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Resistiamo nella fedeltà



"La Chiesa Maestra di Verità non inventa la sua dottrina...
a chi la sollecita di rendere più facile, più relativa ai gusti della mutevole mentalità dei tempi la sua fede, risponde con gli Apostoli: Non possumus, non possiamo".

«Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete (Mt. 7, 15-16)»; sul quale si regoleranno attenendosi al semplice, esauriente ed edificante comando di Nostro Signore: “il vostro parlare sia sì, sì, no, no, il di più viene dal maligno” (Mt. 5, 37).

Noi carissimi amici non possiamo andare avanti in questo modo, con i ministri del Papa che possono in suo nome lanciare continue offensive contro la liturgia tradizionale.
Gli oltranzisti romani, infatti, sono estremamente determinati, come dimostra l'andamento programmato della loro azione, di distruggere la liturgia romana plurisecolare che risale all'era apostolica.
Questa gerarchia ecclesiastica che fa a pezzi il magistero e la dottrina della Chiesa Cattolica, che apre ad un ecumenismo spaziante dai musulmani ai riti sciamanici della pachamama, che fa modificare i riti rendendoli simili a quelli luterani e protestanti che benedice coppie omosessuali, come e già avvenuto in Germania e in altre parti del mondo, poi afferma di voler lavorare per il bene della chiesa e per la sua unità.


Ma dove sta andando questa Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo dove e stata sepolta?
La Chiesa visibile in questi ultimi anni ha subito una mutazione ancora di più di quella che avvenne nostro malgrado agli inizi degli anni settanta e ne stiamo oggi ancora di più vedendo gli effetti devastanti.
Carissimi dobbiamo resistere nella fedeltà, perché il vero problema e che, mentre chi ama la tradizione è collocato in un ordine costituito e reagisce in punta di diritto, gli interlocutori che hanno in pugno la chiesa sono immersi nel fluido cangiante orizzonte conciliar-storicista che va oltre ogni norma e fa dell'arbitrio la sua regola aurea. Ed è per questo che, dal concilio in poi, le gerarchie ecclesiastiche non rispondono mai nel merito agli argomenti fondati sul magistero perenne, cambiando nome alla fedeltà che per loro è fissismo, rigidità, pelagianesimo...

Questo rifiutare di considerare valida e a pieno titolo la liturgia e le norme liturgiche pre-conciliari come opus Dei , come “opera di Dio”da parte della gerarchia e di certo episcopato, fa correre il rischio di trasformare ogni liturgia in un'opera umana. Purtroppo la riforma liturgica è stata sostituita da una cattiva creatività che trasforma un'opera divina in una realtà umana, allontanandosi e distaccandosi sempre di più dall'ortodossia cattolica. La mentalità tecnica contemporanea vorrebbe ridurre la liturgia a un'efficace opera di pedagogia. A tal fine, cercano di rendere le cerimonie conviviali, attraenti e amichevoli. Ma la liturgia non ha valore pedagogico se non nella misura in cui è interamente ordinata alla glorificazione di Dio e al culto divino e alla santificazione degli uomini.
In conseguenza con questa nuova stretta e divieti da parte di Roma, porterà molte famiglie e giovani coppie a frequentare e a riavvicinarsi e ad aderire definitivamente alla Fraternità sacerdotale San Pio X, per la ricezione dei sacramenti nella forma tradizionale, si recheranno dove possono riceverli, possibilmente uno dei tanti Priorati o cappelle gestite dai sacerdoti della Fraternità San Pio X che è sparsa nel mondo intero.

Quando, in occasione del concilio Vaticano II, Mons. Lefebvre si rese conto che la cattolicità correva il rischio di subire una deviazione modernista e protestante, si adoperò per cercare di correggere le tendenze devianti, insieme ad altri Padri conciliari, senza tuttavia riuscire ad ottenere i risultati sperati. La chiusura del Concilio e le riforme che ne seguirono lo indussero ad assumere delle iniziative per la salvaguardia della dottrina e della liturgia cattoliche.
Con l’approvazione preventiva del vescovo del luogo, ratificata dalle autorità romane, fondò in Svizzera un seminario che fosse in grado di mantenere vivo il vero sacerdozio cattolico e perpetuare l’insegnamento della Chiesa di sempre. Oggi più di ieri, la chiesa ha bisogno di vescovi e coraggiosi, sacerdoti pronti a difendere la Tradizione come a suo tempo lo fu Mons. M. Lefebvre chi intende richiamarsi all’opera di Mons. Lefebvre, perfino considerandosi suo continuatore, non ha altra scelta che accettare, se è il caso, anche di subire la scomunica romana, ormai illegittima e inefficace, piuttosto che scendere al compromesso sulla Tradizione. Il contrario è umanamente comprensibile, ma è cattolicamente inammissibile, perché sarebbe come ammettere la menzogna del Vaticano II che la Tradizione non è essenzialmente quella di Nostro Signore Gesù Cristo, trasmessaci dagli Apostoli, ma quella predicata e praticata in maniera evolutiva e mutante dai papi moderni, liberali e modernisti, cioè dai papi che non servono più Cristo, ma il mondo.
«Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi» Gv 15,20 «Quando soffrirete, quando avrete dei dubbi, quando avrete delle esitazioni, quando avrete delle prove, guardate Nostro Signore Gesù Cristo. Guardatelo nella Sua Passione, guardate la Sua Croce. Anche Lui ha sofferto: ha sopportato che tutti gli Apostoli se ne andassero; ha sopportato coraggiosamente l’abbandono totale. Siamo dei discepoli di un Maestro che ha sofferto ed è morto sulla croce». 
Nei seminari e nelle comunità tradizionali questi giovani chierici e religiosi perché ci sono andati? Sono andati nei seminari e in queste comunità per la santa Messa, per la santa Messa di sempre che è la fonte delle grazie, la fonte dello Spirito Santo e della civiltà cristiana. È questo che fa un sacerdote. Dobbiamo fare una crociata, una crociata fondata, precisamente, su queste nozioni di sempre, di sacrificio, per restaurare la cristianità; rifare una cristianità come la Chiesa la desidera, come l’ha sempre fatta con gli stessi princìpi, lo stesso sacrificio della Messa, gli stessi sacramenti, lo stesso catechismo, la stessa Bibbia. Dobbiamo ricreare questa cristianità.

Questo ultimo assalto del prefetto del Culto Divino, monsignor Roche, con l’assenso del Papa colpisce la forma, riguarda la possibilità di derogare al divieto di celebrare la Messa tradizionale in chiese parrocchiali, laddove non siano presenti oratori, cappelle o altri edifici non parrocchiali. A prima vista appare quasi un miglioramento, ma solo a prima vista. In realtà è il più istruttivo sul fine e i mezzi. La Congregazione concede infatti il permesso di celebrare in parrocchia, se non si dispone di altri edifici, ma il permesso deve venire dalla Congregazione stessa, valutando «con scrupolosa attenzione» ed evitando che i fedeli “ordinari” ne vengano “contaminati” al punto da suggerire: «non è opportuno che venga inserita nell’orario delle Messe parrocchiali essendo partecipata solo dai fedeli aderenti al gruppo». Neppure se fossimo dei lebbrosi. Manca solo la raccomandazione di sigillare bene le porte e sopprimerci col Gas Nervino. Queste nuove più stringenti regole per le comunità tradizionali che celebrano con il Messale del 1962 sono mostruose, sprigiona una cattiveria degna solo di un tiranno, di una gerarchia che non teme più Dio. Che con Motu proprio “Traditionis custodes”, aggiorna le norme a suo tempo stabilite da Benedetto XVI, e questo mina e mette in pericolo la stessa unità della Chiesa.
Ma il problema e più serio, se i fedeli possono emigrare presso comunità cattoliche non in perfetta comunione con Roma, nei seminari nelle comunità religiose ex Ecclesia Dei cosa faranno? Visto ché il documento proibisce esplicitamente l'uso del Pontificale Romanum prima della riforma liturgica, in altre parole, vieta di conferire i sacramenti della cresima e degli ordini sacri secondo il rito tradizionale. E i molti seminaristi che popolano questi seminari? Che fine faranno? Questi giovani  sono lì perché desiderano essere ordinati con quel rito, e quindi desiderano celebrarlo. Vietare il tradizionale Pontificale Romanum è un colpo al cuore di queste comunità (si dice che altri colpi saranno sparati a febbraio). Di fronte a tutto questo, il dovere è quello di resistere ad una legge ingiusta. Preghiamo affinché questi istituti religiosi di diritto Pontificio abbiano il coraggio di dire "non possumus" che non facciano la fine dei Francescani dell'immacolata e dell'opera di Familia Christi istituti fiorenti di vocazioni ma decapitati dalla Santa Sede senza un processo e in barba al diritto, che continua a essere calpestato da chi lo dovrebbe difenderlo, perlomeno come atto di giustizia. Questo  prurito di mondanità e di scarso sensus Ecclesiae porterà solo Caos e confusione e dove vi è il disordine Cristo non può regnare. Il Principe di questo mondo vive nel Caos e la gerarchia ecclesiastica ha consegnato la Chiesa al mondo. Carissimi amici iniziamo la resistenza nel modo più efficace, chiediamo a Maria santissima aiuto dei cristiani la sua protezione e prostrati adoriamo Gesù che viene lasciamolo nascere nelle nostre anime.


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