"In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati". (At 4,12)
"Nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo" (1Cor 12,3)
La teologia e il magistero sottolineano come il Cuore di Gesù sia il "simbolo" dell'Amore e della Misericordia di Dio.
Don Bosco consigliava, proprio per questo motivo, di propagare la devozione al Sacro Cuore poiché in essa, tutte le altre sono "racchiuse".
E di certo l'uomo è salvato dalla Misericordia di Dio, che ha voluto riavvicinare a Sè la creatura peccatrice, stringendo con essa la Nuova Alleanza, portando a compimento l'Antica Promessa.
Questa Misericordia si "rinnova" ogni qualvolta viene somministrato un Sacramento e ci aiuta a comprendere questo stretto legame tra salvezza, Cuore di Gesù e Spirito Santo.
Le rivelazioni di Gesù a Santa Faustina Kowalska, sebbene non direttamente legate al Sacro Cuore, ci riportano tuttavia a questo grande "mistero": Gesù parla spesso alla Santa del Suo Cuore buono e misericordioso e si fa ritrarre con i due raggi che fuoriescono proprio dal Suo Costato.
Egli descrive la devozione alla Sua Misericordia come "l'ultima tavola di salvezza" per i peccatori: se l'uomo crede di potersi salvare senza bisogno della misericordia di Dio, allora vorrebbe sostituirsi a Lui.
Nonostante la ricerca di santità, nessuno è mai esente da cadute, imperfezioni...in una parola, tutti siamo sempre bisognosi della Misericordia di Dio, di quel Dio che ha pietà...con il cuore, che sente la pietà, l'amore nel cuore....
Invochiamo allora lo Spirito Santo perché ci renda capaci di affidarci e rivolgerci al Sacro Cuore per essere avvolti dall'Amore Misericordioso di Dio e per poter dire, con la nostra stessa vita, che solo in Gesù vi è salvezza!Ci sono due giaculatorie nelle litanie al Sacro Cuore che ben si ricollegano al mistero della Croce:"Cuore di Gesù, annientato dalle nostre colpe" e "Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia".
Il mistero del Cuore di Dio che "soffre" è grande, apparentemente difficile da comprendere, ma è proprio un Dio che Si fa Carne che può soffrire e patire fino alla morte per amore degli uomini.
In questa sofferenza umana e "divina" del Verbo trova espressione tutta la gamma dei sentimenti (se così volessimo dire in termini umanissimi) di un Dio che, secondo le parole di Benedetto XVI"freme di compassione" (secondi Vespri della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, 19 giugno 2009).
Il Cuore di Cristo è un Cuore annientato dalle colpe dell'uomo perché il mistero della redenzione Lo carica di tutti i nostri peccati; perché la sofferenza che questo Cuore vive e sopporta è la conseguenza dell'allontanamento dell'uomo da Dio; ma è un Cuore che patisce anche per la mancanza di comprensione da parte degli uomini del Suo e di ogni tempi; per il non-amore che riceve da essi.
“Ecco il cuore che tanto ha amato gli uomini e che dagli uomini è così poco riamato"! : sono le parole rivelate proprio dal Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque.
Il Cuore di Gesù è un Cuore annientato dalle nostre colpe nel vedere la cattiveria con cui gli uomini trattano i propri simili; nell'ascoltare giudizi frettolosi e maliziosi; nel constatare i dolori morali, fisici, sociali dell'umanità.
Questa sofferenza interiore del Cuore di Cristo (nelle sue sfumature psicologiche e spirituali) trova uno "sfogo" anche fisico.
Sebbene il Cuore di Gesù sia un Cuore dotato di grande "fortezza", dono dello Spirito Santo che in Esso palpita, già nell'Orto degli Ulivi la sudorazione di sangue ci immette nel mistero di un Dio che soffre un dolore umanissimo e divinissimo allo stesso tempo.
L'angoscia che Gesù vive nel Suo Cuore, per il prossimo tradimento di Giuda, per l'arresto, per il rinnegamento di Pietro, per la Crocifissione e per quelle anime ingrate che nonostante tutto questo non Lo accoglieranno nelle loro anime, si traduce in questo fenomeno scientificamente spiegabile.
Si spezzano dei capillari ed il Suo sudore appare frammisto al Suo Sangue.
La sofferenza toccherà il vertice nel momento del dolore supremo: sulla Croce.
Il dolore del Cuore di Cristo sarà acutissimo: patimenti fisici strazianti; l' abbandono da parte di quasi tutti i Suoi discepoli, il tradimento dell'amico più caro e lo sconforto di una notte oscura in cui si sente privato anche del Padre; il pensiero di una Madre che sta patendo pene indescrivibili e dei due amici più cari (Giovanni e la Maddalena) che sono lì con Lei; il rifiuto, di uno dei due ladroni che non vuole accogliere quel perdono che anche a lui viene offerto.
La scena "globale" di tutta la porzione di umanità che, a dispetto di quel sacrificio, non vorrà amarLo...non vorrà amare Dio...
Il Cuore di Gesù è al culmine della sopportazione: sopraggiunge l'infarto e si spacca.
E' la morte, cui fa seguito, ancora prima della trafittura della lancia, la raccolta del sangue dal pericardio.
Quando il soldato colpisce il Costato di Cristo e Lo trafigge, si verifica quella che Giovanni descrive come fuoriuscita di "sangue ed acqua": il siero ed il plasma.
Il Cuore di Gesù ha versato per gli uomini tutto il Suo Sangue, fino all'ultima goccia.
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