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La sinodalità condurrà la chiesa alla protestantizzazione



Carissimi amici,
La Chiesa si trova oggi di fronte alla più profonda crisi dopo la Rivoluzione Francese, una crisi che rischia di travolgere il mondo cattolico. Una divisione interna alla Ecclesia, dal punto di vista teologico-dottrinale, non può che essere interpretata alla luce dell'opera del demonio. Solo che da qualche tempo quel termine viene ventilato dalle cronache con una certa continuità.
È stato reso noto ieri e presentato in conferenza stampa il testo dell’Instrumentum Laboris del Sinodo sulla sinodalità che inizierà il prossimo 4 ottobre 2023 e durerà ben due anni. Si tratta del documento di lavoro per i sinodali, dopo l’esaurimento delle varie fasi preparatorie che, a loro volta, avevano prodotto altri documenti. Cosa possiamo capire dell’aria che tira leggendo questo documento di lavoro? L’impressione sintetica che se ne ricava è che si tratta di un testo incerto sui principi, aperto alle strumentalizzazioni, passibile dei più diversi esiti. Le indicazioni per i sinodali riguardano una serie di atteggiamenti da assumere e non delle verità da seguire, delle prassi da attuare e non delle convinzioni da difendere e proporre, delle relazioni da tenere e non delle verità da far proprie. Pertanto la Chiesa sinodale non potrà avere un futuro cattolico. ma bensì per la gioia di Lutero, di Calvino,e di certi vescovi non potrà che avere un futuro protestante.Purtroppo un
pensiero non cattolico si è fatto strada in questi ultimi decenni ed è diventato predominante in molti ambienti della Chiesa cattolica, in molte facoltà teologiche, nei seminari.

Nei mesi scorsi si sono addensati nella Chiesa cattolica romana una serie di eventi – distinti – che convergono però nel mettere in evidenza una profondissima crisi.
Il rischio di una chiesa sinodale e di andare a «sbattere» questo rischio è elevatissimo. Sia di sbattere contro una visione meramente sociologica sia di sbattere contro un’analisi puramente e astrattamente ideo-teologica.Basterà un Sinodo per questo? Oppure occorre un Concilio Vaticano III che rimetta in discussione princìpi dogmatici? Primavera intensa, nella Chiesa cattolica romana, perché se il Vaticano II fu la primavera, il terzo e tutto ciò che nasce da oggi in poi e intensa primavera. Pazzi! Siete dei pazzi irresponsabili ....La pazzia! La vera risposta. Il testo preparatorio per la prossima Assemblea sinodale «non dà risposte, ma pone solo domande», ha detto il card. Hollerich. Salvo irrigidirsi quando qualcuno le domande le fa sui contenuti: guai a ricordare l'insegnamento della Chiesa, il bene supremo è "camminare insieme".La verità non è più né vincolo né obiettivo, perché c’è un bene superiore: il «camminare insieme», espressione che è risuonata in continuazione durante la Conferenza Stampa e che si trova per 35 volte nell’IL. Altri termini gettonatissimi sono «discernimento», che compare fino alla nausea per ben 183 volte, «processo» 91 volte, «dinamismo» 17; rapida analisi lessicologica che però è assai eloquente. E molto eloquente è il paragrafo n. 6 dell’IL: «camminare insieme, cioè fare sinodo, è il modo per diventare davvero discepoli e amici di quel Maestro e Signore che di sé ha detto “Io sono la via” (Gv 14,6)». La verità e la vita gli estensori se li sono dimenticati: Cristo è semplicemente la via; perciò chi “cammina insieme” è già discepolo del Signore.Il cardinale Hollerich ha risposto che l’obiettivo del Sinodo non è parlare dell’insegnamento della Chiesa, ma essere aperti e accogliere tutti.Oggi la Chiesa si ritrova paralizzata e incastrata nel volere attuare la religione dell'uomo che si crede Dio.

Al tempo di sant’Atanasio non si può nemmeno immaginare cosa ne sarebbe stato della Chiesa e della verità cattolica senza un uomo di Dio come Atanasio, ovunque venerato come “padre dell’ortodossia”, che visse in quell’epoca di crisi efficacemente riassunta dalla famosa frase di san Girolamo: “E il mondo, sgomento, si ritrovò ariano”. Il santo, perseguitato dagli eretici e da diversi imperatori, fu il più combattivo difensore della divinità di Cristo, messa in discussione dal presbitero Ario, il quale sosteneva ereticamente che il Figlio non fosse coeterno al Padre, riducendolo perciò a mera creatura, noncurante dell’insegnamento delle Sacre Scritture e della Sacra Tradizione.


Quanti Ario oggi giorno, ci sono nella Chiesa, al suo interno nello stesso episcopato e nel collegio cardinalizio. L'intera Storia della Chiesa è una storia di crisi e Gesù non ha preannunciato niente di diverso ai discepoli: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ...Sarete calunniati, perseguitati, vi cacceranno e mentendo diranno ogni sorte di male a causa mia."Rallegratevi".Carissimi la lampada è stata messa sotto il moggio e dappertutto è tenebra. E nella tenebra, confusione, disorientamento, paura. È perciò assolutamente comprensibile che in questa situazione, non appena si veda una fiammella accesa, ci si avvicini per godere un po’ di quella luce e di quel calore. La tremenda crisi della fede che stiamo vivendo è davvero una prova grande, tanto più che appare alimentata proprio da quel centro di unità, che trova la sua ragion d’essere nel confermare i fratelli (cf. Lc 22, 32) e non nel seguire ogni «vento di dottrina» (Ef 4, 14). Una crisi che sposta il fronte dei cattolici ad approvare qualsiasi atto, parola e scritto del Pontefice, in quanto proviene dal Papa, oppure a riconsiderare il ministero petrino in una modalità che cattolica non è. Il papa non è la fonte della verità, ma il primo a dover obbedire alla verità rivelata. Che il riferimento ultimo non è il suo arbitrio, ma la volontà di Dio, verso la quale papa, vescovi, sacerdoti e fedeli sono rivolti. Ed è per questo che nella tradizione teologica è previsto il caso in cui si possa e si debba resistere di fronte a ordini iniqui del papa, a suoi insegnamenti o disposizioni che risultano oggettivamente contrari al bene della Chiesa e alla verità. Siamo arrivati al punto che Instrumentum laboris: la sinodalità conta più della verità e del Vangelo stesso di nostro Signore Gesù Cristo.

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