Accade anche questo sui canali dell’informazione di Stato: un arcivescovo cattolico defunto, che un grande Papa come Pio XII scelse quale proprio Delegato Apostolico conferendogli l’autorità su 18 nazioni africane, viene inopinatamente bollato di razzismo e di odio verso gli africani di colore. L’ultima vergognosa dimostrazione di faziosità ha come palcoscenico un servizio pubblico pagato dai contribuenti: il telegiornale di Rainews24 di lunedì 26 gennaio. L’occasione è la polemica sulle personali convinzioni di mons. Williamson (uno dei vescovi ordinati da "Mons. M. Lefebvre" a cui il Papa ha tolto la scomunica) riguardo all’esistenza delle camere a gas nei campi di concentramento tedeschi.
DIMENTICARE L’OLOCAUSTO. Le comunità ebraiche stanno cavalcando l’uscita del prelato per far dimenticare l’olocausto di bambini, anche cristiani, compiuto nei giorni scorsi nella Striscia di Gaza. Rainews24, evidentemente, vuole dare una mano. Viene intervistato (si spera gratuitamente) un certo Giancarlo Zizzola, universalmente conosciuto dagli aficionados di Radio Radicale. Costui inizia a propinare, indisturbato, una serie di baggianate all’indirizzo dell’arcivescovo Lefebvre, per arrivare alla conclusione che Benedetto XVI avrebbe dovuto attendersi la sortita di mons. Williamson sulle camera a gas, in quanto questo vescovo non poteva che essere antisemita e razzista come il suo ispiratore (da notare che il padre di mons. Lefebvre muore in un lager, deportato per azioni di resistenza).
SEMINARI PROIBITI. A dimostrazione della sua asserzione, Zizola racconta che mons. Lefebvre, da arcivescovo di Dakar, impediva l’ingresso ai neri nei seminari e che, per i suoi atteggiamenti razzisti, era detestato dagli africani. Una povera scemenza, oltre che un’offesa vergognosa e indegna nei confronti di colui che fu il padre del cattolicesimo africano e un grande benefattore di quelle popolazioni. Basti pensare che il compianto cardinale africano Hyacinthe Thiandoum, venne appunto ordinato sacerdote da mons. Lefebvre nel 1949. E quando Lefebvre morì, nonostante la scomunica che lo aveva colpito da vivo, il cardinale Thiandoum si recò al suo funerale e di lui disse che “ora si trova nella pienezza di Dio”, insomma in Paradiso. Questo il male che uno stimatissimo principe della Chiesa, di colore, voleva al “razzista” mons. Lefebvre.
AMATISSIMO PASTORE. E ancora: nel 1996 uno stato africano, il Gabon, emise addirittura un francobollo commemorativo di mons. Lefebvre, con tanto di effige dell’amatissimo prelato. Un onore riservato ai capi di Stato, o a personalità eminentissime, grandi benefettori del popolo africano. Dovunque, infatti, grazie all’impegno di mons. Lefebvre, fiorirono ospedali, scuole, istituti religiosi, conversioni e vocazioni tra la popolazione locale. Esistono foto in cui mons. Lefebvre appare attorniato dai suoi sacerdoti: decine di africani, e tre di questi diventeranno i primi vescovi autoctoni. Certo lasciava fuori dai seminari chi manteneva superstizioni di tipo animista, ma non guardava il colore della pelle per “discriminare” tra il buono e il cattivo credente. Questa è l’incontestabile verità, il resto è il solito delirio della tv di Stato.
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