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Nella Festa di tutti i Santi



« […] Permettetemi di presentarvi, proprio ora, alcuni uomini veramente pacifici. A guardare questo mondo, fa meraviglia che ci siano stati. Eppure, ci furono Numerosi tra essi ricevettero una singolare denominazione ufficiale: si chiamavano Santi.

I Santi. Concedetemi di fermarvi su questa parola: i Santi. Dimenticate gli uomini, per ricordare solo l’uomo. Pensate a voi stessi. Guardate nel vostro abisso. Pensate a che cosa deve accadere, perché un uomo sia Santo. Eppure, è accaduto.

Se fosse accaduto una sola volta, l’attenzione vi si sarebbe fissata forse più facilmente; invece è accaduto sovente. Come trovare le parole per una tale cosa? Si può dire dei Santi come degli astri: Assiduitate viluerunt. […]

Gli Eletti variano tra loro per intelligenza, attitudini, vocazione. Hanno doni diversi e grazie diverse. eppure, una invisibile somiglianza sta al fondo delle grandissime diversità. Portano tutti il medesimo segno: il segno dello stesso Dio.

Le loro vite, tutte prodigiosamente differenti tra loro, contengono in diversissime lingue lo stesso insegnamento. Nella loro varietà, non sono mai contraddittorie. Sono legate tutte alla Storia, mischiate alle sue innumerevoli complicazioni; eppure, la purezza dell’insegnamento che ci portano è assolutamente intatta. […] e più sono diseguali, più vedrete precisarsi in ognuna il principio di unità che le vivifica. Hanno tutte la stessa fede; cantano tutte il medesimo Credo. Non vi pare stupefacente questa unanimità?

[…] Uno dei caratteri della Chiesa Cattolica fu l’invincibile calma. Calma che non è freddezza. Ama gli uomini, ma non si lascia sedurre dalle loro debolezze. Tra i tuoni e i colpi di cannone celebra l’invincibile gloria del Pacifico, e la celebra cantandola. Le montagne del mondo possono crollare le une sulle altre, ma se c’è festa di una pastorella, Santa Germana per esempio, celebrerà la pastorella con la calma immutabile che le viene dall’Eternità. Quale che sia il frastuono dei popoli e dei re intorno a lei, non dimenticherà neppure uno dei suoi poveri, dei suoi mendicanti, dei suoi martiri. Non teme la forza dei secoli, né la violenza del tuono. Mentre il tuono rumoreggia, essa risale il corso dei secoli per celebrare l’immortale gloria di una fanciulla sconosciuta durante la sua vita, morta da più di mille anni.

Inutilmente il mondo crolla. La Chiesa conta i suoi giorni con le sue feste. Non dimenticherà mai uno dei suoi vecchi, né uno dei suoi fanciulli, non una delle sue vergini, non uno dei suoi solitari. […] Nulla potrà intimorire, nulla potrà addormentare la sua invincibile memoria. »

E. Halo

« I Santi. Che cosa ne sappiamo noi? La Chiesa li ha sparsi lungo il cammino dei secoli, senza distinguere tra analfabeti, la cui esistenza confina con quella dei bruti, e i luminosi dottori che contendono la fama ai sommi filosofi: tra povere donne di mediocri risorse, e le ardenti innamorate, capaci di infiammare la fantasia di artisti supremi; tra labili memorie affidate a tradizioni zoppicanti e lontane, e figure stagliate in pienezza di storia, di lasciti orali e scritti, avvezze al colloquio coi potenti, testimoni completi del loro tempo.

Lutero li ha scacciati, la Chiesa odierna li setaccia e li epura, preoccupata di farsi approvare o almeno sopportare, dalle maestranze sussiegosamente indecenti e risibilmente soddisfatte delle svariate premiatissime ditte del metodo filologistico e della documentazione archivistica.

Alcuni finiscono dannati come impostori, cancellati dal calendario, costretti a rifugiarsi nella tenacia tetragona di plebi lontane, che l’empietà riverniciata di storicismo curiale non riesce a violare. Com’è toccato a San Giorgio, forse per punirlo d’aver costretto il Demonio alla confessione.

Povero Hello, anche qui si illudeva. Vedeva la Chiesa scandire i suoi giorni con le feste. Garantiva che non avrebbe dimenticato uno solo dei suoi vegliardi, uno solo dei suoi fanciulli, una sola delle sue vergini, uno solo dei suoi solitari. […] nulla poteva scuotere la sua invincibile memoria. Non sapeva che sarebbe arrivata anche la Chiesa, per non esser da meno rispetto al potere civile coi vivi, all’epurazione dei Santi. »


Pietro Santerno

[...] Ed oggi a quella Porta bussano coloro che furono epigoni di tali scuole ma protagonisti di quelle epurazioni; bussano coloro che fecero scempio del Messale e delle sue feste, di liturgie e paramenti e tradizioni, di Santi e commemorazioni; bussano … ma la schiera di Santi e Beati, uniti con gli Angeli a Nostro Signore, ripetono temo il motto evangelico: “non vi conosco!”

don Massimo Sbicego

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