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I MORTI RISORGERANNO III PARTE


IL GIUDIZIO UNIVERSALE

E' morto un tale. Il corpo è stato sep­pellito; l'anima è stata giudicata da Dio ed è andata all'eterna dimora, o Paradi­so o inferno.

E' tutto finito per il corpo? No! Dopo che saranno passati dei secoli... alla fine del mondo dovrà ricomporsi e risuscitare. E per l'anima la sorte sarà mutata?

No! Il premio o la pena sono eterni. Però alla fine del mondo l'anima uscirà momentaneamente dal Paradiso o dall'in­ferno, si riunirà al corpo ed andrà ad as­sistere al Giudizio Universale.


PERCHE' UN SECONDO GIUDIZIO?

Sembrerebbe superfluo un secondo Giudizio, dato che la sentenza che Iddio dà all'anima dopo la morte è inesorabil­mente immutabile. Eppure è convenien­te che ci sia quest'altro Giudizio, chia­mato Universale, perchè fatto a tutti gli uomini riuniti assieme. La sentenza, che l'Eterno Giudice allora pronunzierà, sarà la solenne conferma della prima, avuta nel Giudizio Particolare.

La nostra ragione stessa trova dei moti­vi perchè ci sia questo secondo Giudizio.


LA GLORIA DI DIO

Oggi il Signore è bestemmiato. Nessu­na persona è tanto insultata quanto la Divinità. La sua Provvidenza, che opera continuamente, anche nei minimi parti­colari, a bene delle creature, la sua Provvidenza, che per quanto misteriosa è sem­pre adorabile, viene oltraggiata vergo­gnosamente dal vile uomo, quasi Iddio non sapesse governare il mondo, o l'a­vesse abbandonato a se stesso. - Iddio ci ha dimenticati! - si esclama da tanti nel dolore. - Egli non sente più e non vede niente di quanto succede nel mon­do! Perché non fa vedere la sua potenza in certe gravi situazioni sociali di rivo­luzioni o di guerre? -­

E' giusto che il Creatore, alla presenza di tutti i popoli, faccia conoscere il per­ché della sua condotta. Da questo ne guadagnerà la gloria di Dio, poiché nel giorno del Giudizio tutti i buoni accla­meranno ad una voce: Santo, Santo, San­to è il Signore, il Dio degli eserciti! A lui sia gloria! Benedetta sia la sua provvi­denza!


L'ONORE DI GESU' CRISTO

Il Figlio Eterno di Dio, Gesù, fattosi uomo pur restando vero Dio, subì la più grande umiliazione venendo in questo mondo. Per amore degli uomini si assog­gettò a tutte le miserie umane, tranne che a quella del peccato; visse in una bot­tega come umile falegname. Avendo pro­vato al mondo la sua Divinità per mezzo di un numero stragrande di miracoli, tut­tavia per gelosia venne condotto davan­ti ai tribunali ed accusato di essersi fat­to Figlio di Dio. In tale occasione fu spu­tacchiato, schiaffeggiato, chiamato be­stemmiatore ed indemoniato, battuto a sangue sulle nude spalle, coronato di spi­ne, paragonato all'assassino Barabba e posposto a lui; condannato ingiustamen­te dal Sinedrio e dal Pretorío alla morte di croce, la più umiliante e dolorosa, e lasciato morire ignudo fra gli spasimi e gl'insulti dei carnefici.

E' ben giusto che l'onore di Gesù Cri­sto sia riparato pubblicamente, come pubblicamente fu umiliato.

Il Divin Redentore pensava a questa grande riparazione quando era davanti ai tribunali; difatti, rivolto ai suoi giu­dici, disse: Vedrete il Figlio dell'uomo se­dere alla destra della potenza di Dio e venire sulle nubi del cielo! Questa venuta sulle nubi del cielo è il ritorno di Gesù Cristo sulla terra alla fine del mondo per giudicare tutti.

Inoltre Gesù Cristo è stato e sarà sem­pre il bersaglio dei cattivi, che per isti­gazione diabolica lo combattono con la stampa e con la parola nella sua Chiesa, che è il suo Corpo Mistico. E’ vero che la Chiesa Cattolica è sempre vittoriosa, benché sempre combattuta; ma è convenien­te che il Redentore si mostri solennemen­te a tutti i suoi avversari riuniti e che li umilii al cospetto del mondo intero, con­dannandoli pubblicamente.


LA SODDISFAZIONE DEI BUONI

Spesso si vedono i buoni tribolati ed i cattivi trionfanti.

I tribunali umani, pur dicendo di ri­spettare la giustizia, non raramente la calpestano. Difatti il ricco, colpevole e prepotente, riesce a corrompere i magi­strati col denaro e dopo il delitto conti­nua a vivere in libertà; il povero, perché privo di mezzi, non può far risplendere la sua innocenza e perciò passa la vita nell'oscura prigione. Nel giorno del Giu­dizio Universale è bene che vengano smascherati i fautori del male e che ri­splenda l'innocenza dei buoni calunniati.

Milioni e milioni di uomini, donne e bambini, nel corso dei secoli hanno su­bito la sanguinosa persecuzione per la causa di Gesù Cristo. Basta ricordare i primi tre secoli del Cristianesimo. Un am­pio anfiteatro; migliaia di spettatori avi­di di sangue; leoni e pantere in grande irrequietezza per la fame ed attendono la preda... la carne umana. Si spalanca la porta di ferro e le bestie feroci sbuca­no, si avventano contro una schiera di Cristiani, che in ginocchio nel centro del­l'anfiteatro, muoiono per la Santa Reli­gione. Costoro sono i Martiri, i quali so­no stati spogliati dei propri beni e ten­tati in diversi mogli per far loro rinne­gare Gesù Cristo. Essi però hanno pre­ferito perdere tutto e farsi sbranare dai leoni, anziché rinnegare il Redentore. E non è ben giusto che il Cristo dia a questi Eroi la meritata soddisfazione?... si!... La darà in quel giorno supremo, da­vanti a tutti gli uomini ed a tutti gli Angeli dei Cielo!

Quanti trascorrono la vita nelle priva­zioni, tutto sopportando con rassegnazio­ne al volere di Dio! Quanti vivono nel­l'oscurità esercitando le virtù cristiane! Quante anime vergini, rinunziando ai piaceri passeggeri del mondo, sostengo­no per anni e anni la dura lotta dei sen­si, lotta conosciuta soltanto da Dio! La forza e l'intima gioia di costoro è l'Ostia Santa, la Carne Immacolata di Gesù, di cui con frequenza si nutrono nella Co­munione Eucaristica. Per queste anime dovrà esserci il condegno onore! Che ri­splenda davanti al mondo il bene opera­to nel segreto! Niente vi è di occulto, di­ce Gesù, che non sia manifestato.


LA CONFUSIONE DEI CATTIVI

- Il vostro pianto, dice ai buoni il Si­gnore, si convertirà in gaudio! - Per il contrario, la gioia dei cattivi dovrà cam­biarsi in pianto. Ed è conveniente che i ricchi vedano risplendere nella gloria di Dio quei poveri, ai quali hanno negato il tozzo di pane, come l'epulone vide Laz­zaro nel seno di Abramo; che i persecu­tori contemplino le loro vittime nel tro­no di Dio; che tutti i dispregiatori della Santa Religione, mirino lo splendore e­terno di coloro, che in vita hanno deriso, chiamandoli bigotti e gente sciocca che non ha saputo godere la vita!

Il Giudizio Universale porta con sè la risurrezione dei corpi, cioè la riunione dell'anima con il compagno della vita mortale. Il corpo è lo strumento dell'ani­ma, strumento di bene oppure di male.

E' giusto che il corpo, il quale ha coo­perato al bene compiuto dall'anima, sia glorificato mentre quello che è servito a fare il male sia umiliato e punito.

Ed è proprio l'ultimo giorno quello che Iddio ha riservato a tale scopo.


VERITA' DI FEDE

Essendo il Giudizio Universale una grande verità che dobbiamo credere, non basta la sola ragione a convincersene, ma è necessario il lume della fede. Per mez­zo di questa luce soprannaturale noi cre­diamo una sublime verità, non per l'evi­denza di essa, ma per l'autorità di Colui che la rivela, che è Dio, il quale non può ingannarsi e non vuole ingannare.

Essendo il Giudizio Universale una ve­rità rivelata da Dio, la Santa Chiesa l'ha inserita nel Credo, o Simbolo Apostolico, che è il compendio di quanto dobbiamo credere. Eccone le parole: Credo... che Ge­sù Cristo, morto e risuscitato, salì al Cie­lo... Di là ha da venire (alla fine del mon­do) a giudicare i vivi ed i morti, cioè i buoni che sono considerati vivi, ed i cat­tivi che sono morti alla, grazia di Dio. Credo inoltre la risurrezione della carne, cioè credo che nel giorno del Giudizio Universale i morti usciranno dal sepol­cro, ricomponendosi per divina virtù e riunendosi all'anima.

Chi nega o mette in dubbio questa ve­rità di fede, pecca.


INSEGNAMENTO DI GESU' CRISTO

Diamo uno sguardo al Vangelo per ve­dere quello che il Divin Redentore inse­gna riguardo al Giudizio Universale, il quale è chiamato dalla Santa Chiesa « giorno di ira, di sventura e di miseria; giorno grande e molto amaro ».

Affinché ciò che insegna potesse restare più impresso, Gesù adoperava delle parabole o paragoni; così anche i poco intellettuali potevano comprendere le più eccelse verità. Riguardo al grande Giudizio portò diversi paragoni, secondo le circostanze in cui Egli parlava.


PARABOLE

Passando Gesù Cristo lungo il mare di Tiberiade, mentre la folla lo seguiva per ascoltare la divina parola, avrà visto dei pescatori intenti a ritirare i pesci dalle reti. Volse l'attenzione degli uditori a quella scena.

- Ecco, Egli disse, il regno dei Cieli è simile ad una rete che si getta in mare e raccoglie ogni genere di pesci. I pescatori dopo si seggono presso la riva e ne fanno la scelta. I pesci buoni vengono messi dentro i recipienti, mentre i catti­vi sono gettati via. Così sarà alla fine del mondo.

Un'altra volta, attraversando la cam­pagna, a vedere dei contadini applicati alla trebbiatura del grano, colse l'occa­sione per ricordare il Giudizio Universale.

- Il regno dei Cieli, disse, è simile al­la raccolta del grano. I contadini sepa­rano il grano dalla paglia; il primo vie­ne conservato nei granai ed invece la pa­glia è messa da parte per essere brucia­ta. Gli Angeli separeranno i buoni dai malvagi e costoro andranno nel fuoco eterno, ove sarà pianto e stridore di den­ti, mentre gli eletti andranno alla vita eterna.

A vedere qualche pastore presso la mandria, Gesù trovò un'altra parabola per la fine del mondo.

- Il pastore, Egli disse, separa gli a­gnelli dai capretti. Così sarà nell'ultimo giorno. Manderò i miei Agnelli, i quali separeranno i buoni dai cattivi!


ALTRE PROVE

E non soltanto nelle parabole ricorda­va Gesù il Giudizio Universale, chiaman­dolo anche « l'ultimo giorno », ma nei suoi discorsi spesso ne faceva accenno. Così a vedere l'ingratitudine di alcune città da Lui beneficate, esclamò: Guai a te, Coròzain, guai a te Betsaida! Se in Tiro e in Sidone si fossero operati i mi­racoli in voi compiuti, avrebbero fatto penitenza! Perciò vi dico che le città di Tiro e di Sidone nel giorno del Giudizio saranno trattate con minor rigore!

Così pure, vedendo Gesù la malizia de­gli uomini nell'operare, disse ai suoi di­scepoli: Quando il Figlio dell'uomo verrà nella gloria dei suoi Angeli, allora darà a ciascuno secondo le proprie opere!

Unitamente al Giudizio, Gesù ricorda­va anche la risurrezione dei corpi. Così nella Sinagoga di Cafarnao per far cono­scere la missione affidatagli dall'Eterno Padre, disse: E' questa la volontà di Co­lui che mi ha mandato nel mondo, il Pa­dre, che tutto ciò che Egli mi ha dato non abbia io a perderlo, ma invece lo ri­susciti nell'ultimo giorno!... Chiunque crede in me ed osserva la mia legge, avrà la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ul­timo giorno!... E chi mangia la mia Car­ne (nella Santa Comunione) e beve il mia Sangue, ha la vita eterna; ed io lo risu­sciterò nell'ultimo giorno!


LA RISURREZIONE DEI MORTI

Ho accennato già alla risurrezione dei morti; ma è bene trattare l'argomento diffusamente.

San Paolo, prima persecutore dei Cri­stiani e poi divenuto grande Apostolo, predicava ovunque si trovasse sulla ri­surrezione dei morti. Non sempre però era ascoltato volentieri su tale argomen­to: difatti nell'Areopago di Atene, quan­do cominciò a trattare della risurrezione, alcuni se ne risero; altri gli dissero: Ti ascolteremo un'altra volta su questa dot­trina.

Non credo che il lettore voglia fare al­trettanto, cioè stimare l'argomento del­la risurrezione dei morti degno di essere deriso, oppure di ascoltarlo mal volentie­ri. Il fine principale di questo scritto è la dimostrazione dommatica di quest'arti­colo di fede: I morti dovranno tutti risu­scitare alla fine del mondo.

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