L'ingratitudine è un male antico, e in questi ultimi tempi ho avuto modo di poterlo constatare personalmente.Di esseri ingrati, irriconoscenti di benefici ricevuti il mondo ne è pieno "a quanta ingratitudine"! ...A parer mio niente è più odioso di un ingrato.
Stiamo assistendo continuamente in questi ultimi tempi ad avvenimenti che hanno avuto così larga e profonda ripercussione in tutto il mondo cattolico,più o meno tradizionalista, e più sentitamente in tutti i singoli fedeli che in qualche modo utilizzano reti d'informazioni, come Internet.
Si riassumono in poche e tristi parole: si è tentato di colpire a morte quanto vi è
e sarà sempre di più caro al cuore di un Pastore di anime … la trasmissione della Fede,il sacerdozio cattolico, la Santa Messa di sempre, la formazione alla vita consacrata, i sacramenti: « e il modo con cui viene offeso e vilipeso riempie il cuore di amarezza ». La punizione al "cardinale Burke" non entusiasma nemmeno gli amici di Bergoglio. La mossa del Papa, difesa pubblicamente da alcuni giornalisti del mondo anglosassone spesso autori di cronache entusiaste sull'attuale pontificato, in privato ha lasciato perplessi anche diversi prelati non certo ostili a Bergoglio. Il loro stesso timore è che si possa rivelare un boomerang a livello comunicativo, macchiando l'immagine di una Chiesa aperta a "todos, todos, todos" che Francesco si sta sforzando di far passare ai media. Se, da un lato, togliere casa e stipendio ad un cardinale notoriamente non in sintonia con l'agenda di questo pontificato rischia di provocare indignazione anche tra quei porporati che non hanno condiviso le prese di posizione critiche verso Bergoglio, dall'altra nell'immediato potrebbe spegnere qualsiasi voce dubbiosa sul Sinodo. "Per paura". Molti prelati che vivono a Roma, spesso anziani e soli, non possono permettersi di pagare un affitto a prezzo di mercato nelle case della "Santa Sede." Nonostante la paura,io aggiungo anche la codardia, nessun membro nel collegio cardinalizio si è sentito di difendere pubblicamente la decisione del Papa sul loro confratello cardinale Burke."Questa la dice lunga" In questi ultimi anni di pontificato Francesco ha dato sempre più l'idea di essere squilibrato nel suo giudizio.Questo clima di sospetto lo ha portato di recente ad affidarsi soprattutto a fedelissimi, in particolare a gesuiti ed argentini. Ad un suo connazionale, infatti, ha dato a sorpresa la guida dell'ex congregazione per la dottrina della fede: il neo cardinale Víctor Manuel Fernández, suo amico e figlio spirituale storico, a cui ha dato il compito di lavorare nel segno della discontinuità con il passato di quel dicastero. Discontinuità non solo rispetto agli anni di Joseph Ratzinger, ma anche a quelli più recenti del gesuita spagnolo Ladaria Ferrer. In questo momento Fernández viene considerato l'uomo più influente sulle decisioni di Bergoglio.
Intanto in Vaticano, seppur a mezza bocca, ci si interroga se effettivamente dietro ai malanni di Francesco ci sia solo una bronchite, mentre il pontificato ha superato il giro di boa e sembra entrato della fase del "fare presto".
Cardinali,Vescovi, sacerdoti, religiosi,che dite di amare la Santa Madre Chiesa, che oggi è stata profondamente sfigurata,da questi sprovveduti argentini e tedeschi
" Non vi sentite un po’ a disagio?".Non dovreste alzare il grido di battaglia tutti insieme,nella comune battaglia per la Verità cattolica, per la difesa dell’immutabile Magistero e della veneranda Liturgia tradizionale contro gli assalti dei Modernisti.
Oggi, purtroppo, constatiamo che non solo lo spirito che animò la cosiddetta riforma liturgica è rimasto lo stesso, ma esso ha altresì acquisito elementi di maggiore gravità, arrivando a corrompere la dottrina non più in maniera ambigua, ma in forme ormai evidenti a tutti.
Mons.Marcel Lefebvre (Α1905-Ω1991) di venerata memoria è noto soprattutto per la sua strenua battaglia in favore della Santa Messa tradizionale, e del sacerdozio, in quanto senza di esso non vi può essere il Santo Sacrificio della Messa. Sosteneva che non bastava che ci fossero tanti sacerdoti, bisogna anche far sì che siano santi. Scriveva infatti Monsignor Lefebvre nel suo Itinerario Spirituale: «Sono stato sempre incalzato dal desiderio di mostrare le vie della vera santificazione del sacerdote secondo i princìpi fondamentali della dottrina cattolica sulla santificazione cristiana e sacerdotale».
Noi oggi chiediamo a voi Principi della Chiesa di tirare fuori il coraggio che è nel cuore di ogni successore degli apostoli , che combatte la buona battaglia per conservare e custodire intatta la fede cattolica.
Perché la Chiesa si va sempre più trasformando in una struttura che promuove una vaga forma di religiosità, nel totale silenzio di tutti. Bisogna combattere per difendere i diritti di Nostro Signore Gesù Cristo.
Se già ieri eravamo allarmati e in lotta per evitare la «protestantizzazione» della liturgia e della dottrina, cosa dovremmo dire oggi, che dal progetto di distruzione della Chiesa si è passati alla realizzazione di una sorta di «religione mondiale» in cui ciò che resta del cattolicesimo è chiamato a contribuire al progetto massonico dell’instaurazione di una società senza Dio. Pertanto carissimi vescovi,non lasciatevi intimorire da questi uomini spregiudicati ,che si credono di essere potenti perché amici stretti di Bergoglio e vogliono sentire tutto il mondo ai loro piedi,costoro non saranno mai soddisfatti,perché ascoltano soltanto il loro Ego, e non la loro Anima…
Nostro Signore Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa gerarchica, cioè ha scelto alcuni Apostoli, e si intende i suoi Successori, e solo a loro ha dato il potere di insegnare con autorità, di custodire ciò che Egli aveva detto e di insegnarlo con autorità; di celebrare i divini misteri, e di governare nella carità e nell'amore il popolo di Dio. La Chiesa non ha la potestà di cambiare il diritto divino. L’insegnamento del Papa e della Chiesa non possono contraddire la Scrittura, la Tradizione o precedenti insegnamenti papali vincolanti.
I papi hanno l’autorità solo di preservare ed interpretare ciò che hanno ricevuto, non sta, da solo, al di sopra della Chiesa; ma dentro di essa come Battezzato tra i Battezzati e dentro il Collegio episcopale come Vescovo tra i Vescovi, chiamato al contempo come Successore dell'apostolo Pietro a guidare la Chiesa di Roma che presiede nell'amore tutte le Chiese.
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