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Fermate le guerre aiutiamo i bambini e le loro famiglie in Africa e nel mondo


Carissimi amici e lettori,

nel Corno d'Africa: oltre 7 milioni di bambini sotto i 5 anni sono denutriti. La denutrizione dei bambini in Africa rappresenta una delle maggiori problematiche che affliggono questo continente: tale fenomeno mette costantemente in pericolo la vita dei più giovani, causando molteplici conseguenze negative, lo conferma l'Unicef, secondo cui nel corso del 2022/23 sono morti in tutto il mondo circa 5 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni, e oltre la metà di essi (2,8 milioni) proveniva dall'Africa subsahariana. Poi c'è ne stanno altri sempre in Africa,
sono i bambini dimenticati affetti da tracoma,una delle malattie tropicali neglette, dimenticate. Si tratta di un’infezione batterica che provoca cicatrici all’interno delle palpebre e si trasmette tramite le mosche e da persona a persona per contatto e l’uso comune di acqua e asciugamani.

Il tracoma è un”infezione che da noi in Italia è stata completamente debellata, ma nelle zone più povere dell’Africa invece colpisce migliaia di persone ogni giorno che sono destinate a diventare cieche tra terribili tormenti.

Vedere tutti questi bambini, mamme e papà soffrire con gli occhi che bruciano, lacrime che scottano e una perenne sensazione di sabbia che è come se graffiasse la superficie dell’occhio è uno spettacolo angosciante.
A causa del dolore tanti hanno paura anche solo di aprire gli occhi.

Nessuno merita una sofferenza del genere.
I bambini men che meno.
Perché vi dico questo: mentre nel mondo ci stanno innocenti creature che soffrono i popoli dell'opulenza si divertono a giocare a fare la guerra, ingrassando a dismisura i produttori di armi che sono: gli Stati Uniti, con ben 5 aziende Italia, Francia e Germania, compaiono dopo gli Stati Uniti e la Russia nella maggior parte dei ranking internazionali. Tra i maggiori produttori ed esportatori di armi e materiale bellico troviamo anche Spagna, la Svezia e la Polonia, quest’ultima da subito in prima linea nell’assistenza militare, e non solo, a Kiev.Da troppo tempo si muore in Ucraina,in Medio Oriente e il Mediterraneo si sta trasformando in un immenso campo di battaglia. Ora il rischio della deflagrazione di un conflitto che coinvolga le super potenze mondiali è reale. Le conseguenze possono essere tragiche ed inimmaginabili.

Milioni di persone, in tutto il mondo, stanno dicendo: “Basta guerre, basta morti, basta sofferenze”. E noi cristiani cattolici con loro. Le guerre producono guerre, le cui vittime sono le popolazioni civili, oppresse e private dei propri diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita.Vanno fermate le armi, bloccate le vendite a chi è in guerra. Ora, subito. Va fatto rispettare il diritto internazionale: è la sola condizione per proteggere la popolazione civile, fermare l’oppressione e l’occupazione, attivare la mediazione tra le parti in conflitto.

Non si può più attendere e rinviare decisioni e responsabilità. Il limite è superato da tempo. Ora, subito, bisogna aiutare le vittime, curare i feriti, soccorrere chi fugge dall’orrore. L’Unione Europea faccia da garante e da mediatore e riporti al dialogo gli Stati Uniti e la Russia senza gettare benzina sul fuoco.Chiediamo al nostro paese l'Italia di essere protagonista di pace, di mettere in atto il “ripudio della guerra” di ogni guerra perché non ci sono guerre giuste non concedendo le armi ne aiuti militari a Kiev, ma avviare una politica di pace in Europa e in Medio Oriente.Tutto potrà essere da Dio perdonato se da guerrafondai ci trasformiamo in operatori di pace, strumenti di carità per i popoli che versano nell'indigenza.
Nessuno deve sentirsi impotente. Questo è il momento per tutti di agire per la riconciliazione e la ricostruzione.

Noi faremo la nostra parte, con le campagne per il disarmo, con gli interventi civili di pace, con la diplomazia dal basso, con il sostegno a chi opera per la pace anche dentro ai conflitti, per dare voce a chi crede ancora nella fratellanza e nella nonviolenza.Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo nei loro occhi. Hanno dimenticato di "sorridere",chiedendo con forza lo stop delle armi.


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