A.diJ
Carissimi amici e lettori,
si sono persi i criteri dell’ecclesiologia cattolica, (...) non si dice apertamente ma la strada intrapresa è quella della protestantizzazione della Chiesa cattolica. Con il Sinodo si vuole cambiare la struttura gerarchica della Chiesa, e prendono come modello la confessioni anglicana e protestante, ma quel che vediamo è che la sinodalità distruggerà la chiesa dal suo vertice, con la riforma già da diverso tempo messa in cantiere sul Primato Petrino.
si sono persi i criteri dell’ecclesiologia cattolica, (...) non si dice apertamente ma la strada intrapresa è quella della protestantizzazione della Chiesa cattolica. Con il Sinodo si vuole cambiare la struttura gerarchica della Chiesa, e prendono come modello la confessioni anglicana e protestante, ma quel che vediamo è che la sinodalità distruggerà la chiesa dal suo vertice, con la riforma già da diverso tempo messa in cantiere sul Primato Petrino.
Il 18 luglio 1870, veniva promulgata la costituzione Pastor Aeternus che definiva i due dogmi del primato del Papa e dell'infallibilità pontificia.Il Primato di Pietro o Primato petrino è la preminenza che Cristo ha accordato all'apostolo Pietro all'interno del gruppo dei dodici e in seno alla prima comunità cristiana; essa "è talmente evidente che nessuno storico osa più metterla in dubbio".(Eccetto gli amici di Francesco I che una parte potete vedere nella foto e lui stesso).Nel nuovo testamento possiamo leggere, come Gesù promette a Pietro che su di Lui avrebbe fondato la sua Chiesa, poiché Pietro è il primo a riconoscerLo come il Messia e il figlio del Dio vivente. 1 Cor 12,3 afferma che "nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo", segno che già prima della Pentecoste le parole di Pietro erano ispirate dallo Spirito Santo.Gesù chiama Simone con l'appellativo Pietro, e in altre parti delle scritture un soprannome indica un carattere o uno status particolare (Abram in Abraham, Giacobbe in Israele, e Saul in Paolo). Nel testo greco di Mt 16,18 a "Simone" viene dato il nome di "πέτρος" (petros) e la "pietra" di cui si parla nella seconda parte del versetto è in greco "πέτρα" (petra).
In Matteo 16,19 Gesù dice a Pietro: A te darò le chiavi del regno dei cieli. per il popolo ebraico nella loro cultura le chiavi erano un simbolo dell'autorità.
In libro dell'Apocalisse 1,18 Gesù dice di avere le chiavi della morte e dell'inferno, che significa che ha potere sulla morte e sull'inferno; anche in Isaia 22,21-22 compaiono le chiavi come simbolo.
Il cardinale James Gibbons, nel suo libro The Faith of Our Fathers (La fede dei nostri padri) indica che le chiavi sono un simbolo dell'autorità anche nella cultura odierna; usa l'esempio di qualcuno che dà le chiavi di casa propria a un'altra persona, e così quest'ultima diventa la rappresentante del padrone di casa durante la sua assenza. (Pertanto è anche Vicario di Cristo titolo che Bergoglio disprezza e lo annovera tra i titoli storici).Un'altra fonte del primato di Pietro si trova nel Vangelo secondo Giovanni 21,15-17, dove Cristo dice a Pietro per tre volte: "pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle". Il retroterra biblico di queste frasi sta nelle numerose ricorrenze dell'Antico Testamento in cui Dio dice di essere pastore del suo gregge, cioè del popolo di Israele, Nel Nuovo Testamento è Gesù a dire di sé stesso: "Io sono il buon Pastore" (Giovanni, 10:11,14); il gregge in questo caso rappresenta coloro che credono in Gesù.
In Matteo 16,19 Gesù dice a Pietro: A te darò le chiavi del regno dei cieli. per il popolo ebraico nella loro cultura le chiavi erano un simbolo dell'autorità.
In libro dell'Apocalisse 1,18 Gesù dice di avere le chiavi della morte e dell'inferno, che significa che ha potere sulla morte e sull'inferno; anche in Isaia 22,21-22 compaiono le chiavi come simbolo.
Il cardinale James Gibbons, nel suo libro The Faith of Our Fathers (La fede dei nostri padri) indica che le chiavi sono un simbolo dell'autorità anche nella cultura odierna; usa l'esempio di qualcuno che dà le chiavi di casa propria a un'altra persona, e così quest'ultima diventa la rappresentante del padrone di casa durante la sua assenza. (Pertanto è anche Vicario di Cristo titolo che Bergoglio disprezza e lo annovera tra i titoli storici).Un'altra fonte del primato di Pietro si trova nel Vangelo secondo Giovanni 21,15-17, dove Cristo dice a Pietro per tre volte: "pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle". Il retroterra biblico di queste frasi sta nelle numerose ricorrenze dell'Antico Testamento in cui Dio dice di essere pastore del suo gregge, cioè del popolo di Israele, Nel Nuovo Testamento è Gesù a dire di sé stesso: "Io sono il buon Pastore" (Giovanni, 10:11,14); il gregge in questo caso rappresenta coloro che credono in Gesù.
(Come cattolici non possiamo non credere che a Pietro è ai suoi leggittimi successori non sia stata affidata la guida dell'intero gregge di Cristo, cioè della Chiesa.)
In Matteo 10,2 Pietro è dichiarato essere il "primo apostolo" e, non essendo il più anziano né il primo degli apostoli scelti da Gesù, è probabile che si intenda "primo in autorità".
Nella nuova Chiesa sinodale è il popolo che istruisce i vescovi sul significato della Fede. È il progetto liberale denunciato da Newman, con grave pericolo per le anime,cela un’agenda più politica che ecclesiale e divina. La volontà di modificare la costituzione gerarchica della Chiesa è chiara, con un conseguente indebolimento dell'insegnamento in materia morale.
I precedenti di questo pontificato lasciano pensare che le conclusioni del Sinodo diventeranno esse stesse Magistero senza bisogno dell'intervento del Papa con una Esortazione post-sinodale. Un altro segno di rottura con la tradizione.
Siccome la Chiesa sinodale deve prima di tutto «ascoltare» si ritiene opportuno istituire un «ministero dell’ascolto» come «porta aperta della comunità, attraverso cui le persone possano entrare senza sentirsi minacciate o giudicate». Si può già prevedere che da quella porta entrerà di tutto e che i gruppi LGBT saranno molto contenti. Il secondo è il tema dei processi decisionali. Naturalmente il testo dice che la parola finale spetta al vescovo, ma dice anche che «il voto solamente consultivo sminuisce il valore della consultazione» e che «un orientamento che emerga nel processo consultivo come esito di un corretto discernimento (…) non può essere ignorato». E chi giudicherà se l’esito del processo di discernimento è corretto? Il vescovo? No, il processo stesso di cui anche il vescovo farà parte.Secondo noi e le nostre previsioni la nuova Chiesa-mondialista che nascerà dal sinodo sarà come struttura nazionale con autocefalia, questa struttura riorganizzativa,della chiesa cattolica ridurrà drasticamente la centralità di Roma e cambierà significativamente il papato,rendendolo solo un Primo tra Pari che governa collegialmente al di sopra ci sarà solo il Sinodo, e semplicemente presiede e rappresenta in sé, l'intero collegio dei vescovi. Anche in questo campo ne vedremo delle belle.
Pietro è sempre indicato per primo in tutti gli elenchi degli apostoli (Matteo 10,2-4, Marco 3,16-19 e Luca 6,13-16 Pietro è elencato per primo anche quando si indicano gruppi di alcuni apostoli nei vangeli e negli Atti degli Apostoli (At 1,13;2,37;3,1;3,3;3,11, ma non sempre (Gv 1,44-Filippo era di Betsàida la città di Andrea e di Pietro). Spesso, Pietro risponde e parla a nome di tutti gli apostoli, come nei casi seguenti.
In Matteo 10,2 Pietro è dichiarato essere il "primo apostolo" e, non essendo il più anziano né il primo degli apostoli scelti da Gesù, è probabile che si intenda "primo in autorità".
Nel mese d'ottobre 2024, si riaprono i lavori del sinodo e la sinodalità , la Segreteria generale del Sinodo, sottolinea come la prossima assemblea si sarebbe concentrata sul tema della partecipazione, in rapporto all’esercizio dell’autorità, come espressione della comunione a servizio della missione. Avrebbe cioè approfondito come vivere la sinodalità a tutti i livelli nella Chiesa. I lavori si dovrebbero proprio concentrare sul ministero Petrino. Il Vescovo di Roma. Primato e sinodalità nei dialoghi ecumenici e nelle risposte all'enciclica Ut unum sint.
Il Prefetto del Dicastero, cardinale Kurt Koch, ha subito precisato che si tratta di un documento di studio che intende fare il punto sulle proposte giunte da esperti e autorità delle varie denominazioni cristiane. Alla conferenza stampa che si è tenuta in Vaticano,il cardinale svizzero Koch ha mostrato un evidente imbarazzo nel cercare di spiegare come mai papa Francesco abbia ripreso il titolo di Patriarca d'Occidente, eliminato dal predecessore:risponde «dobbiamo avere un po' di fantasia per commentare questo fatto». Le chiese ortodosse accolgono benevolmente il ripristino del titolo del Vescovo di Roma a Patriarca d'Occidente, ma hanno decisamente rifiutato il «modello giuridico» del primato romano, ossia il potere di giurisdizione supremo e pieno del Papa sulla Chiesa universale.
Ancora più distante la posizione del rappresentante dell'arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede, che auspica una riformulazione della Pastor Æternus del Concilio Vaticano I secondo una “ecclesiologia di comunione”, ossia un primato di comunione che si realizzi a livello universale con le altre chiese, nella linea di una sorta di «sinodalità ad extra», espressione più volte rievocata durante la conferenza stampa.Con questo disgraziato Pontificato, ed episcopato azzoppato si è venuta a creare ormai una notevole confusione nella Chiesa riguardo al significato del Papato. Da una parte la rinuncia di Benedetto XVI ha gettato confusione ancora di più, con la possibilità e l'esistenza di due Papi di cui uno emerito, cosa che non è assolutamente concepibile. E dall'altra Bergoglio, tra relativizzazioni del ruolo e "cambi di paradigma", a iniziato a predicare «una fratellanza umana senza Gesù Cristo, una misericordia senza giustizia e pentimento» intavolando un dialogo con l'islam all'insegna del relativismo religioso.
Oggi la teologia cattolica che è stata influenzata negativamente da quella protestante, fa leva sulla speranza ma la ripone dentro la storia, secolarizzando la fede. I risultati sono tuttora evidenti.Nella nuova Chiesa sinodale è il popolo che istruisce i vescovi sul significato della Fede. È il progetto liberale denunciato da Newman, con grave pericolo per le anime,cela un’agenda più politica che ecclesiale e divina. La volontà di modificare la costituzione gerarchica della Chiesa è chiara, con un conseguente indebolimento dell'insegnamento in materia morale.
I precedenti di questo pontificato lasciano pensare che le conclusioni del Sinodo diventeranno esse stesse Magistero senza bisogno dell'intervento del Papa con una Esortazione post-sinodale. Un altro segno di rottura con la tradizione.
Siccome la Chiesa sinodale deve prima di tutto «ascoltare» si ritiene opportuno istituire un «ministero dell’ascolto» come «porta aperta della comunità, attraverso cui le persone possano entrare senza sentirsi minacciate o giudicate». Si può già prevedere che da quella porta entrerà di tutto e che i gruppi LGBT saranno molto contenti. Il secondo è il tema dei processi decisionali. Naturalmente il testo dice che la parola finale spetta al vescovo, ma dice anche che «il voto solamente consultivo sminuisce il valore della consultazione» e che «un orientamento che emerga nel processo consultivo come esito di un corretto discernimento (…) non può essere ignorato». E chi giudicherà se l’esito del processo di discernimento è corretto? Il vescovo? No, il processo stesso di cui anche il vescovo farà parte.Secondo noi e le nostre previsioni la nuova Chiesa-mondialista che nascerà dal sinodo sarà come struttura nazionale con autocefalia, questa struttura riorganizzativa,della chiesa cattolica ridurrà drasticamente la centralità di Roma e cambierà significativamente il papato,rendendolo solo un Primo tra Pari che governa collegialmente al di sopra ci sarà solo il Sinodo, e semplicemente presiede e rappresenta in sé, l'intero collegio dei vescovi. Anche in questo campo ne vedremo delle belle.
Commenti
Posta un commento