Forte lettera aperta di un ex seminarista dei Frati Francescani dell'Immacolata, indirizzata a p. Alfonso Bruno, Segretario generale dell'ordine dei Frati F.I.
Roberto
Caro padre Alfonso,
scrivo questa lettera in risposta a quanto apparso il giorno 28 maggio 2014 sul sito mediatrice.net [1], nel quale avete apostrofato alcuni ex frati con l’appellativo di “vili ex studenti barbuti e sbarbatelli”, ritenendoli anche autori di alcuni articoli apparsi su dei blog; l’accusa era che questi ex studenti del seminario teologico dei FFI hanno usato degli pseudonimi per criticare il commissariamento. Io, Maurizio Mazzieri, sono uno di quegli ex frati e non ho paura di mettere il mio nome e nemmeno di comparire davanti ad un tribunale ecclesiastico e/o civile qualora vogliate intraprendere una procedura legale per quanto scritto in questo articolo. Se gli articoli scritti contro di voi contengono cose false perché non ricorrere alla giustizia anziché calunniare il prossimo? Presto detto.
Questa accusa che voi fate è senza nessuna prova e rivolta contro chi non la pensa come voi, il tutto per screditare degli ex frati agli occhi dell’opinione pubblica e di quanti volessero accoglierli nelle proprie diocesi per continuare il proprio cammino vocazionale. Visto che con i vostri stratagemmi non siete ancora riuscito a trovare dove questi ex frati dimorano allora avete ben pensato di gettare fango su di loro. Si, è proprio così, il caro padre Alfonso Bruno che si fa garante del Voto mariano sta perseguitando i suoi confratelli e poiché non gli basta, perseguita anche gli ex confratelli; quei poveri frati che sono riusciti ad uscire dall’istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata (non per desacralizzare il Voto mariano come dice padre Bruno, ma per portarlo avanti), sono ricercati dai collaboratori di padre Bruno, uno dei quali è padre Giovanni Severini, che ha affermato di aver ricevuto l’incarico dallo stesso padre Bruno di cercarli a Sassoferrato, perché sembra che qualcuno li abbia avvistati da quelle parti dicendo che dimorano addirittura nel convento di Sassoferrato dove risiedono le Suore Francescane dell’Immacolata da marzo 2014 o in una casa vicina alle suore. Questa è un’altra falsità pretestuosa per poter dar adito a provvedimenti contro le suore.
Andiamo sulla questione della desacralizzazione del Voto mariano che a vostro avviso i frati hanno fatto, uscendo dall’istituto; la calunnia, la maldicenza, la detrazione e la mormorazione non desacralizzano il Voto mariano? Tutto quello che avete detto e fatto e che continuate a dire e a fare dal momento del commissariamento contro i Fondatori e contro tutti quelli che sono fedeli a loro come lo definite? Come state trattando tutti quei frati che stanno chiedendo la dispensa dai voti religiosi? Minacce ai vescovi che vorrebbero accoglierci, minacce di ricorrere agli ordinari diocesani, minacce di rimpatrio immediato, frati-spia che hanno fotografato gli ex frati a Cassino al compleanno di padre Stefano (e le foto sono state usate per intimidire altri frati che chiedevano di uscire dall’istituto), dissuadere i frati ad unirsi a quelli già usciti con calunnie contro gli ex frati dicendo che sono contro la Chiesa e contro il Papa e che stanno facendo delle cose contro il volere del Papa. Se pregare e partecipare alla Messa quotidiana è un reato...! Se questo comportamento è esempio di virtù e di sacralizzazione del Voto mariano, allora penso che sia meglio non averlo il Voto mariano, proprio per non desacralizzarlo. Tutti gli insegnamenti di Papa Francesco che voi portate sempre sulla vostra bocca non sembrano essere quelli appena elencati.
Voglio poi aggiungere altre cose che io ho visto e ascoltato: perché ad agosto, quando venni a Boccea accompagnando padre Alessandro Apollonio e padre Paolo Siano dopo una visita al commissario, e la visita fatta ad un confratello ricoverato all’ospedale, al nostro ingresso nel refettorio si fece un gran silenzio come se fossero arrivati degli ospiti poco graditi? In seguito mi fu risposto che poco prima (durante il pranzo) padre Alfonso stava tenendo una “lectio magistralis”, contro l’istituto guidato dai Fondatori. Come mai, durante il colloquio impari che ho avuto con il commissario e al suo fianco voi e padre Agnello Murphy, mi avete detto che registrare in Italia costituisce reato e poi un vostro collaboratore ha registrato una telefonata e voi l’avete usata nelle Filippine per acquistare consensi? Perché quando la mia richiesta di dispensa è pervenuta al commissario io non sono stato contattato per delle spiegazioni, che invece avete chiesto ad altri? Ero così pericoloso? So che figuravo in cima alla lista nera dei frati che bisognava far fuori! Voi dite continuamente di essere obbediente al commissario, ma invece sembra proprio il contrario; infatti non si capisce perché i frati che chiedono le dispense o permessi devono passare sempre sotto di voi e che il commissario più di una volta ha risposto ai frati di non sapere nulla della loro situazione e delle loro richieste di dispensa. Avete detto in alcune occasioni che voi siete solo un segretario e allora perché decidete voi quale deve essere il futuro dell’istituto? Quando si parla con il commissario si sente dire una cosa, ma subito dopo, nella maggior parte dei casi, intervenite voi a cambiare ciò che prima era stato deciso dallo stesso commissario. Se questa è la vostra obbedienza perché accanirsi contro quanti non vogliono sottostare alle vostre obbedienze?
Infine riguardo ai problemi interni vi dico un po’ come la penso. Dal giorno in cui in seminario siamo venuti a conoscenza che l’istituto era stato commissariato, io e tanti altri frati e seminaristi abbiamo perso la felicità. Più che persa sarebbe meglio dire che la felicità ci è stata tolta. Prima il Vetus Ordo, poi i superiori e infine il seminario. Poi per me è anche toccato l’allontanamento dal seminario insieme ad altri confratelli che come me sono stati dispersi in altri conventi. Tutto distrutto, tutto quello che si era riuscito a costruire non c’era più. La pace non c’era più e poi il trasloco fatto in due settimane, senza nessun motivo che giustificasse tale accanimento. Dovevano dividerci, perché restando insieme non riuscivano a convincerci che prima era tutto sbagliato. C’era all’interno del seminario chi combatteva per far emergere la verità e portare conforto ai confratelli più deboli. Ma tutto doveva essere fatto con prudenza e discrezione per non rischiare di essere allontanati o addirittura espulsi. Prima del commissariamento vivevamo tranquilli in serenità e se c’erano dei problemi erano proprio a causa di chi non voleva obbedire ai Superiori, a padre Stefano e a padre Gabriele, e faceva ostruzionismo al loro governo lavorando di nascosto con la maldicenza e la menzogna. Quante voci giravano sulla Messa antica, sul seminario; ma tutti quelli che hanno attaccato il seminario, da anni non mettevano piede in seminario. Addirittura c’è chi si lamentava perché i frati facevano gli inchini durante l’ufficio divino. Questi erano i gravi problemi del seminario: la Messa antica, gli inchini e la “troppa” preghiera???
In conclusione caro padre Alfonso penso che sia meglio, per voi e per tutti noi, che consegniate le dimissioni da segretario generale, affinché possiate dedicarvi più intensamente alla vita religiosa e alla preghiera, riparando al male che in questi mesi state causando a migliaia di persone tra frati suore e laici. Siate umile! L’umiltà conquista il mondo non la superbia e la vana gloria.
Con ossequio,
Maurizio Mazzieri, ex frate studente.
Si veda qui
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