Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

martedì 30 aprile 2019

30 Aprile "Santa Caterina da Siena patrona d’Italia e d’Europa"

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Santa Caterina da Siena emblema dell’unità della Chiesa, capace con la forza della preghiera di cambiare il corso degli eventi, luce ancora oggi a cui guardare per illuminare la Chiesa, l’Italia  l’Europa, il mondo intero percorsi da momenti difficili.
Oggi 30 Aprile è la festa di santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa. Lei ha lavorato tanto per l’unità della Chiesa, pregava tanto, lavorava tanto. Preghiamola per la Chiesa, che aiuti l’unità della Chiesa, che aiuti l’Italia in questo momento difficile, e che aiuti l’Europa, a ritrovare le sue radici cristiane e a restaurare il regno sociale di Cristo Re. Gesù Cristo, spiega Pio XI nella enciclica Quas primas, è Re per grazia e per conquista e se il suo Regno non è di questo mondo, perché non trae da esso la sua legittimità, anche a questo mondo, quello in cui viviamo, si estende. Egli non solo ha diritto a regnare sulle istituzioni, le leggi, i costumi della società umana, ma vuole esercitare di fatto questo diritto.
“Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi. Se sarete ciò che dovete essere metterete fuoco in tutta Italia!”. Con queste parole, nel consueto stile fermo e intransigente, ma sempre materno, Caterina Benincasa invitava alla radicalità della fede uno dei suoi interlocutori epistolari. È un’esortazione che rivela l’ardente desiderio della santa di irradiare il Vangelo nel mondo attraverso la testimonianza convinta e credibile di uomini e donne convertiti dall’annuncio del Risorto: “Munita di fede invitta, potrai affrontare vittoriosamente i tuoi avversari”, le dirà Cristo in una visione nell’ultimo giorno di carnevale del 1367, in un episodio che i biografi ricordano come lo sposalizio mistico di Caterina. Determinata fin da bambina a sposare Cristo, nata vent’anni prima, il 25 marzo, nel rione Fontebranda, ventiquattresima figlia dei venticinque messi al mondo dal tintore Jacopo Benincasa e da Lapa di Puccio de’ Piacenti in un’epoca caratterizzata da forti tensioni nel tessuto sociale; a soli sei anni, in un momento in cui il papato aveva sede ad Avignone e movimenti ereticali insidiavano la vita della Chiesa, la bambina ebbe l’apparizione di Gesù vestito da Pontefice. L’anno successivo fece voto di verginità, maturando poi il fermo proposito di perseguire la perfezione cristiana presso l’ordine domenicano. Di fronte all’opposizione dei genitori che la volevano sposa, Caterina reagì fermamente: a 12 anni si tagliò i capelli e si velò, chiudendosi in casa; la famiglia allora acconsentì nel 1363 al suo ingresso tra le Mantellate o terziarie domenicane.La santa imparò a leggere e scrivere, si diede ad un’intensa attività caritatevole verso gli ultimi e - in un’Europa dilaniata da pestilenze, guerre, carestie e sofferenze - divenne un punto di riferimento per uomini di cultura e religiosi che, assidui frequentatori della sua cella, saranno ricordati come caterinati. I più intimi fra loro la chiamavano “mamma e maestra” e si fecero trascrittori dei suoi tanti appelli ad autorità civili e religiose: esortazioni ad assunzioni di responsabilità, talvolta rimproveri o inviti all’azione, sempre espressi con amorevolezza e carità. Tra i temi affrontati nelle missive: la pacificazione dell’Italia, la necessità della crociata, la riforma della Chiesa e il ritorno del papato a Roma per il quale la santa fu determinante recandosi nel 1376 in Provenza da Papa Gregorio XI.Caterina non ebbe mai paura di richiamare il Successore di Pietro, da lei definito “dolce Cristo in terra”, alle sue responsabilità: ne riconobbe le manchevolezze umane, ma ebbe sempre grande riverenza del vicario di Gesù in terra, così come di tutti i sacerdoti. Dopo la ribellione di una parte di cardinali che diede inizio allo scisma di occidente, Urbano VI la chiamò a Roma. Qui la santa si ammalò e morì il 29 aprile 1380, come Gesù, a soli 33 anni. Le parole dell’apostolo Paolo “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, si incarnano nella vita di Caterina che nel 1375 ricevette le stimmate incruente rivivendo, raccontano testimoni, la Passione ogni settimana.’appartenenza al Figlio di Dio, il coraggio e la sapienza infusa sono tratti distintivi di una donna unica nella storia della Chiesa, autrice di testi come Il Dialogo della Divina Provvidenza, l’Epistolario e la raccolta di Preghiere. In ragione dell’alta statura spirituale e dottrinaria Paolo VI nel 1970 l’ha proclamata Dottore della Chiesa. Innamorata di Gesù Cristo, Caterina scriveva: “Niente attrae il cuore di un uomo quanto l’amore! Per amore Dio lo ha creato, per amore suo padre e sua madre gli hanno dato la propria sostanza, egli stesso è fatto per amare”.

La Fede vissuta con vero amore per la Chiesa

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“ Se noi crediamo che c’è una sola verità, una sola vera Fede, che è quella della Chiesa Cattolica, perché fondata da Gesù Cristo. Noi crediamo che Gesù Cristo è Dio e che ha fondato la Chiesa Cattolica. Credo in unum Deum – Credo in unum Dominum Jesum Christum – Credo in unum baptisma Allora abbiamo la fede”

Extra Ecclesiam nulla salus»: un principio ancora valido?

«Extra Ecclesiam nulla salus» per molto tempo è stato recepito senza suscitare particolari contestazioni, essenzialmente condiviso nella sua pura accezione teologica. Da qualche tempo, non si può negare, il medesimo assunto è stato oggetto di non poche riflessioni, al punto che sembra quasi essere accettato da pochi che per questa ragione, molte volte sono stati definiti perfino integralisti.Risulta dunque utile, se non necessaria, una breve introduzione storica riguardo tale affermazione, precisando anzitutto che la sua forma originale risalente a San Cipriano nell’Epistola 72 a papa Stefano è «Salus extra ecclesiam non est» ovvero «Salvezza al di fuori della Chiesa non è». Come vedremo, ad oggi, tale principio non è stato smentito in nessun documento ecclesiastico.Riassunta con il termine Indifferentismo, la dottrina che si contrappone a tale principio presenta varie asserzioni, la più rappresentativa delle quali appartiene a papa Gregorio XVI il quale dichiara: «opinione […] secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto».In questo articolo vogliamo riflettere sulla correttezza dell’espressione «fuori della Chiesa nulla si salva» quale autentica traduzione dell’affermazione del vescovo Cipriano e la sua interpretazione nella Chiesa fin dai primi secoli, avvalendoci dell’ausilio degli scritti del papa Pio IX e del teologo Pietro Rota suo commentatore, del Catechismo del Concilio di Trento, del Catechismo Maggiore di san Pio X e di altri documenti.
Prima di entrare nel vivo della trattazione risulta di fondamentale importanza chiarire la definizione di «Chiesa» che deve essere intesa come quell’insieme di persone che, tra loro in comunione, professano la stessa fede raccolta nel Simbolo Apostolico. Come afferma il Catechismo maggiore di san Pio X, «la Chiesa è la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la fede e la dottrina di Gesù Cristo».
Il fulcro della nostra riflessione è rappresentato dal significato che assume nella tradizione della Chiesa il concetto di “appartenenza”. Attraverso il binomio corpo e anima attribuito alla Chiesa dal teologo Pietro Rota e la distinzione tra dotta ignoranza e ignoranza invincibile esplicitata per primo dal papa Pio IX, approfondiremo il senso del termine “extra”.Esaminando l’evoluzione del pensiero della Chiesa riguardo la famosa frase «extra Ecclesiam nulla salus» partiamo dalla sua interpretazione prima del Concilio Vaticano II.
Partendo dal Catechismo del Concilio di Trento, vediamo che la condizione necessaria per la salvezza eterna è l’appartenenza alla Chiesa: «Quanti vogliono conseguire la salute eterna devono aderire alla Chiesa, non diversamente da coloro che, per non perire nel diluvio, entrarono nell'arca».
Ma dire che fuori dalla Chiesa (intesa implicitamente ma certamente quale Chiesa Cattolica Apostolica romana) non v’è salvezza, significa davvero dire che chiunque non si trovi a far parte di questo corpo in modo esplicito non possa trovare la vita eterna?
Il beato Pio IX, il quale nel Sillabo esclude categoricamente che «gli uomini nel culto di qualsiasi religione possono trovare la via dell’eterna salute, e l’eterna salute conseguire», nell’enciclica Quanto conficiamur afferma comunque che possono trovare la salvezza: 

lunedì 29 aprile 2019

I doveri dei cattolici dell’ora presente II Parte

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Il comunismo inganna i lavoratori ella sua dottrina, il comunismo ha dunque qualche principio di verità, qualche elemento di bontà? Sì; il comunismo avrebbe una grande principio di verità ed uno scopo disquisita bontà, qualora lo professasse e lo attuasse sinceramente. Una verità che il cristianesimo insegna, una bontà che la chiesa cattolica ha sempre praticata; soccorrere, migliorare le sorti delle classi umili, degli operai, dei poveri; instaurare una migliore giustizia sociale tra i padroni e gli operai, tra capitale e lavoro; ripartire i beni e le ricchezze con maggior equità. Il che non è certo una novità molto meno un ritrovato del comunismo. È no dei principi fondamentali del cristianesimo, uno dei principali insegnamenti di Cristo, che la chiesa insegna e pratica da ben venti secoli. Il Vangelo è tutto ispirato al senso di giustizia e di carità verso del prossimo. Gesù ha proclamato “Beati i poveri”. “Se il tuo fratello è nella indigenza soccorrilo”. “Quel che ti sopravanza dallo ai poveri”. 

I doveri dei cattolici dell’ora presente I Parte

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Al quesito “se un cattolico possa votare o appartenere al Partito Democratico?” la risposta è decisamente negativa. Perché sono comunisti e dell'ateismo e della laicità ne hanno fatto la loro religione.

Il Partito democratico (PD) appartenente all'area della sinistra democratica (1991-1998)e ideologicamente legato ai valori del socialismo . A conclusione del XX Congresso del Partito Comunista. La formazione politica italiana viene rifondata nel nome e si uniscono a essa l'altre forze politiche come la margherita nato nell'ottobre del 2007. 
Un vero cattolico non può appartenere ed essere iscritto al Partito Democratico erede legittimo del partito comunista. Lo ha detto ripetutamente la chiesa. Perché il comunismo è la negazione della fede, della morale, di tutta la dottrina cattolica.Quantunque il comunismo abbia milioni di seguaci e di simpatizzanti nel mondo, in realtà pochissimi sanno esattamente quale sia la dottrina del comunismo. Molti credono che esso sia unicamente una teoria ed un sistema economico. Il sistema che regola i problemi del lavoro, le relazioni fra padroni ed operai, le rivendicazioni delle classi umili contro il capitalismo e la borghesia. Altri ritengono che sia una forma di collettivismo in opposizione alla proprietà privata e individuale. Altri ancora credono che il comunismo sia il toccasana di tutti i mali che affliggono le classi povere, che risolva definitivamente la questione sociale, e crei il paradiso in terra. Mentre in realtà questi non sono che aspetti appariscenti e reclamistici del comunismo, che è una realtà ben diversa. Il comunismo è una filosofia, una sociologia, una morale ed una religione, che investe tutta la vita, tanto dell’individuo, che della famiglia e della società. Il comunismo ha una teoria ed una pratica di vita sua propria, che regola la vita della persona umana in se e nelle relazioni con la società in cui vive; non solo, ma esso penetra nell’intimo della coscienza e le detta quel che deve pensare, credere e fare. Il comunismo insomma è una dottrina che investe tutto l’uomo,. Nella sua integrità di anima e di corpo.Il comunismo ebbe la sua origine dal conflitto tra capitale e lavoro, fra padroni ed operai, fra borghesi e proletariato. Conflitto, che, da tempo esistente, si aggravò verso la metà del secolo scorso; quando per l’aumentato progresso della meccanica e della tecnica, crebbero a dismisura le fabbriche, le officine, le macchine e l’industria; reclutando tra il popolo masse ingenti di operai. Il che portò un subitaneo e rilevantissimo aumento della ricchezza; la quale però invece di distribuirsi in modo equo e proporzionale tra i due fattori che la producono, capitale e lavoro, padroni ed operai, andò in massima parte a vantaggio dei padroni e in minima parte a beneficio della classe lavoratrice. Viene così ad accrescersi da una parte il capitale, e dall’altra ad accumularsi l’indigenza e il proletariato. 

sabato 27 aprile 2019

Condanne della Chiesa all'eresia chiamata «ecumenismo»

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La prestigiosa Enciclopedia Cattolica (Vol. V, Vaticano, Imprimatur 8 ottobre 1950, Coll. 63-65) afferma: La teoria dell'ecumenismo - Parola derivata da «ecumenico», ossia universale, che viene adoperata nei tempi moderni per indicare ogni sorta di attività religiosa che non si limiti ai problemi interni di una Chiesa cristiana. Nel senso proprio ecumenismo è la teoria più recente escogitata dai movimenti interconfessionali, specialmente protestanti, per raggiungere l’unione delle Chiese cristiane. Qui si parla dell’ecumenismo in senso stretto. L'ecumenismo presuppone come sua base l’eguaglianza di tutte e Chiese dinanzi al problema dell’unione.

Ciò sotto il triplice aspetto psicologico, storico ed escatologico: a) Psicologicamente tutte le Chiese devono riconoscersi ugualmente colpevoli della separazione, cosicché, invece di incolparsi l’una l’altra, ognuna ha da chiedere perdono; b) Storicamente nessuna Chiesa, dopo la separazione, può credersi la Chiesa unica e totale di Cristo, ma soltanto parte di quest’unica Chiesa: conseguentemente, nessuna può arrogarsi il diritto di obbligare le altre a ritornare a lei, bensì tutte debbono sentire l’obbligo di riunirsi tra loro, (vaneggiando di) ricostituire la Chiesa Una e Santa fondata dal Salvatore; c) Escatologicamente la Chiesa futura, risultante dall’unione, non potrà essere identica a nessuna delle Chiese ora esistenti.

venerdì 26 aprile 2019

Mater Boni Consilii


Madre del Buon Consiglio è uno dei titoli con cui viene invocata Maria, madre di Gesù. Di origine antica, divenne particolarmente popolare dopo il ritrovamento dell'immagine di una Vergine con il bambino Gesù nel santuario di Genazzano e la devozione fu propagata dai frati agostiniani che officiavano la chiesa. Nel 1903 papa Leone XIII aggiunse alle litanie lauretane l'invocazione Mater Boni Consilii. Le ragioni per cui a Maria si addice il titolo di "Madre del Buon Consiglio" sono esposte nel decreto Ex quo Beatissima Vergine del 22 aprile 1903 a firma del cardinale Serafino Cretoni, prefetto della congregazione dei Riti, mediante il quale papa Leone XIII fece aggiungere l'invocazione "Mater Boni Consilii, ora pro nobis" alle litanie lauretane: "Dall'istante in cui la Beata Vergine Maria accettò l'eterno disegno di Dio, e il mistero del Verbo Incarnato meritò di essere chiamata anche Madre del Buon Consiglio. Inoltre, ammaestrata dalla viva voce della Sapienza divina, quelle parole di Vita ricevute dal Figlio e conservate nel cuore, le riversava generosamente sul prossimo." Maria è colei che mostra il cammino e illumina le menti di pie donne, discepoli e apostoli di Gesù. Nel decreto si fa pure riferimento all'episodio delle nozze di Cana, durante le quali Maria pronuncia le ultime parole attribuitele dai Vangeli: "Fate quello che vi dirà", il più eccellente e vantaggioso dei consigli. Dalla croce, infine, Gesù si rivolge al discepolo dicendo "Ecco, tua Madre",invitando tutti i cristiani a seguire come figli la strada indicata da Maria, egregia consigliera.

mercoledì 24 aprile 2019

XXV Aprile: Crimini dei partigiani comunisti occultati.


La Resistenza mirava alla dittatura comunista. Le atrocità in nome di Stalin non sono diverse dalle efferatezze fasciste. Anche se qualcuno ancora lo nega.



Beato Rolando Maria Rivi
Il 13 aprile 1945: Rolando Rivi, seminarista di 14 anni, barbaramente torturato e ucciso in una sommaria esecuzione da Giuseppe Corghi e da Delciso Rioli, partigiani della Brigata Garibaldi, appartenenti al battaglione Frittelli della divisione Modena Montagna (Armando) comandata da Mario Ricci (i due furono poi condannati - in tutti e tre i gradi di giustizia - per omicidio a 22 anni di carcere, ma in realtà ne scontarono solo 6 grazie all'Amnistia Togliatti).
«Domani un prete di meno» dissero, questa la motivazione che venne data dal commissario politico della formazione partigiana garibaldina che uccise nel 1945 il seminarista Rolando Rivi di 14 anni. Ci furono molte vittime fra il clero italiano durante la Seconda guerra mondiale e la guerra civile. Vittime dei nazisti, come don Giuseppe Morosini (1913-1944), accompagnato al supplizio dal Vescovo che lo aveva ordinato sacerdote, il futuro Cardinale Luigi Traglia (1895-1977), oppure come tanti sacerdoti e parroci assassinati dai partigiani e militanti comunisti, anche oltre il 25 aprile, come don Umberto Pessina (1902-1946).
Scrisse il Vescovo di Reggio Emilia, Beniamino Socche (1890-1965), nel suo diario: «…la salma di don Pessina era ancora per terra; la baciai, mi inginocchiai e domandai aiuto (…). Parlai al funerale (…) presi la Sacra Scrittura e lessi le maledizioni di Dio per coloro che toccano i consacrati del Signore. (…) Il giorno dopo era la festa del Corpus Domini; alla processione in città partecipò una moltitudine e tenni il mio discorso, quello che fece cessare tutti gli assassinii. Io ̶ dissi ̶ farò noto a tutti i Vescovi del mondo il regime di terrore che il comunismo ha creato in Italia». In Emilia Romagna e soprattutto nel «Triangolo della morte» (Bologna, Modena, Reggio Emilia) perirono barbaramente 93 sacerdoti e religiosi; la maggior parte a seguito delle vendette dei «rossi». Fra le vittime anche Rolando Rivi, colpevole di indossare la talare.
Il Papa, il 27 marzo scorso, ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti 63 nuovi Beati e 7 nuovi Venerabili: molti sono martiri della guerra civile spagnola, dei regimi comunisti dell’Europa Orientale e del nazismo. Fra di loro c’è anche il giovane seminarista, del quale libri di storia e mass media hanno debitamente taciuto… per non sporcare l’ “eroica” memoria della Resistenza rossa.
Rolando Maria Rivi nacque il 7 gennaio 1931 a San Valentino, borgo rurale del Comune di Castellarano (Reggio Emilia), in una famiglia profondamente cattolica. Brillante e vivace, di lui si diceva: «o diventerà un mascalzone o un santo! Non può percorrere una via di mezzo». Con la prima Comunione e la Cresima divenne maturo e responsabile. Rolando, ogni mattina, si alzava presto per servire la Santa Messa e ricevere la Comunione. All’inizio di ottobre del 1942, terminate le scuole elementari, entrò nel Seminario di Marola (Carpineti, Reggio Emilia). Si distinse subito per la sua profonda fede. Amante della musica, entrò a far parte della corale e suonava l’armonium e l’organo.
Quando stava per terminare la seconda media, i tedeschi occuparono il Seminario e i frequentanti furono mandati alle loro dimore. Rolando continuò a sentirsi seminarista: la chiesa e la casa parrocchiale furono i suoi luoghi prediletti. Sue occupazioni quotidiane, oltre allo studio, la Santa Messa, il Tabernacolo, il Santo Rosario. I genitori, spaventati dall’odio partigiano, invitarono il figlio a togliersi la talare; tuttavia egli rispose: «Ma perché? Che male faccio a portarla? Non ho voglia di togliermela. Io studio da prete e la veste è il segno che io sono di Gesù».
Questa pubblica appartenenza a Cristo gli fu fatale. Un giorno, mentre i genitori si recavano a lavorare nei campi, il martire Rolando prese i libri e si allontanò, come al solito, per studiare in un boschetto. Arrivarono i partigiani, lo sequestrarono, gli tolsero la talare e lo torturarono. Rimase tre giorni loro prigioniero, subendo offese e violenze; poi lo condannarono a morte. Lo condussero in un bosco, presso Piane di Monchio (Modena); gli fecero scavare la sua fossa, fu fatto inginocchiare sul bordo e gli spararono due colpi di rivoltella, una al cuore e una alla fronte. Poi, della sua nera e immacolata talare, ne fecero un pallone da prendere a calci. Era venerdì 13 aprile 1945.

27 aprile 1945: a Cernaieto di Casina, presso Trinità, furono massacrati 21 ostaggi fra cui tre donne e quattro ragazzini, probabilmente della milizia partigiana di Vedriano. I resti vennero trovati nel bosco a ridosso della strada per Gombio solo nell'ottobre del 1946, ed è ancora incerta la paternità esatta della strage, i nomi degli esecutori materiali e addirittura il numero preciso delle vittime che potrebbe essere di 23 o anche più.
9 maggio 1945 dodici fascisti o presunti tali tra cui il podestà di San Pietro in Casale Sisto Costa con la moglie e il figlio nel primo Eccidio di Argelato;
10 maggio 1945, dottor Carlo Testa, membro del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) per la Democrazia Cristiana, assassinato a Bomporto (Modena) con raffiche di mitra;
11 maggio 1945, i sette fratelli Govoni, Giacomo Malaguti, sottotenente di artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione, con il quale aveva combattuto contro i tedeschi a Cassino rimanendo ferito, e aveva fatto la campagna in un'unità aggregata all'esercito inglese, in licenza presso la famiglia, assassinato nel secondo Eccidio di Argelato;
18 maggio 1945, Confucio Giacobazzi, agricoltore e partigiano non comunista, assassinato;
2 giugno 1945, Ettore Rizzi, partigiano simpatizzante democristiano, sequestrato e ucciso a Nonantola;
27 luglio 1945, Bruno Lazzari, impiegato democristiano di Nonantola, colpito da raffiche di mitra;
26 gennaio 1946, Giorgio Morelli, partigiano e giornalista cattolico, vittima di un agguato dopo la pubblicazione di un'inchiesta in cui accusava il presidente comunista dell'ANPI di Reggio Emilia della morte di un altro partigiano cattolico, Mario Simonazzi. Morelli morì a seguito delle ferite il 9 agosto 1947;
19 maggio 1946, Umberto Montanari, medico condotto a Piumazzo ed ex-partigiano cattolico, assassinato;
20 agosto 1946, Ferdinando Mirotti, capitano del Corpo italiano di Liberazione, assassinato sull'uscio di casa;
24 agosto 1946, Ferdinando Ferioli, avvocato, assassinato in casa da persone conosciute, gli assassini furono aiutati dalla loro organizzazione a riparare in Cecoslovacchia;
26 agosto 1946, Umberto Farri, sindaco socialista di Casalgrande, assassinato in casa da due uomini. Il caso non ha mai avuto una soluzione;
5 novembre 1948, Giuseppe Fanin, sindacalista, assassinato a San Giovanni in Persiceto;
17 novembre 1948, Angelo Casolari e Anna Ducati, membri del consiglio parrocchiale, assassinati nella canonica della parrocchia di Freto, a Modena.
26 marzo 1955, (ben dieci anni dopo la Liberazione) Afro Rossi di Leguigno e Giovanni Munarini di Casina, barbaramente assassinati in un agguato di matrice comunista all'Osteria Vezzosi presso Colombaia di Carpineti, dove da una collina si fece fuoco sulle finestre della locanda piena di un raduno a festa di militanti democristiani.

martedì 23 aprile 2019

La strage dei cristiani dello Sri Lanka: i martiri di Pasqua.

Il sangue dei martiri è il vero tesoro della chiesa
Dall’Africa all’estremo oriente, passando per l’America. I numeri della persecuzione in odio alla fede crescono anno dopo anno. Ma a vincere è sempre la speranza: “L’ultima parola non è la croce, ma la resurrezione”
Si può stimare che, nel mondo, oggi, un cristiano ogni 12 subisca una qualche forma di persecuzione. E' stata redatta una lista di 50 Paesi dove i seguaci di Cristo sono maggiormente sotto tiro, con trattamenti come “singoli o gruppi di persone a motivo della fede in Gesù” che possono andare dalla discriminazione culturale e sociale, al disconoscimento familiare, dalla privazione di lavoro e di reddito fino ad abusi fisici, torture, rapimenti, mutilazioni, distruzione di proprietà, imprigionamenti, assassini. In testa a triste classifica ci sono Corea del Nord e Afghanistan. Nelle “top ten” figurano però anche Somalia, Sudan, Pakistan, Eritrea, Libia, Iraq, Yemen e Iran. È in Pakistan che la persecuzione ha i connotati più violenti in assoluto, adesso anche nello Sri Lanka. I Paesi europei nella lista sono la Turchia, al 31° posto, e l’Azerbaigian, al 45°. Colombia e Messico gli unici del continente americano. Una escalation di intolleranza è stata registrata in Libia e in India, dove a motivo della crescente influenza del radicalismo induista sono stati compiute aggressioni su oltre 24mila cristiani indiani. Nel corso degli scorsi mesi sono peggiorate anche il Nepal (che è entrato quest’anno nella classifica ed è al 25° posto) e l’Azerbaigian.L’oppressione islamica continua a essere la fonte principale di persecuzione dei cristiani, non confermandosi solamente ma estendendo la sua morsa in varie aree”.

 Anche in Europa

L'Unione europea: il rapporto pubblicato dall'Osservatorio sull'intolleranza e sulla discriminazione contro i cristiani in Europa (OIDCE in acronimo inglese), organizzazione non governativa con sede a Vienna e membro della Piattaforma dei diritti fondamentali dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali, segnala come nel Vecchio Continente i casi di intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani siano in aumento. Diversi i casi riportati nei vari paesi membri in cui la negazione dei pari diritti e l'emarginazione sociale dei cristiani è stata evidenziata.
In Svezia: nel 2015 a Göteborg, città in cui è forte il reclutamento jihādista, case e negozi dei cristiani assiri sono state marchiate con la "N" di Nazareno, nello stile dell'Isis, e imbrattate con frasi di minaccia quali "convertitevi o morirete".
In Turchia: il 5 febbraio 2006 viene assassinato a Trebisonda, don Andrea Santoro; il 16 dicembre 2007, padre Adriano Franchini, cappuccino italiano da 27 anni in Turchia, viene accoltellato a Smirne da un diciannovenne; il 3 giugno 2010 il monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, viene assassinato nella sua abitazione ad Iskenderun (la greca Alessandretta) dal suo autista, il ventisettenne Murat Altun. Il 25 dicembre 2010 la messa di Natale celebrata nei villaggi di Rizokarpaso e Ayia Triada per i trecento cristiani residenti nel Cipro settentrionale viene interrotta con l'uso della forza dalle autorità locali. Il Parlamento europeo ha condannato l'episodio ma non è seguito alcun altro provvedimento. Con lo scoppio della guerra civile in Siria e dei disordini in altre aree del mondo islamico, sono iniziate violente persecuzioni contro le comunità cristiane delle regioni sotto il controllo degli insorti. E il mondo politico ateo della sinistra o come oggi si definisce laico non fa altro che sdrammatizzare e continuare a insistere che questi selvaggi siano una ricchezza  per la nostra civiltà.

sabato 20 aprile 2019

L'attesa e il silenzio del Sabato Santo

Il giorno prima della Pasqua è aliturgico, cioè privo di celebrazioni in tutte le chiese, in attesa della Veglia solenne che viene celebrata a partire dalle prime luci del tramonto e durante la quale si celebra la Risurrezione di Gesù

Se nel Giovedì Santo predomina la solennità dell’istituzione dell’Eucaristia e nel Venerdì Santo la mestizia, il dolore e la penitenza per la Passione e morte di Gesù, con la sua sepoltura; nel Sabato Santo invece predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro prima della gioia della Domenica di Pasqua con l’annuncio della Risurrezione.A partire dal IV secolo in alcuni luoghi, in questo giorno i candidati al Battesimo (catecumeni), facevano la loro pubblica professione di fede, prima di venire ammessi nella Chiesa, rito che avveniva poi nella Veglia di Pasqua. Verso il XVI secolo, si cominciò con un’anticipazione della Vigilia alla mattina del Sabato Santo, forse perché non era consigliabile stare di notte fuori casa, ad ogni modo questa anticipazione al mattino del Sabato, è durata fino agli ultimi anni Cinquanta del XX secolo: verso le 10-11 del mattino del sabato si “scioglievano” la campane dai legami messi la sera del Giovedì Santo per l’annuncio della Risurrezione.
Poi con la riforma liturgica voluta da Bugnini e avvallata da Pio XII, tutto è cambiato e il Sabato diventa il giorno della meditazione e penitenza; l’oscurità nelle chiese è totale, non vi sono celebrazioni liturgiche, né Sante Messe; è l’unico giorno dell’anno che non si può ricevere la Comunione, tranne nel caso di Viatico per gli ammalati gravi. 
Tutto è silenzio nell’attesa dell’evento della Resurrezione. Quanto tempo restò sepolto nel sepolcro Gesù? Furono tre giorni non interi, dalla sera del Venerdì fino all’alba del giorno dopo la festa del Sabato ebraico, che oggi è la Domenica di Pasqua, ma che per gli Ebrei era il primo giorno della settimana; in tutto durò circa 40 ore. 
Bisogna dire che con la “Veglia Pasquale” è prevista in buona parte delle nostre chiese e cattedrali, con inizio verso le 20 del sabato; ma la Veglia pasquale, madre di tutte le Veglie celebrate dalla liturgia cristiana, pur iniziando nell’ultima ora del sabato, di fatto appartiene alla Liturgia solenne della Pasqua.

lunedì 15 aprile 2019

Il cardinale Godfried Danneels confessa prima di morire:"11 cardinali hanno lavorato nell'ombra per costringere papa Benedetto XVI a dimettersi"


Undici cardinali scomunicati (Bergoglio è uno di loro): non c'era nessuna successione


Il cardinale Godfried Danneels prima di morire confessa che lui e altri cardinali hanno pianificato è architettato costretto papa Benedetto XVI a dare le dimissioni, e lasciare il posto a Bergoglio. Secondo il diritto canonico  , questo gruppo, che lui stesso definisce una "mafia", viene scomunicato dalla latae sententiae.

Nell'ultima settimana di settembre 2015, il Cardinale Daneels ha presentato la sua biografia a Bruxelles, e ha riconosciuto l'esistenza di un gruppo di Cardinali che hanno lavorato insieme per controllare la successione di Giovanni Paolo II e impedire il Cardinale Joseph Ratzinger, che allora era Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, di ascendere alla cattedra di Pietro. Nella presentazione, Danneels ha rivelato di aver fatto parte di una "mafia" (con i cardinali Kasper, Silvestrini, Van Luyn, Martini, Murphy O'Connor, Lehman, da Cruz, Husar e Hume)e  che hanno lavorato nell'ombra per costringere papa Benedetto XVI a dimettersi e ad abilitare Jorge Mario Bergoglio per diventare Papa.

Va sottolineato che questa "mafia", conosciuta tra loro come "Il gruppo di San Gallo", a causa del monastero svizzero in cui si sono tenuti i loro incontri, si è auto-scomunicata dalla Chiesa, come promulgata la costituzione apostolica Universi Domenici Gregis di Giovanni Paolo II,che proibisce le trame e gli accordi tra  cardinali per influenzare l'elezione di un papa.

L'articolo 79 dice: "Confermando le prescrizioni dei miei predecessori, proibisco anche a chiunque, anche se è un cardinale, durante la vita del Papa e senza averlo consultato, di fare piani riguardanti l'elezione del suo successore, o di promettere voti, o prendere decisioni al riguardo in incontri privati ​​".

E nell'articolo 81 si stabilisce che questi accordi sono puniti con la scomunica latae sententiae (cioè automatica, senza la necessità di una dichiarazione da parte di nessuno, ipso facto ed eo ipso).

L'informazione rivelata dal cardinale Daneels giorni prima del Sinodo, coincide con quella pubblicata da Austin Ivereigh, nel suo libro "The Great Reformer" in cui rivela come, durante il conclave del 2013, quattro cardinali del gruppo Mafioso Saint Galen (Kasper, Lehman , Danneels e Murphy O'Connor) si sono riuniti per orchestrare illecitamente una campagna a favore dell'elezione di Bergoglio, dopo che quest'ultimo aveva accettato di essere il beneficiario di questa trama.

Le dichiarazioni fatte dal cardinale Danneels nella presentazione della sua biografia portano alle seguenti conclusioni:

1. Un gruppo di otto cardinali (uno di loro  "papa") sono oggi scomunicati dalla chiesa: Bergoglio, Danneels, Kasper, Silvestrini, Van Luyn, Husar, Lehman e O'Connor. Tre sono già morti senza alcuna prova che la scomunica sia stata revocata: Hume, da Cruz e Martini.

2. La rinuncia a Benedetto XVI era invalida, come risultato della pressione morale, di un complotto contro di lui con il quale lo costrinsero a dimettersi. Il successore è stato eletto in modo invalido per mezzo di intrighi, espressamente vietato dalla Costituzione che regola la successione.

3. Sebbene esistano già elementi che dimostrano l'esistenza di questo complotto, questa è la prima volta che uno dei cospiratori lo accetta apertamente e pubblicamente. Come gli avvocati di solito dicono, dove c'è una confessione, la dimostrazione non è necessaria.

(fonte Ultimos Tiempos)

Officium Tenebrarum del Giovedì Santo (anticipato) mercoledì santo 20:30




PRIMO NOTTURNO

giovedì 11 aprile 2019

In ginocchio, a baciare i piedi dei leader del Sud Sudan


Papa Francesco bacia i piedi ai leader del Sud Sudan:Il Pontefice in ginocchio davanti al presidente Salva Kiir e ai vicepresidenti designati del Paese africano che dovranno avviare a maggio un nuovo governo: «La pace è possibile, l’armistizio sia rispettato».
Papa Francesco compie un gesto al quanto singolare a Santa Marta, dove conclude il pseudo-ritiro spirituale in Vaticano delle massime autorità politiche sud sudanesi ideato dal falso ed eretico scismatico arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. A loro il Pontefice rivolge un discorso in cui, a più riprese, implora il dono della pace per il popolo del Sud Sudan sfigurato da quasi sei anni di guerra civile e da oltre 400mila morti. Poi rende concreta questa presunta preghiera inchinandosi davanti al presidente Salva Kiir e ai vicepresidenti designati, tra cui Rebecca Nyandeng De Mabior, vedova del leader sud sudanese John Garang, e Riek Machar, leader dell’opposizione, per baciare loro i piedi. Nessuno ascolta più quello che il Papa dice, perché ha perso ogni credibilità morale.Nessuno gli crede perché è un bugiardo, un giorno dice una cosa e ne dice un’altra quello dopo. Ci teniamo a distanza perché abbiamo la netta impressione che egli con le sue teatrali gesta disprezzi la Fede che teniamo cara e che farà – o dirà – qualcosa per mantenere il potere giusto il tempo necessario per distruggere quella Fede Cattolica che a noi è tanto cara.

Eppure eccolo, ancora una volta, ad offrire uno “spettacolo una recita di attore consumato” nel suo messaggio di oggi, dicendo e facendo esattamente quello che i bergogliosi amano vedere, il Vicario di Cristo genuflesso innanzi ad eretici sanguinari che capeggiati dal Signor Justin Welby presunto arcivescovo di Canterbury spadroneggiano in Santa Marta. Papa Francesco non si inginocchia mai dinnanzi a Gesù Eucarestia," gli fanno male le ginocchia" disprezza chi ha ancora una traccia di fede cattolica addosso ma lui uomo umile, e mite ha la forza di inginocchiarsi e adorare la creatura piuttosto che il creatore.
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