Carissimi amici e lettori,
domandiamoci oggi: qual'è la verità?
Questo squallidissimo teatrino di Bergoglio, che per tirarsene fuori dagli scandali che continuamente emergono nella Chiesa testimoniando il fallimento del suo pontificato e della sua leadership nella curia romana nell’affrontare l’endemico problema, e grazie alla complicità criminale di quella stampa che lo favoreggia.In una nuova anticipazione del volume "El sucesor", Francesco se la prende con il segretario di Benedetto XVI, continuano a far discutere le anticipazioni del libro-intervista con Javier Martinez-Brocal "El sucesor" dedicato al suo rapporto con Benedetto XVI. Dopo la rivelazione sul presunto suo ruolo decisivo nell'elezione di Joseph Ratzinger nel conclave del 2005,"che nessuno può ne confermare ne smentire, visto il giuramento di segretezza che vincola i membri del collegio cardinalizio". Ma questa versione suscita più di un dubbio. Infatti, in base al diario del cardinale anonimo pubblicato da Brunelli, sembrerebbe che alla quarta votazione non si azzerarono i voti per Bergoglio, come un ritiro "annunciato" del candidato avrebbe lasciato immaginare, ma ci fu un suo calo da 40 a 26 preferenze, con le restanti andate al favorito tedesco divenuto in quel modo Papa. Che quella attorno a Bergoglio fosse una candidatura vera già nel 2005 e che la sua sconfitta non fu l'effetto di un ritiro volontario sembra testimoniarlo l'amaro commento fatto dal cardinale belga, suo sostenitore, Godfried Danneels al quotidiano fiammingo De Morgen al quale disse che il conclave aveva «dimostrato che non era ancora il momento per un papa latinoamericano». Un'altra anticipazione del volume affronta il tema del rapporto con il segretario particolare del Papa tedesco monsignor Georg Gänswein. Tutto per distogliere le accuse che gli vengono continuamente mosse della sua appartenenza alla Mafia di San Gallo.
Questo fu un gruppo informale di prelati di alto rango e riformisti che si incontravano ogni anno a gennaio vicino a San Gallo, in Svizzera, per scambiarsi liberamente idee su questioni ecclesiastiche. Monsignor Ivo Fürer, l'ospite del gruppo, lo definì un Freundeskreis
"una cerchia di amici"(Il Pacciani li avrebbe chiamati amici di merenda,Totò Riina Onorata società ).
Il cardinale Godfried Danneels, affermò di aver fatto parte di un gruppo, da lui stesso chiamato "mafia di San Gallo" unitosi per spingere Benedetto XVI a dimettersi e sostituirlo col card. Jorge Mario Bergoglio. Lo scopo fu raggiunto con l'elezione dell'argentino il 13 marzo 2013. pubblicato dagli storici della Chiesa Karim Schelkens e Jurgen Mettepenningen nel 2015. Nomi alternativi sono "mafia di San Gallo"e "club di San Gallo".Mentre nel mondo soffiano venti di guerra dalla loggia centrale della Patriarcale Basilica di San Pietro, Bergoglio invoca la pace per il mondo martoriato,ma lui stesso apre nuovi fronti di guerra nella Chiesa, scagliandosi sempre contro qualcuno oggi tocca a Gänswein. Bergoglio è uno che ama parlare di sé, che si racconta con vanità da popstar, uno che la spara sempre grossa ma con l’aria di saperlo, di calcolare più o meno bene l’effetto; e l’effetto, di norma, è dirompente quanto cercato, messo in conto. Vicino ai poveri, ai sofferenti, ma a modo suo, un modo spesso irritato, polemico, anche fazioso, quanto meno nel senso di Fabio Fazio.Così ci si muove nella palude vaticana degli intrighi e dei veleni? Ma nessuno lo aveva fatto in questo modo, più popolaresco che pop, da vicolo, da balcone. Non un Papa teologo, sicuramente, uno che nelle sue encicliche si ispira a Greta, uno che ha trovato modo di dire, auguriamoci per provocazione, che “anche Gesù a volte era un po’ scemo”. Ma davvero così si fa pulizia nel microcosmo intossicato della Curia?Fioccano le rivelazioni tra il velenoso e il gossipparo Per il momento, comunque, Bergoglio non sembra intenzionato a mollare in alcun modo, anzi la sensazione è che abbia ancora parecchi conti in sospeso. E quando ripete, narcisisticamente, “volevano farmi fuori ma sono ancora qua”, par di sentire Vasco Rossi (anche quando ripete ossessivamente: “vaccinatevi, eeeh già!”). A qualcuno potrà anche piacere, o consolare, segno dei tempi, qualcuno potrà irresistibilmente trovarlo umano, troppo umano, ma diremmo che di tutto aveva bisogno la Chiesa attuale, tranne di un Papa influencer che sembra sempre mettersi davanti al Crocifisso, alla Ecclesia, e, ultimamente, perfino al suo stesso funerale, come un Bergoglio pronto a mettersi nella bara al posto di Francesco per essere seppelito nella splendida cappella adiacente alla Salus Populi Romani alla faccia della povertà.
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