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La Traslazione Miracolosa della Santa Casa di Loreto



La festa per la Traslazione Miracolosa della Sacra Casa di Loreto esiste dal XIV secolo, dove già a livello locale (a Loreto e nelle Marche) era celebrata, proprio a ricordo della venuta della Santa Casa in quei luoghi. Nel 1669, la Chiesa autorizzò la celebrazione come testimonianza del miracolo, tanto da inserirla ufficialmente nel Martirologio Romano, e nello stesso anno, fu approvata la lettura del “trasporto miracoloso” e della relativa messa da Innocenzo XII.

All’inizio del secolo scorso, Ulisse Chevalier (canonico francese) prese di mira la Santa Casa, e le sue parole ebbero una certa eco, tanto che la Chiesa sospese la citazione della memoria di tale traslazione miracolosa dal Calendario Romano, aspettando che il Collegio di Difesa della Santa Casa (approvato da San Pio X) si dichiarasse in materia: cosa che fece smascherando le offensive menzogne di Chevalier. Eppure anche durante quella sospensione, nelle Marche (e a Loreto in particolare) la festa continuava ad essere celebrata con la canonica autorizzazione. Nel 1916 la memoria facoltativa della Traslazione Miracolosa venne poi giustamente reintegrata nel martirologio romano. Anche in virtù del riconoscimento del “volo miracoloso” della Santa Casa, Benedetto XV decretò la Madonna di Loreto patrona degli aviatori, nel 1920.

Stabilita per il 10 dicembre, la festa riguarda non tanto la Beata Vergine di Loreto (che pure è patrona delle Marche) quanto la memoria della Traslazione Miracolosa della Santa Casa. Si trattava di un riconoscimento molto importante, perché atto a celebrare l’unico miracolo riconosciuto ufficialmente in una celebrazione liturgica dalla Chiesa. Il passato è purtroppo un tempo obbligatorio, perché oggi, il Miracolo della Traslazione festeggiata, da secoli, viene sostituito a memoria celebrativa della Beata Vergine di Loreto, diventando quindi una festa mariana non dissimile da tante altre.

L’antica festa è stata abrogata e cancellata dal Calendario Romano, con un Decreto che in questo modo ammette che per secoli i numerosi decreti pontifici a conferma della veridicità del miracolo non sono più considerati validi. Ne consegue anche che seppur non negando apertamente l’autenticità della Santa Casa come “vera casa di Nazareth”, la si relega a un “ricordo devozionale”, non più episodio storico confermato. Perfino le grazie ottenute nei secoli dai Santi vengono riconosciuti come derivanti dalle preghiere rivolte all’effige della Madonna, piuttosto che alla reliquia in quanto tale.
Pare questo un percorso iniziato forse nel 1984 con la diffusione del libro di padre Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione Universale della Santa Casa (di recente rimosso dal suo incarico) in cui veniva proposta una soluzione ben diversa a quella della Miracoloso Traslazione, parlando di “trasporto umano di alcune pietre della Santa Casa di Nazareth”.

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