Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

lunedì 21 ottobre 2019

O dolce Vergine Maria: Quanto è dolce in vita e in morte il nome di Maria

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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori


Il nome augusto di Maria dato alla divina Madre non fu trovato sulla terra né inventato dalla mente o dalla fantasia degli uomini, come avviene per tutti gli altri nomi, ma scese dal cielo e fu imposto per ordine divino, come attestano san Girolamo, sant'Epifanio, sant'Antonino e altri. « Il nome di Maria, dice Riccardo di san Lorenzo, è stato tratto dal tesoro della Divinità ». « O Maria, tutta la Trinità ti diede tale nome, superiore a ogni nome dopo quello del Figlio tuo » e lo arricchì di tanta maestà e potenza che « al proferirsi del tuo nome volle che tutti prostrati lo venerassero, il cielo, la terra e l'inferno ». Tra gli altri pregi che il Signore ha dato al nome di Maria, vediamo ora quanto lo ha reso dolce ai servi di questa santa Regina, così in vita come in morte. Anzitutto, parlando del tempo della vita, il santo anacoreta Onorio diceva che il nome di Maria è pieno di ogni dolcezza divina. Sant'Antonio da Padova trovava nel nome di Maria le stesse dolcezze che san Bernardo trovava nel nome di Gesù. « Il nome di Gesù », diceva san Bernardo; « Il nome di Maria », riprendeva sant'Antonio, « è gioia per il cuore, miele per la bocca, melodia per l'orecchio » dei suoi devoti. Il venerabile Giovenale Ancina, vescovo di Saluzzo, come è scritto nella sua Vita, nel nominare Maria gustava una dolcezza sensibile così grande, che « si lambiva le labbra ». Allo stesso modo, leggiamo che una donna di Colonia disse al vescovo Marsilio che ogni volta che pronunziava il nome di Maria sentiva nella bocca un sapore più dolce del miele. Marsilio seguì la stessa pratica e provò anch'egli quella dolcezza. Il Cantico dei cantici fa pensare che al momento dell'assunzione della Vergine gli angeli chiesero tre volte il suo nome: « Chi è costei che sale dal deserto, come colonna di fumo? » (Ct 3,6). « Chi è costei che spunta come aurora? » (Ct 6,9). « Chi è costei che sale dal deserto, ricolma di delizie?» (Ct 8,5 Volg.). Riccardo di san Lorenzo domanda: perché gli angeli chiedono tante volte il nome di questa Regina? E risponde che anche per gli angeli era così dolce sentir risuonare il nome di Maria e che perciò fanno tante domande.

Ma io non parlo qui della dolcezza sensibile, che non è concessa comunemente a tutti. Parlo della salutare dolcezza di conforto, di amore, di letizia, di fiducia e di forza che il nome di Maria dà comunemente a quelli che lo pronunziano con devozione. Dice l'abate Francone: « Dopo il nome di Gesù, il nome di Maria è così ricco di beni, che sulla terra e nel cielo non risuona altro nome da cui le anime devote ricevano tanta grazia, tanta speranza, tanta dolcezza. Infatti il nome di Maria racchiude in sé un certo che di ammirabile, di dolce e di divino che quando risuona nei cuori amici, esala in essi un odore di santa soavità. E la meraviglia di questo nome è che, udito mille volte dai devoti di Maria, si ascolta sempre come nuovo » perché essi provano sempre la stessa dolcezza nel sentirlo. Parlando anch'egli di questa dolcezza, il beato Enrico Suso diceva che nel nominare Maria si sentiva talmente riempito di fiducia e così gioiosamente acceso d'amore, che tra la gioia e le lacrime fra cui pronunziava l'amato nome, desiderava che il cuore gli balzasse dal petto fuori della bocca e affermava che quel dolce nome si liquefaceva come un favo di miele nel fondo della sua anima. Perciò esclamava: « O nome tanto soave! Quale sarai tu stessa, Maria, se il tuo solo nome è così amabile e pieno di grazia? ». Rivolto alla sua buona Madre, san Bernardo con amore e tenerezza le dice: « O grande, o pia, degna di ogni lode, santa Vergine Maria, il tuo nome è così dolce e amabile che non può essere pronunziato da nessuno senza infiammarlo d'amore verso di te e verso Dio. Anzi, basta che si presenti al pensiero di quelli che ti amano per consolarli e accenderli sempre più del tuo amore ». Se le ricchezze consolano i poveri alleviando le loro miserie, « molto meglio delle ricchezze il nome di Maria ci solleva dalle angustie della vita presente », dice Riccardo di san Lorenzo. Insomma « il tuo nome, o Madre di Dio, è tutto pieno di grazie e di benedizioni divine », esclama san Metodio.

Di conseguenza, attesta san Bonaventura, « il tuo nome non può essere pronunziato senza che apporti qualche grazia a chi devotamente lo nomina ». « O dolce Vergine Maria, dice l'Idiota, la virtù del tuo nome è tale, che se viene pronunziato anche dal cuore più indurito, più disperato, mirabilmente scioglierà la sua durezza. Tu conforti i peccatori con la speranza del perdono e della grazia ». « Maria, esclama sant'Ambrogio, il tuo nome è un unguento odoroso che diffonde il profumo della grazia divina. Discenda nell'intimo delle anime nostre questo unguento di salvezza». Signora, vuol dire il santo, fa' che noi ci ricordiamo spesso di pronunziare il tuo nome con amore e fiducia, perché è questo il segno che si possiede già la grazia divina oppure è caparra di poter presto ricuperarla. Sì, poiché « il ricordarsi del tuo nome, o Maria, consola gli afflitti, rimette sulla via della salvezza gli erranti e conforta i peccatori perché non si abbandonino alla disperazione », dice Landolfo di Sassonia. Il padre Pelbarto aggiunge: « Come Gesù Cristo con le sue cinque piaghe ha apportato al mondo il rimedio dei suoi mali, così Maria con il suo solo nome, che è composto di cinque lettere, concede ogni giorno il perdono ai peccatori ».

Perciò nel Cantico dei cantici il nome di Maria è paragonato all'olio: « Olio versato è il tuo nome » (Ct 1,2). Il beato Alano commenta: « Come l'olio guarisce gli infermi, sparge odore e accende la fiamma, così il nome di Maria guarisce i peccatori, ricrea i cuori e li infiamma di amore divino ». Riccardo di san Lorenzo esorta quindi i peccatori a ricorrere a questo augusto nome che basterà da solo a guarirli da tutti i loro mali, dicendo che non vi è infermità, per quanto grave, che non ceda subito alla forza del nome di Maria. Al contrario i demoni, afferma Tommaso da Kempis, temono a tal punto la Regina del cielo, che appena udito il suo nome, fuggono come dal fuoco che brucia. La beata Vergine stessa rivelò a santa Brigida: «Non vi è in questa vita nessun peccatore così freddo nell'amore di Dio, che se invocherà il mio nome con il proposito di convertirsi, il demonio non si allontani subito da lui». E un'altra volta le disse: « Tutti i demoni venerano e temono talmente questo nome, che, appena lo odono, subito liberano l'anima dalle unghie con cui la tenevano prigioniera ». Come gli angeli ribelli si allontanano dai peccatori che invocano il nome di Maria, così gli angeli buoni si avvicinano maggiormente alle anime giuste che lo pronunziano devotamente. E quel che la Vergine rivelò a santa Brigida. San Germano afferma che come il respiro è segno di vita, così il nominare spesso il nome di Maria è segno o che già si vive nella grazia divina o che presto verrà la vita, poiché questo nome potente ha la virtù di ottenere l'aiuto e la vita a chi devotamente l'invoca. Insomma, aggiunge Riccardo di san Lorenzo, « il nome di Maria è come una torre fortissima. Il peccatore che vi si rifugia sarà liberato dalla morte. Questa torre celeste difende e salva tutti i peccatori, anche i più perduti ».

Torre di fortezza che non solo libera i peccatori dal castigo, ma difende anche i giusti dagli assalti dell'inferno. « Dopo il nome di Gesù, continua Riccardo, non vi è altro nome in cui si trovi tanto aiuto, da cui venga concessa tanta salvezza agli uomini, quanto dal nome di Maria ». Tutti sanno e i devoti di Maria sperimentano ogni giorno che il suo nome augusto dà la forza specialmente di vincere le tentazioni contro la castità. « Il nome della vergine era Maria » (Lc 1,27). Riflettendo su queste parole di san Luca, Riccardo di san Lorenzo osserva che i due nomi: Maria e Vergine sono accostati dall'evangelista affinché comprendiamo che il nome di questa purissima Vergine non deve mai essere separato dalla castità. Perciò san Pier Crisologo afferma che « il nome di Maria è indizio di castità », volendo dire che chi nel dubbio di aver peccato si ricorda di aver invocato il nome di Maria, ha una prova certa di non aver offeso la castità. Quindi seguiamo sempre il bel consiglio di san Bernardo: « Nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Non si allontani dalle tue labbra, non si allontani dal tuo cuore »; in tutti i pericoli di perdere la grazia divina, pensiamo a Maria, invochiamo Maria insieme al nome di Gesù, poiché questi due nomi sono sempre uniti. Che questi due nomi tanto dolci e potenti non si allontanino mai né dal nostro cuore né dalle nostre labbra, poiché ci daranno la forza per non cedere e per vincere sempre tutte le tentazioni. Quanto sono belle le grazie che Gesù Cristo ha promesso ai devoti del nome di Maria! Egli stesso lo fece comprendere a santa Brigida parlando con la sua santa Madre: « Chiunque invocherà il tuo nome con fiducia e con il proposito di convertirsi, riceverà tre grazie singolari: un perfetto dolore dei suoi peccati, la loro soddisfazione, la forza per giungere alla perfezione e per di più la gloria del paradiso. Perché le tue parole sono per me così dolci e così care, che non posso negarti quel che tu mi chiedi ».

Sant'Efrem arriva a dire che « il nome di Maria è la chiave della porta del cielo » e perciò san Bonaventura ha ragione di chiamare Maria: « Salvezza di tutti quelli che ti invocano », come se invocare il nome di Maria e ottenere la salvezza eterna fosse la stessa cosa. L'Idiota afferma che la devota invocazione di questo santo e dolce nome conduce ad ottenere una grazia sovrabbondante in questa vita e una gloria sublime nella vita futura. Tommaso da Kempis conclude: « Se cercate, fratelli, di essere consolati in ogni tribolazione, ricorrete a Maria, invocate Maria, onorate Maria, raccomandatevi a Maria. Con Maria godete, con Maria piangete, con Maria pregate, con Maria camminate, con Maria cercate Gesù; desiderate di vivere e di morire con Gesù e Maria. Così facendo, fratelli, andrete sempre avanti nella via del Signore. Maria pregherà volentieri per voi e il Figlio certamente esaudirà sua Madre». Quanto è dolce in vita il santo nome di Maria ai suoi devoti per le grazie mirabili che ottiene loro! Ma più dolce ancora sarà al momento supremo procurando loro una dolce e santa morte. Il padre Sertorio Caputo della Compagnia di Gesù esortava tutti quelli che si trovassero ad assistere un moribondo a ripetergli spesso il nome di Maria, poiché questo nome di vita e di speranza, pronunziato in punto di morte, basta da solo a disperdere i nemici e a confortare i moribondi in tutte le loro angosce.

Anche san Camillo de Lellis raccomandava vivamente ai suoi religiosi di ricordare spesso ai moribondi d'invocare il nome di Maria e di Gesù. Egli lo faceva sempre con gli altri e, come leggiamo nella sua Vita, al momento della propria morte ripeteva gli amati nomi di Gesù e di Maria con tanta tenerezza che ne infiammava d'amore anche chi l'ascoltava. Alla fine, con gli occhi fissi sulle loro immagini adorate e con le braccia in croce, il santo spirò con un'espressione di pace paradisiaca, pronunziando come sue ultime parole i dolci nomi di Gesù e di Maria. « Questa breve invocazione: Gesù e Maria! è facile da ricordare, dolce da meditare, potente a proteggere » contro tutti i nemici della nostra salvezza, dice Tommaso da Kempis. « Beato colui che ama il tuo nome, Maria! » esclama san Bonaventura. « Il tuo nome è così glorioso e mirabile che tutti quelli che lo invocano in punto di morte non temono gli assalti dei nemici ». Felice colui che avesse la sorte di morire come il padre cappuccino Fulgenzio d'Ascoli, il quale spirò cantando: «O Maria, o Maria, la più bella che ci sia, voglio andarmene in tua compagnia». Oppure come morì il beato Alberico cistercense, di cui si narra negli Annali dell'Ordine che spirò pronunziando il dolce nome di Maria. Preghiamo dunque, mio devoto lettore, preghiamo Dio che ci conceda la grazia che l'ultima parola sulle nostre labbra sia il nome di Maria, come appunto desiderava e pregava san Germano. O dolce morte, morte sicura quella accompagnata e protetta da questo nome di salvezza, che Dio concede d'invocare nel momento supremo soltanto a quelli che vuole salvi! Mia dolce Signora e Madre, io ti amo tanto e poiché ti amo, amo anche il tuo santo nome. Propongo e spero con il tuo aiuto d'invocarlo sempre in vita e in morte. Concludiamo dunque con la toccante preghiera di san Bonaventura: « Per la gloria del tuo nome, quando l'anima mia uscirà da questo mondo, vienile incontro, Vergine benedetta, e prendila fra le tue braccia. Non disdegnare allora, o Maria, di venire a consolarla con la tua dolce presenza. Sii tu la sua scala e la sua via per il paradiso. Ottienile la grazia del perdono e l'eterno riposo. O Maria, avvocata nostra, tocca a te difendere i tuoi devoti e prendere a tuo conto le loro cause davanti al tribunale di Gesù Cristo ».
Esempio
Il padre Rho e il padre Lireo raccontano che nella Gheidria, verso l'anno 1645, una ragazza chiamata Maria fu mandata un giorno da suo zio al mercato di Nimega per comperare alcune cose, con l'ordine di restare la sera in casa di una zia che abitava in quella città. La fanciulla ubbidì, ma quando la sera andò a trovare la zia, fu rozzamente cacciata. Si rimise dunque in cammino per ritornare a casa, ma essendosi fatta notte, incollerita, chiamò il demonio ad alta voce. Questi le apparve subito in forma di uomo e le promise di aiutarla, purché facesse una cosa. - Farò tutto - rispose la disgraziata. - Non voglio altro che da oggi in poi tu non ti faccia più il segno della croce e che cambi il tuo nome. La ragazza rispose: - Non mi farò più il segno della croce, ma il nome di Maria mi è troppo caro e non voglio cambiarlo. - E io non ti aiuto - disse il demonio. Finalmente dopo molte discussioni decisero di comune accordo che la fanciulla si chiamasse con la prima lettera del nome di Maria, cioè Emme. Poi andarono ad Anversa e per sei anni la poveretta rimase con quel pessimo compagno, vivendo una vita così scellerata che era lo scandalo di tutti. Un giorno disse che desiderava rivedere la patria e alla fine il demonio, malgrado fosse contrario, fu costretto ad acconsentire. Arrivando nella città di Nimega, trovarono che vi si rappresentava un'opera sulla vita della santa Vergine. Allora la povera Emme, per quel po' di devozione che aveva conservato verso la Madre di Dio, cominciò a piangere. « Che facciamo, disse il compagno, vogliamo fare noi un'altra commedia? ». Tentò di allontanarla da lì, ma poiché la giovane resisteva, vedendo che ormai la perdeva, adirato la lanciò per aria e la fece cadere in mezzo al teatro. Allora la poveretta, dopo aver raccontato la sua storia, andò per confessarsi dal parroco, ma questi la mandò dal vescovo di Colonia e il vescovo dal papa il quale, udita la sua confessione, le impose per penitenza di portare continuamente tre cerchi di ferro: uno al collo e due alle braccia. La penitente ubbidì e giunta a Maastricht, si rinchiuse in un monastero di pentite, dove visse quattordici anni in aspre penitenze. Una mattina, alzandosi dal letto, trovò che i tre cerchi si erano rotti da soli. Due anni dopo morì in fama di santità e volle essere sepolta con quegli stessi tre cerchi, che da schiava dell'inferno l'avevano resa felice schiava della sua liberatrice.
Preghiera
Maria, gran Madre di Dio e madre mia, è vero che io non sono degno di nominarti; ma tu che mi ami e desideri la mia salvezza, tu mi devi concedere, benché la mia lingua sia impura, che io possa sempre invocare in mio soccorso il tuo nome santo e potente, che è l'aiuto di chi vive e la salvezza di chi muore. Maria, così pura e così dolce, fa' che il tuo nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita. Mia Signora, non tardare a soccorrermi quando ti invoco. In tutte le tentazioni contro cui dovrò lottare, in tutte le prove che mi si presenteranno, non voglio cessare mai d'invocarti, ripetendo sempre: Maria, Maria. Così spero di fare in vita, così spero di fare particolarmente al momento della morte, per venire poi a lodare eternamente in cielo il tuo amato nome: O ctemens, o pia, o dulcis Virgo Maria. Maria, Maria tanto amabile, quale conforto, quale dolcezza, quale fiducia, quale tenerezza sente l'anima mia solo nel nominarti, solo nel pensare a te! Ringrazio il mio Dio e Signore, che ti ha dato per il mio bene questo nome così dolce, così amabile e così potente. Ma non mi basta soltanto pronunziare il tuo nome, voglio pronunziarlo più spesso per amore; voglio che l'amore mi spinga ad invocarti a ogni momento, cosicché anch'io possa esclamare con sant'Anselmo: « O nome della Madre di Dio, sei tu il mio amore ». Maria, madre mia, mio amato Gesù, vivano dunque sempre nel mio e in tutti i cuori i vostri dolcissimi nomi. Si scordi la mia mente di tutti gli altri nomi, per ricordarsi solo e per invocare sempre i vostri nomi adorati. Gesù, mio redentore, Maria, madre mia, quando sarà giunto il momento della mia morte e la mia anima dovrà uscire da questa vita, concedetemi allora per i vostri meriti la grazia di dire e di ripetere come mie ultime parole: « Gesù e Maria, vi amo; Gesù e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia ».

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