Passa ai contenuti principali

Le virtù di Maria Santissima: La castità di Maria

Immagine correlata

Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori
Dopo il peccato di Adamo, essendosi i sensi ribellati alla ragione, la virtù della castità è per gli uomini la più difficile da praticare. « Tra tutte le lotte, dice sant'Agostino, le più aspre sono le battaglie della castità; il combattimento è quotidiano e la vittoria è rara ». Sia sempre lodato il Signore che in Maria ci ha dato un grande modello di questa virtù. A ragione, esclama il beato Alberto Magno, Maria è chiamata « Vergine delle vergini perché, per prima, senza il consiglio e l'esempio di nessuno, offrendo la sua verginità a Dio, gli ha dato poi tutte le vergini che l'hanno imitata ». Già Davide aveva predetto: « Le vergini sue compagne sono introdotte... nel palazzo del re » (Sal 44,15-16). Senza consiglio e senza esempio; sì, dice san Bernardo: « O Vergine, chi ti insegnò a piacere a Dio con la verginità e a condurre sulla terra una vita angelica? ». « Cristo, risponde Sofronio, si scelse per madre questa Vergine purissima, affinché ella fosse per tutti un esempio di castità ». Perciò sant'Ambrogio chiama Maria la vessillifera della verginità5. Per questa sua purezza lo Spirito Santo proclama la santa Vergine bella come la tortorella: « Le tue guance sono belle come le guance della tortora » (Ct 1,9 Volg.). « Tortorella purissima è Maria », commenta Aponio. Perciò fu paragonata anche al giglio: « Come un giglio tra gli spini, così l'amica mia tra le fanciulle » (Ct 2,2). San Dionisio Cartusiano osserva che Maria fu chiamata giglio tra le spine perché « tutte le altre vergini furono spine o per se stesse o per gli altri; ma la beata Vergine né per sé né per gli altri. Infatti col solo farsi vedere infondeva a tutti pensieri e desideri di purezza ».

San Tommaso conferma: « La bellezza della beata Vergine spingeva alla castità quelli che la guardavano». San Girolamo pensa che san Giuseppe si mantenne vergine in virtù della compagnia di Maria. Contro l'eretico Elvidio, che negava la verginità di Maria, il santo scrive: « Tu dici ch'e Maria non rimase vergine, ma io sostengo che anche Giuseppe fu vergine grazie a Maria ». Dice un autore che la beata Vergine amò talmente questa virtù, che per conservarla sarebbe stata pronta a rinunziare anche alla dignità di Madre di Dio. Ciò risulta chiaramente dalle parole che Maria rispose all'arcangelo: « Come avverrà questo, poiché io non éonosco uomo? » (Lc 1,34) e dalla sua risposta: « Si faccia di me come hai detto tu » (Lc 1,38). La Vergine mostrava così che dava il suo consenso perché l'angelo le aveva assicurato che sarebbe divenuta madre soltanto per opera dello Spirito Santo. Sant'Ambrogio dice: « Chi conserva la castità è un angelo, chi la perde è un demonio». Quelli che sono casti diventano angeli, come disse il Signore: « Saranno come angeli di Dio » (Mt 22,30), ma quelli che peccano contro la castità diventano odiosi a Dio, come i demoni. San Remigio diceva che la maggior parte degli adulti si perde per questo vizio Rara è la vittoria su questo vizio, come abbiamo detto in precedenza con sant'Agostino. perché non si praticano i mezzi per vincere. Tre sono i mezzi, come dicono, con san Roberto Bellarmino, i maestri della vita spirituale: « Il digiuno, la fuga dai pericoli e la preghiera ». Per digiuno s'intende la mortificazione, specialmente degli occhi e della gola. Benché fosse piena della grazia divina, Maria mortificava i suoi occhi al punto che li teneva sempre bassi e non li fissava mai su nessuno. Così dicono sant'Epifanio e san Giovanni Damasceno e aggiungono che sin da fanciulla era così modesta che suscitava l'ammirazione di tutti.

Perciò san Luca nota che nel recarsi a visitare santa Elisabetta, la Vergine « andò in fretta »per essere meno veduta in pubblico. In quanto poi al cibo, narra Filiberto che ad un eremita chiamato Felice fu rivelato che Maria bambina beveva latte solo una volta al giorno. San Gregorio di Tours attesta che ella digiunò in tutta la sua vita. San Bonaventura afferma: « Maria non avrebbe mai ricevuto tanta grazia se non fosse stata molto moderata nel cibo; infatti non si conciliano la grazia e la gola ». Maria insomma praticò la mortificazione in ogni cosa, sicché di lei fu detto: « Le mie mani stillarono mirra » (Ct 5,5). Il secondo mezzo è la fuga dalle occasioni: « Chi evita le insidie sta al sicuro » (Pro 11,15 Volg.). San Filippo Neri diceva: « Nella guerra dei sensi vincono i poltroni », cioè quelli che fuggono le occasioni. Maria fuggiva il più possibile la vista degli uomini; perciò nella visita a santa Elisabetta, come nota Luca, « si mise in viaggio verso la montagna in fretta ». Un autore osserva che la Vergine lasciò la casa di Elisabetta prima che questa partorisse, come si deduce dal Vangelo: « Maria rimase con lei circa tre mesi, poi ritornò a casa sua. Giunse intanto per Elisabetta il tempo di partorire e diede alla luce un figlio » (Lc 1,56-57). Perché non aspettò il parto? Per evitare le conversazioni e le visite che avrebbero avuto luogo in quella casa. Il terzo mezzo è la preghiera. « Sapendo che non avrei ottenuto diversamente (la sapienza) se Dio non la concede... mi rivolsi al Signore e lo pregai » (Sap 8,21). E la Vergine rivelò alla benedettina santa Elisabetta che non ebbe nessuna virtù senza fatica e senza una continua preghiera. San Giovanni Damasceno dice che Maria « èpura e ama la purezza ». Perciò non può sopportare gli impuri. Ma a chi ricorre a lei basterà invocare con fiducia il suo nome per essere liberato da questo vizio. Il venerabile Giovanni Avila diceva che molte persone tentate contro la castità hanno vinto grazie all'amore verso Maria immacolata. Maria, purissima colomba, quanti sono nell'inferno per questo vizio! Signora, liberacene; fa' che nelle tentazioni ricorriamo sempre a te e t'invochiamo dicendo: « Maria, Maria, aiutaci ». Amen.

Commenti

Post popolari in questo blog

Fiducia Supplicans: Colpo di Mano di una Setta di Eretici Corrotti.Mons. Carlo Maria Viganò.

Mons. Carlo Maria Viganò Sul Comunicato stampa circa la ricezione di Fiducia Supplicans https://www.lifesitenews.com/news/archbishop-vigano-cdl-fernandezs-defense-of-fiducia-supplicans-shows-his-manifest-heresy/ Il Cardinal Fernández scrive che “non c’è spazio per prendere le distanze dottrinali da questa Dichiarazione o per considerarla eretica, contraria alla Tradizione della Chiesa o blasfema”. Come risponderebbe a una simile osservazione? Non stupisce che l’autore di un documento in sé eretico cerchi di difenderlo contro ogni evidenza. Stupisce invece l’impudenza nel contraddire quella sinodalità che, a sentir loro, dovrebbe lasciare autonomia alle “chiese particolari”. Ma questo è ciò che avviene quando una lobby che pretende di avere una legittimazione “democratica” scopre che il popolo – sovrano solo a parole – non asseconda i suoi piani eversivi. Il consenso popolare diventa allora “deriva populista” (come quando non sono i Democratici a vincere onestamente un’elezione) e la st...

LA PREGHIERA CONSEGNATA DALLA MADONNA STESSA (REGINA DEGLI ANGELI) PER INVIARE GLI ANGELI A SCONFIGGERE I DEMONI

Nel 1864, in Francia, la Madonna apparve a un prete e gli insegnò una potente preghiera per combattere e sconfiggere i poteri dell’inferno. Il 13 gennaio 1864, il beato padre Luis-Eduardo Cestac fu improvvisamente colpito da un raggio di luce divina. Vide dei demoni sparsi per tutta la terra, causando un’immensa confusione. Allo stesso tempo, ha avuto una visione della Vergine Maria. La Madonna le ha rivelato che in effetti il ​​potere dei demoni era stato scatenato in tutto il mondo e che più che mai era necessario pregare la Regina degli Angeli e chiederle di inviare le legioni dei santi angeli per combattere e sconfiggere poteri dell’inferno. “Madre mia”, disse il prete, “sei così gentile, perché non mandi questi angeli per te senza che nessuno te lo chieda?” “No”, rispose la Beata Vergine, “la preghiera è una condizione stabilita da Dio stesso per ottenere questa grazia”. “Allora, santissima Madre”, disse il prete, “insegnami come vuoi che ti venga chiesto!” Fu allora che il Beato ...

Francesco decapita la diocesi di Roma, promuovendo per rimuovere. Via il suo vicario De Donatis e il suo “nemico”, l’ausilario Libanori

I due vescovi litigarono sul destino del gesuita Rupnik, accusato di violenza sessuale da 5 suore Papa Francesco ha deciso a modo suo di risolvere la lunga disputa fra il suo vicario a Roma, cardinale Angelo De Donatis e il gesuita Daniele Libanori, vescovo ausiliare della capitale: li ha sollevati entrambi dall’incarico ricoperto promuovendoli ad altro incarico. Come spiegato dal bollettino della sala stampa vaticana di sabato 6 aprile, il cardinale De Donatis è stato nominato nuovo penitenziere maggiore del Vaticano in sostituzione del cardinale Mauro Piacenza dimissionato qualche mese in anticipo (compirà 80 anni a fine estate). Libanori è stato invece nominato assessore personale del Papa per la vita consacrata, incarico creato ad hoc perché non è mai esistito: dovrà occuparsi di tutti gli istituti di vita consacrata. Con il suo vicario le incomprensioni iniziarono con la pandemia Era da tempo che il Papa aveva fatto trapelare l’intenzione di sostituire De Donatis, che lui stesso a...