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Ora bisogna diffonderla...

S. Caterina Labouré sul letto di morte (vera foto)
Una delle prime a ricevere la Medaglia miracolosa, fu la stessa Santa Caterina Labouré, la quale, quando l'ebbe tra le mani, la baciò, e poi disse: "Ora bisogna diffonderla".Da queste parole dell'umile Santa, la piccola Medaglia prese il via, e rapida come una minuscola cometa, fece il giro del mondo intero. Si pensi che nella sola Francia, nei primi dieci anni, ne vennero coniate e vendute ben settantaquattro milioni. Perché questa prodigiosa diffusione? Per la fama di "miracolosa" che ben presto si meritò dal popolo. Grazie e miracoli si moltiplicavano via via operando conversioni e guarigioni, aiuti e benedizioni per le anime e per i corpi.

Fede e preghiera

Le radici di queste grazie sono sostanzialmente due: la fede e la preghiera. Anzitutto la fede: ci deve essere almeno in colui che dona la medaglietta, come avvenne per Alfonso Ratisbonne, incredulo, che ricevette la Medaglia da un uomo pieno di fede, il barone De Bussières. E' chiaro, infatti, che non è il pezzo di metallo della Medaglia, fosse pure di oro zecchino, a operare miracoli; ma è la fede fervida di chi tutto attende da Colei che il metallo raffigura. Anche il cieco nato, di cui ci parla il Vangelo (Gv 9,6), non fu il fango che Gesù adoperò a ottenergli la vista, ma la potenza di Gesù e la fede del cieco. Dobbiamo avere fede nella Medaglia in questo senso avere fede, cioè che la Madonna con la Sua onnipotenza misericordiosa si serve di quel minuscolo mezzo per donare le Sue grazie ai figli che glieLe chiedono.
E qui ricordiamo l'altra radice delle grazie: la preghiera. Dagli esempi che abbiamo riferito e che ancora riferiremo appare evidente che la Medaglia fa centro e opera grazie quando è accompagnata dalla preghiera. San Massimiliano, quando distribuiva le Medaglie miracolose agli increduli o a persone che non avrebbero pregato, si metteva lui a pregare con ardore e fervore di santo. La Medaglia, sia ben chiaro, non è un magico talismano. No. È uno strumento di grazia. La grazia vuole sempre la cooperazione dell'uomo. L'uomo coopera con la sua fede e la sua preghiera. Fede e preghiera, quindi, assicurano la fecondità "miracolosa" della celebre Medaglia. Possiamo dire, anzi, che la Medaglia non opera mai da sola esige la cooperazione dell'uomo chiedendo di essere accompagnata dalla fede e dalla preghiera almeno di qualcuno o di chi dona la Medaglia o di chi la riceve.

Un altro esempio fra tanti

Lo riportiamo da una rivista missionaria. In un ospedale delle Missioni, a Macao, un povero pagano era stato ormai abbandonato dal medico -Più nulla da fare, Sorella. Non passerà la notte. La Suora Missionaria di Maria contempla l'uomo agonizzante sul letto. Dunque, nulla da fare per il corpo; ma l'anima? Da tre mesi ch'è ricoverato, l'infelice è rimasto ostinatamente chiuso e ostile; poco fa ha respinto ancora una volta la Suora catechista che tentava di far breccia in quell'anima. Una medaglia della Madonna, messagli furtivamente sotto il guanciale, era stata da lui rabbiosamente e ostilmente gettata a terra. Che fare? Sono le 18. Il volto dell'infermo rivela già qualche sintomo dell'agonia. La Suora, vista sul comodino la medaglia respinta, mormora a un'allieva infermiera nella corsia -Senti: cerca di nascondergli questa medaglia, quando aggiusti il letto, tra il lenzuolo e il materasso, senza che se ne accorga. Ora non resta che pregare, e... aspettare. La Religiosa sgrana lentamente le Ave Maria della sua corona. Alle 21 l'agonizzante apre gli occhi, e chiama -Sorella... La Religiosa si china su di lui. -Sorella, muoio... Battezzami! ...Tremante dalla commozione la Suora prende un bicchiere d'acqua sul comodino, ne versa qualche goccia sulla frante madida, pronunciando le parole che danno la grazia e la vita. Il volto del morente si trasforma inesplicabilmente. L'angoscia che ne increspava i lineamenti svanisce d'incanto, mentre un lieve sorriso ora è su quelle labbra riarse: -Adesso non ho più paura di morire- mormora -so dove vado...- Spira con un bacio al Crocifisso.

Diffondiamola anche noi

La missione affidata dalla Madonna a S. Caterina Labouré, di diffondere la Medaglia miracolosa, non riguarda solo S. Caterina, ma riguarda anche noi. E noi dovremmo sentirci tutti onorati di far nostra questa stessa missione di grazia. Quante anime generose si sono mosse con fervore instancabile per portare ovunque e donare a chiunque questo dono della Madonna! Pensiamo, anzitutto, a S. Caterina Labouré che si fece distributrice zelante della Medaglia per più di 40 anni ! Tra i vecchi e gli ammalati, tra i soldati e i bambini, la dove Santa passava con il suo angelico sorriso, donando a ognuno la Medaglina. Persino sul letto di morte, poco prima dell'agonia, ella preparava ancora pacchetti di Medaglie da distribuire! La sua fede, speranza e carità, la sua preghiera e il suo candore di vergine consacrata rendevano tanto più feconda di grazia ogni Medaglina che ella distribuiva per sanare, illuminare, aiutare, convertire tanti bisognosi.

Anche S. Teresa...

Un altro esempio gentile e luminoso è quello di Santa Teresina. Questa cara Santa, fin da fanciulla dovette intuire bene il valore della Medaglia miracolosa se si industriava davvero molto a distribuirla. Una volta, in casa sua, riuscì a far prendere la Medaglia a una domestica che non si comportava bene, facendosi promettere che l'avrebbe portata al collo fino alla morte. Un'altra volta, sempre a casa, mentre alcuni operai stavano lavorando, l'angelica Teresina prese delle medagline e andò a metterle nelle tasche delle loro giacche appese...Le sante industrie di chi ama! Pensiamo al S. Curato d'Ars che, quando usciva per il paese, portava sempre le tasche gonfie di Medagliette e Crocifissi, e tornava sempre con le tasche sgonfie... Pensiamo al grande S. Giovanni Bosco che faceva portare la Medaglia al collo ai suoi ragazzi, e in occasione dello scoppio del colera assicurò che il colera non avrebbe contagiato nessuno di quelli che portavano la Medaglia. E fu proprio così. Pensiamo anche a S. Pio X, al B. Guanella, al B. Orione e a molti altri zelantissimi apostoli, così attenti a servirsi dl ogni mezzo per far conoscere e amare la Madonna. Con tanto affetto si sono interessati di questa cara medaglina! Un altro straordinario apostolo, il P. Pio da Pietralcina, non fu inferiore agli altri nella diffusione delle sante medagline. Anzi! Ne teneva in cella e nelle tasche; ne distribuiva ai figli spirituali, ai penitenti, agli ospiti; le mandava in regalo a gruppi di persone; una volta ne mandò quindici a una famiglia composta di quindici persone genitori e tredici figli. Alla sua morte, nelle tasche gli trovarono un mucchietto di quelle medagline che egli donava con tanto zelo. Tutto serve a chi ama. Vogliamo farlo anche noi questo piccolo apostolato di amore alla Madonna?

San Massimiliano M. Kolbe


Un modello gigante di apostolo dell'Immacolata e della Medaglia miracolosa fu indubbiamente S. Massimiliano Maria Kolbe. Egli potrebbe anche essere chiamato il Santo della Medaglia miracolosa. Basti pensare il suo grande movimento mariano a raggio mondiale, la Milizia dell'Immacolata, contrassegnato dalla Medaglia miracolosa, che tutti i suoi membri hanno l'obbligo di portare indosso come distintivo. "La Medaglia miracolosa -diceva il Santo- è il segno esteriore della consacrazione all'Immacolata". Non solo, ma la Medaglia miracolosa è il primo mezzo di apostolato dei militi dell'Immacolata debbono diffonderla ovunque e comunque. "La Medaglia miracolosa deve costituire un mezzo di prim'ordine nella conversione e santificazione degli altri, perché essa ci ricorda di pregare per chi non ricorre a Maria, non la conosce e la bestemmia". Il Santo diceva che le Medaglie miracolose sono come i "proiettili", le "munizioni", le "mine"; esse hanno un potenziale misterioso, capace di far breccia nei cuori murati, negli animi ostinati, nelle volontà indurite e incatenate al peccato. Una medaglina può essere un raggio laser che brucia, penetra e risana. Può essere un richiamo di grazia, una presenza di grazia, una polla di grazia. In tutti i casi, per ogni persona, illimitatamente. Per questo San Massimiliano portava sempre con sé le medagline, le dava a chiunque poteva, le collocava dappertutto, sui banchi dei negozianti, sui treni, sulle navi, nelle sale d'aspetto. "Bisogna distribuire la Medaglia miracolosa ovunque è possibile ai fanciulli..., ai vecchi e, soprattutto, ai giovani, perché sotto la protezione di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano. Anche coloro che non entrano mai in chiesa, che hanno paura della confessione, si fanno beffe delle pratiche religiose, ridono delle verità della fede, sono immersi nel fango dell'immoralità...: a tutti costoro bisogna assolutamente offrire la Medaglia dell'Immacolata e sollecitarli perché la portino volentieri, e, contemporaneamente, pregare con fervore l'Immacolata per la loro conversione". Personalmente, San Massimiliano non iniziava nessuna impresa anche materiale senza affidarsi alla Medaglia miracolosa. Così, quando egli si trovò nella necessità di procurare un terreno più ampio per costruire la Città dell'Immacolata (Niepokalanow), appena adocchiato un terreno adatto, per prima cosa vi buttò delle Medagline miracolose, poi vi portò e collocò una statuetta dell'Immacolata. Per un intoppo imprevisto, sembrò che la cosa naufragasse; ma quasi d'incanto, alla fine, tutto si risolse con la completa donazione del terreno a San Massimiliano. Alla scuola di questo Santo mariano dei nostri tempi dobbiamo imparare anche noi a muoverci armati di questi "proiettili". L'Immacolata voglia che noi contribuiamo efficacemente all'attuazione di quella che era una vivissima speranza di San Massimiliano, e cioè che "col tempo non vi sarà un anima che non indossi la Medaglia miracolosa"



P. Giovanni M. Aladel (1800-1865)
direttore spirituale di S. Caterina Labouré








P. Francesco M. Avidano (1895-1971)
grande apostolo della Medaglia Miracolosa
fondatore del Movimento Mariano di Casale Monferrato






 

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