di A.di J
Carissimi amici e lettori,
dinnanzi agli scandali, che sono sotto gli occhi di tutti , può un cattolico rimanere in silenzio?
No, non si può!
dinnanzi agli scandali, che sono sotto gli occhi di tutti , può un cattolico rimanere in silenzio?
No, non si può!
Sarà anche necessario che avvengano degli scandali; "ma guai all'uomo per cui lo scandalo avviene!” (Mt 18:7)
Ma le cose, ahimé, non vanno sempre così. Quanti ne abbiamo persi per strada? Quanti sono stati talmente delusi, dalla Chiesa gerarchica, o nella propria comunità parrocchiale, da non avere più la forza di rialzarsi? Quanti, giovani quante vocazioni religiose e sacerdotali, più o meno giovani, dopo le aperture fatte dal Vaticano II, si sono allontanati dalla Chiesa per non farvi più ritorno?
Se pensiamo a questa schiera di fedeli delusi da coloro che avrebbero dovuto custodire inalterata la dottrina cattolica, con il suo (depositum fidei), oggi queste poche righe, dovrebbero pesargli come un macigno sulle loro coscienze.
"Tutti noi consideriamo la truffa l’adulterio peccati molto gravi, ma quanti di noi considerano grave la perdita della Fede"?
L'apostolo San Paolo si è permesso di rimproverare pubblicamente San Pietro primo papa, che attraverso un comportamento ambiguo (non parliamo nemmeno di dottrina ambigua! ) rischiava di rimettere in discussione l'insegnamento del Concilio di Gerusalemme sulla salvezza dei pagani (le pratiche della legge mosaica sono state abrogate). “Ho resistito in faccia a lui, perché era degno di colpa"! Quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare. Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi.(Gal. 2, 11).
San Tommaso commenta così: “Se ci fosse un pericolo per la fede, i superiori dovrebbero essere rimproverati dagli inferiori, anche in pubblico. Così Paolo, che era sottoposto a Pietro, lo rimproverò per questo” (II II 33, a. 4) E altrove (II II 104 a. 5), parlando di obbedienza: “Si dice nel libro degli Atti (6, 29): “Bisogna obbedire a Dio e non agli uomini”. Ma a volte gli ordini dei superiori sono contrari a quelli di Dio. "Quindi non dobbiamo obbedire a loro in tutto. ”Come può un inferiore determinare che certi insegnamenti, certe azioni dei suoi superiori sono contrarie a quelle di Dio, se non facendo un giudizio prudente, alla luce della fede che gli è stata insegnata, tra l’altro, dal catechismo.Questo è stato l'insegnamento della chiesa da sempre".
Inoltre, la storia della Chiesa è piena di atti di resistenza all'autorità legittima, che abusano della sua autorità in un punto o nell'altro, in questioni dottrinali o disciplinari: Sant'Ilario e Sant'Atanasio hanno resistito al Papa liberio (sec. IV)durante la crisi ariana; Papa Vigilio viene rimesso in carica dal diacono Pelagio (VI secolo) a causa del monotelismo; Bonifacio IV di San Colombano (VII secolo); Onorio di San Soffronio di Gerusalemme (VII secolo); ma abbiamo ancora gli esempi di San Bruno (di fronte a Papa Pasquale II), un San Tommaso Becket (di fronte a Papa Alessandro III) e una Santa Caterina da Siena(di fronte a Papa Gregorio XI e Urbano VI) È una “usurpazione del Magistero Supremo” e tutte queste figure sacre hanno dimostrato “uno spirito non cattolico”?
In riferimento all'insegnamento di San Paolo e San Tommaso.
È pertanto caratteristico di uno spirito cattolico, talvolta “resistere faccia a faccia”. (come è lecito resistere al Pontefice che aggredisce il corpo, così pure è lecito resistere a quello che aggredisce le anime o perturba l'ordine civile, e, soprattutto, a quello che tenta di distruggere la Chiesa).Un Papa eretico non può essere considerato Vicario di Cristo, per la semplice ragione che è un eretico, in quanto tale non è più membro della Chiesa cattolica.
Cum ex apostolatus officio questa bolla pontificia di papa Paolo IV pubblicata il 15 febbraio 1559, con la quale il Pontefice emanò nuove disposizioni per combattere l'eresia.
Rinnovò tutte le misure già prese in precedenza contro gli eretici e gli scismatici con l'obbligo che fossero osservate in perpetuo;
in base alla bolla pontificia Cum ex apostolatus officio sostiene che un eretico non è suscettibile di ricevere autorità nemmeno se eletto Papa: Paolo IV intendeva aggiungere al diritto canonico la clausola che nessun eretico manifesto può legittimamente sedere sulla cattedra di San Pietro: "Se mai, in qualunque epoca, avvenga che... il Romano Pontefice abbia deviato dalla Fede Cattolica o sia caduto in qualche eresia prima di assumere il papato, tale assunzione, anche compiuta coll'unanime consenso di tutti i Cardinali, è nulla, invalida e senza effetto; né può dirsi divenire valida, o esser tenuta per legittima in qualsivoglia modo, o esser ritenuta dare a costoro alcun potere di amministrare delle materie sia spirituali che temporali; ma qualsiasi cosa sia detta, fatta o stabilita da costoro è priva di ogni forza e non conferisce assolutamente alcuna autorità o diritto a chicchessia; e costoro per il fatto stesso (eo ipso) e senza che sia richiesta alcuna dichiarazione siano privati di ogni dignità, posto, onore, titolo, autorità, ufficio, e potere";
dispose la perdita di ogni carica ecclesiastica e di ogni altro potere per tutti i depositari di autorità - «vescovi, arcivescovi, patriarchi, primati, cardinali, legati, conti, baroni, marchesi, duchi, re ed imperatori» - che fossero incorsi in errori di fede o nello scisma dispose la scomunica per tutti coloro che accogliessero, difendessero e favorissero un eretico o uno scismatico, con la perdita delle loro cariche, delle loro rendite e dei loro benefici;invalidò l'elezione e la consacrazione dei vescovi o arcivescovi incorsi nell'eresia o nello scisma prima della loro consacrazione, così da poter dichiarare nulla anche:«l'elezione pontificia di chiunque avesse precedentemente deviato seppur minimamente dall'ortodossia e persino a privare dei diritti in conclave i cardinali soltanto sospettati di simpatie eterodosse».
Carissimi andiamo a vedere cosa ha combinato Jorge Mario Bergoglio, in questi disgraziatissimi anni della sua occupazione del seggio di San Pietro.
in base alla bolla pontificia Cum ex apostolatus officio sostiene che un eretico non è suscettibile di ricevere autorità nemmeno se eletto Papa: Paolo IV intendeva aggiungere al diritto canonico la clausola che nessun eretico manifesto può legittimamente sedere sulla cattedra di San Pietro: "Se mai, in qualunque epoca, avvenga che... il Romano Pontefice abbia deviato dalla Fede Cattolica o sia caduto in qualche eresia prima di assumere il papato, tale assunzione, anche compiuta coll'unanime consenso di tutti i Cardinali, è nulla, invalida e senza effetto; né può dirsi divenire valida, o esser tenuta per legittima in qualsivoglia modo, o esser ritenuta dare a costoro alcun potere di amministrare delle materie sia spirituali che temporali; ma qualsiasi cosa sia detta, fatta o stabilita da costoro è priva di ogni forza e non conferisce assolutamente alcuna autorità o diritto a chicchessia; e costoro per il fatto stesso (eo ipso) e senza che sia richiesta alcuna dichiarazione siano privati di ogni dignità, posto, onore, titolo, autorità, ufficio, e potere";
dispose la perdita di ogni carica ecclesiastica e di ogni altro potere per tutti i depositari di autorità - «vescovi, arcivescovi, patriarchi, primati, cardinali, legati, conti, baroni, marchesi, duchi, re ed imperatori» - che fossero incorsi in errori di fede o nello scisma dispose la scomunica per tutti coloro che accogliessero, difendessero e favorissero un eretico o uno scismatico, con la perdita delle loro cariche, delle loro rendite e dei loro benefici;invalidò l'elezione e la consacrazione dei vescovi o arcivescovi incorsi nell'eresia o nello scisma prima della loro consacrazione, così da poter dichiarare nulla anche:«l'elezione pontificia di chiunque avesse precedentemente deviato seppur minimamente dall'ortodossia e persino a privare dei diritti in conclave i cardinali soltanto sospettati di simpatie eterodosse».
Carissimi andiamo a vedere cosa ha combinato Jorge Mario Bergoglio, in questi disgraziatissimi anni della sua occupazione del seggio di San Pietro.
“Il 27 ottobre, nella messa conclusiva del Sinodo, ha ricevuto una ciotola usata nel culto idolatrico della Pachamama e l’ha collocata sull’altare. Lo stesso Papa Francesco ha confermato che queste immagini in legno sono idoli pagani. Nelle sue scuse per la rimozione di questi idoli da una Chiesa cattolica, li ha chiamati specificamente Pachamama, nome di una falsa dea della madre terra secondo una credenza religiosa pagana del Sud America”.
Non è tutto il 4 febbraio 2019 con il Grande Imam di Al-Azhar. promulgava “Questa dichiarazione affermava che ‘il pluralismo e la diversità di religioni, colore, sesso, razza e linguaggio sono voluti da Dio nella sua saggezza, attraverso la quale ha creato gli esseri umani. Questa saggezza divina è la fonte da cui discende il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi". Il coinvolgimento di Papa Francesco nelle cerimonie idolatriche indica che egli intendeva dare a questa affermazione un senso eterodosso, il quale consente che l’adorazione pagana di idoli venga considerata un bene voluto da Dio in senso positivo”.“l’autorizzazione ad adorare chiunque o qualsiasi cosa diversa dall’unico vero Dio, la Santissima Trinità, è una violazione del primo comandamento”. Al di là della cronaca, la domanda è: perché tutto questo? La risposta è molto semplice. Se Bergoglio fosse eretico, decadrebbe immediatamente da Pontefice e si dovrebbe indire un nuovo conclave per l’elezione del suo successore. Il canone 1404 del Codice di diritto canonico risponde chiaramente alla domanda sull’eresia di un Papa: “La prima Sede non è giudicata da nessuno”.
Il gesuita San Roberto Bellarmino nel suo grande trattato sul Romano Pontefice affronta la questione “se un Papa eretico possa essere deposto”.
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