È veramente curioso che i reduci e protagonisti dei maggiori fallimenti e disastri ecclesiali degli ultimi 40 anni, ossia i vescovi latinoamericani e germanici, per l’ennesima volta salgano in cattedra ergendosi a modello di “brillanti” riformatori della Chiesa, anzi, a suoi rianimatori. Sempre con le solite ricette “magiche” in mano, vecchie di quarant’anni. Loro, loro che si ritrovano chiese in brandelli, clero scarso, impazzito e amorale, emorragie milionarie di fedeli ogni anno, atenei cattolici che sono alveari di eretici, canoniche ridotte a lupanari, risultati tutti resi possibili non dalla disapplicazione delle loro famigerate “ricette”, ma proprio dall’essere state applicate, sino in fondo. Con “successo”. In cosa consista, questo “successo”, lo stiamo toccando con mano. E pensare che prima che quei vescovi iniziassero con il loro ecclesiologico accanimento terapeutico preventivo, le loro erano Chiese floridissime, robuste, alveare di feconde e copiose vocazioni. Ora ronzano come mosche sarcofaghe intorno alla carcassa di quella che fu un tempo una grande Chiesa, nella speranza di piantarci alcune uova in qualche lembo di carne ancora vivido, sperando di innestarne linfa vitale. Ma dall’uovo della mosca sarcofaga, la mosca dei cadaveri, vengono fuori solo larve, vermi, e infine altre mosche sarcofaghe. Che finiranno di spolpare le ossa della Gran Morta. Et in pulverem reverteris! Ma come pretendono di essere creduti se non sono neppure credibili?
Francesco decapita la diocesi di Roma, promuovendo per rimuovere. Via il suo vicario De Donatis e il suo “nemico”, l’ausilario Libanori
I due vescovi litigarono sul destino del gesuita Rupnik, accusato di violenza sessuale da 5 suore Papa Francesco ha deciso a modo suo di risolvere la lunga disputa fra il suo vicario a Roma, cardinale Angelo De Donatis e il gesuita Daniele Libanori, vescovo ausiliare della capitale: li ha sollevati entrambi dall’incarico ricoperto promuovendoli ad altro incarico. Come spiegato dal bollettino della sala stampa vaticana di sabato 6 aprile, il cardinale De Donatis è stato nominato nuovo penitenziere maggiore del Vaticano in sostituzione del cardinale Mauro Piacenza dimissionato qualche mese in anticipo (compirà 80 anni a fine estate). Libanori è stato invece nominato assessore personale del Papa per la vita consacrata, incarico creato ad hoc perché non è mai esistito: dovrà occuparsi di tutti gli istituti di vita consacrata. Con il suo vicario le incomprensioni iniziarono con la pandemia Era da tempo che il Papa aveva fatto trapelare l’intenzione di sostituire De Donatis, che lui stesso a...
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