IL GIUDIZIO PARTICOLARE
L'ANIMA
Appena il moribondo emette l'ultimo respiro, alcuni esclamano: E' morto... tutto è finito!
Non è così! Se è finita la vita terrena, è cominciata però la vita eterna dello spirito o dell'anima.
Noi siamo fatti di anima e di corpo. L'anima è il principio vitale per cui l'uomo ama, vuole il bene ed è libero dei suoi atti, perciò responsabile del suo agire. Per mezzo dell'anima il corpo compie tutte le sue funzioni di assimilare, crescere e sentire.
Il corpo è lo strumento dell'anima; finché questa lo vivifica, abbiamo il corpo in piena efficienza; appena essa parte, abbiamo la morte, cioè il corpo diventa cadavere, insensibile, destinato alla dissoluzione. Il corpo non può vivere senza l'anima.
L'anima, fatta a immagine e somiglianza divina, è creata da Dio nell'atto della umana concezione; dopo una dimora più o meno a lungo su questa terra, ritorna a Dio per essere giudicata.
Il Giudizio Divino!... Entriamo, o lettore, in un argomento di massima importanza, di gran lunga superiore a quello della morte. Difficilmente mi commuovo, o lettore; il pensiero del Giudizio però riesce a commuovermi. Dico questo affinché tu segua con particolare interesse l'argomento che sto per trattare.
IL DIVIN GIUDICE
Dopo la morte del corpo, l'anima continua a vivere; è questa una verità di fede insegnataci da Gesù Cristo, Dio e uomo. Egli infatti dice: Non temete quelli che uccidono il corpo; ma temete piattosto Colui che può perdere il corpo e l'anima vostra! - E parlando di un tale che pensava solo a questa vita terrena, ammassando ricchezze, Egli dice: Stolto, questa notte tu morrai e l'anima tua ti sarà domandata! Quanto hai preparato di chi sarà? - Mentre è morente sulla Croce, dice al buon ladrone: Oggi sarai con me in Paradiso! - Parlando del ricco epulone, asserisce: Morì il ricco e fu sepolto nell'inferno.
Dunque, appena l'anima parte dal corpo, senza intervallo alcuno si trova davanti all'eternità. Se essa fosse libera di scegliere, andrebbe senz'altro in Paradiso, perchè nessun'anima vorrebbe andare all'inferno. E' necessario quindi un giudice che assegni l'eterna dimora. Questo giudice è Iddio stesso e precisamente Gesù Cristo, il Figliuolo Eterno del Padre. Egli stesso lo afferma: Il Padre non giudica alcuno, ma ogni giudizio ha rimesso al Figlio!
Si sono visti dei colpevoli a tremare davanti al giudice terreno, a sudar freddo ed anche a morire.
Eppure si tratta di un uomo che deve essere giudicato da un altro uomo. E che cosa sarà quando l'anima comparirà davanti a Dio per ricevere la sentenza irrevocabile per tutta l'eternità? Alcuni Santi tremavano al pensiero di questa comparsa. Si racconta di un monaco, che avendo visto nel sogno Gesù Cristo in atto di giudicarlo, ebbe tanto spavento, che i capelli gli divennero ad un tratto bianchi.
S. Giovanni Bosco prima di morire. alla presenza del Cardinale Alimonda e di parecchi Salesiani, cominciò a piangere. - Perchè piangete? - domandò il Cardinale. - Penso al giudizio di Dio! Presto comparirò al suo cospetto e dovrò rendergli conto di tutto! Pregate per me!
Se questo facevano i Santi, che cosa dovremmo fare noi che abbiamo la coscienza carica di tante miserie?
DOVE SAREMO GIUDICATI?
I Dottori di Santa Chiesa insegnano che il Giudizio Particolare sarà nel luogo stesso ove avviene la morte. Verità tremenda questa! Morire mentre si sta commettendo un peccato e comparire lì stesso davanti al Giudice Supremo offeso!
Pensa, o anima cristiana, a questa verità allorquando la tentazione ti assale! Vorresti fare una cattiva azione... E se tu morissi in quel momento?... Tu commetti tanti peccati nella tua stanza... sopra quel letto... Pensa che tu probabilmente morrai su quel letto e che proprio là vedrai il Divino Giudice!... Tu perciò, o anima cristiana, sarai giudicata da Dio dentro la tua stessa casa, se ivi ti coglierà la morte!... Medita seriamente!...
LA DOTTRINA CATTOLICA
Il Giudizio che l'anima subisce appena spira, si chiama «particolare» per distinguerlo da quello che avverrà alla fine del mondo.
Addentriamoci un po' nel Giudizio Particolare, per quanto umanamente sarà possibile. Il tutto avverrà in un batter d'occhio, come dice S. Paolo; noi però cerchiamo di descrivere lo svolgimento della scena in alcuni particolari più interessanti. Non sono io che invento questa scena del Giudizio; sono i Santi che la descrivono, con a capo Sant'Agostino, appoggiati ai detti della Sacra Scrittura. E' bene esporre prima la dottrina cattolica riguardo alla sentenza del Giudice supremo: « Dopo la morte, se l'anima è in grazia di Dio e senza resto di peccato, va in Paradiso. Se è in disgrazia di Dio, va all'inferno. Se ha ancora qualche debito da scontare presso la Divina Giustizia, va in Purgatorio finché non sia fatta degna di entrare in Paradiso ».
UN'ANIMA INFELICE
Assistiamo assieme, o lettore, al giudizio che subisce dopo la morte un'anima cristiana, la quale, pur avendo ricevuto tante volte i Santi Sacramenti, abbia menato tuttavia una vita qua e là macchiata di gravi colpe ed abbia peccato con la speranza di salvarsi lo stesso, pensando di morire almeno in grazia di Dio. Purtroppo è stata colta dalla morte mentre era in peccato mortale ed eccola ora davanti al Giudice Eterno.
LA COMPARSA
Gesù Cristo Giudice non è più il tenero Bambino di Betlemme, il dolce Messia che benedice e perdona, l'Agnello mansueto che va alla morte sul Calvario senza aprire bocca; ma è il fiero Leone di Giuda, il Dio di tremenda maestà, davanti al quale cadono in adorazione i più eletti Spiriti Celesti e tremano le potenze infernali.
I Profeti intravvidero in qualche modo nelle loro visioni il Divin Giudice e ce ne diedero delle immagini. Essi ci raffigurano Cristo Giudice con la faccia splendente come il sole, con gli occhi scintillanti come fiamme, con la voce simile al ruggito del leone, con il furore a guisa di un'orsa alla quale siano stati rubati i figli. Al fianco ha la giustizia con due giustissime bilance: una per le opere buone e un'altra per le cattive.
L'anima peccatrice a vederlo, vorrebbe slanciarsi verso di Lui, per possederlo in eterno; per Lui è stata creata ed a Lui tende; ma ne viene trattenuta da forza misteriosa. Vorrebbe essa annientarsi od almeno fuggire per non sostenere lo sguardo di un Dio sdegnato; ma non le è concesso. Intanto vede davanti a sé il cumulo dei peccati commessi in vita, il demonio, a fianco, che sghignazza pronto a trascinarla con sé e vede al di sotto la terribile fornace dell'inferno.
Prima ancora di ricevere la sentenza, già l'anima ne prova l'atroce strazio, stimandosi da se stessa degna del fuoco eterno.
- Che cosa, penserà l'anima, che cosa dovrò dire al Divin Giudice, essendo così misera?... Quale patrono ho da supplicare affinché mi aiuti?... Oh! me infelice!
L'ACCUSA
Comparsa l'anima davanti a Dio, nel medesimo istante comincia l'accusa. Ecco il primo accusatore, il demonio! - Signore, dice, siate giusto!... Voi mi avete condannato all'inferno per un solo peccato! Quest'anima ne ha commessi tanti!... Fatela bruciare con me eternamente!... O anima, non ti lascerò più!... Tu mi appartieni!... Sei stata mia schiava tanto tempo!... - Ah! bugiardo e traditore! - dice l'anima. Mi hai promesso la felicità, presentandomi in vita il calice del piacere ed ora per te son perduta! Intanto il demonio, come dice Sant'Agostino, rinfaccia all'anima le colpe commesse e con aria di trionfo le ricorda il giorno, l'ora e le circostanze. - Ricordi, anima cristiana, quel peccato... quella persona... quel libro... quel luogo?... Ricordi come ti eccitavo al male?... Come eri ubbidiente alle mie tentazioni! Ecco farsi avanti l'Angelo Custode, come dice Origene. - O Dio, esclama, quanto ho fatto per la salvezza di quest'anima!... Molti anni ho passato al suo fianco, custodendola amorosamente... Quanti buoni pensieri le ho ispirato!... Dapprima, quando era innocente, mi ascoltava. In seguito, cadendo e ricadendo nella grave colpa, è diventata sorda alla mia voce!... Sapeva essa di far male... e tuttavia preferiva il suggerimento del demonio!
A questo punto l'anima, tormentata dal rimorso e dalla rabbia, non sa contro chi avventarsi! - Sì, dirà, la colpa è mia!
L'ESAME
Ancora non ha avuto luogo il rigoroso interrogatorio. Illuminata dalla luce che emana da Gesù Cristo, l'anima vede tutto l'operato della sua vita nei minimi particolari.
« Dammi conto, dice il Divin Giudice, delle tue opere malvage! Quante profanazioni del giorno festivo!... Quante mancanze contro il prossimo... approfittando della roba altrui... imbrogliando nel lavoro... dando in prestito denaro ed esigendo più del giusto!... Quante falsificazioni nel commercio, alterando la merce ed il peso!... E quelle vendette prese dopo la tale e la tal altra offesa?... Tu non volevi perdonare e pretendevi il mio perdono!
« Dammi conto delle colpe contro il sesto Comandamento!... Ti avevo dato un corpo anche te ne servissi in bene e tu invece l'hai profanato!... Quante libertà indegne di una creatura!
« Quanta malizia in quegli sguardi scandalosi!... Quante miserie in gioventù... nel fidanzamento... nella vita di matrimonio, che avresti dovuto santificare!... Credevi, o infelice anima, che tutto fosse lecito!... Non pensavi che io vedevo tutto e ti avvertivo della mia presenza con il rimorso!
Le città di Sodoma e di Gomorra furono incenerite da me per mezzo del fuoco a motivo di questo peccato; anche tu eternamente sarai bruciata nell'inferno e sconterai quei cattivi piaceri presi; per poco arderai da sola, dopo verrà pure il tuo corpo!
« Dammi conto di quegl'insulti che mi lanciavi nella collera, quando dicevi: Iddio non fa le cose giuste!... E' sordo!... Non sa ciò che fa!... Misera creatura, hai osato trattare così il tuo Creatore!... Ti avevo dato la lingua per lodarmi e te ne sei servita per insultare me e per offendere il prossimo!... Rendimi ragione ora delle calunnie... delle mormorazioni... dei segreti che hai manifestati... delle imprecazioni... delle bugie e dei giuramenti!... Di tutto voglio conto anche delle tue parole oziose!... - Signore, esclama atterrita l'anima, anche di questo?... E si? Non hai letto nel mio Vangelo: Di ogni parola oziosa che gli uomini avranno detto, mi daranno canto nel giorno del Giudizio!...?
« Dammi conto anche dei pensieri, dei desideri impuri volontariamente tenuti nella mente... dei pensieri di odio e di godimento del male altrui!..:
« Come hai adempiuti i doveri del tuo stato!... Quanta trascuratezza!... Ti sei sposata!... Ma perchè non hai soddisfatto ai gravi obblighi inerenti?... Rifiutasti i figliuoli che avrei voluto donarti!... Di qualcuno, che hai accettato, non hai avuto la debita cura spirituale!... Ti ho ricoperta di favori particolari dalla nascita alla morte... tu stessa lo hai riconosciuta... e mi hai corrisposto con tanta ingratitudine!... Avresti potuto salvarti, e invece!...
«Ma il conto più stretto lo esigo delle anime che hai scandalizzate!... Miserabile creatura, per salvare le anime sono sceso dal Cielo in terra e son morto in Croce!:.. Per salvarne una sola, se fosse necessario, farei altrettanto!... E tu, invece mi hai rapite le anime con i tuoi scandali!... Ricordi quei discorsi scandalosi... quei gesti... quelle provocazioni al male?... In tal modo hai spinto al peccato anime innocenti!... Costoro hanno insegnato anche ad altre il male, aiutando l'opera di Satana!... Dammi conto di ciascuna anima!... Tu tremi!... Dovevi prima tremare, pensando a quelle mie terribili parole: Guai a chi dà scandalo! Sarebbe meglio che venisse legata al collo dello scandaloso una macina da mulino e fosse precipitato nel profondo del mare! - Signore, dice l'anima, ho peccato, è vero! Però non sono stata solamente io!... Anche altre hanno operato come me! - Le altre avranno il loro giudizio!... Anima perduta, perchè non lasciasti a suo tempo quelle amicizie cattive?... Il rispetto umano, o paura della critica, ti ha trattenuto nel male ed invece di aver vergogna di dare scandalo... ridevi scioccamente!... Ma vada l'anima tua all'eterna perdizione per le anime che hai rovinate! Soffri tanti inferni, quanti sono coloro che hai scandalizzato!
- Dio di tremenda, giustizia, riconosco di aver mancato!... Ma tenete conto delle passioni che mi hanno violentato!... - E perchè non toglievi le occasioni? Tu invece mettevi la legna al fuoco!... Ogni divertimento, lecito o no, lo facevi tuo!...
- Nella vostra giustizia infinita, ricordatevi, o Signore, delle opere buone da me compiute!... - Sì, hai compiute delle opere buone... ma non le hai fatte per amor mio! Operavi per farti vedere... per guadagnare la stima o la lode altrui!... Hai ricevuto la tua ricompensa in vita!... Hai fatte altre opere buone però ti trovavi in stato di peccato-mortale e quanto facevi non era meritorio!... L'ultimo peccato grave commesso... quello che stoltamente speravi di confessare prima di morire... quell'ultimo peccato ti ha spogliato di ogni merito!...
- Quante volte, o Dio misericordioso; in vita mi avete perdonato!... Perdonatemi anche ora! - E' finito il tempo della misericordia!... Già troppo hai abusato della mia bontà... e per questo ti sei perduta!... Peccavi e ripescavi... pensando: Iddio è buono e mi perdona!... Anima sciagurata, con la speranza del perdono ritornavi a trafiggermi!... E correvi dal mio Ministro per avere l'Assoluzione!... Quelle tue Confessioni non mi erano accette!... Ricordi quante volte nascondevi per vergogna qualche peccato?... Quando pur lo confessavi, non ne eri del tutto pentita e subito vi ricadevi!... Quante Confessioni mal fatte!... Quante Comunioni sacrileghe!... Tu, o anima, eri stimata come buona e pia dagli altri ma io che conosco l'intimo del cuore, ti giudico come perversa!...
LA SENTENZA
- Giusto siete, o Signore, esclama l'anima, e retto è il vostro giudizio!... Merito la vostra ira!... Ma non siete voi il Dio tutto amore?... Non spargeste per me il vostro Sangue sulla Croce?... Questo Sangue propiziatore invoco su di me!... - Sì, scenda esso punitore su di te dalle mie Piaghe!... E va', maledetta, lontano da me, nel fuoco eterno, preparato al diavolo ed ai suoi seguaci!
Questa sentenza di eterna maledizione è per la misera anima la maggiore pena! Sentenza divina, immutabile, eterna!
In meno che si dica, data la sentenza, ecco l'anima afferrata dai demoni e trascinata con scherno dentro al supplizio eterno, tra le fiamme, che bruciano e non consumano. Ove cade l'anima, ivi rimane! Ogni tormento piomba, sopra di essa; il maggiore pero è il rimorso, il verme roditore di cui ci parla il Vangelo.
NON C'E' ESAGERAZIONE
In questo giudizio mi sono espresso umanamente; la realtà però è di gran lunga superiore ad ogni umana parola. Può sembrare esagerata la condotta di Dio nel giudicare l'anima peccatrice; tuttavia bisogna persuadersi che la Divina Giustizia è severa punitrice del male. Basta osservare i castighi che Iddio manda all'umanità a motivo dei peccati, e non solo per i gravi, anche per i leggeri. Così leggiamo nella Sacra Scrittura che il re Davide fu punito per un sentimento di vanità con tre giorni di peste nel suo regno; il Profeta Semefa fu sbranato da un leone per una disobbedienza agli ordini ricevuti da Dio; la sorella di Mosè fu colpita dalla malattia della lebbra per una mormorazione fatta contro il fratello; Anania e Saffira, marito e moglie, furono puniti con la morte improvvisa per una semplice menzogna detta a S. Pietro. Ora, se Iddio giudica degni di tanta castigo coloro che commettono una pieccola mancanza volontaria, che cosa farà di chi commette peccati gravi?
E se nella vita terrena, che suole essere tempo di misericordia, il Signore è così esigente, che cosa sarà dopo la morte quando non ci sarà più misericordia?
Del resto basta ricordare un poco qualche parabola che Gesù Cristo racconta in proposito, per convincerci della serietà, del suo giudizio.
LA PARABOLA DEI TALENTI
Un signore, dice Gesù nel Vangelo, prima di allontanarsi dalla sua città, chiamò i servitori e diede loro dei talenti: a chi cinque, a chi due ed a chi uno, a ciascuno secondo la propria capacità. Dopo un certo tempo ritornò e volle fare i conti con i servitori. Venne a lui quegli che aveva ricevuto cinque talenti e gli disse: Ecco, o signore, ho guadagnato altri cinque talenti! - Bravo, servo buono e fedele! Poiché sei stato fedele nel poco, ti costituisco padrone sul molto! Entra nel gaudio del tuo signore!
Similmente disse a colui che aveva ricevuto due talenti e ne aveva guadagnato altri due.
Gli si presentò chi ne aveva ricevuto uno solo e gli disse: Signore, io so che voi siete uomo severo, perchè esigete ciò che non avete dato e raccogliete ciò che non avete seminato. Avendo paura di perdere il vostro talento, sono andato a sotterrarIo. Ecco ve lo restituisco tale e quale! - Servo iniquo, disse il signore, ti condanno con le tue stesse parole! Tu sapevi che sono uomo severo!... Perchè dunque non consegnavi alle banche il talento e così al mio ritorno avresti percepito gli interessi?... - e diede ordine che il misero servo venisse legato mani e piedi e fosse gettato nelle tenebre esteriori, tra il pianto e lo stridore dei denti.
Questi servitori siamo noi. Abbiamo ricevuto i doni da Dio con varietà: vita, intelligenza, corpo, ricchezza, ecc.
Al termine della carriera mortale se il nostro Sommo Donatore vede che abbiamo fatto del bene, ci giudica benignamente e ci premia. Se invece vede che bene non ne abbiamo operato, anzi abbiamo trasgredito i suoi ordini e l'abbiamo offeso, allora il suo giudizio sarà tremendo: l'eterna prigione!
UN ESEMPIO
E qui è da notare che Iddio è giustissimo e nel giudicare non guarda in faccia ad alcuno; dà a ciascuno quanto spetta, senza tenere conto delle dignità umane.
Il Papa è il rappresentante di Gesù Cristo in terra; dignità sublime. Ebbene, anche lui viene giudicato da Dio come gli altri uomini, anzi con più rigore, poichè a chi più è stato dato, più sarti richiesto.
Il Sommo Pontefice Innocenzo III fu uno dei più grandi Papi. Fu zelantissimo della gloria di Dio e compì opere meravigliose a bene delle anime. Però commise nelle mancanze leggere, che, come Papa, avrebbe dovuto evitare. Appena morto, fu severamente giudicato da Dio. Comparve allora a Santa Lutgarda, tutto circondato di fiamme e le disse: Sono stato giudicato colpevole di alcune cose e sono stato condannato al Purgatorio sino al giorno del Giudizio Universale!
Il Cardinale Bellarmino, divenuto poi Santo, rabbrividiva pensando a questo fatto!
FRUTTO PRATICO
Quanta cura non si ha degli affari temporali! I mercanti e coloro che gestiscono qualche azienda, mettono tanta sollecitudine per guadagnare; non contenti di ciò, la sera sogliono dare uno sguardo al libro dei conti e di tanto in tanto fanno i calcoli più accurati e, se è il caso, prendono provvedimenti. Perché non fai, o anima cristiana, altrettanto per gli affari spirituali, per i conti della tua coscienza?... Se non lo fai è perché hai poca cura della tua salvezza eterna!... Giustamente Gesù Cristo dice: I figli di questo secolo sono, nel loro genere, più avveduti dei figli della luce!
Ma se per il passato, o anima, sei stata trascurata, non esserlo per l'avvenire! Fa' una rivista della tua coscienza; scegli però il tempo più tranquillo per fare ciò. Se riconosci di avere ì conti in regola con Dio rimani tranquilla e segui la buona via sulla quale ti trovi. Se al contrario vedi che c'è qualche cosa da mettere a posto, apri l'anima tua a qualche Sacerdote zelante per avere l'assoluzione e ricevere un esatto indirizzo della vita morale. Prendi fermi propositi di vita migliore e non indietreggiare più!... Tu sai come è facile morire!... Da un momento all'altro protesti trovarti al divin tribunale!
RENDERSI AMICO GESU'
Gesù amava Gerusalemme, la città santa. Quanti miracoli non vi operò! Essa avrebbe dovuto corrispondere a sì grandi benefizi, ma non lo fece. Gesù ne rimase molto addolorato e un giorno pianse sulla sua sorte.
Gerusalemme, disse, Gerusalemme, quante volte io volli radunare i tuoi figliuoli come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali e non hai voluto!... Oh! se tu conoscessi e proprio in questo giorno quello che giova alla tua pace! Invece ora sono cose nascoste ai tuoi occhi. Ma ci sarà per te la punizione, poichè verranno giorni, nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno trincee, ti circonderanno e stringeranno te e i tuoi figliuoli che sono in te e non lasceranno pietra su pietra!
Gerusalemme, o anima, è immagine tua. Gesù ti ha ricoperta di benefici spirituali e temporali; tu però hai corrisposto con ingratitudine, offendendolo. Gesù forse piange sulla tua sorte, dicendo: Povera anima, ti ho amata, ma un giorno, quando avrò da giudicarti, dovrò maledirti e condannarti all'inferno!
Convertiti, dunque, una buona volta! Tutto Gesù ti perdona, avessi pure comemesso tutti i peccati del mondo, purché sia pentita! Tutto Gesù perdona a chi realmente lo vuole amare, come generosamente perdonò alla Maddalena, donna scandalosa, dicendo di lei: Molto le è stato perdonato, perchè molto ha amato.
Bisogna amare Gesù non a parole, ma coi fatti, osservando la sua divina legge. E' questo il mezzo per renderselo amica per il giorno del Giudizio.
UN MIO BISOGNO
A te ho rivolto la parola, o lettore; nello stesso tempo ho inteso rivolgerla a me stesso, perchè anch'io ho un'anima da salvare ed avrò da comparire al cospetto di Dio. Convinto di quanto dico agli altri, sento il bisogno d'innalzare a Cristo Giudice una calda preghiera, affinché mi sia propizio nel giorno del mio rendiconto.
INVOCAZIONE
- O Gesù, mio Redentore e mio Dio, ascoltate l'umile preghiera che viene dal profondo del mio cuore!... Non entrate in giudizio col vostro servo, perchè nessuno può giustificarsi dinanzi a Voi! Pensando al giudizio che mi attende, tremo... e giustamente! Mi avete segregato dal mondo e mi fate vivere in un convento; però questo non basta a togliermi la paura del vostro giudizio!
Verrà il giorno in cui partirò da questo mondo e a Voi mi presenterò. Quando aprirete il libro della mia vita, abbiate pietà di me!... Io che sono così miserabile, che cosa potrò dirvi in quel momento?... Voi solo potete salvarmi, o Re di tremenda maestà... Ricordatevi, o pietoso Gesù, che per me siete morto in Croce! Perciò non mandatemi tra i dannati! Meriterei un giudizio inesorabile! Ma Voi, Giudice di giusta vendetta, datemi il perdono dei peccati, prima ancora del giorno del mia rendiconto!... Pensando alle mie miserie spirituali, dovrei piangere e sento che il mio volto si riempie di vergogna. Perdonate, o Signore, a chi umilmente Vi supplica! la mia preghiera so che non è degna; Voi però esauditela! Vi supplico con cuore umiliato! Datemi quanto ardentemente vi chiedo: non permettete che io commetta un solo peccato mortale!... Se prevedete questo, mandatemi prima qualunque genere di morte!... Datemi spazio di penitenza e fate che con l'amore e con le sofferenze abbia a purificare l'anima mia prima di presentarmi a Voi!
O Signore Voi siete chiamato Gesù, che significa Salvatore! Salvate perciò quest'anima mia! O Maria Santissima, a Voi mi affido perchè siete il rifugio dei peccatori!
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