Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 31 maggio 2018

CORPUS DOMINI, Una solennità mortificata



La solennità del Corpus Domini (“Corpo del Signore”) è una festa di precetto, chiude il ciclo delle feste del periodo post Pasqua e celebra il mistero dell'Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena.Il Corpus Domini si celebra il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità. A Orvieto, dove fu istituita, e a Roma, dov'è presieduta dal Papa, la celebrazione si svolge infatti il giovedì dopo la solennità della Santissima Trinità. A Roma la celebrazione inizia nella Cattedrale di S. Giovanni in Laterano, per poi concludersi con la processione tradizionale fino alla basilica di Santa Maria Maggiore; il Santo Padre la presiede in quanto Vescovo di Roma. Nella stessa data si celebra in quei paesi nei quali la solennità è anche festa civile: nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria e a San Marino.
In Italia e stata festa obbligatoria fino al 1984, quando Giovanni Paolo II e il cardinale Agostino Casaroli, in accordo con il partito socialista firmarono un nuovo concordato, dove la festa di precetto venne soppressa, insieme alla solennità dell'ascensione, e la solennità obbligatoria di san Giuseppe Patrono universale della Chiesa, quindi la festa del 2 Novembre, la commemorazione dei fedeli defunti. Non contenti di tutto ciò, la Chiesa Cattolica si è venduta allo stato italiano, per un mucchietto di soldi, il così detto 8 x 1000. Acconsentendo che la religione cattolica. venisse cancellata dalla costituzione italiana, come religione di stato, e che Cristo venisse messo da parte, come ospite inopportuno per fare largo alla libertà religiosa voluta dal Concilio Vaticano II.


PROTOCOLLO ADDIZIONALE


Al momento della firma dell'Accordo che apporta modificazioni al Concordato lateranense la Santa Sede e la Repubblica italiana, desiderose di assicurare con opportune precisazioni la migliore applicazione dei Patti lateranensi e delle convenute modificazioni, e di evitare ogni difficoltà di interpretazione, dichiarano di comune intesa:


1. In relazione all'Art. 1


Si considera non più in vigore il principio, originariamente richiamato dai Patti lateranensi, della religione cattolica come religione dello Stato italiano.


Nella riforma del rito ambrosiano, promulgata dall'Arcivescovo di Milano il 20 marzo 2008, questa festività è stata riportata obbligatoriamente il giovedì della II settimana dopo Pentecoste con la possibilità, per ragioni pastorali, di celebrarla anche la domenica successiva. Numerose diocesi, in Italia, continuano a proporre ai fedeli la Celebrazione e la Processione Eucaristica, a livello diocesano, il giovedì, lasciando per la domenica la Celebrazione e la Processione parrocchiale. Qui nella città di Roma sede del Romano Pontefice dove da sempre questa solennità veniva aspettata dai fedeli, con novene e suppliche, preparativi di tappeti di fiori per il passaggio del Signore Gesù Eucaristico, con l'ascesa al Trono di Pietro, di papa Bergoglio questa festa viene decisamente soppressa il Giovedì dopo la festa della Santissima Trinità, e per la prima volta non avremmo la storica processione al centro di Roma dalla cattedrale di Roma non si eleveranno canti , nessun inno al Cristo Signore Re sacramentato, tenuto conto del processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in Italia negli ultimi decenni e degli sviluppi promossi nella Chiesa dal Concilio Vaticano II.

martedì 29 maggio 2018

A Roma si è levata la voce della famiglia





Rome Life Forum 2018

di don Angelo Citati

Organizzato dall’associazione Voice of the Family, si è tenuto a Roma lo scorso 17 e 18 maggio – in preparazione alla «Marcia per la vita» di sabato 19 – il «Rome Life Forum». Il convegno, dedicato alla difesa della famiglia tradizionale, ha avuto quest’anno come oggetto particolare il ruolo e i limiti della coscienza personale nella morale familiare.

Inaugurato nel 2014 e riservato finora ad un ristretto numero di specialisti, quest’anno, in occasione della sua quinta edizione, il convegno ha aperto le porte al grande pubblico. Quasi 200 persone – tra cui il cardinale Burke, mons. Schneider e mons. Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti – hanno potuto ascoltare nel corso dei due giorni le conferenze che si sono seguite, con un ritmo serrato, in uno degli auditorium dell’Angelicum.

mercoledì 23 maggio 2018

Il lunedì di Pentecoste d’ora in poi sarà consacrato a Maria


Mater Ecclesiæ, ora pro nobis


Papa Francesco ha deciso che il lunedì di Pentecoste sarà il giorno designato per venerare «Maria, Madre della Chiesa». Il decreto, firmato l’11 febbraio – data delle apparizioni della Madonna a Lourdes – è stato pubblicato il 3 marzo 2018.

Il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, ha spiegato che il Santo Padre ha preso la decisione di celebrare Maria Madre della Chiesa «considerando l’importanza del mistero della maternità spirituale di Maria, che dall’attesa dello Spirito a Pentecoste, non ha mai smesso di prendersi maternamente cura della Chiesa pellegrina nel tempo».

Secondo il prelato guineano, se vogliamo crescere ed essere riempiti dell’amore di Dio, dobbiamo radicare la nostra vita in tre grandi realtà: la Croce, l’Ostia e la Vergine Maria. Si tratta di «tre misteri che Dio ha donato al mondo per strutturare, fecondare, santificare la nostra vita interiore e per condurci verso Gesù Cristo», scrive il Cardinale nel commento che accompagna la pubblicazione del decreto.

È bene rammentare che solo Cristo è il Capo della Chiesa, in virtù della sua Incarnazione redentrice. Vero Dio e vero uomo, Egli è la fonte della cosiddetta «grazia capitale». L’espressione «Maria, Madre della Chiesa» è una conseguenza della maternità spirituale che la Vergine esercita sui membri del Corpo mistico che è la Chiesa.

La Tradizione designa la Madonna come la «madre dei membri del Cristo» e la «madre dei membri mistici del corpo del Cristo», secondo le formule di sant’Agostino e di san Leone Magno. Questi ultimi si appoggiano sulla cooperazione – subordinata a Cristo – della Vergine Maria all’opera della Redenzione. Tale cooperazione si manifesta in particolare ai piedi della Croce, quando la Madonna si unisce alla Passione di suo Figlio restando in piedi e quando viene proclamata madre di san Giovanni (Gv 19,26-27).

lunedì 21 maggio 2018

«Gravissima la scelta del vescovo»Massimo Camisasca.

La preghiera della veglia di...In una chiesa che ha perso la fede – e presidiata da carabinieri, polizia e Digos – si è svolta a Regina Pacis la veglia contro l’omofobia. “La verità vi farà liberi, per il superamento dell’omofobia, della transfobia e di ogni intolleranza”: questo il titolo che don Paolo Cugini ha voluto dare a uno degli eventi che più di tutti ha fatto discutere e parlare la città.Tutto si è svolto alla presenza del vescovo di Reggio Emilia, Massimo Camisasca. Una scelta da molti e da molti contestata . La veglia voluta da don Paolo Cugini e presieduta dal vescovo è «blasfema . La dottrina della Chiesa è chiara, gli atti omosessualisti sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Per ribadire, un’altra volta, che la Chiesa ha verità e regole immutabili nei millenni e che agli omosessuali - . A meno che si pentano ovvero che scelgano la castità sono condannati. Un nutrito gruppo di giovani “riparatori” il 20 Maggio hanno pensato di rispondere alla veglia contro l’omofobia con una preghiera riparatrice proprio davanti al Vescovado, simbolo della Chiesa reggiana ma anche abitazione di monsignor Massimo Camisasca.  Santo Rosario in ginocchio, per terra, poi il cantico delle litanie dei santi. Rigorosamente in latino. Per ribadire che Dio ama il peccatore ma detesta il peccato, e che la Chiesa ha regole immutabili. in quanto scritte nel suo DNA da Dio stesso.«È gravissimo che il vescovo abbia compiuto questa scelta – ha scandito don Doria – e che abbia aperto un varco per far crollare anche quest’ultimo baluardo della dottrina. E per questo che c’è bisogno di un atto riparatore». Ed è stato Cristiano Lugli, 25 anni, portavoce del gruppo, a stigmatizzare, tra le altre, la scelta di una croce arcobaleno ben visibile sulla locandina della veglia “eretica”: «Davvero inaccettabile».
Una lettera fatta arrivata pochi minuti prima dell’atto di riparazione, a firma di don Giorgio Belli della diocesi di Modena, che ha invitato i cristiani “veri” a resistere. Incrollabile la convinzione dei presenti: «Siamo arrivati al punto –che una parte della chiesa legifera dottrine nuove che pur di piacere al mondo e alle lobby fa atti contro se stessa».

mercoledì 16 maggio 2018

Domenica 20 Maggio Santo Rosario di Riparazione


Il vescovo Massimo Camisasca parteciperà alla veglia anti-omofobia di domenica nella parrocchia di Regina Pacis. Organizzata da don Paolo Cugini – così come lo scorso anno – vedrà tanti omosessuali e appartenenti al mondo Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Una messa che però è stata circondata da numerose polemiche, specie da parte dei cattolici che hanno già annunciato per la stessa giornata di domenica una veglia di riparazione per «ripulire i peccati di chi è considerato eretico per la Chiesa».Dal numero uno della diocesi reggiana però arriva l’apertura ai omosessuali. Camisasca scende nei dettagli. «Dopo lunga riflessione e preghiera, ho deciso di presiedere la veglia alla parrocchia di Regina Pacis. La Chiesa non vuole giudicare nessuno, ma nello stesso tempo desidera offrire un ideale alto e chiaro, reso possibile dalla grazia di Cristo.Ho chiesto naturalmente agli organizzatori che essa non abbia nessun contenuto in contrasto con l’insegnamento della Chiesa».

domenica 13 maggio 2018

Tralci di una terra forte Madre Mazzarello

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Madre Mazzarello nasce a Mornese, un paese dell’alessandrino, il 9 maggio 1837.
La sua fu un’esistenza breve ma radicata nell’essenzialità e nella saggezza evangelica; la sua vita fu ricca di scelte coraggiose dettate da una quotidianità scarna ed esigente e la sua storia fu delineata da un continuo processo di conversione e di purificazione interiore.
Il segreto della sua santità è da ricercare nella personalità forte e determinata, sostenuta ed alimentata da una fede robusta che nasce e si sviluppa in un contesto geografico rurale, povero, un contesto non estraneo al clima di restaurazione ottocentesca.

giovedì 10 maggio 2018

Solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo

Pietro Perugino, Ascensione di Cristo
Con la solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo si conclude la vita terrena di Gesù che con il suo corpo, alla presenza degli apostoli, si unisce fisicamente al Padre, per non comparire più sulla Terra fino alla sua Seconda venuta (Parusìa) per il Giudizio finale

Viri Galilæi, quid admirámini aspiciéntes in coelum? allelúia: quemádmodum vidístis eum ascendéntem in coelum, ita véniet, allelúia, allelúia, allelúia. Ps. 46, 2 - Omnes gentes, pláudite mánibus: iubiláte Deo in voce exsultatiónis. Glória Patri… Act. 1, 11 - Viri Galilæi…

Uomini di Galilea, perché ve ne state stupiti a mirare il cielo? allelúia: nello stesso modo che lo avete visto ascendere al cielo, così ritornerà, allelúia, allelúia, allelúia. Sal. 46, 2 - Applaudite, o genti tutte: acclamate Dio con canti e giubilo. Gloria al Padre… Atti 1, 11 - Uomini di Galilea…
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
(Disc. sull'Ascensione del Signore, ed. A. Mai, 98, 1-2; PLS 2, 494-495)
Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore.
Ascoltiamo l'apostolo Paolo che proclama: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2). Come egli è asceso e non si è allontanato da noi, così anche noi già siamo lassù con lui, benché nel nostro corpo non si sia ancora avverato ciò che ci è promesso.
Cristo ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre qui in terra tutte le tribolazioni che noi sopportiamo come sue membra. Di questo diede assicurazione facendo sentire quel grido: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9, 4). E così pure: «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare»(Mt 25, 35).
Perché allora anche noi non fatichiamo su questa terra, in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza e la carità? Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi. E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza. A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l'amore che nutriamo per lui. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo. Infatti egli stesso dà testimonianza di trovarsi lassù mentre era qui in terra: Nessuno è mai salito al cielo fuorché colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo (cfr. Gv 3, 13).
Questa affermazione fu pronunciata per sottolineare l'unità tra lui nostro capo e noi suo corpo. Quindi nessuno può compiere un simile atto se non Cristo, perché anche noi siamo lui, per il fatto che egli è il Figlio dell'uomo per noi, e noi siamo figli di Dio per lui.
Così si esprime l'Apostolo parlando di questa realtà: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo» (1 Cor 12,12). L'Apostolo non dice: «Così Cristo», ma sottolinea: «Così anche Cristo». Cristo dunque ha molte membra, ma un solo corpo. 
Perciò egli è disceso dal cielo per la sua misericordia e non è salito se non lui, mentre noi unicamente per grazia siamo saliti in lui. E così non discese se non Cristo e non è salito se non Cristo. Questo non perché la dignità del capo sia confusa nel corpo, ma perché l'unità del corpo non sia separata dal capo.

mercoledì 9 maggio 2018

F.S.S.P.X cappella Santa Caterina Santa Messa dell'ascensione di N.S.Gesù Cristo Giovedì 10 Maggio alle ore 18:30



Oggi, solennità dell’Ascensione: festeggiamo Gesù risorto e Asceso al cielo, per ringraziarlo di essere sempre con noi soprattutto con il dono dei Sacramenti specialmente del Battesimo e dell’Eucarestia.
Tra gli appuntamenti di questa solennità vi ricordiamo: che nella cappella di Santa Caterina da Siena in via urbana 85 Roma verrà celebrata la Santa Messa Giovedì 10 Maggio alle ore 18:30, preceduta dal santo Rosario alle ore 18:00, possibilità di confessarsi a partire dalle 17:45
 L’Ascensione porta a compimento il mistero pasquale di Cristo. E’ il suo trionfo e la sua glorificazione dopo l’apparente disfatta della passione e morte in croce. Egli però non ci ha abbandonati: è con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, con la sua presenza nella Chiesa. Fa, o Signore, che la tua Chiesa corrisponda alla missione di rendere discepoli tutti i popoli. Che ognuno di noi, confortato dal tuo Spirito, si senta responsabile di questa dignità e di questa missione.

martedì 8 maggio 2018

Apparizione di San Michele Arcangelo e supplica B.V.Maria della Valle di Pompei



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Il Beato Bartolo Longo ebbe un sincero e filiale amore verso la Vergine Maria, venerata in Pompei con il titolo del SS. Rosario, e nutrì una vera ed autentica devozione verso l’Arcangelo Michele che dichiarò essere “il naturale protettore” della Valle di Pompei e delle opere pompeiane. Il beato Longo volle che 2 volte l’anno si facesse la supplica in modo solenne alla Vergine del Rosario di Pompei: la prima domenica di ottobre che è il mese del rosario e l’8 maggio che è la festa dell’apparizione dell’arcangelo san Michele al Monte Gargano in Puglia, regione dell'italia meridionale di cui il Beato Bartolo Longo era originario. 8 maggio,a Monte Sant'Angelo si festeggia, la prima apparizione di San Michele Arcangelo. Di seguito il racconto delle origini della Festa dell'Apparizione di San Michele Arcangelo.Sul promontorio del Gargano, a 831 metri d'altezza, tra boschi secolari ed un mare cristallino, sorge la città di Monte Sant'Angelo: dalla sua posizione panoramica domina, a ovest, il Tavoliere delle Puglie e, a sud, il Golfo di Manfredonia.

La roccia su cui il paese si adagia è di natura calcarea e, per questo motivo, si aprono al suo interno numerose caverne tra cui notissima è quella di San Michele.

sabato 5 maggio 2018

5 Maggio San Pio V Papa



MARTIROLOGIO ROMANO.

San Pio V, papa, che, elevato dall'Ordine dei Predicatori alla cattedra di Pietro, rinnovò, secondo i decreti del Concilio di Trento, con grande pietà e apostolico vigore il culto divino, la dottrina cristiana e la disciplina ecclesiastica e promosse la propagazione della fede. Il primo di maggio a Roma si addormentò nel Signore.Immagine correlata

Tra le più grandi glorie del Piemonte rifulge il grande pontefice San Pio V, al secolo Antonio Michele Ghisleri, nativo di Bosco Marengo (Alessandria) ove vide la luce il 27 gennaio 1504 da una nobile famiglia. Per sopravvivere fece il pastore, finché all’età di quattordici anni entrò tra i Domenicani di Voghera. Nel 1519 professò i voti solenni a Vigevano, poi completò gli studi presso l’università di Bologna e nel 1528 ricevette l’ordinazione presbiterale a Genova. Per ben sedici anni insegnò filosofia e teologia e successivamente fu priore nei conventi di Vigevano e di Alba, rigorosissimo con sé stesso e con i confratelli nell’osservanza religiosa. Nominato poi inquisitore a Como, spiegò ogni sua forza per arrestare le dottrine protestanti che segretamente venivano introdotte in Lombardia. Il suo intelligente vigore non tardò ad attirare l’attenzione del cardinale Giampietro Carata, che ottenne la sua nomina a commissario generale del Sant’Uffizio. Quando egli divenne papa col nome di Paolo IV, elesse il Ghisleri prima vescovo di Sutri e Nepi, ed in seguito cardinale nel 1557, con l’incarico di inquisitore generale di tutta la cristianità.

venerdì 4 maggio 2018

Festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria di Fatima Priorato San Pio X Albano Laziale


Carissimi,

vi ricordo di iscrivervi al più presto per il pranzo della festa di domenica 6 maggio.

Inoltre mi permetto di sollecitare la vostra generosità per collaborare per la preparazione e/o durante la festa. Per questo ci sarà una riunione con tutti i volontari il I maggio alle 16.30. A seguire alle ore 18.00 ci sarà una santa Messa in onore di san Giuseppe lavoratore per tutti i volontari. Grazie per la vostra comprensione.

Vi aspetto numerosi sopratutto per la Santa Messa e processione di sabato 5 maggio (I sabato del mese, festa di san Pio V e onomastico di Padre Pio). 
Una grande occasione per professare pubblicamente la nostra fede e attirare le grazie celesti. A presto.

In unione di preghiera
don Aldo Rossi

Sabato 5 Maggio 

ore 17:00 Santa Messa solenne 

ore 18:00 processione per le vie di Albano con la statua della Madonna di Fatima al termine benedizione eucaristica segue cena in piazza 

Domenica 5 Maggio 

ore 10:30 Santa Messa a seguire conferenza su Fatima

ore 13:00 Pranzo (gradita la prenotazione)

nel pomeriggio giochi 









4 MAGGIO SANTA MONICA, VEDOVA di dom Prosper Guéranger

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Maria e Salome.

Nel gruppo di persone che fu vicino a Gesù risorto, due donne, due mamme, attireranno oggi la nostra attenzione: Maria, madre di Giacomo il Minore e Taddeo; e Salome, madre di Giacomo il Maggiore e di Giovanni, il prediletto del Signore. Si sono recate al sepolcro con la Maddalena, al mattino della Risurrezione, portando gli aromi; hanno ascoltato la parola degli Angeli e, mentre tornano, Gesù si è improvvisamente presentato ad esse, le ha salutate, e si è degnato dar loro a baciare i suoi sacri piedi. Adesso ricompensa il loro amore, manifestandosi ad esse frequentemente fino a che venga quel giorno, e sarà presto, in cui dovrà dar il suo addio sul monte degli Ulivi, ove si troveranno insieme con Maria e con gli Apostoli.

Onoriamo queste due fedeli compagne della Maddalena, modelli d'amore verso il divino Risuscitato, e glorifichiamole per aver dato alla Santa Chiesa quattro Apostoli.

Santa Monica.

Ecco che ora, a fianco di Maria e di Salome, ci viene presentata un'altra donna, un'altra madre, pure presa dall'amore di Gesù, che offre alla Chiesa il figlio delle sue lacrime, un Dottore, un Pontefice, uno dei santi più illustri che siano stati generati dalla nuova legge.

giovedì 3 maggio 2018

RITROVAMENTO DELLA SANTA CROCE di dom Prosper Guéranger


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Il trionfo della Croce.

Era conveniente che il nostro Re divino si mostrasse ai nostri sguardi appoggiato allo scettro della sua potenza, affinché nulla mancasse alla maestà del suo impero. Questo scettro è la Croce, ed apparteneva al Tempo pasquale di presentargliene l'omaggio. Una volta la Croce veniva presentata a noi quale oggetto di umiliazione per l'Emmanuele, come il letto di dolore sul quale spirò; ma poi egli non vinse la morte? e cosa è divenuta questa Croce, se non il trofeo della sua vittoria? Che essa, dunque, venga mostrata e si pieghi ogni ginocchio davanti all'augusto legno, per mezzo del quale



Gesù conquistò l'onore che noi oggi gli rendiamo. Il giorno di Natale cantavamo con Isaia: "Ci è nato un pargolo e ci fu largito un figlio: ha sopra i suoi omeri il principato". Poi l'abbiamo visto che portava sulle spalle questa Croce, come Isacco portò la legna per il suo sacrificio; ma oggi, per lui, non è più un peso. Essa brilla di uno splendore che rapisce lo sguardo degli Angeli; e dopo che sarà stata adorata dagli uomini finché durerà questo mondo, apparirà d'un tratto sulle nubi del cielo per assistere, presso il giudice dei vivi e dei morti, alla sentenza favorevole di coloro che l'avranno amata, alla condanna di quelli che l'avranno resa inutile per essi, a causa del loro stesso disprezzo e del loro oblio.

Durante i quaranta giorni che passò ancora sulla terra, Gesù non giudicò conveniente di glorificare l'istrumento della sua vittoria. La Croce non dovrà apparire che nel giorno in cui, pure essendo rimasta invisibile, avrà conquistato il mondo a colui del quale ripete le meraviglie. Egli riposò tre giorni nella tomba: quella rimarrà seppellita durante tre secoli nella polvere. Ma risusciterà anch'essa; ed è questa ammirabile Risurrezione che oggi celebra la Chiesa. Una volta compiutosi il tempo, Gesù ha voluto accrescere le gioie pasquali, rivelando questo monumento del suo amore per noi. Lo lascerà tra le nostre mani, per nostra consolazione, fino all'ultimo giorno; non è dunque giusto che noi gliene rendiamo omaggio?


"In Festo Inventionis Sanctae Crucis"

Oggi è l'Inventio Crucis: per il Ritrovamento della Santa Croce, è d'obbligo la visita ad un quadro in S.Michele!
tricarico Cappella del Crocifisso-Chiesa Santa Chiara Tricarico

di Daniele Vanni

Si celebra oggi, l'Inventio Crucis, il ritrovamento della Croce, ad opera di S. Elena, aiutata da S.Ciriaco, poi vescovo di Gerusalemme, allora un ebreo di nome, guarda caso! Giuda! che era rabbino di Gerusalemme, ma che si convertirà nel ritrovamento della Croce e battezzato dal vescovo Macario con il nome che sta a significare: dedicato al Signore, verra martirizzato e passerà agli onori dell'altare come: Inventor Crucis.
La leggenda della Vera Croce è la leggenda che racconta la storia del legno sul quale venne crocifisso Cristo, spesso tramandata in letteratura e rappresentata in opere d'arte.

La versione più nota è quella che fa parte della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, opera composta nel XIII secolo.

La leggenda ha inizio con Adamo che, prossimo a morire, mandò il figlio Set in Paradiso per ottenere l'olio della misericordia come viatico di morte serena. L'Arcangelo Michele, invece, gli diede un ramoscello dell'albero della vita per collocarlo nella bocca di Adamo al momento della sua sepoltura (o tre semi secondo un'altra versione). Il ramo crebbe e l'albero venne ritrovato da re Salomone che, durante la costruzione del Tempio di Gerusalemme, ordinò che l'albero venisse abbattuto ed utilizzato. Gli operai non riuscirono però a trovare una collocazione, perché era sempre o troppo lungo o troppo corto, e quando lo si tagliava a misura giusta in realtà diveniva troppo corto, tanto da non poter essere utilizzato. Gli operai decisero così di gettarlo su un fiume, perché servisse da passerella. La regina di Saba, trovandosi a passare per il ponte, riconobbe il legno e profetizzò il futuro utilizzo della tavola. Salomone, messo al corrente della profezia, decise di farlo sotterrare. Quando Cristo fu condannato, la vecchia trave venne ritrovata dagli israeliti ed utilizzata per la costruzione della Croce. A questo punto la leggenda inizia a confondersi con la storia. Nel 312, la notte prima della battaglia contro Massenzio, l'imperatore Costantino I ha la mitica visione che porrà fine, anche, alle persecuzioni dei cristiani: una croce luminosa con la scritta "In hoc signo vinces".

mercoledì 2 maggio 2018

LETTERA ENCICLICA INGRAVESCENTIBUS MALIS DEL SOMMO PONTEFICE PIO XI AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI CHE HANNO PACE E COMUNIONE CON LA SEDE APOSTOLICA, SUL ROSARIO

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Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.

Più volte abbiamo affermato — e di recente abbiamo ripetuto ciò nella Lettera Enciclica Divini Redemptoris [1] — che ai mali sempre più gravi del nostro tempo non si può dare nessun rimedio se non col ritorno a Cristo e ai suoi santissimi precetti. Egli solo infatti « ha parole di vita eterna » [2], e non possono né gl’individui né la società fare qualcosa che ben presto e miseramente non abbia a cadere, se lasciano da parte la maestà di Dio e ripudiano la Sua legge.

Chiunque però studi con diligenza gli annali della Chiesa Cattolica, facilmente vedrà congiunto con tutti i fasti del nome cristiano il valido patrocinio della Vergine Madre di Dio.

Quando infatti gli errori, diffondendosi per ogni dove, s’accanivano a lacerare la veste inconsutile della Chiesa e a mettere a soqquadro l’orbe cattolico, a colei, che « da sola distrusse tutte le eresie del mondo »[3], si rivolsero i nostri padri con animo fiducioso, e la vittoria conquistata da lei fece ritornare tempi più sereni.

E quando l’empia potenza maomettana, confidando in poderose flotte ed in eserciti agguerriti, minacciava rovina e servaggio ai popoli d’Europa, allora, per suggerimento del Sommo Pontefice, si implorò fervorosamente la protezione della celeste Madre; e i nemici furono sconfitti e le loro navi sommerse.

E come nelle pubbliche sventure, così nei privati bisogni i fedeli di ogni epoca si rivolsero supplichevolmente a Maria, perché ella, tanto benigna, venisse in soccorso, impetrando sollievo e rimedio ai dolori del corpo e dell’animo. E mai fu indarno atteso il suo potentissimo aiuto da coloro che lo implorano con pia e fiduciosa preghiera.

Ma anche ai nostri giorni non minori pericoli che nel passato sovrastano la società religiosa e civile.

Infatti, poiché da molti si disprezza e ripudia completamente la suprema ed eterna autorità di Dio, che comanda e vieta, ne viene di conseguenza che ne è debilitata la coscienza del dovere cristiano, che si illanguidisce negli animi la fede o si spegne del tutto, che poi si smuovono e rovinano le basi stesse dell’umano consorzio.

martedì 1 maggio 2018

Maggio è il mese di Maria!

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Maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Madonna. 

Siamo a Maggio, mese significativo per la comunità cristiana. E’ il mese,che nella tradizione popolare è dedicato a Maria. Vogliamo viverlo, quale preziosa opportunità per fermarci a guardare questa Madre, con gli occhi del cuore.

Maria è madre sollecita nel promuovere in noi la crescita della vita di Gesù. E’ ausiliatrice che risveglia le risorse, facendole convergere verso il servizio della comunione e della gioia, come testimonia l’episodio del banchetto di nozze a Cana di Galilea.


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