Quale unità si propone alla Fraternità San Pio X?
In un'intervista al settimanale francese Famiglia Cristiana, monsignor Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha ricordato - dopo l'incontro tra il cardinal Müller e mons. Fellay (23 settembre) - quali sono gli argomenti di disaccordo tra Roma e la Fraternità San Pio X: “gli aspetti controversi concernono,
da una parte la valutazione della situazione ecclesiale nel periodo dopo il Concilio Vaticano II e sulle cause che l’hanno prodotta, i turbinii teologici e pastorali del periodo postconciliare e, più in generale, il contesto della modernità.
D'altra parte, le discussioni vertono su alcuni punti specifici relativi all'ecumenismo, al dialogo con le religioni mondiali e la questione della libertà religiosa”.
Alla domanda: “è possibile separare accordo canonico e la discussione dottrinale? Costituire subito una prelatura personale, lasciando le discussioni sui punti teologici controversi trovare soluzione sul lungo periodo?” Il prelato romano ha risposto:
“La Congregazione per la Dottrina della Fede ha sempre ritenuto che il superamento dei problemi dottrinali fosse condizione essenziale e necessaria per procedere con il riconoscimento canonico della Fraternità”.
E aggiunge: “Ma vorrei chiarire che il superamento delle difficoltà dottrinali non significa che le riserve o le posizioni della Fraternità San Pio X su
aspetti che sono al di fuori del'ambito della fede,
ma che riguardano i temi pastorali o di insegnamento prudenziale del Magistero, debbano necessariamente essere ritirate o annullate dalla Fraternità. Il desiderio di continuare la discussione e l'approfondimento sulle questioni che fanno diffocoltà alla Fraternità San Pio X, per ulteriori chiarimenti e precisazioni, non solo è ancora possibile, ma - almeno a mio parere - desiderabile e da incoraggiare. Non è quindi chiesto loro di rinunciare a tali esigenze che si manifestano nei confronti di un certo numero di temi”.
Più avanti mons. Pozzo continua: “Non è vero che la Santa Sede
intende imporre una capitolazione alla Fraternità San Pio X.
Al contrario la invita a incontrarsi su quei principi dottrinali necessari per garantire la stessa adesione alla fede, alla dottrina cattolica sul Magistero e sulla Tradizione,
lasciando allo stesso tempo la portata aperta allo studio e all’approfondimento delle proprie riserve su alcuni aspetti e formulazioni dei documenti del Vaticano II, su alcune riforme che si fecero, ma che non riguardano i materiali indiscutibili dogmatichi o dottrinali. Non vi è dubbio che gli insegnamenti del Concilio Vaticano II hanno un grado di autorità e di un legame estremamente variabili a seconda dei testi”.
Commento: In questa intervista mons. Pozzo non specifica se parla a nome suo o dei suoi superiori, tranne quando dice “almeno a mio parere”.
Non sappiamo come rapportare queste aperture verso la Fraternità San Pio X con quelle fatte di recente dal Papa Francesco verso i carismatici. Così, in un discorso ai membri della Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza e Associazioni, 31 Ottobre 2014, il Papa ha parlato a lungo sul concetto di “unità nella diversità”. “L'unità non è uniformità, non è obbligatorio fare tutto insieme, o pensare allo stesso modo, o perdere la sua identità, ha spiegato. Unità nella diversità è esattamente l'opposto è quello di riconoscere e accettare con gioia le differenze che lo Spirito Santo dona a ciascuno e metterli tutti al servizio della Chiesa”. Invitò quindi gli uditori a “ricordare che il Rinnovamento Carismatico è per sua natura ecumenico”.
In un contesto così largamente “ecumenico”, è certo che le questioni dottrinali richiamate da mons. Pozzo non hanno che un importanza molto relativa.
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