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Sermone di Mons. Lefebvre per il ritiro del Terz’Ordine il 3 settembre 1988


«Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Miei carissimi fratelli,

l’abbé La Praz ha avuto un’eccellente idea di riunirvi oggi ad Ecône in occasione della festa di san Pio X che è la nostra festa patronale. Sfortunatamente i seminaristi sono assenti per la maggior parte e di conseguenza noi non possiamo dare a questa festa la solennità che oggi meriterebbe; ma poiché la maggior parte di voi viene a questa Messa sotto il segno del Terz’Ordine della Fraternità san Pio X, noi avremo occasione di trascorrere questa giornata sotto questo patrocinio: patrocinio del nostro santo Patrono, il santo papa Pio X.

Non sarò lungo questa mattina, dal momento che avrò occasione di rivedervi dalle 14.30 alle 15.30. Io vorrei semplicemente comunicarvi, lasciarvi come consegna, una consegna di San Pio X, che San Pio X dava ai membri dell’Azione Cattolica ma che egli intendeva anche dare a tutti coloro che in una maniera o in un’altra, vivendo nel mondo, si sforzeranno di vivere cristianamente, e di aiutare i preti e i vescovi nella loro vita apostolica e nella loro missione. Ed è, penso, il caso del Terz’Ordine. Il santo papa Pio X diceva dunque a questi congressisti che erano venuti a vederlo a Roma, in occasione di un Congresso dell’Azione Cattolica, che dava loro come consegna tre parole: Pietà, Studio, Azione. E io penso che questa consegna conviene anche ad un Terz’Ordine.

Nei vostri regolamenti è messo precisamente in evidenza che il Terz’Ordine vi domanda di fare il possibile per compiere certi atti di pietà, certi esercizi di preghiera che vi mettono in questa atmosfera di preghiera, di orazione, di unione con il Buon Dio, di devozione alla Santissima Vergine Maria e a tutti i Santi, di avvicinarvi dunque a questo ideale religioso che voi vi sforzate di perseguire.

Pietà particolarmente nell’assistere al Santo Sacrificio della Messa per quanto è possibile quotidianamente, e, se possibile, anche facendo la santa Comunione: Comunione quotidiana, è un ideale evidentemente che non è sempre possibile, ma questo desiderio di avvicinarvi a Dio con la Santa Messa è oggigiorno più necessario che mai, proprio perché si è distrutto l’ideale della Santa Messa. Si è allontanata la S. Messa dal suo fine. Il suo fine, che è innanzi tutto propiziatorio, che è innanzi tutto di cancellare i peccati. Senza dubbio, il primo scopo della Messa è di rendere gloria al Buon Dio e di ringraziarLo di tutti i suoi benefici, ma il santo Sacrificio della Messa non ci sarebbe se non ci fosse stato il Sacrificio del Calvario, e il Sacrificio del Calvario non ci sarebbe stato se non avesse dovuto riparare ai nostri peccati. Nostro Signore Gesù Cristo, il figlio di Dio, si è incarnato per morire sulla Croce, per riscattarci dai nostri peccati. È lo scopo essenziale della Incarnazione.

Allora, lo scopo della Messa è soprattutto di entrare in questo spirito di contrizione, in questo spirito di riparazione dei nostri peccati, e di sottometterci a tutte le grazie che discendono dall’Altare per mezzo della Croce di Nostro Signore Gesù Cristo per purificarci dai nostri peccati. Ecco lo spirito con il quale dobbiamo assistere alla Santa Messa. E questo spirito è uno spirito che ci dà nello stesso tempo il coraggio di sostenere le prove nella vita quotidiana e di offrire tutto in unione con le sofferenze che Nostro Signore ha subìto sulla Croce. Unione alla Croce di Gesù. Ecco l’oggetto particolare di quella pietà che domanda san Pio X.

E poi, san Pio X parla dello Studio. Non è questione, è evidente, di fare degli studi straordinari e particolari. Si tratta semplicemente di conoscere meglio Nostro Signore Gesù Cristo: conoscere meglio Nostro Signore Gesù Cristo leggendo la Sacra Scrittura, e particolarmente il Nuovo Testamento. Forse anche, per esempio, una pagina o due del Nuovo Testamento prima del rosario in famiglia; un piccolissimo passo del Nuovo Testamento; e poi, se ne avete la possibilità leggere l’Imitazione di Cristo, leggere la Vita dei Santi, leggere libri come quelli del venerabile Grignion de Montfort sulla Santa Vergine; dei libri che vi fanno conoscere meglio la grande carità di Nostro Signore verso di noi; la grande bontà che Nostro Signore ha esercitato con noi dandoci tutti i benefici di cui godiamo e specialmente facendoci dono di Sua Madre, la Santissima Vergine Maria. Si tratta di immergersi in questi studi, studi così belli, così semplici, così confortanti! Si leggeva molto di più in altri tempi nelle famiglie e, particolarmente nelle lunghe serate d’inverno. Ci si riuniva intorno al focolare e si leggeva per esempio “la Veillée des Chaumières”. Questo vecchio libro era una rivista inviata alle famiglie. Una rivista interamente cattolica, profondamente cristiana, dove molte vite di santi erano esposte con tutti gli esempi delle virtù che avevano praticato questi santi: erano incoraggianti per le famiglie. Era tutt’altra atmosfera che quella della televisione di oggigiorno. È in questa atmosfera che i Terziari devono cercare di rimettere le loro famiglie al fine di creare veramente nelle loro case l’atmosfera di un santuario dove Dio abita, dove la carità dello Spirito Santo abita ugualmente, e così creare questa atmosfera di carità che deve unire i membri di una famiglia.

Dunque, Pietà, Studio, Azione.

Il terziario deve essere missionario. Non basta conservare per sé le grazie che il Buon Dio vi dà. Voi avete ricevuto delle grandi grazie: anzitutto il solo fatto di essere rimasti nella Tradizione della Chiesa! È una grazia immensa! Perché voi, per questo fatto stesso, siete rimasti vicino alle fonti: le vere fonti della Grazia del Buon Dio: vale a dire la vita divina! Fonti della vita divina per i Sacramenti, per il Santo Sacrificio della Messa. È una grazia insigne! E quest’altra grazia che vi è stata data di appartenere al Terz’Ordine, o di desiderare di appartenere al Terz’Ordine: è anch’essa una grazia: grazia di scelta che vi è fatta per prepararvi alla Vita Eterna e per attirare quelli che vi circondano, quelli di cui voi siete incaricati; anche i vostri amici e tutti quelli con cui avete dei contatti; per dare loro l’esempio di una vita cristiana, di una vita profondamente unita a Dio. Questo esempio sarà un esempio missionario che farà del bene intorno a voi.

Ecco come San Pio X incoraggiava a vivere i membri dell’Azione Cattolica. Io penso che ciò si applica anche ai membri del Terz’Ordine. Custodite ciò, vivete in un ambiente di pietà, in un ambiente di unione con Dio.

Leggete e trattenetevi, trattenete il vostro spirito, il vostro cuore, con i buoni esempi dei Santi, e particolarmente della Santissima Vergine Maria. E poi, abbiate questo spirito di carità, questo desiderio di fare del bene, di comunicare le grazie che avete ricevute; tutti questi doni che il Buon Dio vi ha dato, comunicateli agli altri affinché anch’essi profittino del vostro esempio e ricevano, a loro volta, le grazie che li aiuteranno a camminare in questa via, pieni di speranza.

La speranza, la vera Speranza che è l’attesa della vita eterna!

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Così sia.

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