Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 30 aprile 2020

CHI GOVERNA LA CHIESA CATTOLICA ???


Le limitazioni rigide poste dalla Cei per le oltre 220 diocesi italiane la Chiesa italiana in collaborazione con il governo italiano ha stabilito chiare limitazioni nei luoghi di culto.

Ma il Concordato dice altro all'articolo uno come potete notare .

L’Italia, ai sensi dell’art. 1 del Trattato, assicura alla Chiesa Cattolica il libero esercizio del potere spirituale, il libero e pubblico esercizio del culto, nonché della sua giurisdizione in materia ecclesiastica in conformità alle norme del presente Concordato; ove occorra, accorda agli ecclesiastici per gli atti del loro ministero spirituale la difesa da parte delle sue autorità.
In considerazione del carattere sacro della Città Eterna, sede vescovile del Sommo Pontefice, centro del mondo cattolico e méta di pellegrinaggi, il Governo italiano avrà cura di impedire in Roma tutto ciò che possa essere in contrasto col detto carattere. 

E invece noi ci ritroviamo, Chiese chiuse, niente messa, ne tanto meno pellegrinaggi figuriamoci.
Limitazioni rigide per il rischio contagio di Covid-19.Il Vicariato di Roma come nel resto d'italia vengono sospese tutte le attività pastorali. Oggi i cattolici italiani si debbono solo accontentare di una fede virtuale. In italia rischiamo di avere una chiesa sottomessa allo stato come in Cina, che sulla nomina dei vescovi il papa si inchina a Pechino. Da quando è al potere, infatti, il partito comunista cinese ha voluto dotarsi di una Chiesa sottomessa a sé e separata da Roma, con vescovi di propria nomina, fatti ordinare senza l’approvazione del papa, infeudati a una Associazione Patriottica dei Cattolici Cinesi che Benedetto XVI definì “inconciliabile” con la dottrina cattolica.Insomma Una Chiesa di regime. In italia sta accadendo la stessa identica cosa, il governo ordina la CEI obbedisce, ma quando quest'ultima incomincia a vedere il malcontento tra il suo episcopato e nel clero per non parlare dei fedeli cerca di fare la voce grossa, che a sua volta viene ammutolita dal suo capo visibile il pontefice romano, che incurante del dolore spitituale di molti fedeli e sacerdoti, gli sono bastate poche parole, all’inizio della sua messa mattutina a Casa Santa Marta, per dissociarsi totalmente dalla presa di posizione della Conferenza episcopale nei riguardi del governo italiano.

Papa Francesco sconfessa i vescovi italiani e sostiene la linea di Conte. Ma che razza di gerarchia mi tocca dire che abbiamo, uomini che sono  incapaci di avere un minimo di unità, almeno di pensiero, non dico di fede e di morale meglio stendere un velo pietoso anche perchè   di tutto ciò ci vorrebbe un enciclopedia, altro che capitoletto. Il fatto è questo: Le messe sono vietate le chiese tenute chiuse, la decisione è stata presa dal Governo e dal Comitato Tecnico Scientifico «Quindi noi non abbiamo più una Chiesa libera ma una chiesa assoggettata al potere secolare che ci piaccia oppure no ».Con una circolare inviata al segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, il capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno, Michele Di Bari, precisa le rigide regole con le quali dal 4 maggio, potranno tornare ad essere celebrate le esequie, anche con messe.Le Condizioni poste dal ministero degli interni (clicca QUI ) Il Papa della Chiesa cattolica dovrebbe dunque chiarire la sua visione ... di Chiesa. Chi decide e chi governa la Chiesa il Pontefice romano o questo o quel governo in l'Italia? .....Io penso : “Che la Chiesa è venuta meno al suo compito di educare e salvare le anime”.

CEI e Governo Italiano Come si deve ricevere l’Eucaristia




Cei: mons. Russo

Il Governo italiano e il comitato tecnico scientifico hanno l'arroganza anche di imporre la soluzione e quanto possiamo apprendere dal comunicato che porta la firma del segretario generale della Cei Mons.Stefano Russo che ne sposa con entusiasmante zelo la proposta .
Il Viminale, attraverso una comunicazione ai prefetti, sia la Conferenza episcopale italiana, con una nota, hanno chiarito ogni aspetto delle celebrazioni delle esequie, con la possibilità anche della Santa Messa, rispettando tutti i criteri di sicurezza indicati.

Monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, che firma la lettera, chiede che prima della cerimonia, in chiesa o all'aperto, sia controllata la temperatura corporea con un termoscanner e sia inibita la partecipazione se è superiore ai 37,5 gradi. Per quanto riguarda la celebrazione delle esequie con la Santa Messa, "nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti".

La distribuzione dell’Eucarestia deve avvenire porgendola sulle mani dei fedeli, senza che il celebrante "venga a contatto fisico con esse". La nota complementare ribadisce e specifica quanto si legge sul documento del Viminale, e cioè che la chiesa deve essere igienizzata regolarmente, e spiega come.Nel confronto con le Istituzioni governative e il Comitato Tecnico-Scientifico, la Segreteria Generale sta affrontando le condizioni con le quali, gradualmente, riprendere le celebrazioni con il popolo e le attività pastorali.Nello specifico delle celebrazioni delle esequie, a complemento del testo del Ministero dell’Interno inviato questa mattina, vengono di seguito indicate alcune misure – già condivise – cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Santa Messa, nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria.
Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza.
La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.
Per quanto concerne la sanificazione, la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica.
Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria.
Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, si prenda in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni sopra disposte.
Si consideri anche l’ipotesi di celebrare le esequie funebri all’aperto nelle aree cimiteriali ove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico.

L’Autorità ecclesiastica competente informi tutti i fedeli e chiunque entri in chiesa sulle disposizioni di sicurezza sopraindicate, sia attraverso i suoi canali di comunicazione, sia affiggendo all’ingresso della chiesa stessa appositi cartelli informativi.(la redazione)

Secondo il vescovo Schneider, qualsiasi divieto di comunione sulla bocca è “infondato”

“la Comunione in bocca è certamente meno pericolosa e più igienica rispetto a quella sulla mano”. Infatti, “da un punto di vista igienico, la mano trasporta un’enorme quantità di germi. Molti agenti patogeni vengono trasmessi attraverso le mani. Stringendo le mani di altre persone o toccando frequentemente oggetti, come maniglie delle porte o corrimano e maniglioni sui mezzi pubblici, i germi possono passare rapidamente da una mano all’altra; e con queste mani e dita non pulite le persone toccano spesso il naso e la bocca. E i germi possono sopravvivere per giorni sulla superficie degli oggetti toccati”. qualsiasi divieto di comunione sulla bocca è “infondato”, ed è come se le autorità della Chiesa "appoggiate dal governo" stessero usando il coronavirus come “pretesto” per per rendere più banale il modo di ricevere la Comunione. Sembra, dice il vescovo, che alcuni rappresentanti cattolici mostrino una sorta di “cinica gioia” nel diffondere sempre di più “il processo di banalizzazione e de-sacralizzazione del Santissimo e Divino Corpo di Cristo nel sacramento eucaristico, esponendo il Corpo del Signore a veri pericoli di irriverenza (perdita di frammenti) e sacrilegio (furto di ostie consacrate)”.

Una delle cose più incomprensibili, e comunque sbagliate, della chiesa e di quanti si definiscono Pastori, e farsi scrivere la tabella di marcia da un manipolo di burocrati che non sanno distinguere uno starnuto da una influenza.

Riaprite le Chiese ridateci la Messa, oppure levatevi di dosso le tonache di cui siete indegni e levatevi di torno.


Qualcuno vuol spiegare ai vescovi e ai cardinali che la porpora di cui sono rivestiti non sono colori per fare carnevale o arlecchinate , ma simboleggiano il sangue del martirio?

Quanto guadagna il Papa? (E cardinali, preti e vescovi)


(DI SILVANA DE MARI)
“Non ci indurre in tentazione” la bellissima frase del Padre Nostro, che non dev’essere modificata, vuol dire non metterci alla prova. Dio sa che la nostra anima è molto forte, molto più forte di quanto noi pensiamo e sa che la nostra anima diventa ancora più forte nel dolore, quindi come ha fatto con Giobbe, Dio ci manda la prova e la prova può essere per noi una terrificante tentazione di perdere la speranza. La speranza è una virtù teologale, non meno nobile di fede e carità, perché non è tecnicamente possibile credere veramente in Dio e non fidarsi di lui, non essere certi che Dio ha in mente per noi il meglio per noi. Il meglio per noi secondo la Sua visione, non la nostra. Il meglio potrebbe essere morire in mezzo all’arena sbranato dai leoni, oppure contrarre una malattia perché Lui sa che la nostra anima ha bisogno di quella prova. Siccome noi abbiamo fede in Dio, ma abbiamo anche paura, giustamente, siamo umani, gli chiediamo di non indurci in tentazione. Lo stesso Cristo chiede che il calice possa essere allontanato, però conclude Sia fatta la tua volontà.

Una Chiesa vera, che ancora crede in Dio con il Coronavirus deve fare lo stesso: “Signore ti chiediamo di allontanare questo calice, ma se questa è la tua volontà sia fatta la Tua volontà”, vuol dire che siamo abbastanza forti da affrontarlo e che questa prova renderà ancora più forte la nostra fede e la nostra anima. Chiudere le Chiese durante un’epidemia è un gesto da atei, quindi prendiamo atto che una buona parte della nuova Chiesa 3.0 è completamente atea. Completamente atea e completamente allineata con le élite che vogliono la distruzione della civiltà europea cristiana, ma soprattutto dell’Italia che ne è il cuore. La doverosa elementare prudenza, il primo gesto di elementare buon senso in caso di epidemia è chiudere le frontiere. La nuova Chiesa 3.0 le vuole spalancate, ma si precipita a chiudere le Chiese e rende obbligatoria la sbagliata e anche blasfema Eucarestia sulla mano, che è ed è sempre stata un arbitrio, perché la nuova Chiesa 3.0 è atea e non crede in Dio. In caso di epidemia, l’ultima idea che le viene in mente è pregare e far pregare.

Siamo soli.

Riapriamo noi le nostre chiese; se i nostri preti sono troppo terrorizzati per tenerle aperte, le terremo aperte noi. Andiamo in Chiesa, ci inginocchiamo chiediamo perdono di tutti i nostri infiniti peccati, non so voi, ma io ne ho una fila da far spavento e chiediamo che la nostra fede aumenti. La cosa peggiore che può succedere col Coronavirus è di morire. La cosa peggiore che può succedere con le chiese chiuse è di vivere senza la volontà di Dio. Centomila volte meglio la morte.

E il momento è venuto di cercare le Chiese che non hanno mollato. Spesso non sono Chiese nel senso architettonico, sono stanzoni ricuperati in qualche maniera, quelli dove ancora si dice la Messa in latino, completamente diversa da quella attuale. L’Eucarestia è data a un credente in ginocchio su un inginocchiatoio, ha la testa all’altezza giusta, il sacerdote riesce a dare l’Eucarestia, che tocca solo lui con le mani che ha lavato, senza sfiorare la sua bocca. Il credente non la tocca con la mano che ha toccato il banco e innumerevoli altre cose dopo essere stata lavata l’ultima volta.

E soprattutto dove si celebra la Messa in latino, ti parlano di Dio, non dei migranti, e di quando sono cattivi i populisti e altre idiozie di questo calibro. La Messa in latino non poteva essere modifcata, coloro che l’hanno modificata hanno contraddetto un ordine papale e nemmeno un altro Papa aveva l’autorità di farlo,

Date a Cesare quel che è di Cesare. E date a Dio quello che è di Dio, l’amore per Lui, la fede in lui, la Messa che per noi è un obbligo avere e per i sacerdoti è un obbligo dare.

Riaprite le Chiese e ridateci la Messa, oppure levatevi di dosso le tonache di cui siete indegni e levatevi di torno.

Qualcuno spieghi a vescovi e cardinali che il rosso e il porpora di cui si vestono non sono colori per fare allegria, ma simboleggiano il sangue del martirio.

Il Cristianesimo è una religione di gente che non ha paura della morte e del dolore. Mi scuso per la frase un po’ forte. Il Cristianesimo è una religione di gente con gli attributi, che non ha paura di niente e meno che mai del martirio. Il Cristianesimo non è una religione di mammolette. In Nigeria i Cristiani muoiono bruciati vivi nelle loro chiese perché i vili vescovi dell’occidente chiudano le chiese e vietino le eucarestie.

Il rischio di contagio a Messa può essere ridotto a zero moltiplicando le Messe, celebrandone una ogni ora, così che a ogni celebrazione non ci siano affollamenti, passando sui banchi disinfettanti come si fa con i terni, e celebrando le Messe nelle Chiese grandi, non nelle cappelle dove ci celebrano di inverno per risparmiare sul riscaldamento. Qualcuno di veramente credente affiderebbe a Dio i credenti, ma alla nuova Chiesa 3.0 è chiedere troppo. La nuova Chiesa 3.0 impone agli italiani un’immigrazione di persone spesso positive per scabbia, tubercolosi e Aids, e cava gli occhi a chi è perplesso, ma è terrorizzata dal Coronavirus? Oppure non aspettava altro per chiudere le Chiese, un passo fondamentale per attuare il compito massonico di un’unica religione sincretica, completamente contraria a Cristo. Prendiamo atto che la nuova Chiesa 3.0 gronda misericordia da tutti gli artigli. Per un cattolico negare la Messa è la più totale violenza. Qualcuno che si sarebbe forse convertito a quella messa, che in quella Messa si sarebbe riconciliato son Dio, perde la strada. Questi preti ridicoli hanno smesso di essere preti per diventare parodia di assistenti sociali, non hanno evidentemente nessuna idea che Cristo è venuto per salvare le anime e che il loro compito è salvare le anime con i mezzi che Cristo ha dato Messa Eucarestia e confessione.

Signore, non ci indurre in tentazione, non ci mettere nella prova, ma se è Tua volontà, affronteremo la prova.

Signore leva dalla nostra strada questi preti pavidi e indegni che chiudono le Chiese nel momento in cui maggiormente cerchiamo Te. Dai a noi lo stesso coraggio dei nostri fratelli che affrontano il martirio in Nigeria. Ci avevi giurato che le Porte degli Inferi non avrebbero prevalso sulla tua Chiesa. Sappiamo che non prevarranno.

Chiediamo a San Michele che estragga la spada.

mercoledì 29 aprile 2020

Una sferzata infuocata di amor divino contro le negligenze della gerarchia ecclesiastica.


«Nella tua natura, Deità eterna, cognoscerò la natura mia. [...] Qual è la natura mia? È fuoco».

Queste parole sono tratte da una delle orazioni scritte da Santa Caterina da Siena, vergine Mantellata del Terz'Ordine domenicano, Patrona d'Italia e compatrona d'Europa, Dottore della Chiesa. Qual è questo fuoco di cui parla la nostra Santa? È quello della carità divina, che tanto ardeva nel suo cuore infiammato d'amore per il suo Divin Sposo. Ma Ella non poteva disgiungere da tale profluvio d'amore la Mistica Sposa del Divin Redentore, la Santa Chiesa. Parole infuocate uscivano dalla profondità del cuore di questa Vergine domenicana, parole tuonanti e di riconciliazione verso i principi cristiani e le alte cariche della gerarchia ecclesiastica.

Anche il Pontefice sedente così ricordava, nell'Udienza generale odierna, nei saluti rivolti agli Italiani, questa Santa: «Questa grande figura di donna [Santa Caterina da Siena, n.d.R.] attinse dalla comunione con Gesù il coraggio dell’azione e quella inesauribile speranza che la sostenne nelle ore più difficili, anche quando tutto sembrava perduto, e le permise di influire sugli altri, anche ai più alti livelli civili ed ecclesiastici, con la forza della sua fede. Il suo esempio aiuti ciascuno a saper unire, con coerenza cristiana, un intenso amore alla Chiesa ad una efficace sollecitudine in favore della comunità civile, specialmente in questo tempo di prova. Chiedo a Santa Caterina che protegga l’Italia durante questa pandemia; e che protegga l’Europa, perché è patrona d’Europa, che protegga tutta l’Europa perché rimanga unita». 
Santità, dalla fede cattolica apprendiamo che la Volontà di Dio è che tutte le genti riconoscano in Gesù Cristo l'Unico Salvatore, il Messia. La Sacra Scrittura lo afferma chiaramente: «Tutti i popoli che hai creato, verranno e si prostreranno davanti a Te, Signore, per dare gloria al Tuo Nome» (Sal 86:9). E ancora: «Sì, tu solo sei Santo e tutti i popoli verranno e si prostreranno dinanzi a te, perché i tuoi giudizi son divenuti manifesti» (Ap 15:5). E il diffondere della fede nel mondo, senza distinzione alcuna di genti, è affidata da Nostro Signore agli Apostoli, come si legge: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16:15-16). Santità, da ciò è evidente che l'unità dei popoli - nello specifico del Suo discorso odierno, l'unità europea intesa come Stati e popoli europei -, come è possibile averla se da Bruxelles è stato bandito Cristo e nella Comunità europea non vi è traccia alcuna del Divin Redentore? L'Unione europea lavora per instaurare un nuovo umanesimo senza Cristo, una religione senza la Croce, ovvero la religione umanitaria, dove al centro c'è l'uomo e non Cristo, un uomo che si assurge a Dio. Ma solo Cristo è Vero Uomo e Vero Dio, Colui che svela pienamente l'uomo all'uomo, Colui che è il Solo e Unico Redentore. L'Unione europea pretende di realizzare un mondo di pace, di fratellanza e di benessere materiale, di sviluppo integrale dell’uomo: tutto questo, però, senza Gesù Cristo, il Re della pace e il Dio con noi. Inoltre, la stessa Unione europea persegue un regno in terra costruito dalle mani dell’uomo, ciò che il Catechismo definisce uno pseudo messianismo intramondano (Cf. ccc. 675-677). Questo progetto, è destinato a fallire, perché Nostro Signore ci ha detto: «senza di me non potete fare nulla» (Gv 15:59). La stessa Santa Caterina avrebbe aborrito dinanzi a questo nuovo Umanesimo, a fortiori perché la Gerarchia ecclesiastica se ne fa promotrice. Come se ne fa promotrice? Chiudendo i luoghi di culto, e specialmente durante i tempi liturgici della Quaresima e la Pasqua! Oh, abominio! Solo a pensare che san Gregorio Magno durante la peste che imperversava a Roma indisse e presenziò a processioni di rogazione per chiedere l'aiuto a Dio. E questo santo Pontefice ebbe ciò che sperò: gli apparve l'Arcangelo san Michele sulla sommità della Mole Adriana, il quale riponeva la spada nel fodero, simbolo della cessazione del male. Invece, cosa spetta ai poveri fedeli del Terzo Millennio? Un Pontefice, che si barrica nei Suoi domini, fa vedere che sgrida i sacerdoti e si dibatte per poveri disgraziati senza Sacramenti e si da alle telefonate con il "devoto" Premier Conte. Inoltre, un Presidente dell'Episcopato con tutta l'assise episcopale che versano lacrime di coccodrillo ed emettono timidi guaiti. Per tutti i fedeli ciò è sconcertante e penoso! Un consiglio fraterno vogliamo darvi, sperando che ce lo concediate: Fate come san Pietro da Morrone, alias Celestino V! 

Vogliamo  concludere con due Orazioni: 

Tu, o Dio, alla beata Caterina adorna di un raro privilegio di verginità e di pazienza, desti la grazia di riuscire vittoriosa nei combattimenti contro le potenze del male e di rimanere incrollabile nell'amore del tuo Nome: a noi concedi di calpestare sul suo esempio la corruzione del mondo e di superare le insidie di tutti i nemici per giungere con sicurezza alla tua gloria. 


O Dio, che prediligi e conservi la pace e la carità, da' a tutti i nostri nemici pace e carità vera: concedi loro il disvelamento delle loro iniquità e il perdono di tutti i peccati e con la tua potenza liberaci dalle loro insidie. 

Sì, aiutaci, Signore, per intercessione della Santa Patrona d'Italia, a liberarci dei veri nemici della Chiesa, corrotti e corrutori della santa Dottrina e del popolo di Dio!  



Gregorius et Hildegardis 




martedì 28 aprile 2020

Santità: L'invito è a non cedere alla rassegnazione “nelle nostre paure”. Solo con Lui, davvero, “tutto andrà bene”.


Beatissimo Padre,

stamani, nella Messa da Voi celebrata nella cappella della Domus Sanctae Martae, Voi elevavate questa preghiera al Signore: «In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni». Tutto il popolo di Dio, che questa mattina ha assistito alla Santa Messa per via TV, è con Lei, Santo Padre! E tutte le persone di buon senso concordano con il pensiero paterno della Santità Vostra! Però, Vostra Santità ci conceda di ricordarVi che il Sommo Pontefice in primis deve guidare e pascere il popolo di Dio, realmente e non virtualmente, così come la Santità Vostra ribadisce spesso, che il pastore deve avere l'odore delle pecore. Inoltre, vogliamo rammentare alla Santità Vostra e a tutto l'Episcopato dell'orbe cattolico, che per seguire il mondo (vedasi i vari consigli dei diversi virologi e dei vari Capi di Stato) i pastori rischieranno di puzzare di tubo catodico e non più di vera lana ovina. Per mandato divino, il Governo della Santa Chiesa spetta unicamente a Voi, e non può essere delegato a un troupe di virologi o ai Capi di Stati o Governi laici. Questo non è stato mai previsto dal Divin Redentore, di cui Voi ne siete il Vicario in terra.

Santità, Voi invitate i fedeli ad obbedire alle disposizioni emanate dal Governo laico. Questo significa concretamente, riguardo al caso del culto, che i fedeli debbano accontentarsi attualmente di una trasmissione della fede solo virtuale. E alla fine della pandemia, chi potrà ritrarre i fedeli dalla convinzione che tale modo di operare durante la pandemia non sia normale anche in tempi migliori? Già questo era diffuso, nei tempi anteriori allo scoppio dell'emergenza sanitaria, allorché le persone, non impedite da alcunché e professandosi cattolici, preferivano attendere al precetto domenicale seguendo semplicemente la Santa Messa per via TV o radio. Vorremmo ricordare a Vostra Santità e all'Episcopato, che il primo precetto della Chiesa ci obbliga di assistere alla Santa Messa la domenica e nelle feste di precetto, e si richiede una presenza fisica. Chi guarda la Messa in TV o tramite i mezzi di comunicazione o social non adempie in sé tale precetto! È esentato della presenza fisica, a norma del diritto canonico, solo coloro che sono gravemente malati.

"La Messa è tutto" diceva il beato Clemente Marchisio. Udire la messa la domenica e le altre feste comandate corrisponde al nostro dovere di santificare le feste partecipando al Santo Sacrificio offerto sull'Altare. Non è dunque prioritariamente per ricevere qualche cosa, nemmeno la Santa Comunione, che si va a Messa, ma per compiere il proprio stretto e primario dovere di giustizia: dare a Dio il culto dovuto, nel modo che Lui si è compiaciuto rivelare degno, congruo e gradito. Ad un simile dovere che ci obbliga come creature nei confronti del Creatore, non ci può sottrarre che una grave necessità. Più che pensare al bene che possiamo trarre dalla costrizione forzata nelle nostre case, e nemmeno all'utilità fruire dei beni spirituali della frequenza ai Sacramenti, dunque, crediamo che la questione della partecipazione alla Messa si debba affrontare valutando se esistano le condizioni oggettive e soggettive per non essere tenuti al primario nostro dovere religioso. Escludendo in questo caso il pericolo prossimo di peccato, che sarebbe motivo anche per non recarsi a Messa, ma che qui ora non c'entra, ci si deve domandare se vi sia un pericolo prossimo di esporsi temerariamente ad un grave male, tale da giustificare la mancanza alla celebrazione della Santa Messa. Ora, l'uscita prudente da casa è un pericolo prossimo di contagio? - Sembrerebbe di no per ammissione stessa delle autorità civili che autorizzano ad uscire per lo sport, per recarsi a fare la spesa e dal 4 maggio anche per visitare la nonna, la fidanzata e persino il compagno felice (purché il radicamento nella perversione sia stabile): l'intenzione dell'uscita in nessun modo influisce sulla pericolosità perché se qualcuno viene a contatto col bacillo non è che esso sappia che la persona è per strada per andare dalla zia ed allora non lo prende, mentre se la stessa persona è fuori per andare a Messa il bacillo virale lo assale senza pietà. 

Santità, ci giungono notizie di una sorta di protocollo che il Governo vorrebbe istituire, in accordo con la Cei, un numero chiuso per la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni della Messa, numero chiuso che sarebbe scelto a discrezione del parroco e degli Ordinari del luogo. Ciò è immorale ma anche soprattutto contrario al Codice di Diritto Canonico, ove si enuncia che è da assicurarsi a tutti i fedeli la ricezione dei Sacramenti. Visto che già in diversi luoghi di Italia avviene clandestinamente questa discriminazione, non vorremmo che diventi la prassi durante la fase 2.

Santità, quando a Roma l'Eminentissimo Cardinale Vicario chiuse materialmente le chiese, Voi tuonaste per la riapertura e così fu. Invece, in altre Diocesi italiane le restrizioni sono state ulteriormente aggravate dagli Ordinari diocesani, che, superando le stesse disposizioni del Governo e contrariamente alle risoluzioni comuni di tutto l'Episcopato della provincia ecclesiastica romana, hanno disposto la chiusura di tutte le Chiese, privando dell'ultimo conforto consentito ai fedeli, ossia la visita al Santissimo Sacramento dell'Altare. Il Vostro clero, Santo Padre, è scomparso dalla circolazione e si è rintanato nelle Curie, nella Canoniche e Sacrestie, colla la loro cricca di fiducia. Sono gemme rare quei sacerdoti, che sprezzanti dei pericoli e della minacce delle FF.OO., sono rimasti accanto ai loro fedeli. Quindi, Voi chiedete ancora obbedienza allo Stato, nonostante i soprusi perpetrati sui Vostri figli laici e sacerdoti: ora basta! Santissimo Padre, l'ora è suonata: la Chiesa si riprenda la Sua sovranità e i ministri di Dio riportino ai fedeli i Sacramenti e permettano la partecipazione alla Santa Messa!

Gregorius et Hildegardis

lunedì 27 aprile 2020

La Cei e il Card. Gualtiero Bassetti siano paladini e difensori dei diritti della Chiesa



Alle Vostre Eminenze ed Eccellenze che leggeranno questa breve lettera.

Eminenza Reverendissima Card. Gualtiero Bassetti, apprendiamo dal quotidiano Avvenire la Sua supplica al Signore durante la Santa Messa della III Domenica di Pasqua, da Lei presieduta ancora una volta senza concorso di fedeli e a porte chiuse, come nel resto di Italia. Da quando la Chiesa italiana ha scelto di accogliere la decisione del Governo riguardo la sospensione del culto pubblico con il concorso del popolo, una decisione azzardata da parte della CEI che ha permesso allo Stato di interferire nella vita e azione della Chiesa rendendola dipendente dallo Stato civile, come se fosse un qualsiasi ente statale, la gerarchia ecclesiastica, dinanzi al popolo fedele di Dio e all'opinione pubblica, ha perso ogni forma di credibilità.

«Signore noi abbiamo bisogno di te! Dei tuoi gesti e delle tue parole: speriamo di poter tornare presto a celebrare l’Eucarestia! Te lo chiediamo col cuore». Eminenza, lodevole la preghiera di supplica, ma vorremmo ricordarLe che ai Pastori, cui è stato affidato di pascere il gregge per volontà del Signore cui Lei si rivolge, è dato ogni potere per non trarre la Santa Chiesa nei lacci della costrizione statale. Non più di tre giorni fa, Eminenza, aveva annunciato trionfalmente: «È ora di tornare a Messa». Lei era sicuro, che il 10 maggio avrebbe visto, anche se con limitazioni, la ripresa della Messe con il popolo. Invece, Vostra Eminenza, è arrivato un'ennesimo schiaffone così duro, condito da una sottile presa in giro, da parte del «devoto» Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma quando si colpisce un Principe della Chiesa, un Successore degli Apostoli, si colpisce lo stesso Corpo Mistico di Cristo! E questo oltraggio non può farci tacere! Eh no, Eminenza, non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo tacere! È ora che i Vescovi italiani prendano in mano la situazione. Non possono più accettare il diniego dello Stato e vedere compromesso l'esercizio della libertà di culto. Abbiate finalmente il coraggio di dare un sussulto di dignità, verrebbe a dire. Se Voi Vescovi lo aveste detto due mesi fa, non saremmo a questo punto, anche perché le stesse misure precauzionali per l'emergenza potevano esser bene adottate sin da allora senza pregiudicare il culto. Eminenza, sa quanti sacerdoti, quanti laici sono insoddisfatti per la resa senza condizioni da parte della CEI, che agisce in modo verticistico e senza tener conto del popolo che dovrebbe, per mandato divino, rappresentare e difendere dai soprusi dei nemici della Chiesa? Per questo deve iniziare con tutta l'assise episcopale (che è prossima a riunirsi) a fare la voce grossa con il Governo. Se la CEI vuole riacquistare credibilità, deve dare seguito, sin da subito, a queste parole: le Messe sono possibili già da subito rispettando le condizioni di distanziamento sociale. Con questo la Chiesa riaffermerebbe la propria libertà e sovranità, che il Governo tecnocratico sta calpestando. Voi Vescovi, avrete il coraggio di arrivare fino in fondo? Auspichiamo di sì! Ma temiamo che nella CEI prenda il sopravvento il solito mercanteggiare politico alla ricerca di un compromesso. L'unica possibilità, che vediamo al momento, è solo un movimento dal basso, di laici e sacerdoti, che facciano pressione sui propri Vescovi, affinché si riaffermino i diritti della libertà della Chiesa, mai così a rischio in Italia.

Gregorius et Hildegardis

I vescovi in rivolta : il decreto viola la libertà di culto

La nota della Cei contro il decreto governo: "I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto"


La Cei si infuria e invia una nota durissima al premier Giuseppe Conte poco dopo la conferenza stampa che annuncia il nuovo decreto sulla fase 2. "Dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la Cei presentare orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo". È quanto si legge nella dura nota della Cei dopo la conferenza del governo. "La Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale".

Con la fase 2 siano riaperte le chiese al culto».

«L’adozione di misure atte a disciplinare e se necessario a limitare gli ingressi, che si unirebbero alle decisioni precauzionali già adottate dalla Cei, rendono assolutamente possibile il diritto dei cristiani ad essere partecipi e protagonisti delle messe ma anche di tutti gli altri riti che si celebrano nelle Chiese, compresi quindi i funerali. Un diritto inalienabile,"la libertà è un diritto  dei popoli".I Vescovi uniti con il Romano Pontefice 
«ritengono non più ammissibili episodi, anche se limitati, che hanno visto tentativi di interrompere le messe perché si sarebbero svolte in contrasto con le disposizioni del Dpcm del 4 marzo. Come non è ammissibile, pur in una situazione di emergenza, non celebrare con le necessarie limitazioni anche i funerali».

«Il passaggio alla Fase 2, complesso, difficile e anche con alcuni rischi, non può non tenere conto del diritto di tanti cittadini di manifestare idee, valori e convinzioni in campo religioso anche attraverso il culto praticato nelle Chiese». Riguardo quanto riferito dal Comitato tecnico-scientifico prima della mezzanotte di ieri,(1) dobbiamo ricordare che anche il mondo dei virologi è spaccato tra diverse visioni della situazione "pandemica". Oltretutto, considerando anche l'ampiezza delle Chiese (nella maggioranza dei casi si va anche oltre 300 mq), è più che plausibile officiare in piena sicurezza, e con le cautele e la vigilanza di alcuni volontari di cui le parrocchie dispongono ampiamente. Se il Governo Italiano, in virtù del Concordato, non può ingerire nelle questioni del culto, tanto meno lo può fare un comitato di scienziati e tecnici, sottomessi al Governo, in quanto tutti sottomessi a loro volta al Concordato e alle leggi costituzionali.


Gregorius et Hildegardis

(1)ADN1009 7 POL 0 ADN POL NAZ CORONAVIRUS: PER COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO 'SU MESSE CRITICITA' NON SUPERABILI' = Roma, 26 apr. (Adnkronos) - Criticità non superabili. Questo il parere del Comitato tecnico scientifico, si apprende da fonti di governo, sulla riaperture delle funzioni religiose. Criticità sia per quanto riguarda gli spostamenti che i contatti durante le messe. L'indicazione degli esperti è che occorra attendere per poter avere una percezione dell'impatto delle progressive riaperture. Un parere in merito potrebbe arrivare non prima del 25 maggio. (Mon/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-20 23:58

domenica 26 aprile 2020

Cei contro decreto Conte: 'Si viola libertà di culto' Avvenire, ferita ingiustificabile

La chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, vuota a Pasqua 

Redazione ANSA

"I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l'esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale". Lo afferma la Cei in una nota dal titolo "Il disaccordo dei vescovi" sui contenuti del Dpcm sulla 'Fase 2' illustrato dal premier Giuseppe Conte.

La Presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della CEI e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Conte. Già nei prossimi giorni - si legge in una nota - si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza.

Avvenire, ferita ingiustificabile - "Sarà molto difficile far capire perché, ovviamente in modo saggio e appropriato, si potrà tornare in fabbriche e in uffici, entrare in negozi piccoli e grandi di ogni tipo, andare in parchi e giardini e invece non si potrà partecipare alla Messa domenicale. Sarà difficile perché è una scelta miope e ingiusta. E i sacrifici si capiscono e si accettano, le ingiustizie no". Lo scrive in un editoriale il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che sul tema fede e fase 2 parla di una "ferita incomprensibile e ingiustificabile".

Bonetti, incomprensibile non far celebrare messe - "Non posso tacere di fronte alla decisione incomprensibile di non concedere la possibilità di celebrare funzioni religiose". Lo dice all'ANSA la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti commentando il discorso del premier Giuseppe Conte. "Non ho mai condiviso questa decisione e non credo ci assolva riferirci alla rigidità del parere del comitato tecnico scientifico. Sta alla politica tutelare il benessere integrale del Paese, e la libertà religiosa è tra le nostre libertà fondamentali".

“I Vescovi italiani non possono accettare limitazioni dallo stato”.

A seguito della conferenza stampa del presidente del consiglio italiano  Giuseppe Conte, in cui ha annunciato la fase due durante la quale non sarebbe ancora previsto il culto pubblico nelle chiese cattoliche (ad eccezione dei funerali da celebrarsi in spazi aperti con un massimo di 15 partecipanti), la CEI manifesta con il seguente comunicato il proprio disaccordo per la prorogata soppressione del culto pubblico ( Messe e sacramenti).
Auspichiamo che, come abbiamo ascoltato nel vangelo odierno del Bonus Pastor, i Vescovi si dimostrino tenaci difensori del popolo fedele contro i soprusi dello stato laicista e ateo, che infrange il Concordato e la costituzione riguardo il culto. I Vescovi gridino la verità evangelica e difendano l'onore, i diritti e la libertà di Santa Madre Chiesa.
Gregorius et Hildegardis

"l'autorità, all'interno di una chiesa, è il parroco!"

Adesso è troppo: la polizia interrompe la Messa - La Nuova Bussola ...
I comunisti sono gli unici colpevoli della rovina del nostro meraviglioso paese e che hanno plagiato volontariamente tramite la scuola in maniera subdola e meschina milioni di giovani italiani inculcando nella loro mente l’ideologia infame comunista e l’odio verso le istituzioni. I comunisti sono ignoranti per scelta e per nostra fortuna non conquisteranno mai il mondo proprio per questo loro limite mentale. Da Marx a Lenin il programma era chiaro: “ingannare le masse perchè facciano ciò che l’intellighenzia comanda”. Lo scrivevano in modo più raffinato e meno diretto, ma questo è il fondamento scientifico con cui il comunismo voleva conquistare il mondo. Lavaggio del cervello alla massa perchè una bugia ben piazzata uccide più di mille spade, queste erano le parole di Lenin. La rivoluzione sarebbe stata possibile solo ingannando il popolo, il fine giustifica i mezzi. Da Togliatti, Gramsci a seguire i comunisti in Italia hanno tentato il lavaggio del cervello alle masse occupando tutti gli organi di informazione, tutte le università, tutte le case editrici, tutti i sindacati e qua vorrei stendere un velo pietoso su certi sindacati italiani. Hanno raccontato agli italiani una realtà che non esiste, inventata, mistificata, deformata ad arte per farli arrabbiare e farli ribellare. Hanno formato così intere generazioni di ignoranti puri, che ora ci ritroviamo nella scuola a fare gli insegnanti e, peggio ancora, nelle università.

sabato 25 aprile 2020

«La polizia è entrata armata in chiesa per interrompere la Messa. Ora basta»


La denuncia a tempi.it di padre Philippe de Maistre, parroco a Parigi: «C’erano tre fedeli in chiesa, nessun assembramento. Senza espressione pubblica non c’è fede cattolica: è ora che i vescovi alzino la voce»



Come tanti altri sacerdoti, per raggiungere i suoi fedeli in tempi di pandemia e confinamento, anche padre Philippe de Maistre si è trovato costretto a trasmettere la Messa via internet. E proprio come ha fatto in Italia ad esempio l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, per rendere la celebrazione meno spettrale ha radunato domenica 19 aprile nella sua chiesa Saint-André-de-l’Europe, a Parigi, uno sparuto drappello di fedeli: un chierichetto, una persona per intonare i canti, un organista e tre parrocchiani per rispondere alle formule e occuparsi delle letture.

venerdì 24 aprile 2020

"A lupo, a lupo": Smettetela di annunciare la soppressione del Summorum Pontificum!

Gallery - Il Pensiero Cattolico

Negli ultimi giorni, circola su alcuni blog un allarme infondato riguardo una presunta prossima soppressione del Motu Proprio Summorum Pontificum. Infatti, da nostre indagini sul caso, possiamo dire che vi è solo un semplice questionario, che consta di 9 quesiti, inviato dalla Congregazione per la dottrina della fede a tutte le diocesi del mondo.

Ecco le domande poste:

1. Com’è la situazione nella diocesi sul Messa Antica?

2. Risponde a una necessità o è promosso da un solo prete?

3. Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi?

4. Vengono rispettate le norme della Summorum Pontificum?

5. Il Novus Ordo ha adottato elementi del Rito tradizionale?

6. Lei [il vescovo] usa il Messale del 1962?

7. Vengono celebrati altri sacramenti nel Vecchio Rito?

8. C’è un’influenza sul seminario?

9. Qual è il suo consiglio sulla Messa Antica?

Inviare questionari del genere rientra nella prassi della Santa Sede, che come Madre premurosa si rivolge ai suoi figli (Vescovi e/o laici) per attestare alcune situazioni. Nella fattispecie, Essa si informa sull'andamento e progresso delle celebrazioni Vetus Ordo (Messa e Sacramenti) nelle varie diocesi del mondo. Pertanto, allo stato attuale non è possibile concludere che ci sia un'intenzione prossima di sopprimere il Motu Proprio. Questo troverebbe un indizio anche nei decreti promulgati lo scorso marzo, in cui la stessa Congregazione - seguendo le direttive che già furono di papa Benedetto XVI nella sua lettera ai Vescovi al tempo della promulgazione del Summorum Pontificum per una "riforma della riforma" -, annuncia la promulgazione di 7 nuovi Prefazi facoltativi e l'inserimento di nuovi Santi proclamati dal pontificato di Giovanni XXIII in poi (celebrazione facoltativa) per il Messale del '62. Stando a ciò sarebbe un controsenso sopprimere un Messale, su cui la Congregazione ha lavorato per la sudetta riforma della riforma.

Quindi, al momento bisogna star tranquilli e da buon tomisti essere realisti e non cercare complotti inutili, attualmente infondati.

Gregorius et Hildegardis

P.S.Con il decreto Quo magis, l’ex Sant’Uffizio ha approvato il testo di sette nuovi prefazi eucaristici da usare facoltativamente nella Messa celebrata secondo il Messale Romano del 1962. sette nuovi prefazi




giovedì 23 aprile 2020

Il Ramadan a distanza si apre a San Lorenzo nella diocesi Berica "Vicenza"

Fedeli musulmani riuniti in preghiera, rispettando la distanza anti-Covid, in una moschea del Pakistan


Avvio al Ramadan il canto del muezzin verrà diffuso dai chiostri francescani di San Lorenzo, il tempio simbolo della cristianità.

All'origine, un accordo tra il centro Ettawba e la diocesi berica: dovendo rispettare le regole del distanziamento sociale, i responsabili del centro islamico hanno optato per un appuntamento simbolico. 

In occasione del primo giorno effettivo di purificazione, che in base al calendario lunare cade stanotte, domani alle 20 piazza San Lorenzo accoglierà quindi il primo richiamo del mese di digiuno. L'iniziativa, assicurano dalla diocesi, è il linea con l'atteggiamento di accoglienza delle fedi che la Chiesa promuove da anni. Ma in tempi in cui la tecnologia sembra aver accorciato tutte le distanze, neanche i nuovi strumenti digitali possono rimpiazzare lo spirito della preghiera del Venerdì. «Se guardo in streaming l’Imam che fa il sermone del venerdì non vuol dire che io ho fatto la preghiera del venerdi, sto ascoltando una semplice predica. Perché la preghiera ha delle condizioni: per partecipare a una preghiera collettiva, devo condividere lo stesso spazio fisico con l’Imam e gli altri fedeli», chiarisce il presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia Yassine Lafram.

martedì 21 aprile 2020

Che venga imposto il lockdown anche ai Musulmani per il loro Ramadan dal 23 aprile al 23 maggio

Papa Francesco e il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei

Apprendiamo dal quotidiano online il Giornale:

«Il 23 aprile avrà inizio il mese sacro di Ramadan ed è dunque plausibile che molti musulmani in Italia e in Europa in generale, rivendichino il diritto di recarsi in moschea e nei centri islamici per le relative funzioni religiose, scontrandosi però con le restrizioni da Covid-19.
Non vi è poi soltanto l'aspetto legato alla religione, ma anche tutto un meccanismo socio-economico che gira attorno ad affollatissime macellerie islamiche, negozi di kebab, bazar, tutte attività commerciali che fioriscono durante il mese sacro dell'Islam e con una vita sociale della Ummah che si intensifica fortemente.
Le autorità italiane si troveranno dunque a fronteggiare questo problema e avranno una bella gatta da pelare visto che se saranno più tolleranti nei confronti dei musulmani, rischieranno di scatenare l'ira dei cristiani che sono stati costretti a fare Pasqua a casa. Se metteranno in atto la stessa intransigenza, rischieranno di imbattersi nell'ostilità dei musulmani, spesso non molto inclini ad accettare regolamentazioni istituzionali sul "sacro". Basti pensare che in Bangladesh decine di migliaia di persone si sono riversate al funerale di Jubayer Ahmed Ansari, leader del partito islamista Bangladesh Khelafat Majlish, ignorando totalmente le disposizioni del governo sul Covid. Un problema che potrebbe riguardare anche le banlieue francesi e belghe, ma anche i quartieri a maggioranza islamica in Gran Bretagna e in altri Paesi europei.

venerdì 3 aprile 2020

Maria Santissima Corredentrice taciuta, Corredentrice dimenticata, Corredentrice mortificata

Stabat Mater dolorosa - La Madre Addolorata stava in lacrime
Nell’omelia di oggi a Santa Marta, il Santo Padre ci fa riflettere sui dolori di Maria Santissima addolorata , festa che cade il primo venerdì della prima settimana del tempo di Passione.Il Papa se da una parte recupera un’antica tradizione che voleva ricordare la Madonna Addolorata, proprio nel venerdì prima della settimana Santa e collocarla negli eventi della Passione di Cristo, sottolineandone il ruolo di Madre di compassione ai piedi della croce. Dall'altra parte non fa che sottolineare che la Madonna non è «corredentrice», non condivide dunque con Gesù la potestà di redimere l’umanità dal peccato, e non serve «perdere tempo» con nuovi dogmi che stabiliscono nuovi titoli. Lo ha detto Papa Francesco nel corso della Messa di oggi 3 Aprile 2020 nella cappella della casa di Santa Marta.La questione del titolo di Maria «corredentrice» torna periodicamente nella storia moderna della Chiesa. La Chiesa già insegna quattro dogmi relativi alla Vergine, ossia la sua perpetua verginità, la sua dignità come Madre di Dio, la sua Immacolata Concezione e la sua gloriosa Assunzione in cielo in anima e corpo. Già nel Concilio Vaticano I (1869-1870) ci fu chi sostenne l’idea di un nuovo dogma per far partecipare Maria della potestà redentrice di Gesù. Pio XI (1922-1939) fu il primo Pontefice che parlò di Maria corredentrice, Giovanni Paolo II lo ha fatto più volte, ma tutti i Pontefici hanno rifiutato l’idea di un nuovo dogma. In seno al Concilio Vaticano II (1962-1965) alcuni vescovi avanzarono anch’essi la richiesta, in particolare, ma Giovanni XXIII e Paolo VI non la presero in considerazione, non da ultimo perché i protestanti non venerano Maria e una simile mossa avrebbe rischiato di rovinare i rapporti fra cristiani proprio nel pieno di un concilio ecumenico. Di recente due anziani cardinali – il messicano Juan Sandoval e l’indiano Telesphore Toppo – e quattro vescovi si erano rivolti al Papa chiedendo di proclamare il dogma di Maria corredentrice. Noi San Pio da Pietrelcina e tanti Santi, crediamo in Maria Corredentrice. Papa Francesco no. 
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