di Alex Corlazzoli
“Non luogo a procedere”. Si è chiuso così, per ora, il procedimento penale nei confronti di Marco Felipe Perfetti, blogger animatore del sito Silere non possum, particolarmente attento agli eventi e affari che avvengono sotto la cupola di San Pietro. Ieri, il presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Giuseppe Pignatone – dopo una breve camera di consiglio – ha dichiarato il “difetto di giurisdizione”.
In sostanza la Giustizia della Santa Sede ha dichiarato che non ha alcuna competenza perché il reato per il quale Perfetti è accusato (diffamazione) non è stato commesso nel territorio del suolo pontificio. A darne la notizia è lo stesso blogger che aveva saputo dell’udienza fissata venerdì alle 17 dai media senza ricevere – ha spiegato a IlFattoQuotidiano.it – alcuna notifica ufficiale.In queste ore, intanto, si è saputo che a querelare Perfetti non è stato alcun prelato vicino a Bergoglio ma un politico residente in Italia che lavora con lo Stato del Vaticano. A finire sotto accusa sarebbe un post ritenuto diffamatorio nei confronti di questo noto personaggio. “Questi tentativi di intimidazione – dice Perfetti – non fermeranno l’operato di “Silere non possum” che continuerà a svolgere il proprio servizio nonostante queste operazioni risibili”. Ad essere anomalo è soprattutto il fatto che il tutto – dal momento che la persona offesa è italiana e l’accusato pure così la redazione che ha sede fuori dalla Città Stato – si sarebbe dovuto consumare nelle aule di qualche Tribunale italiano e, invece, si è svolto nella Santa Sede dove ad oggi il blogger entra e esce senza essere considerato “indesiderato” da Gendarmeria e Guardie Svizzere. Non solo. “I presenti in aula hanno riferito – dice Perfetti – che il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, ha dichiarato di aver perfezionato le notifiche ma non è stata effettuata alcuna notifica alla mia residenza. Si è svolto il tutto senza l’imputato e senza che potessi conoscere l’incarto processuale o le accuse che mi sono state mosse. Tutto ciò di cui questa redazione è venuta a conoscenza lo ha recepito dai cronisti in aula. Questo conferma, ancora una volta, la completa inadeguatezza di chi è posto a ricoprire alcuni ruoli sia negli uffici requirenti che quelli giudicanti nel Tribunale Vaticano”.
Ora si tratta di capire se la persona che si ritiene diffamata da Perfetti porterà avanti la sua querela in Italia. Per il blogger è chiaro il tentativo di cercare di mettere il bavaglio al suo sito. Il blogger giorni scorsi aveva detto a ilfattoquotidiano.it: “La tutela della libertà di stampa in Vaticano non c’è; non c’è la possibilità di dire qualcosa fuori dai toni e noi, invece lo facciamo con tanto di documentazione. E’ chiaro che stiamo dando fastidio a qualcuno che vorrebbe che non esistessimo”.
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