Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 17 ottobre 2019

Orsu' dunque, avvocata nostra: Maria è mediatrice di pace tra Dio e i peccatori


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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

La grazia di Dio è un tesoro assai grande e desiderabile da ogni anima. Lo Spirito Santo lo chiama un tesoro infinito, poiché per mezzo della grazia divina siamo innalzati all'onore di diventare amici di Dio: « Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti lo acquistano, ottengono l'amicizia con Dio » (Sap 7,14). Perciò Gesù nostro Redentore e Dio non esitò a chiamare suoi amici coloro che sono in stato di grazia: « Voi siete miei amici » (Gv 15,14). Maledetto peccato che scioglie questa bella amicizia. « Le vostre iniquità hanno messo la divisione tra voi e il vostro Dio » (Is 59,2). Rendendo l'anima odiosa a Dio, « sono ugualmente in odio a Dio l'empio e la sua empietà» (Sap 14,9), il peccato da amica la fa diventare nemica del suo Signore. Che deve dunque fare un peccatore che per sua disgrazia è divenuto nemico di Dio? Bisogna che trovi un mediatore che gli ottenga il perdono e gli faccia ricuperare la divina amicizia che ha perduto. « Cons6lati, dice san Bernardo, o miserabile che hai perduto Dio. Il tuo Signore stesso ti ha dato il mediatore, il suo Figlio Gesù, che può ottenerti tutto ciò che desideri » Ma, esclama il santo, perché gli uomini devono ritenere severo questo Salvatore così pietoso, che per salvarci ha dato la vita? Perché devono credere terribile colui che è tutto amabile? Peccatori sfiduciati, che timore avete? Se temete perché avete offeso Dio, sappiate che i vostri peccati Gesù li ha affissi alla croce con le sue stesse mani squarciate e avendo già soddisfatto con la sua morte la giustizia divina, li ha già tolti dalle anime vostre. Ecco le belle parole di san Bernardo: « Pensano severo colui che è la stessa bontà; terribile chi è lo stesso amore.

Che cosa temete, uomini di poca fede? Egli ha affisso con le sue stesse mani i nostri peccati alla croce». Ma se mai, aggiunge il santo, tu temi di ricorrere a Gesù Cristo perché ti spaventa la sua divina Maestà, dato che facendosi uomo egli non ha cessato di essere Dio, vuoi un altro avvocato presso questo mediatore? Ricorri a Maria. Ella intercederà per te presso il Figlio che certamente l'esaudirà e il Figlio intercederà presso il Padre che non può negare nulla a suo Figlio. San Bernardo conclude: « Figlioli miei, Maria è la scala dei peccatori » grazie alla quale essi risalgono all'altezza della grazia divina; « è la mia più grande fiducia; è tutta la ragione della mia speranza ». Nel Cantico dei cantici lo Spirito Santo fa dire alla beata Vergine: « Io sono una muraglia e i miei seni sono come torri; ora dinanzi agli occhi di lui sono diventata come una che ha trovato pace » (Ct 8,10). Io sono, dice Maria, la difesa dì coloro che ricorrono a me e la mia misericordia è per loro come una torre di rifugio; perciò io sono stata costituita dal mio Signore la mediatrice di pace tra Dio e i peccatori. « Maria, dice il cardinale Ugo di san Caro commentando questo testo, e la grande pacificatrice che ottiene da Dio e fa trovare la pace ai nemici, la salvezza ai perduti, il perdono ai peccatori, la misericordia ai disperati ».

Perciò ella fu chiamata dal suo divino Sposo « bella come i padiglioni di Salomone » (Ct 1,4 Volg.). Nei padiglioni di Davide non si trattava che di guerra, ma nei padiglioni di Salomone si trattava solamente di pace. Con ciò lo Spirito Santo ci fa intendere che questa madre di misericordia non tratta di guerra e di vendetta contro i peccatori, ma solo di pace e di perdono alle loro colpe. Quindi Maria fu raffigurata nella colomba di Noè, la quale uscendo dall'arca portò nel suo becco il ramo di ulivo in segno della pace che Dio concedeva agli uomini. San Bonaventura le dice: « Sei tu la fedelissima colomba che interponendoti come mediatrice presso Dio hai ottenuto al mondo sommerso nelle acque del peccato la pace e la salvezza ». Maria dunque fu la celeste colomba che portò al mondo perduto il ramo di ulivo, segno di misericordia. Ella ci diede Gesù Cristo, che è la fonte della misericordia e ci ha poi ottenuto in virtù dei meriti di lui tutte le grazie che Dio ci dona. « Per te, le dice sant'Epifanio, fu donata al mondo la pace del cielo»; così per mezzo di Maria i peccatori seguitano a riconciliarsi con Dio. Perciò il beato Alberto Magno le fa dire: « Io sono la colomba di Noè che apportò alla Chiesa il ramo di ulivo e la pace universale».

Inoltre fu figura manifesta di Maria l'iride veduta da san Giovanni, che circondava il trono di Dio: « C'era come un iride intorno al trono » (Ap 4,3). Spiega il cardinal Vitale che Maria, come l'iride intorno al trono di Dio, sta sempre presso il tribunale divino per mitigare le sentenze e i castighi meritati dai peccatori. San Bernardino da Siena pensa che il Signore parlasse appunto di quest'iride quando disse a Noè: « Porrò nelle nubi il mio arco, e sarà segno di alleanza fra me e la terra... Vedendolo mi ricorderò l'alleanza eterna » (Gn 9,13.16) ». « Maria, dice san Bernardino, è quest'arco dell'eterna alleanza». « Come alla vista dell'iride Dio si ricorda della pace promessa alla terra, così alle preghiere di Maria rimette ai peccatori le loro offese e stringe con essi la pace». Per la stessa ragione Maria è paragonata alla luna: « Bella come la luna » (Ct 6,9 Volg.). Infatti, dice san Bonaventura, « come la luna sta in mezzo al cielo e alla terra e rìmanda ai corpi terrestri tutto ciò che riceve dai corpi celesti, così la Vergine regina si frappone continuamente tra Dio e i peccatori » per placare il Signore verso di loro e illuminarli a tornare a Dio. Fu questo il principale compito affidato a Maria quando fu posta sulla terra: risollevare le anime decadute dalla grazia divina e riconciliarle con Dio. « Pasci i tuoi capretti » (Ct 1,7 Volg.). Così le disse il Signore nel crearla. Sappiamo che i peccatori sono raffigurati dai capretti e che come gli eletti - raffigurati dalle pecorelle - nella valle del giudizio saranno collocati a destra, così questi saranno posti a sinistra. Questi capretti, dice Guglielmo di Parigi, sono affidati a te, o Madre, « affinché tu li converta in pecorelle e quelli che per le loro colpe meritavano di essere posti a sinistra, per la tua intercessione siano collocati a destra ». Così il Signore rivelò a santa Caterina da Siena di aver creato questa sua diletta Figlia « come un'esca dolcissima per prendere gli uomini, specialmente i peccatori » e attirarli a Dio.

Ma bisogna qui notare la bella riflessione di Guglielmo Anglico sul passo del Cantico il quale dice che Dio raccomanda a Maria « i capretti suoi », perché la Vergine non salva tutti i peccatori, ma solamente coloro che la servono e l'onorano. Quelli invece che vivono nel peccato e non l'onorano con speciali omaggi, né si raccomandano a lei per uscire dal peccato, sono capretti, ma non di Maria, e nel giudizio saranno miseramente posti a sinistra con i dannati. Un nobile, disperando un giorno della propria salvezza a causa dei suoi numerosi peccati, fu esortato da un religioso a ricorrere alla santa Vergine e a recarsi davanti a una sua immagine in una certa chiesa. Il cavaliere ci andò e vedendo l'immagine di Maria, si sentì invitare da lei a gettarsi ai suoi piedi e ad aver fiducia. Egli corre, si butta in ginocchio e quando sta per baciarle i piedi, da quella statua Maria stende la mano per dargliela a baciare. Sulla mano di Maria egli vide scritto: « Io ti libererò da quanto ti affligge ».

Come se gli avesse detto: « Figlio, non disperare perché io ti libererò dai tuoi peccati e dai timori che ti opprimono ». Si narra poi che leggendo quelle dolci parole, quel peccatore sentì nascere in sé tanto dolore dei suoi peccati e tanto amore verso Dio e la sua dolce Madre, che morì li stesso ai piedi di Maria. Quanti peccatori ostinati attrae ogni giorno a Dio questa calamita dei cuori, come ella stessa si chiamò, dicendo a santa Brigida: «Come la calamita attira il ferro, così io attiro a me i cuori più induriti per riconciliarli con Dio». Questo prodigio si sperimenta non rare volte, ma ogni giorno. Da parte mia ne potrei attestare molti casi avvenuti nelle nostre missioni, dove alcuni peccatori restati duri più del ferro malgrado tutte le altre prediche, al solo sentir celebrare la misericordia di Maria, si sono pentiti e sono tornati a Dio. San Gregorio narra che il hocorno è una fiera così feroce che nessun cacciatore può riuscire a prenderla, ma alla voce di una vergine che gridi, questa belva si arrende, si avvicina a lei e senza resistenza si lascia legare. Quanti peccatori, più feroci delle stesse fiere, fuggono lontano da Dio e alla voce della santa Vergine accorrono e si fanno dolcemente legare da lei a Dio! La Vergine Maria, dice san Giovanni Crisostomo, è stata costituita Madre di Dio affinché a quei miserabili che per la loro vita malvagia non potrebbero salvarsi secondo la giustizia divina, ottenesse la salvezza con la sua dolce misericordia e la sua potente intercessione. « Sì, conferma sant'Anselmo, Maria è stata innalzata ad essere Madre di Dio più per i peccatori che per i giusti, poiché suo Figlio Gesù Cristo dichiarò di essere venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori». Perciò la santa Chiesa canta: « Tu non hai in orrore i peccatori, senza dei quali non saresti mai divenuta degna di tanto Figlio ».

E Guglielmo di Parigi così si rivolge a lei: « O Maria, tu sei obbligata ad aiutare i peccatori, poiché tutto quello che hai di doni, di grazie e di grandezze - che sono comprese tutte nella dignità che hai ricevuto di essere Madre di Dio - tutto, se è lecito dirlo, Io devi ai peccatori, poiché per causa loro sei stata resa degna di avere un Dio per Figlio ». « Se dunque, conclude sant'Anselmo, per i peccatori Maria è stata fatta Madre di Dio, come io, per quanto grandi siano i miei peccati, posso disperare del perdono?» Nella preghiera della messa della vigilia di Maria Assunta, la santa Chiesa ci fa sapere che la divina Madre è stata innalzata al cielo da questa terra, affinché s'interponga per noi presso Dio con la sicura fiducia di essere esaudita. Per questo san Giustino dice che « il Verbo si serve di Maria come arbitro ». Arbitro è colui al quale due contendenti rimettono tutte le loro ragioni. Il santo vuol dire dunque che come Gesù è il mediatore presso l'Ete mo Padre, così Maria è la nostra mediatrice presso Gesù, a cui il Figlio rimette tutte le ragioni che come giudice ha contro di noi. Sant'Andrea di Creta chiama Maria « fiducia », « sicurezza » delle nostre riconciliazioni con Dio.

Il santo vuol dirci che Dio va cercando di riconciliarsi con i peccatori perdonandoli e, affinché essi non dubitino del perdono, ce ne ha dato per pegno Maria. Perciò egli la saluta: «Dio ti salvi, o pace di Dio con gli uomini ». San Bonaventura riprende quindi e incoraggia ogni peccatore dicendo: « Se temi che Dio sdegnato per le tue colpe voglia vendicarsi contro di te, che devi fare? Ricorri alla speranza dei peccatori, a Maria; se poi temi che ella rifiuti di prendere le tue parti, sappi che non può ricusare di difenderti, poiché Dio stesso ha assegnato a lei l'incarico di soccorrere i miserabili ». « E che, dice l'abate Adamo, deve forse temere di perdersi quel peccatore al quale la madre stessa del giudice si offre per madre e avvocata? E tu, o Maria, che sei madre di misericordia, disdegnerai di pregare tuo Figlio, che è il giudice, per un altro figlio, che è il peccatore? Non vorrai forse, in favore di un'anima redenta, interporti presso il Redentore che è morto sulla croce per salvare i peccatori? No, non lo rifiuterai e con tutto l'affetto ti impiegherai a pregare per tutti coloro che ricorrono a te, ben sapendo che quel Signore che ha costituito il tuo Figlio mediatore di pace tra Dio e l'uomo, ha anche costituito te mediatrice tra il giudice e il reo ». « Dunque, riprende san Bernardo, rendi grazie a colui che ti ha dato una simile mediatrice ». Qualunque tu sia, peccatore, infangato di colpe, invecchiato nel peccato, non disperare; ringrazia il tuo Signore che per usarti misericordia non solo ti ha dato il Figlio per tuo avvocato, ma per ispirarti maggiore coraggio e fiducia ti ha provveduto di una simile mediatrice che con le sue preghiere ottiene tutto ciò che vuole. Va', ricorri a Maria e sarai salvo.
Esempio
Alano della Rupe e il padre Bonifacio narrano che a Firenze viveva una giovane chiamata Benedetta, ma che meglio si sarebbe potuta chiamare maledetta per la vita scandalosa e disonesta che conduceva allora. Per sua fortuna san Domenico capitò a predicare in quella città ed ella andò un giorno ad ascoltarlo per semplice curiosità. Ma attraverso quella predica il Signore ispirò nel cuore di lei un sentimento di contrizione tale che, piangendo dirottamente, Benedetta andò a confessarsi dal santo. San Domenico la confessò, l'assolse e le ordinò di recitare il rosario. Ma l'infelice, cedendo alle cattive abitudini, riprese la sua vita sciagurata. Il santo lo seppe, l'andò a trovare e ottenne che si confessasse di nuovo. Per confermarla nella vita onesta, Dio un giorno le fece vedere l'inferno e le mostrò alcuni che per causa sua si erano dannati. Poi, aperto un libro, le fece leggere lo spaventoso elenco dei suoi peccati. A tal vista la penitente inorridì e piena di fiducia ricorse a Maria affinché l'aiutasse. La divina Madre le fece capire che già impetrava per lei da Dio il tempo necessario per piangere le sue tante scelleratezze. La visione finì e Benedetta si diede a una vita onesta. Ma aveva sempre davanti agli occhi quel funesto elenco che le era stato mostrato e un giorno si mise a pregare così la sua consolatrice: « Madre, è vero che per i miei peccati ora dovrei stare nel fondo dell'inferno, ma poiché con la tua intercessione me ne hai liberato ottenendomi il tempo di fare penitenza, Signora pietosissima, ti chiedo quest'altra grazia: io non voglio cessare mai di piangere i miei peccati, ma fa' che essi siano cancellati da quel libro ». Le apparve allora Maria e le disse che per ottenere quello che chiedeva, bisognava che da allora in poi avesse sempre presente il pensiero dei suoi peccati e della misericordia usatale da Dio; che si ricordasse della Passione che suo Figlio aveva sofferto per lei; che considerasse quanti per meno colpe delle sue si erano dannati e le rivelò che quel giorno un fanciullo di otto anni per un solo peccato doveva essere mandato all'inferno. Benedetta ubbidì fedelmente alla santa Vergine ed ecco che un giorno vide apparire Gesù Cristo che mostrandole quel libro le disse: « I tuoi peccati sono cancellati. Il libro è tutto bianco; scrivici ora atti di amore e di virtù ». Così fece Benedetta e dopo una santa vita morì santamente.
Preghiera
Dunque, mia dolce Signora, se il tuo compito è, come ti dice Guglielmo di Parigi, d'interporti come mediatrice tra i peccatori e Dio io ti dirò con san Tommaso da Villanova: « Orsù dunque, avvocata nostra, adempi il tuo ufficio» anche per me. Non mi dire che la mia causa è troppo difficile da vincere, perché io so - così mi dicono tutti - che nessuna causa, per disperata che fosse, difesa da te non è mai stata persa. No, non temo che la mia sarà persa. Se guardassi alla moltitudine dei miei peccati, dovrei solo temere che tu non accettassi di difendermi, ma considerando la tua immensa misericordia e il sommo desiderio che vive nel tuo dolce cuore di aiutare i peccatori più perduti, non temo neppure di questo. Chi mai è ricorso a te e si è perduto? Perciò ti invoco perché tu mi soccorra, mia grande avvocata, mio rifugio, mia speranza e madre mia Maria. Nelle tue mani affido la causa della mia salvezza eterna. A te consegno l'anima mia: era perduta, ma tu la devi salvare. Ringrazio sempre il Signore che mi dà questa grande fiducia in te perché sento che malgrado la mia indegnità essa mi rassicura riguardo alla mia salvezza. Mia amata regina, un solo timore continua ad affliggermi: che un giorno per la mia negligenza io possa perdere questa fiducia in te. Perciò ti prego, Maria, per l'amore che porti al tuo Gesù, conserva e accresci sempre più in me questa dolce fiducia nella tua intercessione che mi farà certamente ricuperare la divina amicizia che in passato ho pazzamente disprezzato e perduto. Dopo averla ricuperata, spero per mezzo tuo di conservarla e, conservandola, spero di venire un giorno a ringraziartene in Paradiso e di cantare le misericordie di Dio e tue per tutta l'eternità. Amen, così spero, così sia, così sarà.

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