Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

venerdì 14 dicembre 2018

Auguri del nuovo Priore don Aldo Rossi ai fedeli, amici e benefattori,del Priorato di Montalenghe

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Cari fedeli, amici e benefattori, Dopo che don Ludovico questa estate è stato nominato Superiore del distretto italiano e mi ha lasciato il posto nel Canavese, detto anche “il giardino d’Italia”, in questo primo editoriale mi preme salutare tutti voi, soprattutto quelli che ancora non conosco e ringraziarvi per il vostro aiuto spirituale e materiale con cui avete sostenuto il Priorato san Carlo Borromeo in questi ultimi anni, ricordandovi che il Signore non si lascia mai vincere in generosità. Con i miei confratelli continueremo, con la grazia del Signore, l’apostolato nella linea del nostro fondatore per essere forti nel mantenere la Fede e viverla. Come sempre ci affidiamo anche alla vostra generosità sapendo come “l’unione fa la forza” ma anche “la forza fa l’unione”. Il Priorato deve essere per tutti noi come un bastione o una Fortezza (come si vedono nel Canavese) in mezzo a questa guerra spirituale che dobbiamo affrontare per restare fedeli giorno per giorno a Nostro Signore Gesù Cristo e al suo Corpo Mistico.

mercoledì 12 dicembre 2018

La Vergine di Guadalupe La Madonna degli indios



Il 9 dicembre 1531, sulla collina del Tepeyac vicino a Città del Messico. Ella gli avrebbe chiesto di far erigere un tempio in suo onore ai piedi del colle: Juan Diego corse a riferire il fatto al vescovo Juan de Zumárraga, ma questi non gli credette. La sera, ripassando sul colle, Juan Diego avrebbe visto per la seconda volta Maria, che gli avrebbe ordinato di tornare dal vescovo l'indomani. Il vescovo lo ascoltò di nuovo e gli chiese un segno che provasse la veridicità del suo racconto.

Juan Diego tornò quindi sul Tepeyac dove avrebbe visto per la terza volta Maria, la quale gli avrebbe promesso un segno per l'indomani. Il giorno dopo, però, Juan Diego non poté recarsi sul luogo delle apparizioni in quanto dovette assistere un suo zio, gravemente malato. La mattina dopo, 12 dicembre, lo zio appariva moribondo e Juan Diego uscì in cerca di un sacerdote che lo confessasse. Ma Maria gli sarebbe apparsa ugualmente, per la quarta e ultima volta, lungo la strada: gli avrebbe detto che suo zio era già guarito e lo avrebbe invitato a salire di nuovo sul colle a cogliere dei fiori. Qui Juan Diego trovò il segno promesso: dei bellissimi fiori di Castiglia, sbocciati fuori stagione in una desolata pietraia. Egli ne raccolse un mazzo nel proprio mantello e andò a portarli al vescovo.

Di fronte al vescovo e ad altre sette persone presenti, Juan Diego aprì il mantello per mostrare i fiori: ed ecco, all'istante sulla tilma si sarebbe impressa e resa manifesta alla vista di tutti l'immagine della S. Vergine Maria. Di fronte a tale presunto prodigio, il vescovo cadde in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagnò il presule al Tepeyac, per indicargli il luogo in cui la Madonna avrebbe chiesto Le fosse innalzato un tempio e l'immagine venne subito collocata nella cattedrale.

martedì 11 dicembre 2018

Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio “Cinque giorni… un'eternità” Calendario per l'anno 2019




Andrea Pozzo e La gloria di sant'Ignazio 

Con il termine di esercizi spirituali si intende ogni forma di esame di coscienza, di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale e mentale, e di altre attività spirituali. Infatti, come il passeggiare, il camminare e il correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi spirituali i diversi modi di preparare e disporre l'anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di Dio nell'organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell'anima.

Immagine correlataRicevendo dalla stessa Gran Madre di Dio i Santi Esercizi – nella grotta di Manresa – Sant’Ignazio iniziò così questa grande opera di apostolato, forgiando moltitudini di anime assetate di Dio, e procurando grazie – ancor oggi concesse agli “esercitandi” – tutto il popolo cristiano.

Al centro del metodo ignaziano vi è la riscoperta del senso di Eternità, l’unica e sola cosa che dovrebbe contare nella vita di ogni uomo e che si decide con la Salvezza o meno dell’Anima.

Oggi più che mai siamo portati a pensare superficialmente al nostro Fine Ultimo, che è Dio, che è servire e lodare Lui solo, conquistando così la Salvezza, senza la quale si è perduti per sempre, dannati per sempre… “ Discedite a me, maledicti”.

domenica 9 dicembre 2018

Capodanno in Priorato

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Il Priorato della Fraternità sacerdotale San Pio X ad Albano Laziale organizza per chi lo vorrà il Capodanno, siete  tutti invitati fedeli, amici e simpatizzanti. Con l'occasione si organizza una visita nella città di Roma,delle conferenze  al fine di stare insieme  per ringraziare il Signore dei tanti benefici ricevuti nell’anno  che sta finendo e chiederne di nuove per il venturo.

 Domemica 30 dic. -ore 11:00 S. Messa cappella Santa Caterina in via urbana,85 - 
- S. Messa - visita alla città - pranzo “al sacco” - i partecipanti che raggiungeranno la cappella di Roma nella mattinata potranno lasciare il loro bagaglio per facilitare la visita della città nel tardo pomeriggio,trasferimento in Priorato ad Albano laziale  (con mezzi propri) - dove verranno alloggiati -e Ceneranno.

31 dic. - Te Deum - S. Messa - Cenone

colazione - mattinata libera - pranzo - conferenza pomeridiana - S. Messa con Te Deum di ringraziamento - Cenone di capodanno - Botti ed Auguri.

01 gen. - Veni Creator - S. Messa

colazione - S. Messa - pranzo.

Prenotazione obbligatoria entro il 15 dicembre

È possibile partecipare anche solo ad alcuni momenti dell'intero programma. 
il cenone di fine anno che sarà in abbondanza è servito da un  Catering.


Per ulteriori informazioni e per il modulo d'iscrizione: madate un'e-mail 




venerdì 30 novembre 2018

Novena all'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria



(Incomincia il 29 novembre, festa 8 dicembre)

“Dopo aver offerto senza interruzione, nell'umiltà e nel digiuno, le Nostre private preghiere e quelle pubbliche della Chiesa a Dio Padre, per mezzo del suo Figlio, affinché si degnasse di dirigere e sostenere la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato il soccorso di tutta la corte celeste, e invocato con gemiti lo Spirito consolatore, per sua ispirazione, a onore della Santa e indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, a esaltazione della fede cattolica, e a incremento della religione cristiana, con l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunziamo e definiamo la dottrina, che sostiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli. Quindi, se qualcuno (che Dio non voglia!) deliberatamente presumerà di pensare diversamente da quanto è stato da Noi definito, conosca e sappia di essere condannato dal suo proprio giudizio, di aver fatto naufragio nella fede, di essersi separato dall'unità della Chiesa, e di essere inoltre incorso da sé, per il fatto stesso, nelle pene stabilite dalle leggi contro colui che osa manifestare oralmente o per iscritto, o in qualsiasi altro modo esterno, gli errori che pensa nel suo cuore”. (Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1854)


℣. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
℞. Domine, ad adiuvandum meum festina.
Gloria Patri.

℣. O Dio, ☩ provvedi al mio soccorso.
℞. Signore, affrettati ad aiutarmi.
Gloria al Padre.

Veni, ☩ Sancte Spiritus, reple tuorum corda fidelium et tui amoris in eis ignem accende.
℣. Emitte Spiritum tuum et creabuntur.
℞. Et renovabis faciem terrae.
Oremus. Deus, qui corda fidelium Sancti Spiritus illustratione docuisti: da nobis in eodem Spiritu recta sapere, et de ejus semper consolatione gaudere. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

Vieni, ☩ Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
℣. Manda il tuo Spirito per una nuova creazione.
℞. E rinnoverai la faccia della terra.
Preghiamo. O Signore, che hai istruito i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

ORAZIONE PREPARATORIA

Vergine purissima, concepita senza peccato, e fin da quel primo istante tutta bella e senza macchia, gloriosa Maria, piena di grazia, Madre del mio Dio, Regina degli Angeli e degli uomini, io umilmente vi riverisco come Madre del mio Salvatore, cui Dio m'ha insegnato, colla sua stima, col suo rispetto e colla sua sottomissione verso di Voi, quali onori e quali omaggi io debba prestare. Degnatevi, vi prego, ricevere ciò che in questa novena vi consacro. Voi siete il sicuro asilo dei peccatori penitenti; ho dunque ragione di ricorrere a Voi: siete Madre di misericordia; non potrete dunque non essere intenerita dalle mie miserie: siete, dopo Gesù Cristo, tutta la mia speranza; non potrete non gradire la tenera confidenza, che ho in Voi. Fatemi degno di chiamarmi vostro figlio, affinché possa dirvi con fiducia: Monstra Te esse Matrem.

Si diranno 9 Ave Maria ed un Gloria Patri, quindi la preghiera corrispondente al giorno della Novena.

PRIMO GIORNO

Eccomi ai vostri santissimi piedi, o Vergine Immacolata; io mi rallegro grandemente con Voi, che fino dall'eternità siete eletta Madre del Verbo eterno e preservata dalla colpa originale. Ringrazio e benedico la Santissima Trinità che vi ha arricchita di questi privilegi nella vostra Concezione; e vi supplico umilmente ad impetrarmi grazia di vincere quei tristi effetti, che in me ha prodotto il peccato originale: deh! Voi fate, che io li superi e non lasci mai di amare il mio Dio.

SECONDO GIORNO

O Giglio immacolato di purità, Maria, io mi congratulo con Voi, che fino dal primo istante della vostra Concezione siate stata ricolmata di grazia. Ringrazio ed adoro la Santissima Trinità, che vi ha compartito così sublimi doni, e mi confondo dinanzi a Voi nel vedermi così povero di grazia. Voi, che così pienamente ne foste ricolmata, deh! partecipatene all'anima mia, e fatene partecipe dei tesori del vostro Immacolato Concepimento.

TERZO GIORNO

O mistica Rosa di purità, Maria, io mi rallegro con Voi, che avete gloriosamente trionfato nella vostra Immacolata Concezione del serpente infernale, e che siete stata concepita senza macchia di peccato originale. Ringrazio e lodo con tutto il cuore la Santissima Trinità che vi ha concesso tal privilegio, e vi supplico di ottenermi valore a superare ogni insidia del nemico infernale e non macchiare col peccato l'anima mia. Deh! Voi sempre aiutatemi, e fate che colla vostra protezione trionfi sempre dei nemici della mia eterna salute.

QUARTO GIORNO

O Specchio di purità, Immacolata Maria Vergine, io godo al sommo nel vedere che sieno state infuse in Voi sin dalla vostra Concezione le più sublimi e perfette virtù, ed insieme tutti i doni dello Spirito Santo. Ringrazio e lodo la Santissima Trinità che vi ha favorita con questi privilegi: e vi supplico, o Madre benigna, di ottenermi la pratica delle virtù, e rendermi così degno di ricevere i doni e la grazia dello Spirito Santo.


QUINTO GIORNO

O Luna rilucente di purità, Maria, io mi congratulo con Voi, mentre il mistero del vostro Immacolato Concepimento è stato il principio della salute di tutto il genere umano e l'allegrezza di tutto il mondo. Ringrazio e benedico la Santissima Trinità, che ha così magnificato e glorificato la vostra Persona; e vi supplico di ottenermi grazia di saper approfittare della Passione e Morte del vostro Gesù, affinché non sia per me inutile il Sangue da Lui sparso sulla Croce.

SESTO GIORNO

O Stella risplendentissima di purità, Immacolata Maria, io mi rallegro con Voi, che l'immacolato vostro Concepimento abbia recato un gaudio grandissimo a tutti gli Angeli del Paradiso. Ringrazio e benedico la Santissima Trinità che vi ha arricchita di così bel privilegio. Deh! fate che io entri un giorno a parte di questa gioia, e possa in compagnia degli Angeli lodarvi e benedirvi in eterno.

SETTIMO GIORNO

O Aurora sorgente di purità, Immacolata Maria, io mi rallegro con Voi, ed ammiro che nel momento stesso della vostra Concezione siate stata confermata in grazia e resa impeccabile. Ringrazio ed esalto la Santissima Trinità che ha contraddistinto Voi sola con questo particolare privilegio. Deh! impetratemi, o Vergine santa, un totale e continuo abborrimento al peccato sopra ogni altro male, e fate che piuttosto io muoia, che commetterlo ancora.

OTTAVO GIORNO

O Sole senza macchia, Vergine Maria, io mi congratulo con Voi, e godo, che nella vostra Concezione sia stata da Dio conferita a Voi una grazia maggiore e più copiosa, che non ebbero tutti gli Angeli e tutti i Santi nel colmo dei loro meriti. Ringrazio ed ammiro la somma beneficenza della Santissima Trinità che vi ha dispensato questo privilegio. Deh! fate che io corrisponda alla grazia divina e mai non ne abusi: mutatemi il cuore e fate che fin d'ora incominci il mio ravvedimento.

NONO GIORNO

O Luce viva di santità, ed esempio di purità, Immacolata Vergine e Madre Maria, Voi appena concepita adoraste profondamente Iddio e lo ringraziaste, giacché col mezzo vostro, sciolta la maledizione antica, veniva la piena benedizione sopra i figli di Adamo. Deh! Voi fate, che questa benedizione accenda nel mio cuore l'amor verso Dio. Voi infiammatelo, acciocché io ami costantemente il Signore in terra, e poi lo goda eternamente in Paradiso, dove possa ringraziarlo più ardentemente dei singolari privilegi a Voi conceduti, e godere di Voi coronata in tanta gloria.

Si reciteranno le Litanie della Beata Vergine ovvero il seguente Inno:

Tota pulchra es, Maria.Tota pulchra es, Maria.
Et macula originalis non est in Te.
Et macula originalis non est in Te.
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria.
O Maria.
Virgo prudentissima.
Mater clementissima.
Ora pro nobis.
Intercede pro nobis ad Dominum Jesum Christum.

Tutta bella sei, Maria.
Tutta bella sei, Maria.
E il peccato originale non è in Te.
E il peccato originale non è in Te.
Tu gloria di Gerusalemme.
Tu letizia di Israele.
Tu onore del nostro popolo.
Tu avvocata dei peccatori.
O Maria.
O Maria.
Vergine prudentissima.
Madre clementissima.
Prega per noi.
Intercedi per noi presso il Signore Gesù Cristo.


Dopo le Litanie, ovvero dopo il suddetto Inno, si dirà:

℣. In Conceptione tua, Virgo, immaculata fuisti:
℞. Ora pro nobis Patrem, cujus Filium peperisti.


℣. Nella tua Concezione, Vergine, fosti immacolata:
℞. Prega per noi il Padre, di cui generasti il Figlio.


Oremus.
Deus, qui per Immaculatam Virginis Conceptionem dignum Filio tuo habitaculum praeparasti: quaesumus, ut qui, ex morte ejusdem Filii tui praevisa, eam ab omni labe praeservasti, nos quoque mundos, ejus intercessione, ad te pervenire concedas.
Deus, omnium fidelium Pastor et Rector, Famulum tuum N. quem Pastorem Ecclesiae tuae praeesse voluisti, propitius respice: da ei, quaesumus, verbo et exemplo, quibus praeest, proficere, ut ad vitam una cum grege sibi credito perveniat sempiternam.
Deus, refugium nostrum et virtus, adesto piis Ecclesiae tuae precibus auctor ipse pietatis, et praesta; ut quod fideliter petimus, efficaciter consequamur. Per Christum Dominum nostrum. ℞. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che mediante l’Immacolata Concezione della Vergine preparasti al Figlio tuo una degna dimora: Ti preghiamo, come, in previsione della morte del tuo stesso Figlio, preservasti lei da ogni macchia, così concedi anche a noi, per sua intercessione, di giungere a Te purificati.O Dio, pastore e reggitore di tutti i fedeli, guarda propizio al tuo Servo N., che hai voluto Pastore della tua Chiesa: concedigli, Te ne preghiamo, di giovare con le parole e con l'esempio a coloro dei quali è capo, affinché, in un col gregge a sé affidato, giunga alla vita eterna.
O Dio, nostro rifugio e nostra forza, Tu che sei l'autore della pietà, presta l'orecchio alle pie suppliche della tua Chiesa, e fa che quanto Ti domandiamo con fede, efficacemente l'otteniamo. Per Cristo Signore nostro. ℞. Amen.


℣. Nos cum prole pia benedicat Virgo Maria.℞. Amen.


℣. La Vergine Maria benedica noi e tutti i suoi devoti.℞. Amen.


Indulgenza di trecento giorni per ciascun giorno.Indulgenza Plenaria nel giorno della solennità dell'Immacolata Concezione, od in un giorno dell'ottava, per chi avrà praticato l'intera novena
 (Pio VII, 4 agosto 1808, 24 novembre 1808 e 11 gennaio 1809).


"Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Matteo 4,18-20).

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In questo giorno la Santa Madre Chiesa festeggia uno dei dodici apostoli, fratello di Pietro.
Tra gli apostoli è il primo che incontriamo nei Vangeli: il pescatore Andrea, nato a Bethsaida di Galilea, fratello di Simon Pietro. Il Vangelo di Giovanni (cap. 1) ce lo mostra con un amico mentre segue la predicazione del Battista; il quale, vedendo passare Gesù da lui battezzato il giorno prima, esclama: "Ecco l’agnello di Dio!". Parole che immediatamente spingono Andrea e il suo amico verso Gesù: lo raggiungono, gli parlano e Andrea corre poi a informare il fratello: "Abbiamo trovato il Messia!". Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale "fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa”". Questa è la presentazione. Poi viene la chiamata. I due fratelli sono tornati al loro lavoro di pescatori sul “mare di Galilea”: ma lasciano tutto di colpo quando arriva Gesù e dice: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Matteo 4,18-20).
Troviamo poi Andrea nel gruppetto – con Pietro, Giacomo e Giovanni – che sul monte degli Ulivi, “in disparte”, interroga Gesù sui segni degli ultimi tempi: e la risposta è nota come il “discorso escatologico” del Signore, che insegna come ci si deve preparare alla venuta del Figlio dell’Uomo "con grande potenza e gloria" (Marco 13). Infine, il nome di Andrea compare nel primo capitolo degli Atti con quelli degli altri apostoli diretti a Gerusalemme dopo l’Ascensione.
E poi la Scrittura non dice altro di lui, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Uno di questi, del II secolo, pubblicato nel 1740 da L.A. Muratori, afferma che Andrea ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo. E un testo copto contiene questa benedizione di Gesù ad Andrea: "Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen". Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso. E qui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi “croce di Sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre.
Nel 357 i suoi resti vengono portati a Costantinopoli; ma il capo, tranne un frammento, resta a Patrasso. Nel 1206, durante l’occupazione di Costantinopoli (quarta crociata) il legato pontificio cardinale Capuano, di Amalfi, trasferisce quelle reliquie in Italia. E nel 1208 gli amalfitani le accolgono solennemente nella cripta del loro Duomo. Quando nel 1460 i Turchi invadono la Grecia, il capo dell’Apostolo viene portato da Patrasso a Roma, dove sarà custodito in San Pietro per cinque secoli. Ossia fino a quando il papa Paolo VI, nel 1964, farà restituire la reliquia alla Chiesa di Patrasso. Il culto di Sant’Andrea, forte in ambito bizantino, si diffuse da subito anche in ambiente latino a cui si accompagnarono molte narrazioni leggendarie fra cui le gesta narrate nella passio di Andrea del secolo IV. Numerosissime furono le chiese sorte in suo onore e specialmente presso i Francesi vi fu nel Medioevo una fervidissima devozione per Sant’Andrea, invocato nelle battaglie, tanto che il grido di guerra di Goffredo di Buglione, durante la prima Crociata era: “ Sant’Andrea di Patrasso !”, la casa di Borgogna si mise sotto la protezione del Santo e molte decorazioni militari e cavalleresche furono formate dalla Croce di Sant’Andrea. Il pescatore di Galilea che facendosi sopravanzare dal fratello era rimasto nell’ombra, ora appariva sugli stendardi e nelle insegne come un condottiero, forse proprio perché era stato il primo a seguire animosamente Gesù.
Auguri di buon onomastico ai nostri lettori che portano il nome Andrea dalle origini greche, daandrós significa “uomo”, ma dal termine andréia ha anche il significato di “forza” o “coraggio”.

martedì 27 novembre 2018

Supplica alla Madonna della Medaglia miracolosa.Da recitarsi alle 17 del 27 novembre

Immagine della Vergine -Chiesa di S.Andrea delle Fratte  Roma, luogo 
della conversione di Ratisbonne e delle Medaglie miracolose
O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.
Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti.
Tu che hai promesso, proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi.
Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti.
Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. Salve Regina

venerdì 16 novembre 2018

"LA CHIESA CATTOLICA per duemila anni ha sbagliato, e con essa anche Gesù"che per duemila anni migliaia di Santi hanno pronunciato in latino le medesime parole.Et ne nos inducas in tentationem;



Pater - Testo Aramaico Traslitterazione / Traduzione 



Legenda dei simboli usati per la trascrizione` - non si pronuncia (glottal stop), come lo spirito dolce del greco
´ - indica un suono profondamente gutturale e sonoro
w - w come nell'inglese well
ŝ - suono sh come l'inglese shop o l'italiano sciare
s - s come nell'italiano sole
ç - s "enfatica" tz o più o meno come la zz dell'italiano pazzo 
h - h come nell'inglese hand
h - suono molto aspirato come ch nel tedesco nasch
j - i come nell'inglese yes
΄ - sta ad indicare un relitto vocalico simile al simbolo fonetico a utilizzato per l'inglese
b`- indica la b spirante, come nel sardo soßl sole
k`- indica la k spirante come nel toscano la Xasa

Gli altri segni valgono come in italiano


Che cosa è, oggi, tutta questa smania di nuovo e di cambiamento se non quel monito paolino: "stanchi di udire la solita dottrina" (2Tim.4,1-5), attraverso la quale si vuole dare una "nuova" immagine di Dio e della Chiesa?

Dal latino della prima Vulgata di san Girolamo: "...et ne nos indúcas in tentatiónem..." e non ci indurre in tentazione, il primo a storcere il naso su questa traduzione fu Martin Lutero, sì, proprio lui che ovviamente lasciò ai suoi discepoli e alla "sua chiesa", l'opportunità di ritradurre il finale con: "E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno e la potenza e la gloria in eterno. Amen".

La versione della CEI del 1978 manteneva ancora la frase tradizionale della Vulgata: "e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male".Mentre, già dalla versione del 2008 abbiamo una modifica davvero grottesca in: "e non abbandonarci nella tentazione, ma liberaci dal male". Una traduzione, quest'ultima, che Benedetto XVI non volle usare nel lezionario liturgico.

Chi ha ragione e chi ha torto? Ha torto il Protestantesimo ieri e la CEI con Papa Francesco, oggi, perché la traduzione protestante fu volutamente ideologica, come ideologica lo è oggi. Milioni di cattolici in tutto il mondo e da duemila anni hanno sempre pregato con la versione - tradotta in lingua propria - dalla Vulgata attraverso la quale, per altro, per duemila anni migliaia di Santi hanno pronunciato in latino le medesime parole.

Il messaggio che si vuole far passare è che "la Chiesa può sbagliare" e che per duemila anni ha sbagliato, finalmente oggi abbiamo un Papa così coraggioso e misericordioso, da rimettere le cose a posto. Riportiamo questo passaggio molto interessante da chi ha già discusso l'argomento:

sabato 13 ottobre 2018

Serpotta ci fa considerare la virtù della pazienza.



"E intrecciato una corona di spine, gliela posero sul capo, e una canna nella mano destra; e inginocchiatosi davanti a lui, si burlavano, dicendo: "Ave, Re dei Giudei!" (Mt 27, 29).


Nostro Signore fu condannato per aver sostenuto di essere il re degli ebrei. E, infatti, Egli è veramente il re, degli ebrei e di tutti i popoli. Lui è il re, non tramite unzione esterna ma interiore. È l'unione della sua natura divina con la sua natura umana che lo rende, come uomo, il re di tutta la creazione. Essere sempre Dio, fatto uomo, non può non essere re.

In questo mistero, Serpotta ci fa considerare la virtù della pazienza. San Tommaso ci illumina su questo argomento: "[A] condizione necessaria per l'aumento dell'amore divino è una pazienza incrollabile di fronte alle avversità. I dolori che sopportiamo per una persona amata, invece di diminuirla, aumentano la nostra tenerezza nei suoi confronti. "Molte acque non valgono la pena di estinguere l'amore", dice il Cantico dei cantici (8, 7). Questi torrenti d'acqua sono le tribolazioni della vita, e queste angosce sofferte da Dio, lungi dall'indebolirla, rafforzano l'amore divino nelle anime sante. L'artista contempla con più amore il lavoro che gli è costato più sforzo e dolore "[1]. Se pensiamo alla pazienza di nostro Signore nella sua Passione e nel suo amore per noi, non sono più torrenti d'acqua, ma fiumi di sangue, che fluiscono dalla testa coronata del nostro Re,

L'allegoria della pazienza ha le braccia aperte per mostrare la sua disponibilità a tutto ciò che la Provvidenza dispone nella sua saggezza e misericordia. Il piede incatenato si riferisce al nostro Signore legato, in balia dei soldati. Infine, la freccia che il piccolo demone sta per lanciare evoca i dolori della corona di spine che hanno posto sulla testa del nostro Salvatore [2].

San Gregorio Magno ci dà un'ultima luce sul rapporto tra pazienza e amore: "La pazienza è vera solo quando amiamo colui che ci fa soffrire; perché sopportare il nemico mentre lo odia non è un atto di pazienza, ma piuttosto un travestimento di passione "[3].

Padre Pablo Billoni

[1] Collationem in decem precepta, proemium.

[2] L'Oratorio del Rosario a San Domenico, Pierfrancesco Palazzotto - Cosimo Scordato, Centro S. Mamiliano, Palermo, 2002, p. 90.

[3] Patientia vera ipsum amat, quem portat; nam tollerasse et odisse, non est virtus mansuetudinis; sed velamentum furoris; Omelia VII su Ezechiele.

venerdì 12 ottobre 2018

Festa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria 11 ottobre

"Benedetta sei tu Vergine Maria, che hai generato il Figlio di Dio". 
La Chiesa intende con questa festa risvegliare nelle nostre anime un amore filiale verso ciò che è diventato, nella vita di grazia, nella nostra stessa madre. 
Esaltando la divina maternità della Beata Vergine Maria, la Chiesa celebra la più perfetta delle Madri, il modello per tutte le madri.

Questa festa fu istituita da Papa Pio XI nel 1931, per il XV centenario del Concilio di Efeso durante il quale fu proclamato il dogma della divina maternità di Maria.
Nei testi della liturgia, la Chiesa esprime come Maria è la Madre di Gesù, ma anche nostra Madre, poiché è per sua intercessione che ottiene per noi la grazia che ci unisce in modo soprannaturale al suo Divin Figlio. La maternità verginale di Maria si applica attraverso Cristo, che ha veramente generato nella sua carne, a tutti i membri del Corpo Mistico del Figlio di Dio.
La Chiesa, che associa intimamente la Beata Vergine con tutta l'opera della nostra Redenzione, ha sempre esaltato la Divina Maternità della Vergine Maria. Costantemente sottolineato la sua ammirazione per il mistero dell'Incarnazione che ha lavorato e la gioia per il messaggio della salvezza dandoci il suo Figlio, portato il mondo. "Quanti sono uniti a Cristo e sono membri del suo corpo ... tutti noi abbiamo lasciato il grembo della Vergine Maria come un corpo attaccato alla sua testa, lei è la madre di tutti noi, madre spirituale, ma veramente Madre dei membri di Cristo. " (Pio X, Enciclica Ad Diem illum. )

La FSSPX ha un tesoro nelle sue mani: Intervista con il Reverendo Padre Pagliarani

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Intervista al Reverendissimo Padre Davide Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale di San Pio X, pubblicato per la prima volta su Nouvelles de Chrétienté [Notizie sulla cristianità], numero 173.


Rev.Padre Generale, lei sta succedendo a un vescovo che dirigeva la Fraternità Sacerdotale di San Pio X per ventiquattro anni e che, inoltre, l' ha ordinato sacerdote. Quali sono i suoi sentimenti riguardo al suo successo?
Qualcuno mi ha già fatto una domanda simile quando sono stato nominato rettore del seminario di La Reja, dove due vescovi mi avevano preceduto in quella responsabilità. Diciamo che questa volta è un po 'più complicato! Il vescovo Fellay è un personaggio importante nella storia della Fraternità, poiché ha guidato per metà del tempo della sua vit, questa congregazione. Durante quelsto lungo periodo non sono mancate prove, e tuttavia la Fraternità è ancora qui, tenendo alto lo standard della Tradizione. Penso che questa fedeltà della Fraternità alla sua missione sia in un certo modo il riflesso della fedeltà del mio predecessore alla sua. Desidero ringraziarlo per questo a nome di tutti.

domenica 7 ottobre 2018

Solennità di Maria santissima del Santo Rosario e Regina delle Vittorie

Supplica alla Madonna di Pompei

(da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)

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I. 
- O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete,Regina di pace e di perdono.

Salve Regina.

II. 
- È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l'ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiaravaMadre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.

Salve Regina.

III.
 - Che vi costa, o Maria, l'esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.

Voi siete l'Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.

Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti.Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c'ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un'ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l'amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.

Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del vostro Santuario.

Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Ave Maria 

(vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo)

giovedì 4 ottobre 2018

Professioni religiose FSSPX in Argentina e a Flavigny, in Francia


Sabato 29 settembre 2018, festa di San Michele Arcangelo, cinque seminaristi hanno pronunciato il loro primo impegno nella Fraternità: due argentini, un colombiano, un domenicano e un messicano.
Un seminarista del quinto anno ha fatto il suo impegno perpetuo in preparazione del suo suddiaconato.
In questa festa del santo patrono dei Frati della FSSPX , due novizi argentini emettevano i loro primi voti religiosi e un postulante messicano iniziava il noviziato.

mercoledì 3 ottobre 2018

Ottobre, il mese degli angeli custodi



Gli scritti di San Tommaso d'Aquino offrono insegnamenti precisi e chiari sui santi angeli che sono i nostri custodi.

In questo mese di ottobre dedicato ai santi angeli custodi,la  FSSPX.News propone ai suoi lettori il trattato degli angeli sviluppato nel Catechismo della Summa Theologica di p. Thomas Pègues, OP.

Pubblicato nel 1918, questo lavoro spiega gli insegnamenti dell'Angelico Dottore a un livello che chiunque può cogliere.
Gli angeli e la loro natura.

Perché Dio volle che ci fossero puri spiriti nell'opera creata da Lui?
 Dio desiderava che vi fossero puri spiriti nell'opera creata da Lui perché dovevano essere l'incoronazione di quest'opera (q.50, 1). 

Che cosa significa quando dici che i puri spiriti dovevano essere il coronamento dell'opera creata da Dio? 
Intendo dire che sono la parte più alta, più perfetta e più bella (Ibid.).

Potresti dirmi quali sono i puri spiriti? 
Sì, gli spiriti puri sono nature o sostanze che esistono libere da qualsiasi corpo o materia. (q, 50, q 1-2) 

Ci sono molti di questi spiriti puri? Sì, c'è un numero molto grande di questi spiriti puri (q.50, a.3). 

Ci sono più di loro che di tutte le altre nature create? Sì, ce ne sono più di tutti rispetto a tutte le altre nature create (Ibid.). 

Perché  dovevano essere così tanti? 
Perché era giusto che la più bella fosse la maggior parte dell'opera di Dio (Ibid.)


Fonti: FSSPX / FSSPX.News - 10/1/2018

La risposta di un Papa agli scandali dei sacerdoti


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Il 18 settembre 1858, 160 anni fa, Giuseppe Sarto riceveva l'Ordinazione sacerdotale nel Duomo di Castelfranco V.to dalle mani di mons. A. Farina, Vescovo di Treviso. Nel 1908, in occasione del suo Giubileo sacerdotale, l'umile figlio di Riese divenuto Papa col nome di Pio X rivolgeva una memorabile esortazione al clero cattolico.

Il documento, scritto di suo pugno, è l'espressione della sua anima sacerdotale. “Possano le parole ardenti del santo Pontefice, per undici anni Vicario di Cristo sulla terra, ristorare, rafforzare e rendere permanenti nei cuori di tutti i sacerdoti gli insegnamenti fondamentali contenuti in questa parole" (Card. Bourne, Arcivescovo di Westminster).

giovedì 27 settembre 2018

Conferenza dei vescovi della Chiesa di Cina:La Chiesa cinese rimane indipendente e fedele al Partito Comunista


Associazione patriottica dei cattolici cinesi e della Conferenza dei vescovi della Chiesa di Cina (organismi non riconosciuti dalla Santa Sede) commenta lo “storico accordo” sulle nomine episcopali: “Rimaniamo sul sentiero che porta al socialismo”. Apprezzamento “di cuore” per la firma fra Vaticano e Pechino.


La Chiesa cattolica cinese “continuerà ad operare in maniera indipendente. Amiamo il Paese e la Chiesa, porteremo avanti il principio di indipendenza e il concetto di sinicizzazione della religione rimanendo sul sentiero che porta alla società socialista”.

Lo scrivono i membri dell’Associazione patriottica dei cattolici cinesi e del Consiglio dei vescovi della Chiesa di Cina (organismi non riconosciuti dalla Santa Sede) in una nota resa pubblica ieri, il giorno dopo lo “storico accordo” fra Cina e Vaticano sulla nomina dei vescovi nel Paese asiatico.

La firma dell’accordo viene accolta “con un apprezzamento di cuore” e la Chiesa cattolica cinese sottolinea di “appartenere alla stessa fede” delle Chiese cattoliche degli altri Paesi: “Vogliamo portare avanti scambi amichevoli e migliorare la comprensione reciproca. Sulla base dell’indipendenza, del rispetto, dell’uguaglianza e della buona fede”.

Cina-Vaticano:Card. Zen:allora quale messaggio la Santa Sede intende mandare ai fedeli in Cina con questo comunicato? “Abbiate fiducia in noi, accettate quel che abbiamo deciso”?

Card. Zen

C’è speranza ma molte preoccupazioni, tristezza e afflizione fra i cattolici cinesi alla notizia dell’accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi firmato fra la Cina e la Santa Sede. Vi sono critiche ai vescovi illeciti a cui è stata cancellata la scomunica, perché “hanno amanti e figli” e sono “fedeli collaboratori del regime contro il Signore”, insieme a richieste di poter vedere e conoscere il testo dell’accordo. Vi è pure chi presenta tutta una serie di richieste a cui l’accordo dovrebbe rispondere, magari nel prossimo futuro; chi ricorda i vescovi imprigionati e ne chiede la liberazione. Mons. Guo Xijin, vescovo di Mindong, che dovrebbe diventare un ausiliare di mons. Vincenzo Zhan Silu, appena riammesso nella comunione cattolica (era uno dei vescovi scomunicati), preferisce tacere. Un altro, che dovrebbe essere sostituito - o condividere la responsabilità della diocesi- con uno dei vescovi ex scomunicati – dice di non sapere nulla del suo futuro destino. Qualcuno afferma che l’accordo provvisorio porterà ancora più confusione nella Chiesa e in Cina. I nomi delle persone sono stati cambiati o omessi per esigenze di sicurezza.
Il comunicato, tanto atteso, della Santa Sede è un capolavoro di creatività nel dire niente con tante parole.

Dice che l’accordo è provvisorio, senza dire la durata della sua validità; dice che prevede valutazioni periodiche, senza dire quando sarà la prima scadenza.

Del resto qualunque accordo può dirsi provvisorio, perché una della due parti può sempre aver ragione per chiedere una modifica od anche l’annullamento dell’accordo.

Ma la cosa importante è che se nessuno chiede di modificare od annullare l’accordo, questo, anche se provvisorio, è un accordo in vigore. La parola “provvisorio” non dice niente.


“L’accordo tratta della nomina dei Vescovi”. Questo la Santa Sede ha già detto tante volte, da tanto tempo. Allora qual’è il risultato della lunga fatica. Qual’è la risposta alla nostra lunga attesa? Non si dice niente! È segreto!?


Tutto il comunicato si reduce a queste parole “C’è stata la firma di un accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi”. Tutto il resto sono parole senza senso.


Allora quale messaggio la Santa Sede intende mandare ai fedeli in Cina con questo comunicato? “Abbiate fiducia in noi, accettate quel che abbiamo deciso”(?)


E che cosa dirà il governo ai cattolici in Cina? “Obbedite a noi, la Santa Sede è già d’accordo con noi”(?)


Accettare ed obbedire senza sapere che cosa si deve accettare, in che cosa si deve obbedire? Una obbedienza “tamquam cadaver” nel linguaggio di Sant’Ignazio?


Siamo particolarmente preoccupati di sapere: “la nomina dei Vescovi” include anche la legittimazione dei sette? Include anche la rinomina dei Vescovi della Comunità “clandestina” presentati questa volta dal Governo? E quelli che non accettano tale rinomina, non rimane che essere riconoscenti al governo per riconoscerli finalmente come Vescovi Emeriti?

domenica 23 settembre 2018

Padre Pio Acceso dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo

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Per Padre Pio la fede era la vita: tutto voleva e tutto faceva alla luce della fede
Acceso dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo, Padre Pio visse in pienezza la vocazione sacerdotale a contribuire alla redenzione dell'uomo, secondo la speciale missione che caratterizzò tutta la sua vita e che egli attuò mediante la direzione spirituale dei fedeli, mediante la riconciliazione sacramentale dei penitenti e mediante la celebrazione della Santa Messa. Il momento più alto della sua attività apostolica era quello in cui celebrava il Santo sacrificio della Messa. I fedeli, che vi partecipavano, percepivano il vertice e la pienezza della sua spiritualità.
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Padre Pio Il Santo di Pietrelcina (al secolo Francesco Forgione) nacque a Pietrelcina, un piccolo paese del beneventano, il 25 maggio 1887. a cinquant’anni dalla sua nascita al cielo, continua ancora ad attrarre le anime. Del resto fu lo stesso San Pio ad affermare che avrebbe fatto più rumore da morto, più di quanto non ne abbia fatto in vita. Già noto al mondo come il “Frate stigmatizzato”, Padre Pio, al quale il Signore aveva donato particolari carismi, si adoperò con tutte le sue forze per la salvezza delle anime. Le moltissime testimonianze dirette della “santità” del Frate, arrivano sino ai nostri giorni, accompagnate da sentimenti di gratitudine.
Le sue intercessioni provvidenziali presso Dio furono per molti uomini causa di guarigione nel corpo e motivo di rinascita nella Fede.

sabato 15 settembre 2018

Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra!

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Vangelo Lc 2, 33-35
Anche a te una spada trafiggerà l’anima.

Dal vangelo secondo Luca 
In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».

Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate (Disc. nella domenica fra l'ottava dell'Assunzione 14-15; Opera omnia, ed. Cisterc. 5 [1968] 273-274) 
Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore. Egli è posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35).
Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per l'anima della Madre. Certamente dopo che il tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente tuo, era ispirato, la lancia crudele, non poté arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio tuo. Ma a te sì. A te trapassò l'anima. L'anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare.
Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla passione del Figlio, supererò di molto, nell'intensità, le sofferenze fisiche del martirio. 
Non fu forse per te più che una spada quella parola che davvero trapassò l'anima ed arrivò fino a dividere anima e spirito? Ti fu detto infatti: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19, 26). Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di Gesù, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del Figlio di Dio, un semplice uomo al posto del Dio vero. Come l'ascolto di queste parole non avrebbe trapassato la tua anima tanto sensibile, quando il solo ricordo riesce a spezzare anche i nostri cuori, che pure sono di pietra e di ferro?
Non meravigliatevi, o fratelli, quando si dice che Maria è stata martire nello spirito. Si meravigli piuttosto colui che non ricorda d'aver sentito Paolo includere tra le più grandi colpe dei pagani che essi furono privi di affetto. Questa colpa è stata ben lontana dal cuore di Maria, e sia ben lontana anche da quello dei suoi umili devoti.
Qualcuno potrebbe forse obiettare: Ma non sapeva essa in antecedenza che Gesù sarebbe morto? Certo. Non era forse certa che sarebbe ben presto risorto? Senza dubbio e con la più ferma fiducia. E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso? Sicuramente e in modo veramente terribile. Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza è il tuo, se ti meravigli della solidarietà nel dolore della Madre col Figlio, più che del dolore del Figlio stesso di Maria? Egli ha potuto morire anche nel corpo, e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore? Nel Figlio operò l'amore superiore a ogni altro amore. Nella Madre operò l'amore, al quale dopo quello di Cristo nessuno altro amore si può paragonare.
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Vangelo Gv 19, 25-27
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Stabat Mater dolorosa
iuxta Crucem lacrimosa,
dum pendebat Fílius.


Cuius animam gementem,
contristátam et dolentem,
pertransívit gládius.


O quam tristis et afflícta
fuit illa benedícta
Mater Unigeniti!


Quae maerebat, et dolebat,
Pia Mater, dum videbat
Nati poenas íncliti.


Quis est homo, qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplício?


Quis non posset contristári,
Christi Matrem contemplári
dolentem cum Fílio?


Pro peccátis suae gentis
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis súbditum


Vidit suum dulcem natum
moriendo desolátum,
dum emísit spíritum.


Eia Mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.


Fac, ut árdeat cor meum
in amándo Christum Deum,
ut sibi compláceam. ]


Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide


Tui nati vulneráti,
Tam dignati pro me pati,
poenas mecum dívide.


Fac me tecum pie flere,
Crucifíxo condolere,
donec ego víxero.


Iuxta Crucem tecum stare,
et me tibi sociáre
in planctu desídero.


Virgo vírginum præclára,
mihi iam non sis amára:
fac me tecum plángere.


Fac, ut portem Christi mortem,
passiónis fac consórtem,
et plagas recólere.


Fac me plagis vulnerári,
fac me Cruce inebriáriet
cruóre Fílii.


Flammis ne urar succensus,
per te, Virgo,
sim defensusin die iudícii.


Christe, cum sit hinc exíre,
da per Matrem me veníre
ad palmam victóriæ.


Quando corpus morietur,
fac ut animæ donetur
paradísi glória.
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