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Le virtù di Maria Santissima: La preghiera di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Non vi è mai stata su questa terra alcun'anima che come la beata Vergine abbia con tanta perfezione messo in pratica il grande insegnamento del nostro Salvatore: « Bisogna pregare sempre, senza stancarsi mai » (Lc 18,1). Da nessun altro, dice san Bonaventura, possiamo meglio prendere esempio ed imparare la necessità che abbiamo di perseverare nella preghiera, quanto da Maria. Il beato Alberto Magno afferma che, dopo Gesù, la divina Madre fu nella virtù d'orazione la più perfetta di quanti vi sono mai stati e vi saranno. In primo luogo la sua orazione fu continua e perseverante. Sin dal primo istante in cui ebbe la vita e con la vita il perfetto uso della ragione, Maria cominciò a fare orazione. Perciò, per meglio attendere alla preghiera, a tre anni volle rinchiudersi nel ritiro del tempio. Ella stessa disse alla vergine santa Elisabetta: « Mi alzavo sempre a mezzanotte e andavo davanti all'altare del tempio a presentare le mie preghiere al Signore ». Inoltre, per meditare sulle sofferenze di Gesù, dice Odilone, « visitava frequentemente i luoghi della nascita, della passione e della sepoltura del Signore ». San Dionisio Cartusiano scrive: « Nessun affetto disordinato, nessuna distrazione, nessuna occupazione esteriore distoglieva mai la mente della Vergine dalla sua contemplazione ». Per l'amore che portava all'orazione, la beata Vergine amò tanto la solitudine che, come disse a santa Brigida, nel tempio si astenne dal frequentare anche i suoi santi genitori. Riflettendo sulle parole di Isaia: « Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio, e lo chiamerà col nome di Emmanuele » (Is 7,14), san Girolamo osserva che in ebraico la parola Virgo significa propriamente « Vergine ritirata » e dunque già dal profeta fu predetto l'amore che Maria avrebbe portato alla solitudine. Riccardo di san Lorenzo afferma che l'angelo le disse: « Il Signore ècon te, a causa del suo grande amore per la solitudine ».

San Vincenzo Ferreri asserisce che la divina Madre « non usciva mai di casa se non per andare al tempio e vi andava tutta raccolta, tenendo sempre gli occhi bassi ». Perciò andando a visitare santa Elisabetta, « partì in fretta ». Da questo, dice sant'Ambrogio, le giovani devono imparare a schivare il pubblico. San Bernardo afferma che per amore della preghiera e della solitudine Maria « era attenta a fuggire la compagnia e la conversazione degli uomini ». Lo Spirito Santo chiama Maria « tortorella »: « Le tue guance sono belle come le guance della tortora » (Ct 1,9 Volg.). Vergello spiega: « La tortorella è amica della solitudine ed è simbolo della forza unitiva della mente ». La Vergine visse sempre solitaria in questo mondo, come in un deserto. Perciò di lei fu detto: « Chi è costei che sale dal deserto, come colonna di fumo? » (Ct 3,6). A proposito di queste parole l'abate Ruperto scrive: « Così salisti dal deserto, avendo un'anima solitaria ». Filone diceva che Dio non parla alle anime se non nella solitudine Dio stesso dichiarò per bocca di Osea: «La condurrò nella solitudine e parlerò al suo cuore» (Os 2,14 Volg.). E san Girolamo esclamava: « O solitudine, in cui Dio parla e conversa familiarmente con i suoi! ». Si, dice san Bernardo, perché « la solitudine e il silenzio che nella solitudine si gode, costringono l'anima ad uscire con il pensiero dalla terra e a meditare i beni del cielo ». Vergine santa, ottienici tu l'amore per la preghiera e la solitudine affinché, distaccandoci dall'amore delle creature, possiamo aspirare soltanto a Dio e al paradiso, in cui speriamo di vederti un giorno, per lodare sempre e amare insieme con te il figlio tuo « Venite a me, o voi tutti che mi desiderate, saziatevi dei miei frutti » (Eccli [= Sir] 24,26 Volg.). I frutti di Maria sono le sue virtù. « Non hai chi ti precede o chi ti segue. Tu sola, donna senza pari, piacesti a Cristo». (Sedulio).

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