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Storia e Rito dell'apertura della Porta Santa



L’Anno Santo o Giubileo deve la sua istituzione a papa Bonifacio VIII nel 1300 e le auguste cerimonie per la sua apertura e chiusura sono il frutto dell’amore del sacro e della liturgia che animava papa Alessandro VI, che le impiegò nel 1500.
Secondo questo cerimoniale plurisecolare, il giorno della vigilia di Natale, il Sommo Pontefice, in manto bianco e mitria d’oro, si recava nella Cappella Sistina accompagnato dal Sacro Collegio e dagli altri membri della Cappella Papale. Qui adorava il Santissimo Sacramento esposto e, ricevuto un cero, intonava il Veni Creator Spiritus. Quindi si formava la processione: il Papa veniva issato sulla gestatoria e sovrastato dal baldacchino sorretto dai prelati referendari della Segnatura in rocchetto e mantelletta, portava in capo la mitria preziosa e nella mano teneva il summenzionato cero.
Arrivato il fastoso corteo alla Porta Santa, il Santo Padre prendeva posto sul trono erottovi presso, affiancato dai due Cardinali diaconi e attorniato dai Cardinali rivestiti dei paramenti bianchi dei rispettivi ordini (piviale, pianeta, dalmatica), e dai Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi e Abati mitrati rivestiti di piviale bianco.
Quando i cantori avevano terminato l’inno, allora il Pontefice discendeva dal trono per andare di fronte alla Porta Santa, ancora murata dal Giubileo precedente, e compierne l’apertura.
Per prima cosa riceveva dal Cardinale Penitenziere Maggiore un martello d’argento con cui vibrava tre colpi sul muro. Ad ogni colpo recitava uno dei seguenti versetti [1], cui rispondevano i cantori.

℣. Aperite mihi portas justitiae.
℞. Ingressus in ea confitebor Domino.

℞. Adorabo ad templum sanctum tuum in timore tuo.
℣. Aperite portas quoniam nobiscum Deus.
℞. Qui fecit virtutem in Israel.
Dato l’ultimo colpo, il Papa tornava sul trono e, mentre il muro veniva atterrato dai Sanpietrini, cantava i seguenti versetti e l’orazione [2]:
℣. Domine exaudi orationem meam.
℞. Et clamor meus ad te veniat.
℣. Dominus vobiscum.
℞. Et cum spiritu tuo.
Oremus.
A
ctiones nostras, quaesumus Domine, aspirando praeveni, et adjuvando prosequere; ut cuncta nostra oratio et operatio a te semper incipiat, et per te coepta finiatur. Per Christum Dominum nostrum.
℞. Amen.

Nel frattempo, al canto del salmo Jubilate Deo omnis terra, i penitenzieri di san Pietro, rivestiti degli abiti sacerdotali, lavavano con acqua lustrale e asciugavano gli stipiti e la soglia della Porta Santa.
Compiuto questo rito, riprende il dialogo orante fra il Sommo Pontefice e i cantori [3]:
℣. Haec dies quam fecit Dominus.
℞. Exultemus et laetemur in ea.
℣. Beatus populus tuus, Domine.
℞. Qui scit jubilationem.
℣. Haec est porta Domini
℞. Justi intrabunt in eam.
℣. Domine exaudi orationem meam.
℞. Et clamor meus ad te veniat.
℣. Dominus vobiscum.
℞. Et cum spiritu tuo.
Oremus.
D
eus, qui per Moysen famulum tuum populo Israelitico Annum Jubilæi et remissionis instituisti: concede propitius nobis famulis tuis Jubilaei annum hunc tua auctoritate institutum, quo Portam hanc populo tuo ad preces tuae Majestati porrigendas ingredienti sollemniter aperiri voluisti, feliciter inchoare; ut, in eo venia atque indulgentia plenae remissionis omnium delictorum obtenta, cum dies nostrae advocationis advenerit, ad cœlestem gloriam perfruendam tuae misericordiae munere perducamur. Per Christum Dominum nostrum.
℞. Amen.

Cantata quest’ultima orazione il Papa si portava ad inginocchiarsi sulla soglia della Porta Santa e, impugnando con la destra la croce e con la sinistra il cero, intonava il Te Deum. Cantato il primo verso dell’inno, varcava la soglia della porta del perdono, quale primo dei romei. Seguivano in ordine gerarchico i Cardinali, i rappresentanti dell’Episcopato, la Prelatura, i membri della Cappella e tutto il popolo.
A questo impressionate rito faceva seguito in Basilica il canto dei primi vespri del Natale.
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Traduzione in italiano

[1] ℣. Apritemi le porte della giustizia. 
℞. Ed entrerò a glorificare il Signore. 
℣. Entrerò nella tua casa, o Signore. 
℞. Adorerò nel tuo santo tempio nel tuo timore. 
℣. Aprite le porte: Dio è con noi. 
℞. Egli ha fatto cose mirabili in Israele.
[2] ℣. Ascolta, o Signore, la mia preghiera. 
℞. E le mie grida giungano sino a te. 
℣. Il Signore sia con voi. 
℞. E con lo spirito tuo. 
Preghiamo. 
Umilmente ti domandiamo, o Signore, di prevenire le nostre azioni con le tue ispirazioni, e di accompagnarle col tuo santo aiuto; affinché le nostre preghiere e le opere nostre tutte intere comincino sempre da te, e per te cominciate siano a fine condotte. Per Gesù Cristo Signor nostro. Così sia.
[3] ℣. Questo è il giorno che ha fatto il Signore. 
℞. Esultiamo e rallegriamoci in esso. 
℣. Beato è il tuo popolo, o Signore. 
℞. Che conosce la vera sua gioia. 
℣. Questa è la porta del Signore. 
℞. I giusti entreranno per essa. 
℣. Ascolta, o Signore, la mia preghiera. 
℞. E le mie grida giungano fino a te. 
℣. Il Signore sia con voi. 
℞. E con lo spirito tuo. 
Preghiamo. 
Signore Dio che per mezzo del tuo servo Mosè istituisti e concedesti al popolo d’Israele l’anno del Giubileo e della remissione: concedi propizio a noi tuoi servi d’incominciare felicemente questo anno del Giubileo nella tua autorità istituito, e in cui volesti che fosse solennemente aperta a noi che siamo il tuo popolo questa Porta per la quale entrassimo a porgere le nostre preghiere alla divina tua Maestà; affinché, conseguendo in esso il perdono e l’indulgenza pienissima di tutt’ i nostri peccati, quando sarà per giungere il giorno della nostra chiamata, possiamo per dono della tua misericordia essere trasferiti al possedimento della tua gloria sempiterna. Per Gesù Cristo Signor nostro. Così sia.
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Fonte: Radio Spada




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