LE ANIME DEL PURGATORIO
Nel Purgatorio, o luogo di espiazione, saranno a penare le anime in attesa del Paradiso. Suonata che sarà la tromba del Giudizio, cesserà per sempre il Purgatorio. Usciranno allora festanti le anime, non solo perchè sarà finito il patire temporaneo, ma molto più perchè subito le attenderà il Paradiso. Completamente purificate, belle della bellezza di Dio, anch'esse si uniranno al corpo per assistere al Giudizio Universale.
I DANNATI
Saranno trascorse decine di anni e di secoli dacché le anime sono piombate nell'inferno. Per esse il dolore e la disperazione sono immutabili. Caduta in quell'abisso infernale, l'anima è costretta a stare in mezzo al fuoco inestinguibile, il quale brucia e non consuma. Oltre al fuoco l'anima soffre altre orribili pene, poichè l'inferno è chiamato da Gesù Cristo: Il luogo dei tormenti. Sono le urla disperate dei dannati, sono le scene terrificanti, che senza alcuna tregua o diminuzione rendono l'anima straziata! Più che tutto è la maledizione che sente risuonarsi continuamente: Anima perduta, sei stata creata per godere Iddio ed invece devi odiarlo e soffrire eternamente!... Quanto tempo durerà questo tormento? - dice l'anima disperata. - Sempre! - rispondono i demoni. - In preda allo strazio la misera rientra in se stessa e sente il rimorso di essersi dannata volontariamente. - Sono qui per colpa mia... per i peccati che io ho fatto!... E dire che avrei potuto essere felice per sempre!
Mentre i dannati nell'inferno così soffrono, ecco echeggiare il suono delle trombe angeliche: E' l'ora del Giudizio Universale! ...Tutti davanti al Giudice Supremo!
Le anime subito dovranno uscire dall'inferno; però le loro pene non avranno sosta, anzi il tormento sarà maggiore, pensando a ciò che le attenderà.
Ecco l'incontro dell'anima dannata col corpo, il quale sbucherà dal sepolcro in forma orribile, mandando un fetore inaudito. - Corpo miserabile, dirà l'anima, carne putrida, osi ancora stare con me?... Per colpa tua mi sono dannata!... Tu in vita mi trascinavi nel fango dei vizi!... Sono parecchi secoli che tra le flamme ed i rimorsi incessanti sconto quei piaceri che tu, o corpo ribelle, mi chiedesti!
Ed ora dovrò riunirmi a te?... Ma, sia pure! Così, o corpo dissoluto, verrai anche tu a spasimare nel fuoco eterno!... Così pagheranno il male fatto e le impurità commesse queste due mani invereconde, questa lingua scandalosa e questi occhi impuri!... Sciagurato compagno... pochi istanti di godimento sulla terra... un'eternità di pene e di disperazione!
Il corpo sentirà orrore di unirsi all'anima, la quale sarà orribile come il demonio... ma la forza maggiore li riunirà.
DELUCIDAZIONI
E' bene chiarire qualche difficoltà riguardo alla risurrezione dei corpi. Come si è detto avanti, è verità di fede rivelata da Dio che i morti risorgeranno. Il tutta avverrà in modo miracoloso. La nostra intelligenza si domanda: Abbiamo in natura qualche esempio o paragone di questa rinnovazione dei corpi? - E sì! Però i paragoni calzano sino ad un certo punto, specialmente nel campo soprannaturale. Consideriamo perciò il chicco di frumento messo sotto terra. Esso poco per volta marcisce, sembra che tutto sia andato a male... quando un bel giorno il germoglio rompe la zolla del terreno e si presenta pieno di energia alla luce del sole. Consideriamo l'uovo della gallina, che comunemente è preso come simbolo della Pasqua o della risurrezione di Gesù Cristo. L'uovo non ha la vita di per sé, ma la possiede in germe. Un giorno o l'altro il guscio dell'uovo si rompe ed ecco uscirne un bel pulcino, pieno di vita. Così sarà al giorno del Giudizio. I silenziosi cimiteri; albergo dei cadaveri, al suono della tromba angelica si popoleranno di esseri viventi, poiché i corpi si ricomporranno ed usciranno dal sepolcro pieni di vita.
Si dirà: Stando il corpo umano sotto terra decine e decine di anni e di secoli, si ridurrà in minutissima polvere e si confonderà con gli elementi del terreno. Come potrà alla fine del mondo ricomporsi l'intero corpo?... E quei corpi umani lasciati insepolti perché in balìa delle onde del mare, andati poi in pasto ai pesci, i quali pesci a loro volta saranno stati mangiati da altri... questi corpi umani potranno ricomporsi?... Certamente! In natura, dicono gli scienziati, niente si distrugge; i corpi possono cambiare soltanto forma... Perciò gli elementi costitutivi del corpo umano, pure essendo soggetti a molte variazioni, non perderanno niente nella risurrezione universale. Se poi qualche deficienza dovesse esserci, l'onnipotenza divina supplirà coprendo ogni lacuna.
I CORPI RISORTI
I corpi degli eletti perderanno i difetti fisici avuti casualmente nella vita terrena e saranno, come dicono i teologi, in età perfetta. Perciò non saranno ciechi, zoppi, sordo-muti, ecc...
Inoltre i corpi glorificati, come insegna San Paolo, acquisteranno nuove qualità. Essi saranno impassibili, cioè non potranno soffrire più e resteranno immortali. Saranno risplendenti, perchè la luce della gloria eterna, di cui saranno rivestite le anime beate, ridonderà anche nei corpi; questo splendore dei vari corpi sarà maggiore o minore in rapporto, al grado di gloria conseguito da ciascun'anima. I corpi glorificati saranno anche agili, cioè in un attimo potranno andare da un luogo all'altro, sparire e ricomparire. Inoltre saranno spiritualizzati, come dice S. Tommaso, e perciò non saranno soggetti alle funzioni proprie dei corpo umano. In virtù di questa spiritualità i corpi glorificati faranno a meno della nutrizione e della generazione e potranno attraversare qualunque corpo senza alcun ostacolo, come vediamo, ad esempio, nei raggi “X” che attraversano i corpi. Cosa Gesù Risorto potè entrare a porte chiuse nel Cenacolo, ove stavano gli Apostoli timorosi.
I corpi dei dannati invece non godranno nessuna di queste doti, anzi saranno deformati in rapporto alla malvagità dell'anima cui appartenevano.
LA VALLE DEL GIUDIZIO
Ove sarà il carname, ivi si raduneranno le aquile. Dato il segno della risurrezione, sorgeranno le creature da ogni angolo della terra, dai Cimiteri, dai mari, dalle montagne e dalle pianure; tutte andranno In un medesimo luogo. E dove? Nella valle del Giudizio. Nessuna creatura resterà indietro o si smarrirà, poichè tutte saranno attratte misteriosamente a paragone del carname. Egli dice: Come gli uccelli di rapina sono attratti dall'odore della carne in putrefazione ed ivi si radunano, così nel giorno del Giudizio faranno gli uomini !
LE DUE SCHIERE
Prima ancora che Gesù Cristo appaia in Cielo, scenderanno i suoi Angeli e separeranno i buoni dai cattivi, facendone due grandissime schiere. E qui è bene ricordare le parole del Redentore gìà, citate: Come i pastori separano gli agnelli dai capretti, i contadini nell'aia il grano dalla paglia, i pescatori i pesci buoni dai cattivi, così faranno gli Angeli di Dio alla fine del mondo.
La separazione sarà netta ed inesorabile: gli eletti a destra, i dannati a sinistra. Come dovrà essere straziante quella separazione! Un amico a destra, l'altro a sinistra! Due fratelli tra i buoni, uno tra i cattivi! La sposa tra gli Angeli, lo sposo tra i dèmoni! La madre nella schiera luminosa, il figlio in quella tenebrosa dei malvagi... Chi potrà mai dire l'impressione dei buoni e dei cattivi a guardarsi vicendevolmente?!
TUTTO SARA' MANIFESTATO
La schiera dei buoni sarà risplendente, poiché coloro che la comporranno saranno luminosi. Il sole nel meriggio ne è debole immagine. Tra i buoni si vedranno uomini e donne di ogni razza, età e condizione. I peccati da loro commessi in vita non appariranno perchè già perdonati. Lo dice il Signore: Beati coloro, i cui peccati sono stati coperti!
La schiera dei dannati al contrario sarà orribile a guardarsi! Vi si troverà ogni categoria di peccatori, senza distinzione di classe o dignità, in mezzo ai demoni che tormenteranno.
I peccati dei reprobi appariranno tutti, nella loro malizia. - Niente, dice Gesù, vi è di nascosto che non venga manifestato!
Quale umiliazione non ne proverrà ai cattivi a vedersi svergognati pubblicamente!
I buoni, puntando lo sguardo sui dannati, diranno: Ecco là quella persona amica! Sembrava tanto buona, e devota, frequentava con me la Chiesa... la stimavo un'anima santa!... Guarda invece che peccatacci commetteva!... Chi l'avrebbe mai detto?... Ha ingannato le creature con la sua ipocrisia, ma non ha potuto ingannare Iddio!
- Ecco là mia madre!... La stimavo una donna esemplare... eppure era tutt'altro! Quante miserie!...
- Quanti conoscenti scorgo tra i dannati!... Mi furono amici nella giovinezza, perduti per peccati taciuti in Confessione! Compagni di lavoro, vicini di casa! Si sono dannati!... Quante, impurità commesse!... Infelici!... Non avete voluto manifestare in Confessione al Mnistro di Dio nel massimo segreto i vostri peccati ed ora avete la vergogna di farli conoscere a tutto il mondo... e per di più vi siete dannati!...
- Ecco là due figli miei... e lo sposo!... Oh! Quante volte li scongiurai a rimettersi sulla buona strada!... Non hanno voluto ascoltarmi e si sono dannata! -
D'altra parte i malvagi, contemplando con rabbia infernale i fortunati della schiera di destra, esclameranno: Oh! insensati che siamo stati! ...
...Credevamo stoltezza la vita di costoro e senza onore la loro fine ed eccoli ora annoverati tra i figli di Dio!
- Guarda là, dirà un dannato, come è felice quel povero cui negavo la carità! - Come sono splendenti, dirà un altro, quei tali miei conoscenti!.. Li schernivo quando andavano in Chiesa... li deridevo quando non pigliavano parte a discorsi scandalosi... li chiamavo sciocchi perchè non si davano come me agli spassi mondani... ed ora... essi salvi... ed io no... Ah, se potessi nascere di nuovo!... Ma non mi resta ora che la disperazione! - Ecco là, esclama un terzo, un complice dei miei falli!... Abbiamo peccato assieme!... Lui - ora in Paradiso ed io all'inferno!... Fortunato lui che si è pentito ed ha cambiato condotta!... Io invece, sentivo il rimorso e continuavo a peccare.
... Ah!.. Avessi seguito l'esempio dei buoni... avessi ascoltato i consigli del confessore... avessi lasciato quell'occasione!... Ormai per me tutto è finito; mi resta l'eterno rimorso!
CALDA RACCOMANDAZIONE
Mamme, che avete figli traviati e che tuttavia amate; giovani ferventi, che venerate i genitori, i quali tuttavia non osservano la legge di Dio; o voi tutti, che amate svisceratamente qualche persona, ricordate di far di tutto per convertire chi è lontano dal Signore! Diversamente, sarete assieme alla persona amata in questa breve vita e dovrete poi separarvene eternamente nell'altra!
Lavorate dunque con zelo attorno ai vostri cari, spiritualmente bisognosi! Per la loro conversione pregate, fate l'elemosina, fate celebrare Sante Messe, abbracciate penitenze e non datevi pace finchè non riuscirete nell'intento, almeno procurando loro una buona morte!
VUOI SALVARTI?
Come vorrei in questo momento penetrare nel tuo cuore, o lettore, e toccare le corde intime dell'animo tuo!... Ricorda che chi prima non pensa, in ultimo sospira!
Io che scrivo e tu che leggi, avremo da trovarci in quel giorno tremendo in quelle, schiere. Saremo tutti e due tra i beati?... Saremo tra i demoni?... Sarai forse tu tra i buoni ed io annoverato fra i malvagi?
Come è preoccupante questo pensiero!... Per assicurarmi un posto tra gli eletti, ho abbandonato tutto in questo mondo, anche le persone più care e la libertà; volontariamente vivo nel silenzio di un convento. Tutto questo però è poco; potessi fare di più, lo farei, purchè possa assicurarmi l'eterna salvezza!
E tu, o anima cristiana, che cosa fai per ottenere un posto nella schiera degli eletti?... Vuoi salvarti senza sudore?... Vuoi goderti la vita e poi pretendere di salvarti?... Ricordati che si raccoglie ciò che si è seminato; e chi semina vento, raccoglie tempesta!
IL PENSIERO DEL GIUDIZIO
Un letterato illustre, filosofo e grande conoscitore di lingue, viveva a Roma liberamente e non si risparmiava piaceri: La sua vita non piaceva a Dio. Il rimorso spesso gli toccava il cuore, finché egli si arrese alla voce del Signore. Il pensiero del Giudizio Universale lo atterriva grandemente e non tralasciava di meditare spesso quel gran giorno. Per assicurarsi un posto tra, gli eletti, egli lasciò Roma e gli spassi della vita e andò a ritirarsi nella solitudine. Ivi si diede a fare penitenza dei suoi peccati e nell'ardore del pentimento batteva il petto con un sasso. Con tutto questo gli restava una gran paura del Giudizio e perciò esclamava: Ahimè! Tutti i momenti mi sembra di avere negli orecchi il suon di quella tromba che si farà sentire nel giorno del Giudizio: « Sorgete, o morti, venite al Giudizio ». E là, quale sorte mi toccherà?... Sarò io con gli eletti oppure coi dannati?... Avrò la sentenza di benedizione ovvero di maledizione?
Il pensiero del Giudizio, profondamente meditato, gli diede la forza di perseverare nel deserto, di troncare le cattive abitudini e di arrivare alla perfezione. Costui è San Girolamo, divenuto per i suoi scritti uno dei più grandi Dottori della Chiesa Cattolica.
LA CROCE
- Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e piangeranno tutte le tribù della terra!
E' la Croce il segno di Gesù Cristo; e questa apparirà in testimonianza a tutti i popoli. Quella Croce del Nazareno fu intrisa di Sangue Divino, di quel Sangue che avrebbe potuto cancellare con una goccia sola tutti i peccati dell'umanità!
Ebbene quella Croce alla fine del mondo farà la sua comparsa gloriosa in Cielo! Sarà luminosissima. Tutti gli sguardi degli eletti e dei dannati saranno rivolti ad essa.
- Vieni, diranno i buoni, vieni, o Croce benedetta, prezzo del nostro riscatto! Ai tuoi piedi c'inginocchiammo a pregare, attingendo forza nelle prove della vita! O Croce di redenzione, nel tuo bacio morimmo, sotto il tuo segno aspettammo nel sepolcro la sospirata risurrezione!
Per l'opposto, i cattivi a mirare la Croce tremeranno, pensando esser prossima la comparsa del Cristo.
Quel Sacro Segno portante le fessure dei chiodi, ricorderà loro l'abuso fatto del Sangue sparso unicamente per la loro salvezza eterna. Guarderanno perciò la Croce non come segno di redenzione, ma di eterna riprovazione. A tale vista, come dice Gesù, i dannati di tutte le tribù del mondo piangeranno... non per pentimento, bensì per, disperazione e verseranno lacrime di sangue!
IL GRAN RE
I popoli vedranno il Figlio dell'Uomo scendere sulle nubi del cielo con potestà e maestà grande.
Subito dopo la comparsa della Croce, mentre ancora gli sguardi saranno rivolti in alto, ecco aprirsi il Cielo e comparire sulle nubi il Gran Re, Iddio fatto uomo; Gesù Cristo. Verrà nello splendore della sua gloria; circondato dalla Corte Celeste ed in compagnia degli Apostoli, per giudicare le dodici tribù d'Israele. Gesù, Splendore del Padre, si mostrerà allora, come è da pensare, con le cinque Piaghe emananti torrenti di luce celeste.
Prima che il Gran Re, così ama chiamarsi Gesù stesso in tale occasione, prima ancora che il Gran Re rivolga la parola alle creature, Egli avrà parlato loro con la sola presenza.
- Ecco Gesù, diranno i buoni, Colui che servimmo in vita! Egli fu la nostra pace nel tempo... il nostro cibo nella Santa Comunione... la forza nelle tentazioni!.. Nell'osservanza della sua legge passammo i giorni della prova!... O Gesù, vi apparteniamo! Nella vostra gloria eternamente rimarremo!
- O Dio delle misericordie, diranno anche i tuoni già penitenti, o Dio Gesù, anche noi vi apparteniamo, quantunque un tempo peccatori! Dentro le Vostre Sante Piaghe ci rifugiammo dopo la colpa e potemmo piangere le nostre miserie!... Ora, o Signore, siamo qui, preda del vostro amore misericordioso!... Eternamente canteremo le vostre misericordie!
Quelli della schiera sinistra non vorranno guardare il Divin Giudice, ma saranno costretti a farlo per maggior confusione. A vedere il Cristo sdegnato, diranno: O monti, cadeteci addosso! E voi, o colli, schiacciateci!
Quale non sarà la confusione dei dannati in quel momento?!? ... Nel suo storico linguaggio il Giudice dirà: Sono Colui che voi, o reprobi, bestemmiavate... io... il Cristo!... Sono io Colui del quale voi, o cristiani di solo nome, vi vergognavate dinanzi agli uomini... ed ora io mi vergogno di voi dinanzi ai miei Angeli!... Sono io, il Nazareno, quello che voi oltraggiaste in vita ricevendo sacrilegamente i Sacramenti!... Sono io, il Re dei Vergini, Colui che voi, o principi della terra, perseguitaste uccidendo milioni di miei seguaci!
Ecco, o Ebrei, sono io, il Messia che voi posponeste a Barabba!... O Pilato, o Erode, o Caifa,... sono il Galileo deriso dalla plebaglia e condannato da voi ingiustamente!... O miei crocifìssori, o voi che conficcaste i chiodi in queste mani ed in questi piedi,... guardatemi adesso e riconoscetemi per vostro Giudice!... -
Dice San Tommaso: Se nell'Orto di Getsemani nel dire Gesù Cristo “Sono io”, caddero a terra tramortiti tutti i soldati che erano andati a legarlo, che cosa sarà quando Egli, sedendo da Giudice supremo dirà ai dannati: Ecco, sono io quegli che voi disprezzaste!...?
IL PRECETTO DELLA CARITA'
Il Giudizio Universale riguarderà tutti i mortali e tutte le loro opere. Però Gesù Cristo in quel giorno concentrerà il suo giudizio in modo particolare sul precetto della carità.
- Il Re dirà a quelli che sono alla sua destra:
- Venite, benedetti del Padre mio, prendete possesso del regno preparato a voi fin dalla fondazione del mondo; perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui pellegrino e mi ricoveraste; ignudo e mi rivestiste; ammalato e mi visitaste; carcerato e veniste a trovarmi! - Allora i giusti risponderanno: Signore, ma quando ti vedemmo affamato e ti demmo da mangiare, assetato e ti demmo da bere? Quando ti vedemmo pellegrino e ti ricevemmo, ignudo e ti rivestimmo? E quando ti vedemmo ammalato? - Risponderà: In verità vi dico che ogni qualvolta faceste qualche cosa ad uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo faceste a me!
Dopo i1 Re dirà a coloro che saranno alla sinistra: Via da me, o maledetti; andate nel fuoco eterno, che fu preparato a Satana ed ai suoi seguaci; poichè ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere. Ero pellegrino e non mi riceveste; ignudo e non mi rivestiste; ammalato e carcerato e non mi visitaste! - Anche i cattivi gli risponderanno: Signore, ma quando ti vedemmo affamato o sitibondo o pellegrino o ignudo o ammalato o carcerato e non ti demmo assistenza? Allora risponderà loro così: In verità vi dico che ogni volta che non faceste ciò ad uno di questi piccoli, non lo faceste nemmeno a me!
Queste parole di Gesù non hanno bisogno di commento.
L'ETERNA SEPARAZIONE
- Ed andranno i giusti alla vita eterna, mentre i reprobi andranno all'eterno supplizio.
Chi potrà mai esprimere la gioia che proveranno i buoni, quando Gesù pronunzierà la sentenza di eterna benedizione!?... In un baleno si solleveranno tutti e voleranno al Paradiso, facendo corona a Cristo Giudice, assieme a Maria Santissima ed a tutti i cori degli Angeli. Nuovi inni di gloria echeggeranno, poichè il Gran Trionfatore farà il suo ingresso in Cielo con una sterminata schiera di eletti, frutto della sua redenzione.
E chi potrà mai descrivere la costernazione dei dannati a sentire dire dal Divin Giudice, col volto infiammato di furore: Andate, maledetti, nel fuoco eterno! - Essi vedranno i buoni sollevarsi verso il Cielo, vorranno poterli seguire... ma la maledizione divina li tratterrà.
Ed ecco aprirsi una profonda voragine, che metterà capo nell'inferno! Le fiamme, accese dall'ira di Dio oltraggiato, circonderanno quei miserabili ed eccoli tutti precipitare nell'abisso: irreligiosi, bestemmiatori, ubriaconi, disonesti, ladri, omicidi, peccatori e peccatrici di ogni specie! Si richiuderà l'abisso e non si aprirà mai più in eterno.
O voi che entrate, lasciate ogni speranza di uscire!
TUTTO SI AVVERERA’!
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno!
Tu, o anima cristiana, hai seguito la narrazione del Giudizio finale. Non credo che sia rimasta indifferente! Sarebbe questo un cattivo segno! Temo però che il demonio venga a toglierti il frutto della considerazione di una verità così terrificante, col farti pensare che in questo scritto ci sia dell'esagerazione. Io ti premunisco contro di ciò. Quello che ho detto a proposito del Giudizio è una piccola cosa; la realtà sarà di gran lunga superiore. Io non ho fatto altro che commentare brevemente le stesse parole del Signore.
Affinché nessuno possa mettere in dubbio i particolari del Giudizio Universale, Gesù Cristo conchiude la predicazione della fine del mondo, con una conferma assoluta: Il cielo e la terra potranno venir meno, ma delle mie parole nessuna verrà meno! Tutto si avvererà!
NESSUNO SA IL GIORNO
Se tu, o lettore, fossi stato presente al discorso di Gesù riguardo al Giudizio, forse gli avresti domandato il tempo dell'avveramento; e la domanda sarebbe stata naturale. Noi sappiamo che uno dei presenti al discorso domandò a Gesù: In qual giorno sarà il Giudizio Universale? - Gli fu risposto: Quanto poi a quel giorno ed a quell'ora, nessuno lo sa, nemmeno gli Angeli del Cielo, eccetto l'Eterno Padre.
Tuttavia Gesù diede qualche indizio per argomentare della fine del mondo, dicendo: Sarà predicato questo Vangelo per tutta la terra, come testimonianza a tutte le nazioni; ed allora verrà la fine.
Il Vangelo ancora non è stato predicato ovunque. In questi ultimi tempi però le Missioni Cattoliche hanno preso un grande sviluppo e tanti popoli hanno già ricevuto la luce della Redenzione.
IL PARAGONE DEL FICO
Gesù, dopo aver parlato dei segni precursori della sua venuta gloriosa nel mondo, portò un paragone, dicendo: Dalla pianta del fico imparate questa similitudine. Quando il ramo del fico intenerisce e spuntano le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così ancora, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Figlio dell'Uomo è alle porte.
Il Signore vuole che gli uomini vivano nell'aspettazione del gran giorno finale; perchè questo pensiero deve rimettere sulla retta via e far perseverare nel bene; gli uomini però attaccati all'interesse ed al piacere, non si danno premura di ciò; ed anche quando la fine del mondo si avvicinerà, essi, o almeno molti di essi, non ne faranno caso. Gesù; prevedendo ciò, ricorda a tutti una scena scritturale.
COME AL TEMPO DI NOE'
Si legge nella Sacra Scrittura che Iddio, a vedere la corruzione morale dell'umanità, decise di distruggerla per mezzo del diluvio.
Però risparmiò Noè, perché uomo giusto, ed anche la sua famiglia.
Noè ebbe l'incarico di fabbricarsi una arca, che potesse galleggiare sulle acque. La gente se ne rideva della preoccupazione di lui nell'aspettare il diluvio e continuava a vivere nei vizi più vergognosi.
Gesù Cristo, dopo aver preannunziato il Giudizio, disse: Come nei giorni avanti al diluvio, gli uomini se ne stavano mangiando e bevendo, sposando e dando a marito le donne sino a quel giorno in cui Noè entrò nell'arca e non si dettero pensiero finché venne il diluvio che uccise tutti, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo.
TRAGICA FINE
Si racconta di un grande tiranno, Maometto Secondo, che nel dare gli ordini era di un rigore eccessivo. Aveva comandato che nessuno facesse la caccia nel parco imperiale.
Un giorno scorse dal palazzo due giovanetti, che andavano su e giù per il parco. Erano i suoi due figli, i quali, credendo che la proibizione della caccia non si estendesse a loro, si divertivano innocentemente.
L'imperatore non poté distinguere a distanza la fisionomia dei due trasgressori ed era ben lungi dal pensare essere quelli i propri figli. Chiamò un vassallo e gli ordinò di arrestare subito i due cacciatori.
- Voglio sapere, gli disse, chi siano questi trasgressori e dopo saranno messi a morte!
Il vassallo, ritornato, non sentivasi il coraggio di parlare; ma costretto dallo sguardo fiero dell'imperatore, disse: Maestà, i due giovanetti sono chiusi in prigione però sono i vostri figli! - Non importa, esclamò Maometto; hanno trasgredito un mio ordine e perciò devono morire!
- Maestà, soggiunse il vassallo, mi permetto farvi notare che se farete uccidere tutti e due i vostri figli, chi sarà il vostro erede nell'impero? - Ebbene, conchiuse il tiranno, si tirerà la sorte: uno morrà e l'altro sarà l'erede. -
Fu preparata una camera per il sorteggio; le pareti erano a lutto. Nel mezzo di essa trovavasi un tavolo con una piccola urna; a destra del tavolo stava la corona imperiale, a sinistra una spada.
Maometto, assiso in trono e circondato dalla sua corte, diede ordine che venissero introdotti i due colpevoli. Quando li ebbe alla sua presenza disse: Non credevo che voi, figli miei, poteste trasgredire i miei ordini imperiali! La morte era decretata per tutti e due. Essendo necessario un erede, ognuno di voi pigli una polizza da questa urna; su di una è scritto: « vita », sull'altra « morte ». Fatta l'estrazione il fortunato metterà sul capo la corona e l'altro riceverà un colpo di spada! -
A tali parole i due giovanetti cominciarono a tremare fino al delirio. Stesero la mano ed estrassero la propria sorte. Un momento dopo, uno veniva acclamato come l'erede al trono, mentre l'altro, ricevuto un colpo ferale, giaceva morto allagato nel proprio sangue.
CONCLUSIONE
Se ci fosse una piccola urna con dentro due polizze, « Paradiso » e « Inferno » e tu dovessi prenderne una, oh! come tremeresti per la trepidazione, più che non i figli di Maometto!
Ebbene se vuoi andare in Paradiso, pensa spesso al Giudizio Divino e regola la tua vita alla luce di questa grande verità.
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