Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

lunedì 26 giugno 2023

La Vera Obbedienza




Carissimi amici,

C'è una fondamentale virtù cristiana su cui, specialmente nei tempi di oggi, mi sembra opportuno richiamare la vostra attenzione: è la virtù dell'obbedienza. Perché? Perché ciò che ci fa perdere la grazia santificante, l'amicizia di Dio, è appunto il peccato opposto, il peccato di Eva, la madre del genere umano, il peccato di disobbedienza. A causa del suo peccato, della sua disobbedienza, Eva ha trascinato con sé Adamo e di conseguenza tutte le anime venute dopo di loro.

Dacché questo peccato dei nostri progenitori è entrato nella storia dell'umanità, tutti coloro che nascono, nascono ormai col peccato originale. Eccetto la Santissima Vergine Maria. Così Dio ha voluto che nella storia dell'umanità, avvizzita in un certo senso dal peccato di disobbedienza da parte della madre del genere umano, quell'errore fosse riparato da una creatura simile, dalla nostra madre del cielo: la Santissima Vergine Maria.

Se, pertanto, è con una disobbedienza che il peccato è entrato nella storia dell'umanità, è con l'obbedienza della Santissima Vergine Maria che quel peccato è stato riparato. Dunque in ciò c'è un'ammirabile antitesi, voluta, o almeno permessa, dal buon Dio. Certamente Dio non ha voluto il peccato, ma in un certo modo l'ha permesso, come dice la liturgia del Sabato Santo: "felix culpa", colpa felice, che ci ha meritato tante grazie, che ci ha meritato di avere tra noi il Figlio di Dio e la Santissima Vergine Maria.

Dobbiamo dunque approfittare di questa lezione e della grazia che ci offre la Santissima Vergine Maria, lei che è detta piena di grazia perché ha obbedito, perché si è sottomessa a Dio.

Ed è proprio questo che deve essere il primo desiderio della nostra vita. la virtù dell'obbedienza è come l'anima della nostra santificazione. È al centro di tutta la nostra vita, di quella naturale come di quella soprannaturale. In effetti non può darsi vita naturale senza obbedienza come senza di essa non può darsi neppure vita soprannaturale.

Che cos'è l'obbedienza?

Ma, in definitiva, cos'è l'obbedienza? In che cosa consiste? Mi sembra che la si potrebbe definire come « la virtù di Dio ». Virtus Dei omnipotentis, la virtù di Dio onnipotente, che si infonde nelle nostre anime, nelle nostre esistenze, nella nostra volontà e nella nostra intelligenza, nel nostro corpo. Virtù che è la potenza di Dio onnipotente, che si inscrive nelle nostre vite, nella nostra quotidianità. Perché noi non siamo nulla senza questa virtù di Dio: « Senza di me, non potete fare nulla » ( Gv 15, 5 ).

Questa virtù di Dio si inscrive in noi per mezzo delle leggi, dei comandamenti, dei consigli evangelici. Ama Dio, ama il tuo prossimo: ecco quello che dobbiamo fare. È a questa condizione che vivremo, nell'ordine naturale come in quello soprannaturale. Perciò dobbiamo desiderare, prima di tutto, che questa virtù divina, naturale e soprannaturale al tempo stesso, penetri nelle nostre anime e ci conquisti interamente. Senza sottrarre nulla a questa presa di potere dell'Onnipotente in noi, sottomettendoci completamente alla Sua forza vivificante e alla Sua grazia, che ci promette la beatitudine eterna. Ecco cos'è l'obbedienza ed ecco il suo frutto. La vita naturale, e la vita soprannaturale e, per ciò stesso, la vita della visione beatifica - la vita eterna - hanno tutte la loro scaturigine nella virtù dell'obbedienza. E allora tale deve essere, cari amici, la disposizione profonda delle nostre anime, perché la fede altro non è che l'obbedienza dei nostri intelletti alla Rivelazione di Nostro Signore, che ci da la Sua verità, che c'è la trasmette, e tale verità costituisce per noi una fonte di vita e di grazie.

Sottomettiamo pienamente, dunque, la nostra intelligenza e la nostra volontà a Nostro Signore Gesù Cristo. Domandiamo questa grazia tramite l'intercessione della Santissima Vergine Maria, con umiltà di sottometterci interamente alla santa volontà di Nostro Signore.

La Madonna c'è ne ha dato l'esempio con il suo fiat, con la sua umiltà. E nel Magnificat cantiamo: Quia respexit humilitatem ancillae suae, «Perché guardò all'umiltà della sua serva». E sua cugina Elisabetta le dice: Et beata, quae credidisti ( Lc. 1, 45 ): « Beata poiché hai creduto ».

La fede! La fede non è altro che l'obbedienza, la sottomissione della nostra intelligenza alla verità rivelata dall'autorità di Dio. Ecco in cosa deve consistere la nostra obbedienza. Allora, per mezzo della grazia dell'obbedienza, trasformeremo le nostre vite, che saranno pienamente conformi alla volontà di Dio.

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