Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

domenica 13 ottobre 2019

Speranza nostra, salve: Maria è la speranza dei peccatori

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Dopo aver creato la terra, Dio fece « due luminari grandi: il luminare più grande che presiedesse al giorno e il luminare più piccolo che presiedesse alla notte » (Gn 1,16). « Il sole, dice il cardinale Ugo, fu figura di Gesù Cristo, la cui luce godono i giusti » che vivono nel giorno della grazia divina; « la luna fu figura di Maria, per mezzo della quale sono illuminati i peccatori » che vivono nella notte del peccato. Poiché dunque Maria è questa luna propizia ai poveri peccatori, dice Innocenzo III, se mai uno sciagurato « è caduto nella notte della colpa, guardi la luna, invochi Maria». Poiché egli ha perduto la luce del sole, perdendo la grazia divina, si rivolga alla luna, preghi Maria ed ella gli darà luce per conoscere la miseria del suo stato e forza per uscirne presto. Dice san Metodio che per le preghiere e l'intervento di Maria continuamente si convertono innumerevoli peccatori. Uno dei titoli con cui la santa Chiesa ci fa ricorrere alla divina Madre e che maggiormente rincuora i poveri peccatori è il titolo « Rifugio dei peccatori » con cui la invochiamo nelle litanie. Anticamente vi erano nella Giudea le città di rifugio, dove i delinquenti che vi cercavano scampo erano liberi dalle pene meritate (Gs 20). Attualmente non vi sono tante città di rifugio, come allora, ma ve ne è una sola, Maria, di cui fu detto: « Cose stupende si dicono di te, città di Dio » (Sal 86,3). Con questa differenza, però, che nelle città antiche non trovavano rifugio tutti i delinquenti né per ogni sorta di delitti, mentre sotto il manto di Maria tutti i peccatori trovano scampo per qualsiasi delitto che abbiano commesso; basta rifugiarvisi. « Io sono la città di rifugio per tutti coloro che vengono a me », fa dire san Giovanni Damasceno alla nostra regina. Basta ricorrere a Maria; chi avrà avuto la fortuna di entrare in questa città non avrà bisogno di parlare per essere salvo. « Radunatevi ed entriamo nella città fortificata ed ivi chiudiamoci nel nostro silenzio » (Ger 8,14 Volg.). Questa città fortificata, spiega il beato Alberto Magno, è la santa Vergine, munita di grazia e di gloria. « Ed ivi chiudiamoci nel nostro silenzio ». La glossa spiega: « Giacché non abbiamo 1'ardire di chiedere perdono al Signore che abbiamo offeso », basta che entriamo in questa città e tacciamo, « perché allora Maria parlerà e pregherà per noi ». Perciò un devoto autore esorta tutti i peccatori a rifugiarsi sotto il manto di Maria, dicendo: « Fuggite, Adamo ed Eva, e voi loro figli » che avete offeso Dio, « fuggite e cercate scampo nel seno di questa buona Madre ». Non sapete che « è l'unica città di rifugio, l'unica speranza dei peccatori? » Già sant'Agostino l'aveva chiamata « unica speranza dei peccatori ».

Sant'Efrem, dopo averla proclamata l'unica avvocata dei peccatori e di tutti quelli che sono privi di ogni soccorso, così la saluta: « Dio ti salvi, rifugio e asilo dei peccatori! In te sola essi possono trovare scampo e ricovero » Questo, osserva un autore, è ciò che intendeva Davide dicendo: « Il Signore mi ha protetto col farmi nascondere nel segreto del suo tabernacolo » (Sal 26,5). E chi è mal questo tabernacolo di Dio, se non Maria, come la chiama san Germano? « Tabernacolo fatto da Dio, in cui non entrò altri che Dio per compiere i sacri misteri della redenzione umana ». A questo proposito san Basilio dice che, dandoci Maria, « il Signore ha aperto per noi un ospedale pubblico », dove possano essere accolti tutti gli infermi che sono poveri e privi di ogni altro aiuto. Dato che gli ospedali sono costruiti apposta per accogliere i poveri, chi sono - domando - quelli che abbiano maggiore motivo di esservi accolti se non i più poveri e i più infermi? Perciò chi e piu misero, perché più privo di meriti e più oppresso dai mali dell'anima, ossia dai peccati, può dire a Maria: « Signora, tu sei il rifugio dei poveri infermi; non mi scacciare, poiché io, essendo più povero degli altri e più infermo, ho maggior diritto di essere ricevuto da te ». Con san Tommaso da Villanova diciamole: Noi, poveri peccatori, « non conosciamo altro rifugio fuori di te. Tu sei la nostra unica speranza in cui confidiamo. Tu sei l'unica avvocata nostra, alla quale tutti noi volgiamo i nostri sguardi». Nelle rivelazioni di santa Brigida Maria viene chiamata: « Stella che precede il sole ».

Da ciò intendiamo che quando in un'anima peccatrice si vede apparire la devozione alla divina Madre è segno sicuro che tra poco Dio verrà ad arricchirla con la sua grazia. Il glorioso san Bonaventura, per rafforzare nei peccatori la fiducia nella protezione di Maria, ci mostra un mare in tempesta dove i peccatori, caduti dalla nave della grazia divina, sbattuti di qua e di là dai rimorsi della coscienza e dai timori della giustizia divina, senza luce e senza guida, stanno per perdere l'ultimo soffio di speranza e per cadere nella disperazione. Ma il santo, additando loro Maria, chiamata comunemente la stella del mare, alza la voce e dice: « Poveri peccatori perduti », non vi disperate; alzate gli occhi a questa bella stella; « ricominciate a respirare, riprendete fiducia, Lo stesso dice san Bernardo: «Se non vuoi restare sommerso dalla tempesta, volgiti alla stella e chiama in tuo aiuto Maria». Dice il devoto Blosio: « Ella è l'unico rifugio di quelli che hanno offeso Dio; è l'asilo sicuro di tutti quelli che sono oppressi dalla tentazione, dalla sventura o dalla persecuzione ». Questa Madre di misericordia « è tutta benignità, tutta dolcezza non solo per i giusti, ma anche per i peccatori e per i disperati. Quando vede che a lei ricorrono e sente che cercano di cuore il suo aiuto, subito li soccorre, li accoglie e ottiene il perdono dal Figlio suo. Non disprezza nessuno », per quanto indegno sia, « non nega a nessuno la sua protezione; tutti consola e, appena è invocata, subito corre in soccorso. Con la sua dolcezza spesso sa attrarre alla sua devozione e svegliare i peccatori più insensibili al richiamo di Dio e più immersi nel letargo dei loro peccati, affinché in tal modo si dispongano a ricevere la grazia divina e finalmente si rendano degni della gloria eterna. Dio ha fatto questa sua Figlia diletta di natura così pietosa e affabile che nessuno può temere di ricorrere alla sua intercessione. Non è possibile che si perda chi con zelo e umiltà coltiva la devozione a Maria».

La santa Vergine è chiamata platano: « Come platano m'innalzai » (Eccli [= Sir] 24,19 Volg.), affinché i peccatori comprendano che come il platano permette ai passanti di ripararsi sotto la sua ombra dal calore del sole, così Maria, quando vede accesa contro di loro l'ira della giustizia divina, li invita a rifugiarsi sotto l'ombra della sua protezione. San Bonaventura riflette sulle parole del profeta Isaia: « Ecco, tu sei adirato e noi abbiamo peccato... non c'è nessuno che per noi possa placarti » (Is 64,5.7 Volg.). Sì, perché allora non era ancora nata Maria. « Prima di Maria, dice il santo, non ci fu nessuno che osasse trattenere Dio in tal modo » Ma se ora Dio è adirato contro un peccatore e Maria lo protegge, ella « trattiene il Figlio perché non lo castighi » e lo salva. Anzi, prosegue san Bonaventura, « nessuno è in grado come Maria di stendere le mani davanti alla spada della giustizia divina » affinché non scenda a punire il peccatore. Riccardo di san Lorenzo esprime lo stesso pensiero e dice che, prima della nascita di Maria, Dio si lamentava che non vi fosse chi lo trattenesse dal castigare i peccatori, ma che, nata Maria, ella placa il suo sdegno. San Basilio esorta alla fiducia i peccatori dicendo: « Peccatore, non perderti d'animo, ma in tutti i tuoi bisogni ricorri a Maria, chiamala in tuo soccorso »; la troverai sempre pronta ad aiutarti, « poiché questa è la volontà divina, che essa soccorra tutti in tutte le necessità ».

Questa Madre di misericordia ha un tale desiderio di salvare i peccatori più perduti, che li va cercando ella stessa per aiutarli e se essi ricorrono a lei, trova il modo di renderli cari a Dio. Isacco desiderava cibarsi di selvaggina e promise che avrebbe dato la sua benedizione a Esaù. Ma Rebecca, volendo che questa benedizione la ricevesse l'altro suo figlio Giacobbe, gli disse: « Va' al gregge e prendimi due capretti, affinché io ne faccia un piatto gustoso per tuo padre, come piace a lui » (Gn 27,9). Rebecca, scrive sant'Antonino, è qui figura di Maria che dice agli angeli: « Portatemi peccatori (rappresentati dai capretti) perché io - ottenendo loro pentimento e buoni propositi - li condisco in modo da renderli cari e accettabili al mio Signore. L'abate Francone riprende lo stesso pensiero e dice che Maria sa condire questi capretti in modo tale, che non solo uguagliano il sapore dei cervi, ma alle volte sono anche migliori. La santa Vergine rivelò a santa Brigida che non vi è al mondo nessun peccatore così nemico di Dio che se ricorre a lei e invoca il suo aiuto non ritorni a Dio e riacquisti la sua grazia. La stessa santa udì un giorno Gesù Cristo che diceva a sua Madre: « Saresti pronta ad ottenere anche a Lucifero la grazia divina, se lo chiedesse umilmente ». Quello spirito superbo non si umilierà mai ad implorare la protezione di Maria, ma se per un caso impossibile si abbassasse a chiedergliela, Maria, con le sue preghiere, avrebbe la pietà e il potere di ottenergli da Dio il perdono e la salvezza. Quello che non può avverarsi per il demonio, si avvera per i peccatori che ricorrono a questa Madre di misericordia. L'arca di Noè fu figura di Maria. Come in essa trovarono riparo tutti gli animali della terra, così sotto il manto di Maria trovano rifugio tutti i peccatori che per i loro vizi e i peccati sensuali diventano simili alle bestie. C'è però una differenza, dice un autore: nell'arca entrarono gli animali e animali restarono.

Il lupo restò lupo, la tigre restò tigre, mentre sotto il manto di Maria il lupo diventa agnello, la tigre diventa colomba. Un giorno a santa Geltrude apparve Maria sotto il cui manto stavano molte fiere di diverse specie, leopardi, leoni, orsi; la Vergine non solo non li cacciava, ma li accoglieva e li accarezzava dolcemente con la sua mano amorevole. La santa comprese che queste fiere sono i miseri peccatori che quando ricorrono a Maria sono accolti con dolcezza e amore. San Bernardo aveva dunque ben ragione di dire alla Vergine: « Nessun peccatore, per quanto turpe e abominevole sia, ti ispira orrore; se ti chiederà soccorso, non rifiuterai di tendere la tua mano pietosa per trarlo dal fondo della disperazione». Maria, sia sempre benedetto e ringraziato il nostro Dio che ti ha fatta così dolce e benevola anche verso i più miseri peccatori. Infelice chi non ti ama e che potendo ricorrere a te non confida in te! Chi non ricorre a Maria si perde; ma chi mai si è perduto se è ricorso a lei? Si narra nella Scrittura che Booz concesse a Rut il diritto di raccogliere le spighe che cadevano dalle mani dei mietitori: « Spigolava dietro ai mietitori » (Rt 2,3). San Bonaventura scrive: « Come Rut trovò grazia agli occhi di Booz, così Maria ha trovato presso il Signore la grazia di poter raccogliere le spighe cadute, di convertire le anime abbandonate dai mietitori». I mietitori sono gli operai evangelici, i missionari, i predicatori, i confessori, che con le loro fatiche ogni giorno raccolgono e acquistano anime a Dio. Ma vi sono anime ribelli e impenitenti che restano abbandonate anche da questi; solo a Maria è concesso di salvare con la sua potente intercessione queste spighe abbandonate.

Guai però a quelle anime che non si lasciano prendere neppure da questa dolce regina! Esse saranno certamente perdute e maledette. Beato invece chi ricorre a questa buona Madre! « Non c'è al mondo, dice il devoto Blosio, un solo peccatore così esecrabile che Maria lo aborrisca e lo respinga. Se questi verrà a chiederle aiuto, ella può, sa e vorrà riconciliarlo col Figlio suo diletto e ottenergli il perdono». Con ragione dunque, mia dolce regina, san Giovanni Damasceno ti saluta e ti chiama « speranza dei disperati ». Con ragione san Lorenzo Giustiniani ti chiama « speranza dei malfattori»; sant'Agostino « unico rifugio dei peccatori »; sant'Efrem « porto sicuro dei naufraghi ». Lo stesso santo arriva a chiamarti « protettrice dei dannati ». Con ragione infine san Bernardo esorta a non disperarsi anche i disperati e pieno di gioiosa tenerezza verso questa Madre tanto cara le dice con amore: « Chi non avrà fiducia in te, che soccorri anche i disperati? Io non dubito che se ricorreremo a te otterremo tutto ciò che vorremo. In te dunque speri chi dispera ». Sant'Antonino narra che un uomo che viveva nel peccato ebbe una visione: egli stava davanti al tribunale di Gesù Cristo; il demonio lo accusava, Maria lo difendeva. Il demonio presentò contro il colpevole l'elenco dei peccati che, posto sulla bilancia della giustizia divina, pesava molto più di tutte le sue opere buone. Ma la santa avvocata stese la sua mano, la pose sull'altro piatto della bilancia e lo fece abbassare in favore del suo protetto, facendogli così capire che gli avrebbe ottenuto il perdono se egli avesse cambiato vita. Infatti dopo quella visione il peccatore si convertì e cominciò una nuova vita.
EsempioIl beato Giovanni Erolto, che per umiltà si chiamava « il discepolo », narra che vi era un uomo sposato, il quale viveva in stato di peccato. La moglie, donna pia, non potendo indurlo a convertirsi, lo pregò di fare almeno un atto di omaggio alla Madre di Dio: salutarla con un'Ave Maria ogni volta che fosse passato davanti a una sua immagine. Il marito cominciò a praticare questa devozione. Una notte, mentre andava ad abbandonarsi ancora una volta al peccato, vide una luce, guardò bene e si accorse che era una lampada che ardeva davanti a un'immagine di Maria con Gesù bambino in braccio. Disse l'Ave Maria secondo il solito, ma vide il bambino tutto coperto di piaghe grondanti sangue fresco. Atterrito e commosso a un tempo, pensando che con i suoi peccati aveva così ferito il suo Redentore, comincio a piangere, ma vide che il bambino gli voltava le spalle. Perciò tutto confuso ricorse alla santa Vergine dicendo: « Madre di misericordia, tuo Figlio mi scaccia; io non posso trovare altra avvocata più pietosa e più potente di te che gli sei Madre. Mia regina, aiutami tu, pregalo per me ». La divina Madre gli rispose: « Voi peccatori mi chiamate madre di misericordia, ma poi non cessate di fare di me una madre di miseria, rinnovando al mio Figlio la Passione e a me i dolori ». Tuttavia poiché Maria non sa lasciare andar via sconsolato chi si getta ai suoi piedi, si voltò a pregare il Figlio perché perdonasse quel misero. Gesù seguitava a mostrarsi riluttante a concedere il suo perdono, ma la santa Vergine deponendo il bambino nella nicchia, gli si prostrò davanti dicendo: « Figlio, non mi alzerò dai tuoi piedi finché non perdonerai questo peccatore ». Gesù rispose: « Madre, io non posso rifiutarti niente; vuoi che lo perdoni? Per amor tuo lo perdono, fallo venire a baciare queste mie piaghe ». Il peccatore andò a baciarle piangendo dirottamente e come baciava le piaghe del bambino, esse guarivano. Infine Gesù lo abbracciò in segno di perdono e da allora in poi il peccatore si diede a una vita santa testimoniando tutto il suo amore per la Vergine che gli aveva ottenuto una grazia così grande.
PreghieraAdoro, o purissima Vergine Maria, il tuo cuore santo che fu la delizia, il riposo di Dio, cuore pieno di umiltà, di purezza e di amore divino. Io, infelice peccatore, vengo a te con il cuore tutto coperto di fango e di piaghe. Madre di pietà, non mi disprezzare per questo, ma muoviti a maggiore compassione e aiutami. Non andare cercando in me per aiutarmi né virtù né meriti: io sono perduto e non merito che l'inferno. Guarda solo, ti prego, la fiducia che ho riposto in te e la volontà che ho di correggermi. Guarda quel che Gesù ha fatto e sofferto per me e poi abbandonami, se hai il coraggio di abbandonarmi. Considera tutte le pene della sua vita, il freddo che patì nella stalla, la fuga in Egitto, il sangue che sparse, la povertà, i suoi sudori, le sue tristezze, la morte che sopportò per amor mio alla tua presenza e per amore di Gesù impegnati a salvarmi. Madre mia, non voglio né posso temere che tu mi scacci, ora che ricorro a te e ti chiedo aiuto. Se temessi questo, recherei offesa alla tua misericordia che va cercando gli sventurati per soccorrerli. Signora, non negare la tua pietà a chi Gesù non ha negato il suo sangue. Ma i meriti di questo sangue non si applicheranno a me se tu non mi raccomandi a Dio. Da te spero la mia salvezza. Non ti chiedo ricchezze né onori o altri beni sulla terra; ti chiedo la grazia di Dio, l'amore verso tuo Figlio, l'adempimento della sua volontà, il paradiso per amarlo in eterno. E possibile che tu non mi esaudisca? No, tu gia mi esaudisci, come spero; già preghi per me, gia mi procuri le grazie richieste, già mi accetti sotto la tua protezione. Madre mia, non mi lasciare; continua, continua

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