disposizioni. 


Tuttavia:
a. ci ottiene, per sé ex opere operato, se non incontra ostacoli, la grazia attuale necessaria per il pentimento dei nostri peccati. Lo insegna il Concilio di Trento: «Hujus quippe oblatione placatus Dominus, gratiam et donum paenitentiae concedens, crimina et peccata etiam ingentia dimittit» (Denz. 940).
b. rimette sempre, infallibilmente se non incontra ostacoli, almeno la parte della pena temporale che si deve pagare per i peccati in questo mondo o nell’altro. La Messa è quindi utile anche alle anime del Purgatorio (Denz. 940 e 950). Il grado e la misura di questa remissione dipende dalle nostre disposizioni.Gesù Cristo si offre al Padre nella Messa per ottenerci con il merito della Sua infinita oblazione tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. «Semper vivens ad interpelladum pro nobis» (Ebr. 7, 25), e valorizza le nostre suppliche con i Suoi meriti infiniti. La Messa di per sé, ex opere operato, muove infallibilmente Dio a concedere agli uomini tutte le grazie di cui hanno bisogno, ma il dono effettivo di queste grazie dipende dalle nostre disposizioni, la mancanza delle quali può impedire completamente che queste grazie giungano fino a noi.Le disposizioni principali per la Santa Messa sono di due specie: esterne ed interne.Il sacerdote che celebra dovrà osservare le rubriche e le cerimonie stabilite dalla Chiesa come se quella fosse la prima, l’ultima e l’unica Messa della sua vita.Il semplice fedele assisterà alla Messa in silenzio, con rispetto e attenzione.La migliore disposizione interna è quella di identificarsi con Gesù Cristo che si immola sull’altare, offrendoLo al Padre ed offrendosi con Lui, in Lui e per Lui. ChiediamoGli che converta anche noi in pane per essere così a completa disposizione dei nostri fratelli mediante la carità. Uniamoci intimamente con Maria ai piedi della croce, con San Giovanni il discepolo prediletto, col sacerdote celebrante, nuovo Cristo in terra.Uniamoci a tutte le Messe che si celebrano nel mondo intero. La santa Messa celebrata o ascoltata con queste disposizioni è indubbiamente tra i principali strumenti di santificazione.







venerdì 8 giugno 2018

Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam! Cuore di Gesù: Sole di giustizia nell’Europa cristiana


Questa solennità ha una data mobile e viene celebrata il venerdì dopo il Corpus Domini; il sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria. Fu la mistica francese santa Margherita Maria Alacoque la messaggera del culto che nel 1856 papa Pio IX estese a tutta la Chiesa cattolica
La devozione al Sacro Cuore di Gesù si ebbe nel XVII secolo, prima ad opera di Giovanni Eudes (1601-1680), poi, grazie alle rivelazioni private della visitandina Margherita Maria Alacoque, propagate da Claude La Colombière (1641-1682) e dai confratelli della Compagnia di Gesù.

Alla fine del secolo XVII, l’Europa era sotto il giogo del protestantesimo, che, anche se ostacolato dalla Contro-Riforma, diffondeva comunque le sue eresie e cominciava a corrompere gli spiriti, che si allontanavano dalla Chiesa. Per contrastare questi pericoli che incombevano, il Sacro Cuore apparve a Santa Margherita Maria Alacoque, facendole delle rivelazioni.

I messaggi del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria erano indirizzati al re Luigi XIV di Francia, detto il “Re Sole”, ma con una particolare richiesta: la consacrazione del Re e della Francia al suo Sacro Cuore, con i privilegi che questa devozione avrebbe ottenuto, irradiando di benedizioni la società monarchica.

mercoledì 6 giugno 2018

San Giuseppe Cafasso il Santo che capì Don Bosco "a centocinquantotto anni dalla morte 23 Giugno 1860 -2018"


Alla distanza di neppure un anno dai centocinquantotto anni  dalla morte del Santo Curato d'Ars, gloria insigne del sacerdozio cattolico, ecco la fausta ricorrenza "centocinquantotto anni" del pio transito di San Giuseppe Cafasso, che giustamente fu chiamato « la perla del Clero italiano ». Di questo esimio plasmatore di anime sacerdotali esaltò i meriti papa Pio XII, nel 1947, in occasione della sua canonizzazione . « Nessuno forse più di lui - disse il Papa - ha scolpito nel Clero piemontese dei secoli XIX e XX la sua impronta : egli lo ha sottratto al clima disseccante e sterilizzante del giansenismo e del rigorismo, lo ha preservato dal pericolo di profanarsi e di sommergersi nella secolarizzazione e nel laicismo . All'influsso del suo spirito illuminato dall'alto, alla guida della sua mano sicura, quanti ministri del Santuario debbono la loro fermezza nel sentire cum Ecclesia, la santità della loro vita sacerdotale, la indefettibile Santa che capì Don Bosco Nel centenario della morte di San Giuseppe Cafasso 1860 - 23 giugno - 1960  fedeltà ai molteplici obblighi della loro vocazione! » . Le parole del Papa mettono in rilievo con esattezza il bene incalcolabile che il Santo Cafasso fece al Clero del Piemonte e di riverbero a quello dell'Italia intera .  Ma non si fermò qui l'attività di quell'uomo dalle apparenze insignificanti, vissuto appena cinquant'anni . La mole immensa del suo lavoro apostolico la troviamo sintetizzata nell'epigrafe dettata da Don Bosco stesso, il giorno che in Valdocco fece celebrare un solenne ufficio funebre a suffragio del Cafasso defunto. In essa lo chiama modello di vita sacerdotale, maestro per eccellenza del Clero, padre dei poveri, consigliere dei dubbiosi, consolatore degli infermi, conforto degli agonizzanti, sollievo dei carcerati, salute dei condannati al patibolo, amico di tutti, grande benefattore dell'umanità . 
Sembrano le esagerazioni laudatorie, solite ad usarsi con i defunti, ed invece non rappresentano che gli scarni titoli di altrettanti capi della vita gloriosa di questo insigne Servo del Signore, poiché Don Bosco conosceva a fondo il Santo Cafasso, e quanto affermava di lui corrispondeva ad un'intima convinzione . Ora, le relazioni tra il Cafasso e il nostro Padre furono tanto intime e di tale importanza, che non tornerà discaro ai nostri Cooperatori che ci soffermiamo a sottolineare, sia pure con rapidi cenni, quale sentita comunanza e consonanza di pensieri, di affetti, di zelo apostolico e di aspirazioni celesti ci sia stata in ambedue, e quanto Don Bosco, della sua formazione sacerdotale e dello svolgimento della sua missione, sia debitore a San Giuseppe Cafasso . E sia questo il tenue ma affettuoso omaggio di riconoscenza che la triplice Famiglia Salesiana intesse a Colui, che del suo Fondatore fu per tanti anni maestro, guida e sostegno .

martedì 5 giugno 2018

L'Eucaristia è il Cuore di Dio

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Cara amica, caro amico, in questo mese la Chiesa, in occasione della Solennità del Sacro Cuore, ci invita ad intensificare il nostro amore verso Gesù, ricordandoci che i credenti hanno sempre riservato la più grande attenzione e l’amore più appassionato alla Passione di Cristo, al suo coraggio di affrontare la morte, per realizzare il grande progetto del Padre, che vuole dare un senso eterno alla vita dell’uomo. Gesù è apparso a Santa Margherita Maria Alacoque e “Allora scoprendo il suo divin Cuore mi disse: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato per testimoniare loro il suo Amore. In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudini ... » - e poiché a quel tempo la gente si comunicava molto raramente, aggiunge: - «Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del “Corpus Domini”, sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la santa comunione. Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore ...»”. Gesù stesso quindi ci fa capire che la vera devozione al Sacro Cuore consiste nella partecipazione assidua all’Eucaristia, nell’adorazione eucaristica che necessariamente deve poi tradursi in una vita Eucaristica, cioè in scelte concrete che trasformano il nostro modo di pensare e di agire. Pensare come Cristo che si riferiva costantemente alla volontà del Padre. Agire con Cristo che si è donato gratuitamente fino al cuore squarciato dalla lancia. Così la nostra vita diventa testimonianza: «In effetti, non possiamo tenere per noi l’amore che celebriamo nel Sacramento. Esso chiede per sua natura di essere comunicato a tutti. Ciò di cui il mondo ha bisogno è l’amore di Dio, è incontrare Cristo e credere in Lui». Se ci sforzeremo di vivere come vivrebbe Cristo nelle situazioni concrete della nostra vita, le persone attorno a noi ne riceveranno luce e coraggio. In un mondo spesso disorientato e alla ricerca di nuovi motivi per vivere, nella nostra semplicità, diventiamo la luce di Cristo. Ad una donna del secolo scorso, innamorata di Cristo al punto tale che Gesù le ha raccontato tutti i dettagli della Sua vita, Gesù ha detto: «L’Eucaristia è il Cuore di Dio, è il mio Cuore. Vi ho dato il mio Cuore nell’Ultima Cena; ve lo do, purché lo vogliate, sempre! Non trasmetterete il Cristo, se non formate in voi il suo Cuore amando l’Eucaristia che è Vita e Vita vera. Se realmente vi nutriste di Me col cuore, con l’anima, con la mente, con la volontà, con la forza, l’intelletto, con tutte le potenze vostre, cadrebbero gli odi e con gli odi le guerre, non vi sarebbero più le frodi, le calunnie, le passioni sregolate che creano gli adulteri e con questi gli omicidi, l’abbandono e la soppressione degli innocenti. Il perdono reciproco sarebbe non sulle labbra, ma nei cuori di tutti e sareste perdonati dal Padre mio». L’artefice della nostra trasformazione per diventare persone eucaristiche è lo Spirito Santo che già vive nei nostri cuori e che intensifica la sua efficacia ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia. Ad ogni Comunione eucaristica invochiamo l’infusione in noi dello Spirito, dal quale vengono sentimenti, luci, impulsi di opere buone e sentiremo entrare in noi la vita. Ma viene anche il coraggio delle scelte pratiche perchè oggi i due poli della Chiesa e della comunità sono: il corpo di Cristo presente nell’Eucaristia e il corpo del povero. Entrambi sono presenza di Gesù. Sono, per certi versi, la stessa realtà: l’una rischiara l’altra, l’una deriva dall’altra. Sono i due tesori della Chiesa. Così nell’Eucaristia e nel cuore del povero siamo in contatto diretto e personale con il Verbo incarnato; il nostro impegno di servizio è sostenuto dallo Spirito Santo; e la nostra vita diventa una lode al Padre. Ecco che nella visione eucaristica della devozione al Sacro Cuore tutta la Trinità è in azione per dare senso alla nostra vita.

lunedì 4 giugno 2018

Missione in India F.S.S.P.X

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Cari lettori,

Vi presentiamo il video della missione in India, per condividere con Voi il "lavoro apostolico" in quella regione.

L'apostolato delle scuole cattoliche nei paesi di missione era qualcosa di molto caro al nostro amato fondatore. Del resto, non è proprio questo l'ordine di Nostro Signore: "Andare a insegnare a tutte le nazioni"?

Per questo la nostra Fraternità ha sempre avuto un'attenzione speciale per l'educazione, specialmente nei paesi lontani. I nostri sacerdoti e le suore nella missione indiana stanno facendo un ottimo lavoro, educando e crescendo i bambini orfani. Lo posso testimoniare in prima persona, l'ho visto quando li ho visitati. Spero che i nostri missionari possano continuare il loro nobile lavoro.

Mi permetto quindi di chiederVi, cari fedeli, di sostenere la missione della Fraternità San Pio X in India.



Con la mia benedizione sacerdotale,

Padre Alain-Marc Nely.
(fonte F.S.S.P.X.)
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