Il cuore di Cristo è stato aperto dalla lancia che ha fatto uscire dal costato sangue e acqua.
(di don Adriano S.D.B)
La Solennità del Sacro Cuore di Gesù è la solennità con cui la Chiesa celebra l'amore di Cristo Salvatore per gli esseri umani, un amore il cui simbolo è il suo Cuore.
Sebbene il punto più alto della devozione cristiana al Cuore di Gesù sia segnato dalle rivelazioni di Cristo a Santa Margherita Maria Alacoque nel XVII secolo, esiste una lunga preistoria di contemplazione di questo mistero, che risale a San Bernardo, abate di Chiaravalle, nel XII secolo, con la sua devozione all’umanità di Gesù. Più specificamente, tre sante del XIII secolo concentrano la loro venerazione sul Cuore di Cristo: Lutgarda, Matilde e Geltrude , che praticarono e diffusero personalmente la devozione al Cuore di Gesù attraverso i loro scritti.
Più tardi, nel XVI secolo, Luigi di Blois e San Giovanni d'Avila predicarono e diedero forma alla venerazione del cuore di Cristo. Nel XVII secolo, San Giovanni Eudes la rese popolare e riuscì a inserirla nella liturgia.
Ma fu senza dubbio suor Marguerite-Marie d'Alacoque, visitandina, che dal suo convento di Paray-le-Monial (Francia), diede grande impulso a questa devozione. Tra il 1673 e il 1675 ricevette notevoli rivelazioni e secondo la sua stessa confessione, la prima ebbe luogo mentre si trovava alla presenza di Gesù Eucaristico, che le confidò: “Il mio Cuore divino è così appassionato d'amore per gli uomini, specialmente per te, che, non potendo contenere in sé le fiamme della sua ardente carità, deve riversarle fuori, servendosi di te, e manifestarsi a loro per arricchirli dei doni preziosi che ti sto rivelando”.La solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù è la giornata per la santificazione dei sacerdoti , viene celebrata il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini. Quasi a suggerirci che l’Eucaristia il Corpus Domini, non è altro che il Cuore stesso Gesù, di Colui che, con “cuore” si prende “cura” di noi.
Margherita Alacoque vive nel convento francese di Paray-le-Monial sulla Loira, dal 1671. Ha già fama di grande mistica quando, il 27 dicembre 1673, riceve la prima visita di Gesù che la invita a prendere all’interno del consesso dell’Ultima Cena il posto che fu di Giovanni, l’unico apostolo che fisicamente riposò il suo capo sul petto di Gesù. “Il mio cuore divino è così appassionato d’amore per gli uomini che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per questo grande disegno”, le dice. L’anno successivo Margherita ha altre due visioni: nella prima c’è il cuore di Gesù su un trono di fiamme, più lucente del sole e più trasparente del cristallo, circondato da una corona di spine; nell’altra vede Cristo sfolgorante di gloria, con il petto da cui escono fiamme da ogni parte, tanto da sembrare una fornace. Gesù le parla ancora e le chiede di fare la Comunione ogni primo venerdì per nove mesi consecutivi e di prostrarsi a terra per un’ora nella notte tra il giovedì e il venerdì. Nascono così le pratiche dei nove venerdì e dell’ora Santa di Adorazione. In una quarta visione poi, Cristo chiede l’istituzione di una festa per onorare il Suo Cuore e per riparare, attraverso la preghiera, le offese da Lui ricevute. La festa è resa obbligatoria per tutta la Chiesa a partire dal 1856 con Pio IX. La liturgia della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù ci presenta, nel testo evangelico dell’Apostolo Giovanni, la storia della trafittura di Cristo sulla croce, come un appello al suo Cuore. Dal costato trafitto di Cristo sgorgano sangue e acqua; e San Giovanni attinge alle Scritture, in particolare alla profezia di Isaia, per presentare Cristo come l’Agnello pasquale della Nuova Alleanza di Dio con il suo popolo.
Anche la scienza medica dimostra che, come descritto dall'evangelista che “sa di dire la verità”, l’effusione dal Cuore di Cristo si manifestò con sangue ed acqua, quando la lancia del centurione gli trafisse il fianco. Non gli è stato rotto alcun osso, ma il suo Cuore è stato trafitto.
Non è forse prodigiosa l’immagine di un Cuore così traboccante di amore che vuole essere versato per la redenzione dell’umanità? Che prodigio mirabile il Cuore trafitto di Cristo, che batte d’amore per noi e ci dona simbolicamente l’acqua del battesimo con cui la Chiesa ci ha purificato dal peccato originale e il Santo Sangue dell’Eucaristia con cui il corpo e il sangue di Cristo ci rafforzano in questa vita terrena! Ex corde scisso Ecclesia Christo jugata nascitur - Dal Cuore trafitto di Cristo è nata la Chiesa sposa.
Il Cuore trafitto di Gesù ci viene presentato oggi come modello, affinché anche il nostro sia trafitto per amore dei fratelli, per la più limpida devozione a Cristo e per obbedienza alla sua Chiesa.
È il giorno del Sacro Cuore di Gesù trafitto per amore!
Il cuore di Dio freme nel vedere infranto l'amore
Il brano di Osea, nella prima lettura, fonde insieme tenerezza e fremente passione, sdegno trattenuto e volontà di salvare. Gli uomini amati da Dio, il popolo colmato di amore e di cure, non hanno corrisposto; Dio però, che ama appassionatamente, vincerà col suo amore l’incorrispondenza e la ribellione, ricondurrà a sé l’umanità, la farà maturare nell’amore. Gli uomini dovranno rientrare in se stessi e capire finalmente di quale amore Dio li ha amati, quale cura si è preso di loro. Siamo diventati così insensibili, oggi, così incapaci di vedere e di sentire, da non accorgerci che attorno a noi, dentro di noi, vi è un amore dal quale proviene tutto ciò che è buono, bello, vero, valido nella nostra vita...
La festa del Cuore di Cristo è un appello a riflettere, a pensare prima a noi che a lui, per giungere a sperimentare il suo amore, per vedere che siamo frutto del suo amore e che perciò dobbiamo essere amore per lui. Da questa riflessione sgorgherà un canto di liberazione e di gioia, dove noi tutti attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Nell’amore di Cristo si innesta in noi l'Amore che è Dio
Eppure, nonostante tutto - almeno di fronte alla morte - l'uomo sente paura e angoscia. Chi ci darà sicurezza? Chi ci può soddisfare nel desiderio bruciante di amare ed essere pienamente amati?
San Paolo sente questo dramma umano e scrive ai popoli che lo sentivano in maniera cruda, perché avvolti in ideologie tutt’altro che rassicuranti, fra culti e divinità crudeli o sciocche.
La magnifica pagina della lettera agli Efesini fa sentire ai cristiani convertiti dal paganesimo che sono tutti avvolti in un immenso, tenero e forte amore, che sorpassa ogni conoscenza e li ricolma di tutta la pienezza di Dio.
Sulla prima e sull'ultima pagina della vita terrena dell’uomo, e su tutta la trama che la distende, nel tempo, è scritto: Dio ti ama e ti salva in Cristo; e l'eterno destino dell'uomo è: per sempre felice nella pienezza di Amore che è Dio. Questa testimonianza può e deve renderla il cristiano a ogni uomo.
Gli uomini vedranno fino a che punto Dio ci ama
Sul Calvario sembra tutto finito: lo è per coloro che hanno crocifisso Gesù. Invece il discepolo amato intuisce che tutto ora comincia su un piano più alto. Egli vede il pieno significato di quel sacrificio: il vero Agnello di Dio è stato immolato nella vera Pasqua per la più vera e piena liberazione degli uomini dalla schiavitù dell’odio, del male, del peccato: «Era, quello, un giorno solenne»! È l’amore che trionfa, che «si apre» per riversare sugli uomini le fonti della grazia (il sangue e l’acqua, simbolo dei sacramenti), e finalmente gli uomini vedranno e capiranno di quale amore Dio li ha amati. L’evangelista mostra tutto il significato che egli ha scoperto in ciò che ha minutamente descritto: «Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate».
La celebrazione odierna, dobbiamo ripeterlo, è un’esaltazione dell’Amore; mostra che tutto è dovuto all’amore: dalla creazione, alla redenzione, all’eterno destino di gloria nella pienezza di Dio-Amore. Nulla di più vero, di più forte dell’amore divino-umano del Cristo; niente di più nobile che riconoscere e ricambiare tale amore.
(di don Adriano S.D.B)
La Solennità del Sacro Cuore di Gesù è la solennità con cui la Chiesa celebra l'amore di Cristo Salvatore per gli esseri umani, un amore il cui simbolo è il suo Cuore.
Sebbene il punto più alto della devozione cristiana al Cuore di Gesù sia segnato dalle rivelazioni di Cristo a Santa Margherita Maria Alacoque nel XVII secolo, esiste una lunga preistoria di contemplazione di questo mistero, che risale a San Bernardo, abate di Chiaravalle, nel XII secolo, con la sua devozione all’umanità di Gesù. Più specificamente, tre sante del XIII secolo concentrano la loro venerazione sul Cuore di Cristo: Lutgarda, Matilde e Geltrude , che praticarono e diffusero personalmente la devozione al Cuore di Gesù attraverso i loro scritti.
Più tardi, nel XVI secolo, Luigi di Blois e San Giovanni d'Avila predicarono e diedero forma alla venerazione del cuore di Cristo. Nel XVII secolo, San Giovanni Eudes la rese popolare e riuscì a inserirla nella liturgia.
Ma fu senza dubbio suor Marguerite-Marie d'Alacoque, visitandina, che dal suo convento di Paray-le-Monial (Francia), diede grande impulso a questa devozione. Tra il 1673 e il 1675 ricevette notevoli rivelazioni e secondo la sua stessa confessione, la prima ebbe luogo mentre si trovava alla presenza di Gesù Eucaristico, che le confidò: “Il mio Cuore divino è così appassionato d'amore per gli uomini, specialmente per te, che, non potendo contenere in sé le fiamme della sua ardente carità, deve riversarle fuori, servendosi di te, e manifestarsi a loro per arricchirli dei doni preziosi che ti sto rivelando”.La solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù è la giornata per la santificazione dei sacerdoti , viene celebrata il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini. Quasi a suggerirci che l’Eucaristia il Corpus Domini, non è altro che il Cuore stesso Gesù, di Colui che, con “cuore” si prende “cura” di noi.
Margherita Alacoque vive nel convento francese di Paray-le-Monial sulla Loira, dal 1671. Ha già fama di grande mistica quando, il 27 dicembre 1673, riceve la prima visita di Gesù che la invita a prendere all’interno del consesso dell’Ultima Cena il posto che fu di Giovanni, l’unico apostolo che fisicamente riposò il suo capo sul petto di Gesù. “Il mio cuore divino è così appassionato d’amore per gli uomini che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per questo grande disegno”, le dice. L’anno successivo Margherita ha altre due visioni: nella prima c’è il cuore di Gesù su un trono di fiamme, più lucente del sole e più trasparente del cristallo, circondato da una corona di spine; nell’altra vede Cristo sfolgorante di gloria, con il petto da cui escono fiamme da ogni parte, tanto da sembrare una fornace. Gesù le parla ancora e le chiede di fare la Comunione ogni primo venerdì per nove mesi consecutivi e di prostrarsi a terra per un’ora nella notte tra il giovedì e il venerdì. Nascono così le pratiche dei nove venerdì e dell’ora Santa di Adorazione. In una quarta visione poi, Cristo chiede l’istituzione di una festa per onorare il Suo Cuore e per riparare, attraverso la preghiera, le offese da Lui ricevute. La festa è resa obbligatoria per tutta la Chiesa a partire dal 1856 con Pio IX. La liturgia della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù ci presenta, nel testo evangelico dell’Apostolo Giovanni, la storia della trafittura di Cristo sulla croce, come un appello al suo Cuore. Dal costato trafitto di Cristo sgorgano sangue e acqua; e San Giovanni attinge alle Scritture, in particolare alla profezia di Isaia, per presentare Cristo come l’Agnello pasquale della Nuova Alleanza di Dio con il suo popolo.
Anche la scienza medica dimostra che, come descritto dall'evangelista che “sa di dire la verità”, l’effusione dal Cuore di Cristo si manifestò con sangue ed acqua, quando la lancia del centurione gli trafisse il fianco. Non gli è stato rotto alcun osso, ma il suo Cuore è stato trafitto.
Non è forse prodigiosa l’immagine di un Cuore così traboccante di amore che vuole essere versato per la redenzione dell’umanità? Che prodigio mirabile il Cuore trafitto di Cristo, che batte d’amore per noi e ci dona simbolicamente l’acqua del battesimo con cui la Chiesa ci ha purificato dal peccato originale e il Santo Sangue dell’Eucaristia con cui il corpo e il sangue di Cristo ci rafforzano in questa vita terrena! Ex corde scisso Ecclesia Christo jugata nascitur - Dal Cuore trafitto di Cristo è nata la Chiesa sposa.
Il Cuore trafitto di Gesù ci viene presentato oggi come modello, affinché anche il nostro sia trafitto per amore dei fratelli, per la più limpida devozione a Cristo e per obbedienza alla sua Chiesa.
È il giorno del Sacro Cuore di Gesù trafitto per amore!
Il cuore di Dio freme nel vedere infranto l'amore
Il brano di Osea, nella prima lettura, fonde insieme tenerezza e fremente passione, sdegno trattenuto e volontà di salvare. Gli uomini amati da Dio, il popolo colmato di amore e di cure, non hanno corrisposto; Dio però, che ama appassionatamente, vincerà col suo amore l’incorrispondenza e la ribellione, ricondurrà a sé l’umanità, la farà maturare nell’amore. Gli uomini dovranno rientrare in se stessi e capire finalmente di quale amore Dio li ha amati, quale cura si è preso di loro. Siamo diventati così insensibili, oggi, così incapaci di vedere e di sentire, da non accorgerci che attorno a noi, dentro di noi, vi è un amore dal quale proviene tutto ciò che è buono, bello, vero, valido nella nostra vita...
La festa del Cuore di Cristo è un appello a riflettere, a pensare prima a noi che a lui, per giungere a sperimentare il suo amore, per vedere che siamo frutto del suo amore e che perciò dobbiamo essere amore per lui. Da questa riflessione sgorgherà un canto di liberazione e di gioia, dove noi tutti attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Nell’amore di Cristo si innesta in noi l'Amore che è Dio
Eppure, nonostante tutto - almeno di fronte alla morte - l'uomo sente paura e angoscia. Chi ci darà sicurezza? Chi ci può soddisfare nel desiderio bruciante di amare ed essere pienamente amati?
San Paolo sente questo dramma umano e scrive ai popoli che lo sentivano in maniera cruda, perché avvolti in ideologie tutt’altro che rassicuranti, fra culti e divinità crudeli o sciocche.
La magnifica pagina della lettera agli Efesini fa sentire ai cristiani convertiti dal paganesimo che sono tutti avvolti in un immenso, tenero e forte amore, che sorpassa ogni conoscenza e li ricolma di tutta la pienezza di Dio.
Sulla prima e sull'ultima pagina della vita terrena dell’uomo, e su tutta la trama che la distende, nel tempo, è scritto: Dio ti ama e ti salva in Cristo; e l'eterno destino dell'uomo è: per sempre felice nella pienezza di Amore che è Dio. Questa testimonianza può e deve renderla il cristiano a ogni uomo.
Gli uomini vedranno fino a che punto Dio ci ama
Sul Calvario sembra tutto finito: lo è per coloro che hanno crocifisso Gesù. Invece il discepolo amato intuisce che tutto ora comincia su un piano più alto. Egli vede il pieno significato di quel sacrificio: il vero Agnello di Dio è stato immolato nella vera Pasqua per la più vera e piena liberazione degli uomini dalla schiavitù dell’odio, del male, del peccato: «Era, quello, un giorno solenne»! È l’amore che trionfa, che «si apre» per riversare sugli uomini le fonti della grazia (il sangue e l’acqua, simbolo dei sacramenti), e finalmente gli uomini vedranno e capiranno di quale amore Dio li ha amati. L’evangelista mostra tutto il significato che egli ha scoperto in ciò che ha minutamente descritto: «Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate».
La celebrazione odierna, dobbiamo ripeterlo, è un’esaltazione dell’Amore; mostra che tutto è dovuto all’amore: dalla creazione, alla redenzione, all’eterno destino di gloria nella pienezza di Dio-Amore. Nulla di più vero, di più forte dell’amore divino-umano del Cristo; niente di più nobile che riconoscere e ricambiare tale amore.
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