Carissimi amici e lettori,
queste parole, rivolte ai seminaristi, furono pronunciate da Mons. Lefebvre in occasione dell’emanazione del decreto per l’indulto dell’ottobre 1984 (quando Giovanni Paolo II concesse la celebrazione della Messa tradizionale a condizione di accettare il Concilio e la Messa di Paolo VI) - Queste riflessioni fatte nel lontano 1984 oggi risultano straordinariamente attuali e ognuno di voi ne può cogliere il senso. Buona lettura
“Prima della vostra partenza per le vacanze, voglio approfittarne per dirvi qualche parola a proposito della situazione attuale nella Chiesa e dei nostri gruppi tradizionalisti, dopo il decreto di Roma del 3 ottobre scorso. Penso che ci vorrà ancora qualche mese per poter fare il bilancio, forse anche un anno prima di poter fare il bilancio di questo decreto, ma è ugualmente importante di situarlo nel suo contesto storico. Non dobbiamo dimenticare la lotta che abbiamo condotto e che continuiamo a condurre, e che questa lotta è anzitutto una lotta per la fede, per conservare la fede cattolica. Rifiutiamo coraggiosamente e definitivamente gli errori liberali, questi errori che sono stati condannati costantemente da numerosi Papi. Noi vogliamo essere fedeli alla voce di Dio, alla voce della Chiesa che si è manifestata attraverso tutti questi Papi: a partire da Pio VI, Pio VII, fino a Pio XII; i Papi hanno condannato tutti gli errori liberali: libertà di pensiero, di coscienza, di culto, di religione, di stampa e tutto questo spirito libertino, di licenza, i Papi l’han condannato in nome della legge di Dio, in nome dell’obbedienza a Dio, hanno condannato le costituzioni dei diritti dell’uomo, le due costituzioni dei diritti dell’uomo, perché sono contrarie alla legge di Dio, sono contrarie al Regno di Nostro Signore Gesù Cristo; allora, poiché ci siamo trovati di fronte ad un’invasione di idee liberali, all’interno della Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II, fino ai più alti vertici della Chiesa. Ebbene abbiamo voluto resistere e combattere, e rifiutare assolutamente di sottometterci a questa invasione di falsi principi, che stanno distruggendo la Chiesa e che distruggono tutta la società, tutta la cristianità.
Io direi che il primo avvenimento del tutto sensazionale, che manifestò quest’opposizione all’interno stesso della Chiesa ed all’interno della Curia Romana, tra il programma liberale e, bisogna dirlo, massonico, ed il programma della Chiesa, della Tradizione, e la fede della Chiesa, è l’opposizione tra il Card. Ottaviani ed il Card. Bea, l’uno rappresentante la corrente delle idee liberali e l’altro rappresentante la Tradizione della Chiesa, la fede della Chiesa; e questo primo avvenimento disgraziatamente è stato seguito da altri, ed i Cardinali che han seguito il Card. Bea sono riusciti a far cedere i Papi: Giovanni XXIII, Paolo VI, in favore del liberalismo: nel Concilio e dopo il Concilio. Allora è arrivato quest’abominevole ecumenismo che non è altro che il mezzo per fare penetrare le idee liberali all’interno della Chiesa; perché è il principio della libertà religiosa, principio che è nella costituzione dei diritti dell’uomo. Una volta ammessa la libertà religiosa, principio ammesso dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo, si ammettono pure tutte le altre libertà: libertà di pensiero, di azione, purché non si vada, per così dire, contro l’ordine pubblico, libertà di stampa … tutte le libertà! Libertà che conduce all’anarchia, alla distruzione della Chiesa, alla distruzione dei princìpi sociali ed alla distruzione, pure, dei princìpi naturali, di tutta la legge naturale, perché tutto ciò che è legge soprannaturale, tutto ciò che è legge di Dio, è contrario ai princìpi massonici che vogliono distruggere tutte le vestigia di Dio, tutte le vestigia della venuta di Nostro Signore Gesù Cristo sulla terra ed anche ogni traccia della presenza di Dio nella natura intorno a noi. Ecco perché questo mondo va verso la sua perdizione: allora, questa guerra che si fa all’interno della Chiesa continua, non bisogna credere che sia finita, non bisogna credere che perché assistiamo a qualche misura, a qualche ritorno più conforme allo spirito tradizionale, che il combattimento sia finito. Questo combattimento della fede nel quale ci siamo impegnati, ci ha fatto prendere come decisione di non accettare le riforme post-conciliari, perché sono fatte in questo spirito ecumenico e liberale e dunque tutto ciò che è fatto sotto l’influenza di questo spirito di liberalismo, condannato dai Papi, non può essere accettato, perché è contrario alla nostra fede, contrario al bene della Chiesa, contrario alla salvezza delle anime e contrario alla vita umana, e sociale, e cristiana, alla vita della società; allora abbiamo rifiutato … Per il fatto stesso che rifiutiamo, e che la Chiesa che è invasa da queste idee liberali, e che gli uomini della Chiesa che occupavano i posti importati erano imbevuti di queste idee, noi eravamo necessariamente una sigla che bisognava abbattere, noi diamo fastidio all’evoluzione ed alla pratica di tutte queste idee liberali che dovevano essere applicate nella Chiesa per piacere ai massoni, ai protestanti, ai comunisti ed a tutti i nemici della Chiesa. È chiaro, ora è evidente, che ci sono stati dei patti che sono stati fatti con loro, con tutti questi nemici della Chiesa, dunque, abbiamo assistito a partire dal Concilio Vaticano a tutta questa diffusione del liberalismo all’interno della Chiesa, ed in tutte le manifestazioni della Chiesa.Allora abbiamo rifiutato; questo rifiuto e queste persecuzioni che abbiamo subito, ci ha messo evidentemente in una situazione che apparentemente nella Chiesa è anormale. Poiché ci si voleva imporre queste idee per obbedienza, abbiamo pensato che bisogna obbedire anzitutto a Dio prima di obbedire agli uomini. Essendo dei disubbidienti, hanno preso delle sanzioni contro di noi: è normale, è logico, di conseguenza non dobbiamo meravigliarci che i nostri sacerdoti siano considerati come interdetti, che io stesso sia considerato come sospeso; è normale, è dunque per il cristiano medio, che non è capace di fare questa storia, che non ha vissuto questa storia, o che non capisce che il liberalismo è sempre stato in guerra contro la Chiesa Cattolica, non capisce perché siamo in questa situazione ed allora, qualche volta, anche nelle file di quelli che sono con noi, che ci sono vicini, che combattono con noi, c’è questo rilassamento a trovarsi nel combattimento ed a essere considerati come delle persone che dividono la Chiesa, che sono contro il Papa, che sono contro la Chiesa, e che sono contro l’autorità della Chiesa.
NON E’ VERO! Non siamo contro l’autorità della Chiesa, anzi, al contrario, ed è in ragione della nostra sottomissione alla Chiesa che continuiamo a fare ciò che facciamo; sottomissione ai Papi, a ciò che rappresenta la Chiesa; la Chiesa non cambia. La verità della Chiesa non può cambiare, e dunque ciò che la Chiesa ha definito durante un secolo e mezzo, non può non esistere oggi; allora, è a ragione della nostra obbedienza alla Chiesa che noi siamo considerati come disobbedienti; invece, sono gli altri che hanno preso un corso nuovo nella Chiesa, che hanno instaurato una nuova tendenza nella Chiesa, una tendenza liberale.Ciò è da sapersi bene, da mettersi sempre bene, chiaramente davanti agli occhi; perché comprendiamo molto bene che questa situazione, è una situazione anormale nella santa Chiesa: perseguitare coloro che sono fedeli alla Chiesa, è una situazione anormale, cioè perseguitati dagli uomini della Chiesa. Allora, si trova che taluni si augurano con ardore di rientrare nel quadro della Chiesa, ma sono io che me lo auguro per primo, di rientrare nel quadro ufficiale, nel quadro pubblico, nel quadro normale della Chiesa. Ritengo che siamo nella Chiesa, e che siamo coloro che sono della Chiesa e che siamo i veri figli della Chiesa, e che gli altri non lo sono, non lo sono! Perché il liberalismo non è un figlio della Chiesa, il liberalismo è la distruzione della Chiesa: in questo senso non possono dirsi figli della Chiesa. Noi possiamo dirci figli della Chiesa perché continuiamo la dottrina della Chiesa, manteniamo tutta la verità della Chiesa integralmente, tale e quale la Chiesa l’ha sempre insegnata. Ma ufficialmente siamo considerati come disubbidienti, come persone che non si sottomettono a questa corrente liberale … è vero, noi non ci sottomettiamo a questa corrente liberale, allora siamo perseguitati e questa situazione è evidentemente penosa; allora, ve ne sono che sarebbero pronti a sacrificare il combattimento della fede dicendo: “Taciamo i nostri problemi dogmatici, taciamo il nostro combattimento, non parliamo più della malizia della messa nuova, chiudiamo la bocca e non diciamo più nulla, non siamo più contro quelle persone, non diciamo più nulla sulla questione della libertà religiosa, dei diritti dell’uomo, dell’ecumenismo, stiamo zitti e poi così potremo entrare nel quadro della Chiesa, faremo piacere a quelli che sono nella Chiesa, entreremo all’interno della Chiesa ed una volta che saremo all’interno della Chiesa, vedrete che si potrà combattere, che si potrà fare questo e quell’altro …”.
È assolutamente falso! FALSO!
Non si rientra in un quadro, sotto dei superiori, dicendo che si scombussolerà tutto appena saremo all’interno, allorquando questi superiori stessi hanno tutto in mano per soffocarci e ne hanno tutta l’autorità per farlo. Ciò che c’interessa innanzitutto è di mantenere la fede cattolica: è questo il nostro combattimento; ed allora la questione canonica, puramente canonica, esteriore, pubblica nella Chiesa è secondaria, ciò che è importante è di restare nella Chiesa, cioè nella fede cattolica di sempre e nel vero sacerdozio e nella vera Messa e nei veri Sacramenti, nel Catechismo di sempre, con la Bibbia di sempre. È ciò che ci interessa, è questa la Chiesa. L’essere riconosciuti pubblicamente è secondario, allora non bisogna cercare il secondario perdendo ciò che è primario, ciò che è il primo oggetto del nostro combattimento. È stato per esempio il caso di Don Cantoni che, partendo con i suoi amici seminaristi, preferì essere – diciamo - “in regola” pubblicamente, ufficialmente e sopprimere il combattimento della fede: stare zitto a proposito della nuova messa, stare zitto a proposito di tutti gli errori che corrono attualmente nella Chiesa e di tutti gli errori liberali. Ebbene, noi non possiamo accettare questa situazione. Bisogni essere fermi, molto fermi. Allora attualmente dopo questo decreto potremmo essere tentati di dire “può darsi che se noi accettiamo le condizioni che sono in questo decreto allora, noi potremo dire la Messa antica e nel caso in cui potremo dire la Messa antica saremo graditi alla Chiesa, saremo riconosciuti, una volta riconosciuti noi potremo forse agire un po’ all’interno della Chiesa”. Questo vuol dire non conoscere quelli che ci dirigono attualmente, quelli che sono nella Chiesa attualmente. Basta leggere questa famosa frase del Card. Ratzinger per essere ben informati. Vi leggo questa frase, che è essenziale, nella sua intervista (Jesus, Novembre 1984): “Allora c’è qualcosa che è cambiato nella Chiesa al momento degli anni ‘60?”
chiede l’intervistatore. Allora risponde: ”Sì, sì, il problema degli anni ‘60 era di acquisire i migliori valori espressi da due secoli di cultura liberale”. Ascoltate bene. Il problema degli anni ‘60 era di acquisire per la Chiesa i migliori valori espressi da due secoli di cultura liberale. “E infatti ci sono dei valori che, anche se nati fuori della Chiesa possono trovare il loro posto nella Chiesa, il loro posto nella visione che la Chiesa ha del mondo, purché queste idee siano un po’ depurate e corrette”. E dunque, il Card. Ratzinger, ammette e aggiunge: “questo si è fatto. Noi abbiamo ammesso dei valori che sono venuti dal di fuori della Chiesa e che vengono da due secoli di cultura liberale”. Ecco quali sono questi principi: è l’ecumenismo con la dichiarazione dei diritti dell’uomo, la libertà religiosa, ecco questi valori che sono stati introdotti all’interno del Concilio, che sono stati ammessi ora dalla Chiesa. E il Card. Ratzinger li ammette, dice: “questo si è fatto! Ma tuttavia, l’adattamento è un pò difficile e allora bisogna cercare un equilibrio”. Ecco, non togliere le idee: ma le conseguenze di queste idee che portano un po’ di turbamento nella Chiesa, e per conseguenza bisogna trovare un equilibrio.È di una gravità enorme, questo condanna tutto ciò che dice nella sua intervista perché questo è il cuore delle sue idee, ed è questo che noi rimproveriamo, ed è questo che noi non vogliamo. Non ci si può mettere sotto un’autorità che ha delle idee liberali, che ci condurrà necessariamente, a poco a poco, per la forza delle cose ad accettare le idee liberali che sono la nuova messa, il cambiamento della liturgia, il cambiamento della Bibbia, il cambiamento del catechismo.E allora si dice: “Ma hanno lottato contro il catechismo (nuovo)”. Questo è un semplice colpo di freni, perché si andava talmente lontano che bisognava dare un certo colpo di freni. E lo stesso, a proposito della teologia della liberazione, e lo stesso per tutto quello che succede attualmente nella Chiesa. E evidentemente, ciò li spaventa un po’, allora, un colpo di freni a destra e a sinistra, ma sempre decisi a conservare le idee liberali.Ed è proprio per questo che il decreto non è per noi, perché è stato redatto per metterci da parte. Ed è quello che ha detto l’Arcivescovo di Monaco a don Schmidberger: “Questo decreto non è fatto per voi”. È evidente, poiché dicono che danno l’antica Messa a quelli che accettano la nuova. E allora c’è la frase deliziosa di Madiran che, evidentemente ha sempre quelle trovate incredibili: dice, è straordinario. “in breve; la circolare romana dà a quelli che hanno voluto sopprimere la Messa Tradizionale la facoltà di autorizzarne la celebrazione a quelli che danno prova che non hanno alcun motivo di desiderarla”. Questa è magnifica.
Ripeto: “La circolare romana dà a quelli che hanno voluto sopprimere la Messa Tradizionale, cioè i Vescovi,da la facoltà di autorizzarne la celebrazione a quelli che danno prova di non aver alcun motivo di desiderarla”. È esattamente questo. È assurdo! Questo decreto è assurdo, e per conseguenza bisogna vedere che non è fatto per noi”.
È assolutamente falso! FALSO!
Non si rientra in un quadro, sotto dei superiori, dicendo che si scombussolerà tutto appena saremo all’interno, allorquando questi superiori stessi hanno tutto in mano per soffocarci e ne hanno tutta l’autorità per farlo. Ciò che c’interessa innanzitutto è di mantenere la fede cattolica: è questo il nostro combattimento; ed allora la questione canonica, puramente canonica, esteriore, pubblica nella Chiesa è secondaria, ciò che è importante è di restare nella Chiesa, cioè nella fede cattolica di sempre e nel vero sacerdozio e nella vera Messa e nei veri Sacramenti, nel Catechismo di sempre, con la Bibbia di sempre. È ciò che ci interessa, è questa la Chiesa. L’essere riconosciuti pubblicamente è secondario, allora non bisogna cercare il secondario perdendo ciò che è primario, ciò che è il primo oggetto del nostro combattimento. È stato per esempio il caso di Don Cantoni che, partendo con i suoi amici seminaristi, preferì essere – diciamo - “in regola” pubblicamente, ufficialmente e sopprimere il combattimento della fede: stare zitto a proposito della nuova messa, stare zitto a proposito di tutti gli errori che corrono attualmente nella Chiesa e di tutti gli errori liberali. Ebbene, noi non possiamo accettare questa situazione. Bisogni essere fermi, molto fermi. Allora attualmente dopo questo decreto potremmo essere tentati di dire “può darsi che se noi accettiamo le condizioni che sono in questo decreto allora, noi potremo dire la Messa antica e nel caso in cui potremo dire la Messa antica saremo graditi alla Chiesa, saremo riconosciuti, una volta riconosciuti noi potremo forse agire un po’ all’interno della Chiesa”. Questo vuol dire non conoscere quelli che ci dirigono attualmente, quelli che sono nella Chiesa attualmente. Basta leggere questa famosa frase del Card. Ratzinger per essere ben informati. Vi leggo questa frase, che è essenziale, nella sua intervista (Jesus, Novembre 1984): “Allora c’è qualcosa che è cambiato nella Chiesa al momento degli anni ‘60?”
chiede l’intervistatore. Allora risponde: ”Sì, sì, il problema degli anni ‘60 era di acquisire i migliori valori espressi da due secoli di cultura liberale”. Ascoltate bene. Il problema degli anni ‘60 era di acquisire per la Chiesa i migliori valori espressi da due secoli di cultura liberale. “E infatti ci sono dei valori che, anche se nati fuori della Chiesa possono trovare il loro posto nella Chiesa, il loro posto nella visione che la Chiesa ha del mondo, purché queste idee siano un po’ depurate e corrette”. E dunque, il Card. Ratzinger, ammette e aggiunge: “questo si è fatto. Noi abbiamo ammesso dei valori che sono venuti dal di fuori della Chiesa e che vengono da due secoli di cultura liberale”. Ecco quali sono questi principi: è l’ecumenismo con la dichiarazione dei diritti dell’uomo, la libertà religiosa, ecco questi valori che sono stati introdotti all’interno del Concilio, che sono stati ammessi ora dalla Chiesa. E il Card. Ratzinger li ammette, dice: “questo si è fatto! Ma tuttavia, l’adattamento è un pò difficile e allora bisogna cercare un equilibrio”. Ecco, non togliere le idee: ma le conseguenze di queste idee che portano un po’ di turbamento nella Chiesa, e per conseguenza bisogna trovare un equilibrio.È di una gravità enorme, questo condanna tutto ciò che dice nella sua intervista perché questo è il cuore delle sue idee, ed è questo che noi rimproveriamo, ed è questo che noi non vogliamo. Non ci si può mettere sotto un’autorità che ha delle idee liberali, che ci condurrà necessariamente, a poco a poco, per la forza delle cose ad accettare le idee liberali che sono la nuova messa, il cambiamento della liturgia, il cambiamento della Bibbia, il cambiamento del catechismo.E allora si dice: “Ma hanno lottato contro il catechismo (nuovo)”. Questo è un semplice colpo di freni, perché si andava talmente lontano che bisognava dare un certo colpo di freni. E lo stesso, a proposito della teologia della liberazione, e lo stesso per tutto quello che succede attualmente nella Chiesa. E evidentemente, ciò li spaventa un po’, allora, un colpo di freni a destra e a sinistra, ma sempre decisi a conservare le idee liberali.Ed è proprio per questo che il decreto non è per noi, perché è stato redatto per metterci da parte. Ed è quello che ha detto l’Arcivescovo di Monaco a don Schmidberger: “Questo decreto non è fatto per voi”. È evidente, poiché dicono che danno l’antica Messa a quelli che accettano la nuova. E allora c’è la frase deliziosa di Madiran che, evidentemente ha sempre quelle trovate incredibili: dice, è straordinario. “in breve; la circolare romana dà a quelli che hanno voluto sopprimere la Messa Tradizionale la facoltà di autorizzarne la celebrazione a quelli che danno prova che non hanno alcun motivo di desiderarla”. Questa è magnifica.
Ripeto: “La circolare romana dà a quelli che hanno voluto sopprimere la Messa Tradizionale, cioè i Vescovi,da la facoltà di autorizzarne la celebrazione a quelli che danno prova di non aver alcun motivo di desiderarla”. È esattamente questo. È assurdo! Questo decreto è assurdo, e per conseguenza bisogna vedere che non è fatto per noi”.
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