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Solennità del Corpus Domini «Ave, verum Corpus, natum de Maria Virgine»



Carissimi amici,

Celebriamo la solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, giorno in cui adoriamo in maniera speciale la presenza reale del Signore nell'eucaristia. È giorno di ringraziamento per il dono del Corpo e del Sangue di Gesù messo a nostra disposizione ogni qualvolta celebriamo la Santa Messa.
E siamo invitati a riflettere sul mistero eucaristico fonte e culmine dell'esperienza della Chiesa.
Fu così che Papa Urbano IV nel 1264 istituì ufficialmente la festa che in realtà è riproposta del giovedì santo.
Nell'intenzione del Papa vi era lo scopo di rinnovare la fede del popolo cristiano nell'Eucaristia, arricchendone la comprensione teologica.
L'Eucaristia è il memoriale del dono che Gesù Cristo fa della sua vita per il mondo. È il prolungamento sacramentale della incarnazione e della presenza viva e reale del Risorto. Nel dono dell'Eucaristia Cristo si fa pane per alimentare tutta la nostra vita e offre il suo sangue versato per la redenzione di tutti e di ognuno in particolare.
Nel momento in cui rendiamo omaggio al Santissimo Sacramento è doveroso restituire alla memoria la pienezza dei sentimenti e dei significati che riguardano il mistero eucaristico. Nella sua celebrazione noi annunciamo la morte di Cristo, proclamiamo la sua risurrezione ed esprimiamo la nostra volontà di vivere in attesa della sua venuta nella gloria. La festa del Corpus Domini invita, altresì, a comprendere la relazione tra l'Eucaristia e la Chiesa: la Chiesa nasce dall'Eucaristia e nell'Eucaristia.
Stiamo adorando e contemplando il mistero del Corpo e del Sangue di Gesù Signore; stiamo ammirando il suo amore nel volere rimanere in mezzo a noi per dilatare continuamente a tutti i popoli, in tutti i luoghi e in tutti i tempi la grazia e la forza della sua Passione, Morte e Risurrezione e donarci la vita. Lui stesso ce lo ha detto nell’Acclamazione al Vangelo: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,51). Ha scelto il pane e il vino, che sono gli alimenti comuni a tutti i popoli, perché noi tutti lo mangiamo e perché, mangiandolo abbiamo la vita e godiamo la sua presenza. L’Eucaristia è il più grande miracolo che si realizza in ogni istante del giorno e della notte: E’ il mistero della Fede! E’ lo Spirito Santo che, attraverso l’opera di ogni sacerdote, trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù e trasforma tutti noi in famiglia di Dio, forma la Chiesa che è corpo del Signore come ha formato Cristo nel grembo di Maria. Afferma il Papa san Leone Magno: “Ciò che fu visibile nel nostro Redentore, passò nei Sacramenti. Ogni sacramento è un incontro con l’umanità di Cristo. Nella comunione, noi diventiamo ciò che riceviamo, diventiamo Cristo” (Secondo Sermone dell’Ascensione).
Sant’Agostino nel suo libro Le Confessioni narra il suo incontro con il Signore come la visione di una luce molto intensa, la luce della verità. Questa era accompagnata da una voce che diceva: “Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me”. “l’Eucaristia è il cuore della Chiesa": “Ad ogni eucaristia, il sangue guasto di tutto il mondo affluisce al cuore della chiesa che è Cristo. In esso io getto il mio peccato e ogni mia impurità perché sia distrutta, ed esso mi dona un sangue puro, il suo sangue, che è il sangue dell’agnello immacolato pieno di vita e di santità” (cfr L’Eucaristia nostra santificazione, Ancora 2012, pp 43-44). Quante volte può accadere che, per diversi motivi, un sacerdote debba celebrare l’Eucaristia da solo. Alcuni si domandano se si può e se va bene. La risposta l’ha data San Pier Damiani, che interpellato da un sacerdote che era costretto a celebrare da solo ed era nel dubbio per l’assenza di fedeli, gli rispose: “Non è vero che non c’è nessuno intorno al tuo altare perché, quando celebri la messa, intorno c’è tutta la chiesa del cielo e della terra!”. Il Santo Curato d’Ars,che fu innamorato della Eucaristia, egli diceva che : “Nei confronti di questo sacramento spesso i fedeli si comportano come uno che muore di sete sulla riva di un fiume: non avrebbe che da chinare la testa. Noi siamo come uno che resta povero vicino a un tesoro e non avrebbe che da allungare la mano. Chi si comunica, si perde in Dio come una goccia d’acqua nell’oceano. Non si può più separarli. Niente è così grande come l’eucaristia. Avete un bel confrontare tutte le buone azioni del mondo con una comunione ben fatta, e avrete sempre come un granello di polvere al cospetto di una montagna!”. E ancora: “La comunione è per l’anima come una soffiata su un fuoco che comincia a spegnersi. Se si custodisce bene nostro Signore dopo la comunione, per molto tempo si continua a sentire quel fuoco divorante”. Il S.Curato d’Ars ha dato l’esempio, trascorrendo molte ore davanti al SS.mo Sacramento e, da lì, passando poi al confessionale. Anche le sue iniziative pastorali e la sua predicazione sono nate ai piedi del Tabernacolo: per questo avevano un’efficacia straordinaria! Davanti a Gesù presente nell’Ostia Santa che contempliamo e adoriamo, chiediamo a lui la grazia di avere sempre più un cuore innamorato del SS.mo Sacramento, di trovare sempre il tempo necessario e adeguato ogni giorno per una attenta celebrazione e adorazione dell’Eucaristia, annunciando a quanti avviciniamo la gioia e la grazia dell’incontro con il Signore Gesù.

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