A.Di J
Carissimi amici e lettori,
oggi ancora più di ieri, siamo tenuti a combattere la Buona Battaglia per conservare e difendere la fede cattolica. Senza paura, senza timore, perché noi difendiamo la Verità, e la Verità non muta. Non ci sono tante verità, ma c'è ne sta una sola e questa verità noi la professiamo nel Credo In Unum Deum.
Carissimi Gesù lo aveva già predetto .
"Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto".
E nella Prima lettera di San Pietro al capitolo 3:12-17 ci dice: «Chi vi farà del male, se siete zelanti nel bene?
Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate; ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Tuttavia, fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza pulita, affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo. Infatti, è meglio che soffriate per aver fatto il bene, se tale è la volontà di Dio, che per aver fatto il male» .
Il singolo cristiano è dunque oggi chiamato a difendere la fede dagli attacchi interni ed esterni. Senza timore,senza paura, di sentirsi apostrofare scismatico dai cattivi pastori che siedono in Vaticano. Per di più, anche gli stessi credenti oggi sono portati ad avere dubbi visto i cambiamenti della dottrina cattolica post-concilio vaticano II, più o meno estesi, nel cammino della loro fede.
"Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto".
E nella Prima lettera di San Pietro al capitolo 3:12-17 ci dice: «Chi vi farà del male, se siete zelanti nel bene?
Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate; ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Tuttavia, fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza pulita, affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo. Infatti, è meglio che soffriate per aver fatto il bene, se tale è la volontà di Dio, che per aver fatto il male» .
Il singolo cristiano è dunque oggi chiamato a difendere la fede dagli attacchi interni ed esterni. Senza timore,senza paura, di sentirsi apostrofare scismatico dai cattivi pastori che siedono in Vaticano. Per di più, anche gli stessi credenti oggi sono portati ad avere dubbi visto i cambiamenti della dottrina cattolica post-concilio vaticano II, più o meno estesi, nel cammino della loro fede.
Ma, certamente, il pericolo più grave sono gli attacchi che più decisi oggi, vengono portati avanti dall'interno della Chiesa, e dalla sua apostata gerarchia, ogni giorno le viviamo tutti, clero e fedeli rimasti fedeli alla Chiesa e alla sana dottrina di sempre.
Fino a poco tempo fa, l’idea di un papa che promulgasse un errore dottrinale significativo era impensabile. Oggi questo però è all'ordine del giorno nel silenzio di molti. Eppure la verità di Cristo rimane la stessa non muta. Il suo Vangelo è tramandato nella Scrittura, nella Tradizione, e nell'insegnamento magisteriale cumulativo di papi, vescovi, concili e sinodi nel corso della storia. I vescovi anzitutto, ma anche i semplici fedeli hanno il dovere e il privilegio di difendere la fede.È sempre utile ricordare che un papa non crea dottrine; egli chiarisce le dottrine per conservare la Fede "depositum fidei" che ha ricevuto.(si intende quell'unico patrimonio di tutte le verità, sia in ordine alla conoscenza (fede) che al comportamento (morale), insegnate agli Apostoli da Gesù, che è mediatore e pienezza della Rivelazione,e da questi trasmesse al collegio dei Vescovi quali loro successori).
Fino a poco tempo fa, l’idea di un papa che promulgasse un errore dottrinale significativo era impensabile. Oggi questo però è all'ordine del giorno nel silenzio di molti. Eppure la verità di Cristo rimane la stessa non muta. Il suo Vangelo è tramandato nella Scrittura, nella Tradizione, e nell'insegnamento magisteriale cumulativo di papi, vescovi, concili e sinodi nel corso della storia. I vescovi anzitutto, ma anche i semplici fedeli hanno il dovere e il privilegio di difendere la fede.È sempre utile ricordare che un papa non crea dottrine; egli chiarisce le dottrine per conservare la Fede "depositum fidei" che ha ricevuto.(si intende quell'unico patrimonio di tutte le verità, sia in ordine alla conoscenza (fede) che al comportamento (morale), insegnate agli Apostoli da Gesù, che è mediatore e pienezza della Rivelazione,e da questi trasmesse al collegio dei Vescovi quali loro successori).
I Padri del Concilio Vaticano I hanno definito l'autorità magisteriale del papa. Ma collegano la sua autorità alla Scrittura e alla Tradizione, l'intera storia dottrinale della Chiesa.
Con Jorge Mario Bergoglio, e Tucho questo non è più così, conservare e insegnare fedelmente la verità cattolica per questa apostata gerarchia è da Pelagiani. Questi vescovi infedeli che tradiscono il loro ufficio, di solito per negligenza, ma oggi con insegnamenti errati deliberatamente. Le violazioni dottrinali dell'insegnamento della Chiesa da parte del vescovo di Roma e dei vescovi, in coscienza non possono obbligare i fedeli.Tali errori possono intorbidare le acque del magistero ordinario, ma ovviamente non possono obbligare in coscienza. seminare confusione da parte della gerarchia romana e persino suggerire l'impensabile,porterebbero a credere che le porte degli inferi hanno prevalso nella Chiesa.Ogni presunto pensiero magisteriale che un papa alla fine decreta deve sempre essere giudicato in accordo alla Scrittura e alla Tradizione. Anche le dichiarazioni conciliari, comprese le dichiarazioni sinodali, devono essere in linea con la Scrittura e la Tradizione.Quindi, i vescovi (sostenuti da retti teologi ) devono riconoscere il loro obbligo di rispondere alle dichiarazioni papali che sono pericolosamente ambigue o che contraddicono la Scrittura e la Tradizione. Devono farlo con fermezza e senza paura, sia perché - sotto la guida dello Spirito Santo - con il loro giuramento hanno solennemente promesso di farlo, sia perché hanno il contenuto storico della Rivelazione dalla loro parte.
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