Hochhuth e le calunnie
AUTORE SAGITTARIUS
“PER NON DIMENTICARE”
E’ incredibile come l’indifferenza renda gli uomini in generale, ma soprattutto quelli di chiesa, così aridi, da porre nel dimenticatoio un papa della statura di Pio XII. Credo, che oltre all’asservimento al mondo, assecondando i loro umori, i loro pensieri e le loro simpatie, per non urtare la loro rispettabilità e per non incrinare il “dialogo” così ben costruito, ci sia qualcos’altro. Qualcosa che ha a che fare con una sorta di “vergogna” riguardo alla chiesa del passato.
In questi sessant’anni abbiamo visto (e io ne ho qualcuno in più), la demolizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, attuata dagli stessi uomini di chiesa, in nome di un Concilio pastorale… a parole, ma di fatto reso “dogmatico”. Dal papa “buono” al papa “piacione”, passando per il “massacratore della liturgia e per quello della teologia, l’indifferenza regna sovrana. L’ultimo vero papa santo, tutt’ora viene messo da parte per non urtare la suscettibilità di qualcuno.
Eppure , durante l’ultimo conflitto, ha fatto cose incredibili.
Dal 2005 si è reso consultabile l’archivio storico relativo a papa Pacelli. L’immane mole di documenti originali è tale, che non è stato ancora possibile visionarli nella loro totalità. Fra le cose inedite si conserva un carteggio, corrispondente ad un piano internazionale, dove si pianificava un tentativo di salvezza degli ebrei dalle persecuzioni naziste. Una strategia nata già sotto papa Ratti, con la collaborazione di centinaia di persone, che continuò sotto il pontificato di Pio XII.
Gli ebrei che Hitler cacciava dai propri confini sempre con più violenza, non erano ben accetti dagli altri stati.L’allora segretario di stato, Eugenio Pacelli insieme a papa Ratti, capirono che dovevano agire con discrezione, operando ed aiutando solo per piccoli gruppi alla volta, per poter farli espatriare più facilmente. Così aiutò intere famiglie… altro che silenzio! E a proposito di silenzio, se c’era una cosa che non mancava a papa Pacelli era proprio la parola. Amava tanto scrivere ma anche parlare…e pure tanto. Tanto da essere definito senza ombra di dubbio, e lui lo sapeva,un papa al quanto logorroico. E’stato un grande comunicatore, era entusiasta nell’usare le nuove tecnologie di comunicazione come la radio.
Per quanto riguarda le informazioni di cui Hochhuth si servì per rappresentare il suo “Vicario”, esiste un’altra versione ufficiosa, la quale si sparse subito dopo la calunniosa rappresentazione e che colpì in particolar modo l’opinione pubblica. Il materiale consegnato ad Hochhuth, questa fu la versione, fu fornito dal vescovo tedesco Alois Hudal. Costui, antisemita e filonazista, dopo la fine della guerra fu allontanato dalla Curia romana su ordine diretto di Pio XII. Egli per vendicarsi, così lo riferirà suor Pascalina Lehnert, fornirà allo stesso Hochhuth quel ritratto falso e sprezzante del Pontefice. Per la cronaca, questo Hudal pubblicò nel 1936 e nel 1942 due opere dove esaltava il nazismo, auspicando che tutta l’Europa fosse tedesca senza più spazio agli ebrei.
Il guaio fu, che “…quest’opera di Hochhuth, influenzò milioni di persone in tutto il mondo (ma non tutti), contribuendo a costruire un immagine negativa di papa Pacelli, ed ad aprire una discussione basata esclusivamente sul problema di assolvere o condannare la condotta del papa…” (Renato Moro riguardo al “Vicario”).
C’è una storia incredibile su Papa Pacelli che riguarda i suoi contatti segreti con gli alleati inglesi, per cercare, con l’aiuto di alti ufficiali tedeschi, di far cadere Hitler.
Josef Muller, giovane avvocato della Baviera, era un membro del Partito Popolare Bavarese. Quando Eugenio Pacelli era Nunzio Apostolico a Monaco, si erano conosciuti molto bene stringendo tra loro una buona amicizia.
Iniziò dal 1933 a portare missive scritte da Johann Neuhausler; sacerdote braccio destro del cardinal Michael Faulhaber, sul quale si accentravano le attenzioni del movimento clandestino di opposizione. Le missive portavano documenti sulla persecuzione di cattolici tedeschi sotto il nazismo, che Pio XI seguiva in particolar modo. I contatti si svolgevano in gran segreto col Segretario di Stato Pacelli, a cui arrivavano i dattiloscritti ogni tre settimane. I dossier partivano dal 1933 al 1941, anno in cui il sacerdote Johann Neuhausler finì internato a Dachau.
C’era una parte della Germania che si opponeva al nazismo, la quale paventava il vento di guerra che aleggiava sull’Europa. Essa chiedeva aiuto alla Chiesa per ottenere dagli alleati l’appoggio per la caduta di Hitler.
Fu così che lo stesso Muller chiese la collaborazione in nome dell’amicizia che lo legava, al neo eletto papa, Pio XII, avvenuto il 2 Marzo 1939.
Sapendo quanto il neo papa amasse la Germania, molti esponenti dell’opposizione si affidarono a lui affinchè si esponesse a collaborare con l’alleato inglese. Furono tempi incredibili dove il Vaticano, godendo dell’extraterritorialità, fu frequentato in gran segreto dall’agente dell’Abwehr a Roma Josef Muller. Quindi, prese contatti con Mons.Ludwig Kaas, persona molto vicina a Pio XII, e si cominciò così a lavorare in gran segreto per tentare la liberazione della Germania da Hitler.
Lo scopo principale era quello di creare una rete di comunicazioni, da parte di generali della resistenza antinazista tedesca, per passarli a Pio XII, in modo tale, che lo stesso, trovasse il modo di passarle a sua volta al fronte alleato. Tutto questo e molto altro ancora (esiste una vasta documentazione storica, descritta e studiata da vari autori dovuta anche alla biografia di Josef Muller), fece diventare Pio XII una sorta di agente segreto.
Per non dilungarmi oltre, faccio solo riferimento ad una cosa curiosa e impensabile. Il 6 di Novembre del 1939, il papa convocò l’ambasciatore presso la Santa Sede, Osborne per dare inizio al piano segreto contro Hitler. Così ebbero inizio i contatti clandestini fra Berlino-Abwehr, Vaticano, Londra e Washington. Molte comunicazioni erano scritte e codificate, si correva il rischio di essere intercettati e decodificati. Quindi si pensò bene di coprire l’identità di Pio XII. Essa doveva essere protetta sotto un nome in codice. Fu così che si continuò ad adottare il nome che già veniva usato sotto papa Ratti. Lo stesso Pio XI veniva indicato come “M.Fischer”. Per distinguerlo da Pacelli si adottò “Fischer senior” da “Fischer iunior” per Pacelli. In seguito morto Ratti si utilizzo solo Fischer.
Con buona pace di Hochhuth e di tutti quelli che hanno e che continuano imperterriti in malafede a calunniare questa santa figura, ora, dopo anni di studi, consultazioni e sistemazioni della immane documentazione dell’Archivio Segreto del Vaticano, finalmente, notizie inedite e sorprendenti che qualcuno, con immensa pazienza e dedizione, sta rendendo pubblica, renderà forse un po di giustizia. Anche se un muro omertoso copre vergognosamente la verità, tutto questo non rimarrà sepolto, non può rimanere sepolto, fintanto che uomini e donne di buona volontà combatteranno per essa.
Per chi desidera avere un quadro più esatto, suscitato da queste mie poche e maldestre informazioni, lo invito a leggersi l’ottimo libro di Barbara Frale dal titolo “il Principe e il Pescatore”, dove l’autrice rivela documenti inediti e, come la stessa afferma, forse… sconosciuti.
PIO XII PREGA PER NOI.
Bibliografia:don Luigi Villa “”Il “vicario” di Hochhuth e le calunnie su Pio XII
Barbara Frale- “Il Principe e il Pescatore” ed.Le Scie-Mondadori
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