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Riflessioni sul Natale




E' nato anche per te di Don Enzo Boninsegna

L'uomo non è più solo: Dio è con lui, Dio è per lui. Questo è il vero motivo della nostra gioia in questo giorno di Natale.

Anche gli uomini che non credono, i moderni pagani, fanno festa oggi, ma per altri motivi: fanno festa perché trascinati dalla corrente dell'abitudine, fanno festa per i regali, o perché tutti fanno festa, o per motivi che non conoscono bene nemmeno loro.

Per noi cristiani la cosa è diversa: noi facciamo festa per la gioia di sentirci amati da Dio, cercati da Dio, salvati da Dio.

Ma dov'è questo Dio che è nato per noi? Non cerchiamolo glo­rioso e potente nei cieli. Sì, certamente è anche là, ma i nostri occhi miopi fanno fatica a scorgerlo a quelle altezze. E' per questo che Dio si è abbassato fino a venire sulla terra, a vivere con noi, a vivere come noi.

Ma anche qui sulla terra molti occhi non riescono a vederlo perché lo cercano nelle regge, nei posti che contano, là dove si decide la storia.

No, per vedere il Figlio di Dio, il nostro fratello Gesù, il Salva­tore di tutti, il figlio della più santa tra le donne, dobbiamo volgere lo sguardo altrove: è in una stalla che è nato il Figlio di Dio. "Il luogo più lurido del mondo fu la prima stanza dell'unico puro tra i nati di donna" (Papini).

Il famoso scrittore Giovanni Papini, in un suo libro sulla vita di Cristo, scritto dopo la sua conversione alla fede cattolica, così si esprime: "Non è a caso che Cristo è nato in una stalla, perché tutto il mondo è un'immensa stalla dove gli uomini inghiottono e stercano e poi, seduti sui monti del letame, chiamano ciò "goder la vita".

Cristo è venuto appunto per trasformare il mondo da stalla in reggia, da casa per le bestie a casa per gli uomini, anzi per i figli di Dio. Cristo è venuto per ripulire questa immensa stalla che è il mondo dalla sporcizia dell'incredulità, del poco amore per Dio, del poco amore per l'uomo; Cristo è venuto per ripulire il mondo dall'odio, dalla menzogna, dalla lussuria, dall'ingiustizia, dalla violenza... un cumulo di sporcizia ben peggiore del letame che ricopre il pavimento di una stalla.

I PREDILETTI DEL SIGNORE

Il Figlio di Dio è nato senza scomodare nessuno, all'infuori delle bestie che lo hanno riscaldato col loro fiato. Prima che con l'uomo si è incontrato con la natura, con le cose, creature senza voce, ma non prive di un sorriso; poi con gli animali; solo per ultimi incon­trerà i suoi fratelli, gli uomini, i figli del Padre suo.

Ma anche qui comincerà dai più semplici, dai pastori. Gesù, nella sua vita terrena, arriverà anche ai re e a quelli che contano, come Erode e Pilato, si farà sentire da tutti, poveri e ricchi, umili e potenti, ma il suo primo incontro è stato con i semplici, gli ultimi, con quelli che, delusi dagli uomini ed emarginati da tutti, si aspet­tavano qualcosa soltanto da Dio.

I pastori erano poveri, disprezzati, uomini di serie "B". Ma il Figlio di Dio ha cercato loro per primi, per farci conoscere, fin dal primo istante della sua vita, quali erano le sue preferenze. Ai sem­plici, agli umili, ai poveri Cristo ha offerto in dono il suo primo sorriso, il sorriso di un Dio che è venuto sulla terra, a nascere e morire, non per colpire l'umanità, ma per salvarla.

ANCHE OGGI ABBIAMO BISOGNO DI TE, SIGNORE

Anche oggi, Signore, a quasi duemila anni di distanza, solo i semplici ti riconoscono, e ti amano, gli altri no: gli uomini dal volto umano e dal cuore di belva ti disprezzano e ti offendono, i superbi ti deridono, i distratti ti ignorano, gli annoiati ti soppor­tano, i materialisti ti rigettano, tanti altri ti ritengono inutile come quel povero diavolo di Paolo Villaggio che ha dichiarato in TV, davanti a milioni di spettatori, che "Una festa come il Natale non ha più motivo di essere, perché l'uomo ha superato ormai la fase della superstizione".

Un angelo annunciò ai pastori la tua nascita, Signore. Per noi non è un angelo che porta l'annuncio, ma la tua Chiesa che, in questa oscura notte che è calata sul mondo, non si stanca di ripetere a tutti: "E' nato per voi il Salvatore" (cfr.: Lc 2,11).

Sapremo svegliarci dal sonno sentendo questo annuncio? Sare­mo capaci noi di metterci in cammino verso Cristo, lasciandoci alle spalle le nostre vecchie abitudini, per andare da Lui a imparare come si vive la vita e come si dona la vita?

Quanti cristiani dormono come i pagani il loro sonno profondo, adagiati sul letto delle loro abitudini e delle loro comodità! E' su quel letto che passano la vita perché credono che la vita vada comunque "goduta"; non hanno ancora capito che la vita è vera ed è davvero goduta soltanto se è donata. Si lasciano intontire da tutti i rumori e le false promesse di questo mondo e, assordati come sono, non sanno sentire la voce discreta della Chiesa che, come un angelo, fa sentire in questa notte di errore e di vizio, l'annuncio di verità e salvezza.

Tu sei nato, Signore, perché gli uomini che vivono nel peccato vivano nella grazia; tu sei nato, Signore, perché gli uomini che vivono nella confusione e nell'errore conoscano la verità; tu sei nato, Signore, perché gli uomini che vivono nella tristezza trovino la gioia; tu sei nato, Signore, perché gli uomini che consumano i loro giorni nell'odio, nella violenza, nell'ingiustizia, nell'invidia e nel rancore, trovino la via dell'amore e della pace; tu sei nato, Signore, perché chi vive nell'indifferenza trovi un ideale e chi vive nella disperazione trovi la speranza.

Eppure, quanta gente, Signore, vive ancora nel peccato, senza verità, senza gioia, senza amore, senza pace, senza ideali, senza speranza! Per loro è come se tu non fossi nato. Non ti hanno cono­sciuto, Signore, o forse ti hanno conosciuto e poi, con loro grave colpa, ti hanno respinto riponendo in altre cose le loro speranze.

A VOI, CRISTIANI PRATICANTI...

A voi, cari cristiani, che ogni festa fedelmente entrate in questa casa, accolti come figli da un Dio che si mostra con il volto di un Padre, a voi dico: ricordate che sulle vostre spalle pesa una respon­sabilità grandissima: voi dovete essere gli annunciatori del Signore Gesù, dovete far conoscere al mondo le ragioni della vostra spe­ranza, perché anche il mondo creda e credendo speri e sperando ami.

Come un giorno l'angelo portò l'annuncio ai pastori, così voi, oggi, siete mandati al mondo come angeli di Dio per ripetere a tutti lo stesso annuncio: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà" (cfr.: Lc 2,14).

Riconoscete, cari fratelli nella fede, la vostra dignità: voi siete i messaggeri di Dio, non potete tacere, siete mandati a parlare. Il vostro compito non è solo di salvare voi stessi, ma è quello di salvare il mondo. Parlate di Dio, parlate di Cristo, parlate della Chiesa; parlatene genitori ai vostri figli, parlatene giovani nei vo­stri discorsi, in modo discreto, ma anche con coraggio; parlatene dappertutto, in casa, a scuola, nelle fabbriche, negli uffici, nelle vostre conversazioni con tutti. Parlatene senza vergogna, con spontaneità, con gioia, senza paura. Parlatene con la vita, con le opere.

Il mondo non crede più alle parole soltanto, meno ancora cre­de al silenzio di chi tace per vergogna. Il mondo non ha bisogno soltanto di politici, di medici, di sindacalisti, di insegnanti, di ope­rai, di contabili, non ha bisogno solo di pane e di cultura; il mondo, anche se non lo ammette, ha sete della verità e della grazia di Dio. Ma chi porterà questa verità e questa grazia se noi cristiani ci chiudiamo in un pauroso silenzio, o se sprechiamo le nostre vite nell'incoerenza tra quanto pensiamo e quanto facciamo?

A VOI CHE LO TENETE A DISTANZA...

E a voi che in chiesa ci venite poco, per pigrizia e per il poco amore che lievita in voi, o per scarsa convinzione, o perché scan­dalizzati dalla nostra condotta, o perché attanagliati da qualche tristezza; a voi, pur sempre fratelli, vorrei dire: vincete la pigrizia, fate spazio all'amore, rafforzate le vostre convinzioni, non ferma­tevi per le nostre incoerenze, non lasciatevi paralizzare dalle vo­stre tristezze, cercate la verità e troverete la gioia e la salvezza nel tempo e nell'eternità.

Non condannate la vostra vita all'assurdità. Il Signore vi ama e vi aspetta. Ricordatevi che anche per voi è nato, ha patito, è morto ed è risorto e per ognuno di voi sarebbe disposto a morire ancora una volta, o anche cento volte se fosse necessario.

Siate onesti con Dio, non date, a Lui che vi ha donato tutto, i rifiuti, le briciole della vostra vita.

E siate onesti con voi stessi: riconoscete che anche voi avete un'anima e che quest'anima, come ogni anima, ha fame di Dio. Anche voi siete nati da Lui e a Lui farete ritorno. Non rimandate a domani il vostro ritorno a Dio.

Temete la superficialità, è una malattia che ha fatto rincreti­nire troppa gente. Fuggite l'incostanza, siate capaci di una scelta coraggiosa in favore di Dio. Scegliendo Dio non resterete diminui­ti; al contrario Lui solo può fare di voi degli uomini veri, mentre senza di Lui si piomba in una situazione assurda, si diventa bestie senz'anima.Benedici, Signore, in questo giorno felice, i vicini e i lontani, chi crede, e chi non crede, benedici i giovani e i vecchi, benedici le nostre famiglie e chi è senza famiglia, benedici chi soffre, perché tutti possiamo nascere un giorno alla vita eterna come tu, Signore, sei nato oggi alla nostra vita terrena.

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