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Gesù ci dona il suo Corpo nell’Eucarestia, è del suo Cuore che ci nutre!


di D.Claudio SDB

Carissimi amici e Lettori,
Santa Festa del sacro Cuore di Gesù che quest’anno cade il 7 giugno, festa di misericordia, dove l'amore che Gesù ha per ognuno di noi non può che trionfare e trasformare le nostre vite. la Chiesa ci propone di onorare il Cuore di Gesù, sia in quanto tale, sia come simbolo vivente della sua carità. Il suo culto è la quintessenza stessa del cristianesimo ed è strettamente legato alla Santissima Eucaristia: gli stessi miracoli eucaristici ci dicono che, quando Gesù ci dona il suo Corpo nell’Eucarestia, è del suo Cuore che ci nutre!


Con le sue parole, Giovanni Maria Vianney ha saputo toccare i cuori e guidarli verso Dio “Il Sacerdozio è l'amore del cuore di Gesù”, soleva dire il Santo Curato d’Ars. Questa toccante espressione ci permette anzitutto di evocare con tenerezza e riconoscenza l’immenso dono che i sacerdoti costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità. Penso a tutti quei presbiteri che offrono ai fedeli cristiani e al mondo intero l’umile e quotidiana proposta delle parole e dei gesti di Cristo, cercando di aderire a Lui con i pensieri, la volontà, i sentimenti e lo stile di tutta la propria esistenza. Come non sottolineare le loro fatiche apostoliche, il loro servizio infaticabile e nascosto, la loro carità tendenzialmente universale? E che dire della fedeltà coraggiosa di tanti sacerdoti che, pur tra difficoltà e incomprensioni, restano fedeli alla loro vocazione: quella di “amici di Cristo”, da Lui particolarmente chiamati, prescelti e inviati.(Benedetto XVI)
Se comprendessimo bene ciò che significa essere un figlio di Dio, non potremmo fare il male (…) essere figlio di Dio, oh, la bella dignità! «Dal Cuore di Cristo il cuore dell'uomo impara a conoscere il vero e unico senso della sua vita e del suo destino, a comprendere il valore di una vita autenticamente cristiana, a guardarsi da certe perversioni del cuore umano, a unire l'amore filiale verso Dio con l'amore del prossimo» Il cuore del Salvatore invita a risalire all'amore del Padre, che è la sorgente di ogni autentico amore: «In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati». Gesù riceve incessantemente dal Padre, ricco di misericordia e compassione, l'amore che Egli prodiga agli uomini. Il suo Cuore rivela particolarmente la generosità di Dio verso il peccatore. Dio, reagendo al peccato, non diminuisce il suo amore, ma l'allarga in un movimento di misericordia che diventa iniziativa di redenzione.La contemplazione del Cuore di Gesù nell'Eucaristia spingerà i fedeli a cercare in quel Cuore l'inesauribile mistero del sacerdozio di Cristo e di quello della Chiesa. Farà gustare loro, in comunione con i fratelli, la soavità spirituale della carità alla sua stessa fonte. Aiutando ognuno a riscoprire il proprio Battesimo, li renderà più consapevoli della loro dimensione apostolica da vivere nella diffusione della carità e nella missione evangelizzatrice. Ciascuno si impegnerà maggiormente nel pregare il Padrone della messe perché conceda alla Chiesa «pastori secondo il suo cuore» che, innamorati di Cristo Buon Pastore, modellino il proprio cuore ad immagine del suo e siano disposti ad andare per le vie del mondo per proclamare a tutti che Egli è Via, Verità e Vita . A ciò si aggiungerà l'azione fattiva, perché anche molti giovani di oggi, docili alla voce dello Spirito Santo, siano formati a lasciar risonare nell'intimità del loro cuore le grandi attese della Chiesa e dell'umanità e a rispondere all'invito di Cristo per consacrarsi con Lui, entusiasti e gioiosi, «per la vita del mondo».Nel culto al Cuore di Gesù ha preso forma la parola profetica richiamata da san Giovanni: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto». È uno sguardo contemplativo, che si sforza di penetrare nell'intimo dei sentimenti di Cristo, vero Dio e vero uomo. In questo culto il credente conferma ed approfondisce l'accoglienza del mistero dell'Incarnazione, che ha reso il Verbo solidale con gli uomini, testimone della ricerca nei loro confronti da parte del Padre. Questa ricerca nasce nell'intimo di Dio, il quale «ama» l'uomo «eternamente nel Verbo e in Cristo lo vuole elevare alla dignità di figlio adottivo». Contemporaneamente la devozione al Cuore di Gesù scruta il mistero della Redenzione, per scoprirvi la dimensione di amore che ha animato il suo sacrificio di salvezza.Dal Cuore aperto del Redentore è nata la chiesa e da quel Cuore riceve alimento, giacché Cristo "ha dato se stesso per lei", per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola. Per mezzo poi dello Spirito Santo, l'amore che pervade il Cuore di Gesù si diffonde nel cuore degli uomini e li muove all'adorazione delle sue «imperscrutabili ricchezze » e alla supplica filiale e fidente verso il Padre attraverso il Risorto, 
« sempre vivo per intercedere per noi ».

Concludo lasciandovi con le parale del Beato Pio IX e di E dom Prosper Guéranger.

Pio XI, ancora cardinale, scriveva: “Il culto del Sacro Cuore è la quintessenza stessa del cristianesimo, il compendio e il sommario di tutta la religione. Il cristianesimo, opera d’amore nel suo inizio, nei suoi progressi e nel suo compimento non potrebbe essere identificato assolutamente con nessuna altra devozione come con quella del Sacro Cuore”. 
E dom Prosper Guéranger, nella sua celebre opera L’anno liturgico, così spiegava: “L’oggetto della devozione al Sacro Cuore è lo stesso Cuore ardente d’amore per Dio e per gli uomini. Dall’Incarnazione, infatti, Nostro Signor Gesù Cristo è l’oggetto dell’adorazione e dell’amore di ogni creatura, non soltanto come Dio ma come Uomo-Dio. Essendo la divinità e l’umanità unite nell’unica persona del Verbo divino, Egli merita tanto come Uomo che come Dio tutti gli omaggi del nostro culto; e come in Dio tutte le perfezioni sono adorabili, così pure in Cristo tutto è adorabile: il suo corpo, il suo sangue, le sue piaghe, il suo cuore, e per questo la Chiesa ha voluto offrire alla nostra adorazione questi oggetti sacri”.


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