Carissimi amici e lettori,
«La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti»
(Ef 6,12).
È dall'inizio dei tempi che la battaglia contro Dio infuria senza fine; è dall'inizio dei tempi che il demonio «tenta l'uomo al male », e lo fa per odio contro l'Altissimo; proprio per questo è opportuno abbandonare ogni velleità irenica per la vita su questa terra, ogni tentativo o desiderio che su questo pianeta ci sia una pace mondana, che si possa condurre un'esistenza tiepida e senza problemi: dal peccato originale in poi non è più così. A dire il vero, dalla ribellione di Lucifero.
«La vita dell'uomo sulla terra è una battaglia»(Gb 7,1) dice ancora la Scrittura: saremo forse noi quelli che abbandoneranno il campo per cercare una serenità che non viene da Dio, ma dal mondo?
Ecco dunque che il cristiano deve combattere, e deve farlo prima di tutto contro gli spiriti del male, cioè il demonio tentatore; il quale, lungi dal volersi mostrare ed agire in maniera orribile ed eclatante (se non in rari casi, che richiedono l'intervento della Chiesa). Il cristiano deve combattere contro se stesso, allettato e ingannato così dalle seduzioni del mondo, che in preda alle proprie passioni, alla ricerca della propria soddisfazione indipendentemente dal Creatore: una lotta tutta spirituale dove vincerà soltanto chi rinnegherà se stesso per riconoscere la potenza di Dio, prenderà la propria croce e si metterà alla sequela del Redentore. Il cristiano è chiamato a testimoniare la propria fede, ed è qui per custodire la verità che è Cristo, verità che va difesa anche quando brucia, anche quando scandalizza. Il Pontefice i vescovi, non debbono piegare la loro voce ai venti mutevoli della società. Troppi, negli ultimi decenni, hanno scambiato la Chiesa per un salotto mondano dove ogni desiderio deve essere assecondato, dove il peccato si traveste da diritto. Il papa i vescovi debbono dire con chiarezza, la Chiesa non appartiene al mondo, appartiene a Dio. Il mondo i cercatori di diritti LGBT, debbono sapere che l'amore di Cristo abbraccia ogni uomo e ogni donna, ma questo amore non benedice tutto, non benedice il peccato, non benedice ciò che tradisce la bellezza della creazione di Dio. Accogliere non significa approvare, amare non significa giustificare, è questa la verità che la Chiesa deve gridare, ed è questa la verità che va difesa fino all'ultimo respiro.
La Chiesa è madre e come ogni madre amorevole sa, che dietro a sigle e categorie ci sono volti, storie, ferite. Non parla per condannare chi vive nella confusione, ma per indicare loro una strada che porta alla luce, perché chi ama davvero non lascia l'altro nelle tenebre lo conduce a Cristo anche a costo di scontrarsi con il mondo intero che grida allo scandalo. I mezzi di comunicazione come radio e televisione, attraverso i giornali si può sentire e leggere accuse di oscurantismo contro la Chiesa, addirittura gli opinionisti parlano di una Chiesa ferma al medioevo. Carissimi amici, meglio uno scandalo che una menzogna travestita da misericordia. Nel mese dedicato alla Madonna esattamente l'otto Maggio, sul Trono di San Pietro siede Leone XIV, nei suoi primi mesi di pontificato, si percepisce come questo papa parla al cuore del mondo con coraggio, senza odio e senza paura, ma con la fermezza di chi sa che il Vangelo non si addomestica. E se la verità dovrà bruciare, che bruci, perché soltanto ciò che arde viene purificato.
Si sente spesso dire tramite radio e televisione, che la Chiesa giudica, il Papa i vescovi condannano. Amici, non sono i vescovi i sacerdoti o lo stesso Pontefice a condannare o a parlare, è la parola di Dio che da secoli risuona immutata, la Chiesa non ha inventato nulla, custodisce ciò che gli è stato consegnato una volta per sempre. La Sacra scrittura è chiara, limpida come una sorgente di montagna.
Fin dall'inizio, nel libro della Genesi, leggiamo che Dio creò l'uomo e la donna, li benedisse e disse, siate fecondi e moltiplicatevi. Questa non è un'opinione culturale, non è un'usanza antica, è il disegno stesso del Creatore scolpito nel cuore dell'umanità. Quando la Chiesa parla di queste verità, non lo fa per alzare muri, ma per raddrizzare le passioni disordinate che oscurano la mente e il cuore, non sono parole di odio, ma di avvertimento. Chi si allontana da Dio perde la gioia della sua luce.
Sappiamo bene che queste parole oggi risuonano scandalose. Sappiamo che la società moderna vuole cancellare la voce della Chiesa del Vangelo, ridicolizzarla, considerarla un residuo del passato. Ma ditemi voi, può la verità diventare menzogna solo perché gli uomini hanno deciso di cambiare idea? Può la parola eterna di Dio essere superata dalle mode del secolo? No, amici miei, mai!
Il papa, i vescovi, i sacerdoti, non sono i padroni della verità, né sono i servi. Quando proclamano che la via della sessualità autentica è quella tracciata da Dio, non fanno altro che ricordare l'ordine originario.
Perché il mondo può inventare nuove ideologie, può alzare nuove bandiere, può cambiare i nomi delle cose, ma non potrà mai cambiare il cuore dell'uomo che cerca Dio. Sappiamo bene che queste parole renderanno inviso a molti, ma ricordate, se la Chiesa o lo stesso Papa tacessero per paura, lei non sarebbe più madre e lui non sarebbe più un pastore e si renderebbero complici. La Chiesa non può essere complice delle menzogne che soffoca i nostri figli, le nostre famiglie, le nostre anime. Il peso della cultura moderna è forte, ma più forte è la grazia di Cristo. E se restiamo saldi nella verità, quel peso cadrà come polvere, perché nessun vento del mondo potrà mai abbattere la roccia su cui Cristo ha fondato la sua Chiesa, non possiamo negarlo.
Non è la Chiesa il Papa a chiudere le porte, è l'uomo che si chiude alla grazia quando rifiuta il piano divino. Molti oggi citano la misericordia come se fosse una scusa per cancellare la giustizia, state attenti, la misericordia senza verità è un inganno. Il vero amore non accarezza l'errore, lo guarisce.
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Il vero pastore non lascia la pecora nel burrone per paura di ferirla, ma la prende se la pone sulle spalle e la riporta sulla strada. Ecco perché i Pastori non possono tacere. Se tacessero, tradirebbero Cristo. Se restassero in silenzio, condannerebbero le anime all'illusione che tutto sia permesso che il peccato non esista più. No caro lettore il peccato esiste e distrugge, ma più grande del peccato è la grazia di Dio, che sempre ci attende se abbiamo il coraggio di riconoscerlo e confessarlo. Ricordatevi, non sono le parole di quel clero fedele al magistero della Chiesa e al (depositum fidei), a scandalizzare, è la luce del Vangelo che smaschera le tenebre, e le tenebre, ogni volta che vengono svelate, reagiscono con rabbia. Ma i Pastori secondo il Cuore di Cristo non temono la rabbia del mondo, temono soltanto di non essere fedele al Signore che li ha scelti. Una delle più grandi confusioni del nostro tempo è questa: si è smarrita la differenza tra accogliere e approvare. Molti accusano la Chiesa nella sua gerarchia di non avere misericordia, di non aprire le sue braccia, di non sapere amare, il punto carissimi è proprio questo: perché la Chiesa vi ama non può e non deve ingannarvi. Quando una madre vede il proprio figlioletto avviarsi verso il fuoco, lo ferma lo accoglie tra le sue braccia, non gli dice vai continua pure, brucia, no, lo trattiene, lo avverte, lo salva. Questo è amore, accogliere la persona, ma rifiutare ciò che la distrugge.
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Il vero pastore non lascia la pecora nel burrone per paura di ferirla, ma la prende se la pone sulle spalle e la riporta sulla strada. Ecco perché i Pastori non possono tacere. Se tacessero, tradirebbero Cristo. Se restassero in silenzio, condannerebbero le anime all'illusione che tutto sia permesso che il peccato non esista più. No caro lettore il peccato esiste e distrugge, ma più grande del peccato è la grazia di Dio, che sempre ci attende se abbiamo il coraggio di riconoscerlo e confessarlo. Ricordatevi, non sono le parole di quel clero fedele al magistero della Chiesa e al (depositum fidei), a scandalizzare, è la luce del Vangelo che smaschera le tenebre, e le tenebre, ogni volta che vengono svelate, reagiscono con rabbia. Ma i Pastori secondo il Cuore di Cristo non temono la rabbia del mondo, temono soltanto di non essere fedele al Signore che li ha scelti. Una delle più grandi confusioni del nostro tempo è questa: si è smarrita la differenza tra accogliere e approvare. Molti accusano la Chiesa nella sua gerarchia di non avere misericordia, di non aprire le sue braccia, di non sapere amare, il punto carissimi è proprio questo: perché la Chiesa vi ama non può e non deve ingannarvi. Quando una madre vede il proprio figlioletto avviarsi verso il fuoco, lo ferma lo accoglie tra le sue braccia, non gli dice vai continua pure, brucia, no, lo trattiene, lo avverte, lo salva. Questo è amore, accogliere la persona, ma rifiutare ciò che la distrugge.
Così è la Chiesa, così sono e devono essere i suoi Pastori e i suoi membri. La Chiesa non caccia nessuno, non respinge nessuno, non chiude la porta della misericordia a chiunque cerchi la verità. Ma non può chiamare bene ciò che è male, non può benedire ciò che Dio non benedice, sarebbe un tradimento, sarebbe un'illusione che alla fine condanna.
L'accoglienza cristiana non è un biglietto bianco per fare ciò che si vuole. L'accoglienza è un invito a lasciarsi trasformare.
L'accoglienza cristiana non è un biglietto bianco per fare ciò che si vuole. L'accoglienza è un invito a lasciarsi trasformare.
Gesù accoglieva i peccatori, sì, ma non lasciava che rimanessero nel peccato. Alla donna adultera disse, neanch'io ti condanno, va e non peccare più. Questa è la vera accoglienza, amore che libera, non amore che compiace. Molti vogliono una Chiesa che sorrida a tutto, che benedica ogni unione, che si adatti al linguaggio del mondo.
Ma una Chiesa che smette di distinguere tra bene e male non è più la Chiesa di Cristo, è un'ombra vuota. Non lasciatevi ingannare da chi confonde l'amore con la complicità, l'amore vero non ha paura di dire la verità anche quando fa male. Se la Chiesa, il Papa, benedicessero ogni scelta senza discernimento, sarebbero applauditi dal mondo, ma tradirebbero il Vangelo. La Chiesa non può volere applausi, vuole soltanto anime da salvare. Accogliere ogni figlio di Dio che bussa alla sua porta, che porta le sue ferite, che piange le sue cadute, ma lo accoglie per condurlo a Cristo, non per lasciarlo nelle catene che lo legano.
Molti che saranno arrivati fino qui nel leggere questo mio scritto, mi diranno che queste parole sono dure, cosa volete che vi dica cosa posso rispondervi, è duro anche il Vangelo, perché ci chiede di rinnegare noi stessi e prendere la croce. Non dobbiamo avere paura della croce, perché solo attraverso di essa si giunge alla vita.
Accoglienza, sì, sempre. Ma approvazione del peccato, mai, perché il peccato non ha bisogno di applausi, ha bisogno di redenzione, e la redenzione nasce solo quando qualcuno ha il coraggio di dirti questa strada ti porta alla morte, torna indietro e vivi. Ecco, il compito che è stato affidato alla Chiesa e ai suoi Pastori. Non illudere, ma salvare, non addolcire, ma guarire, non compiacere, ma condurre. Questa è la sua missione e non la può e né la deve tradire. Una delle più grandi catene che oggi imprigionano l'uomo non è fatta di ferro, ma di idee. La cultura moderna è diventata un fiume impetuoso che trascina tutto con sé, e molti cristiani, senza accorgersene, vi si sono lasciati trascinare, parlano di libertà, ma è solo schiavitù travestita di progresso.
Accoglienza, sì, sempre. Ma approvazione del peccato, mai, perché il peccato non ha bisogno di applausi, ha bisogno di redenzione, e la redenzione nasce solo quando qualcuno ha il coraggio di dirti questa strada ti porta alla morte, torna indietro e vivi. Ecco, il compito che è stato affidato alla Chiesa e ai suoi Pastori. Non illudere, ma salvare, non addolcire, ma guarire, non compiacere, ma condurre. Questa è la sua missione e non la può e né la deve tradire. Una delle più grandi catene che oggi imprigionano l'uomo non è fatta di ferro, ma di idee. La cultura moderna è diventata un fiume impetuoso che trascina tutto con sé, e molti cristiani, senza accorgersene, vi si sono lasciati trascinare, parlano di libertà, ma è solo schiavitù travestita di progresso.
Oggi il mondo questa società pretende che il nuovo Papa, adegui la Chiesa ai nuovi costumi. Gli dicono, Santità, i tempi sono cambiati, la gente vuole aperture, vuole modernità, vuole benedizioni senza condizioni. Ma, Cristo non è cambiato. Il suo Vangelo è lo stesso ieri, oggi e sempre. Non spetta al Pontefice adattare la verità alla moda del momento, spetta al mondo piegare il cuore davanti alla verità eterna. Il peso della cultura moderna si manifesta soprattutto nel linguaggio. Ci sono parole nuove, etichette, sigle, ideologie che cercano di riscrivere persino l'identità dell'uomo e della donna, ditemi, può una legge umana cancellare la legge scritta da Dio nella creazione? Può un decreto parlamentare cambiare la natura che il creatore ha impresso nell'anima di ciascuno? No, non può. Ogni volta che la cultura pretende di sostituirsi a Dio, nascono ferite. Guardate le famiglie, quante sono spezzate, perché hanno seguito il vento del mondo. Guardate i giovani, quanti vivono smarriti perché la società insegna loro che tutto è relativo, che non esiste più un bene e un male, che ognuno inventa la propria verità. Questo non è progresso, è caos spirituale. Il mondo moderno vuole una Chiesa che taccia, che si limiti a fare opere di carità, che non osi più parlare di peccato. Vogliono relegarla nei margini, come un ospedale silenzioso che cura le ferite ma non denuncia chi le provoca. Ma essa non può stare in silenzio. Se il mondo l' accuserà di oscurantismo, sorrideremo, se i media l'i insulteranno, noi pregheremo. Ma non venderemo mai la verità al prezzo del consenso. Non è la Chiesa a dover essere modernizzata, è la modernità che ha bisogno di essere evangelizzata.
Perché il mondo può inventare nuove ideologie, può alzare nuove bandiere, può cambiare i nomi delle cose, ma non potrà mai cambiare il cuore dell'uomo che cerca Dio. Sappiamo bene che queste parole renderanno inviso a molti, ma ricordate, se la Chiesa o lo stesso Papa tacessero per paura, lei non sarebbe più madre e lui non sarebbe più un pastore e si renderebbero complici. La Chiesa non può essere complice delle menzogne che soffoca i nostri figli, le nostre famiglie, le nostre anime. Il peso della cultura moderna è forte, ma più forte è la grazia di Cristo. E se restiamo saldi nella verità, quel peso cadrà come polvere, perché nessun vento del mondo potrà mai abbattere la roccia su cui Cristo ha fondato la sua Chiesa, non possiamo negarlo.
Oggi la vera cattedra del mondo non è più la Chiesa, ma i media, è la televisione, internet, i social a formare le coscienze. Milioni di persone non aprono più il Vangelo, ma scorrono notizie, video e opinioni che diventano per loro la nuova verità. E chi controlla questi strumenti controlla anche i cuori. I media hanno un potere immenso e lo usano spesso contro la Chiesa. Non sopportano chi parla di peccato, non tollerano chi difende la verità, non accettano che esista un'autorità spirituale più alta delle mode del momento. Così cercano di silenziare, ridicolizzare, isolare chi non si piega, la Chiesa non può e non deve piegarsi.
Lo diciamo con le parole di Papa Pio VII «non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo» («Non debemus, non possumus, non volumus»). Questa è stata la sua risposta all'ultimatum di Napoleone, che gli aveva intimato di cedere i territori dello Stato Pontificio all'Impero francese nel 1809, un evento che portò alla prigionia del Pontefice.
Vedete, i media non si limitano a raccontare i fatti, li costruiscono, decidono chi è l'eroe e chi è il colpevole, chi deve essere amato e chi odiato, e chi osa contraddirli viene dipinto come un mostro. Così è succederà a chi non si allinea al pensiero dominante. La parola della Chiesa la sua dottrina vengono trasformate in armi di odio. Il mondo dei media, non è soltanto un nemico. È anche un campo di missione. Per questo la Chiesa non si deve ritirare. Ma usare questi stessi strumenti per far arrivare la sua voce alle estremità della terra, per portare la luce dove cercano di diffondere oscurità. Ogni parola di verità che entra in una casa attraverso uno schermo è un seme che può germogliare. Dobbiamo discernere, non lasciare che il mondo e i social decidano al posto nostro cosa pensare. Apriamo il Vangelo, ascoltiamo la voce dello Spirito, non quella del mondo, perché i media passano, le mode passano, le menzogne passano, ma la verità resta. Carissimi il prezzo sarà alto, i figli delle tenebre continueranno ad attaccare i figli della luce, guai a coloro che da Dio sono stati posti come pastori e hanno taciuto, perché il giorno in cui i vescovi il successore di Pietro avranno paura del mondo, quel giorno la Chiesa avrà perso la sua forza profetica.
Può la Chiesa e il successore di Pietro temere le minacce di chi ha potere solo per pochi anni? No deve temere solo il giudizio di Dio, restare salda ancorata alle due colonne l'eucarestia, e l'immacolata, perché la verità non è nostra, è di Cristo.
E se il mondo combatte contro di noi, in realtà combatte contro di Lui. Ricordate, che la Chiesa ha sempre dovuto affrontare i potenti. I martiri non sono morti per aver detto parole dolci, ma per aver proclamato una verità che i re e gli imperatori non volevano ascoltare. Così oggi, chi proclama che la famiglia è fondata sull'uomo e la donna, che la vita è sacra, che la purezza è possibile, diventa subito un nemico pubblico, ma è meglio essere nemici del mondo che nemici di Dio.
Può la Chiesa e il successore di Pietro temere le minacce di chi ha potere solo per pochi anni? No deve temere solo il giudizio di Dio, restare salda ancorata alle due colonne l'eucarestia, e l'immacolata, perché la verità non è nostra, è di Cristo.
E se il mondo combatte contro di noi, in realtà combatte contro di Lui. Ricordate, che la Chiesa ha sempre dovuto affrontare i potenti. I martiri non sono morti per aver detto parole dolci, ma per aver proclamato una verità che i re e gli imperatori non volevano ascoltare. Così oggi, chi proclama che la famiglia è fondata sull'uomo e la donna, che la vita è sacra, che la purezza è possibile, diventa subito un nemico pubblico, ma è meglio essere nemici del mondo che nemici di Dio.
I Santi Pastori della Chiesa non hanno paura delle leggi che cercano di zittire la Chiesa, non temono le campagne mediatiche, non temono le minacce, perché sanno che la loro forza non viene da se stessi, ma da Cristo crocifisso e risorto. Se anche il mondo intero si schierasse contro di noi, sappiamo che non siamo soli. Sappiamo che la verità è più forte di qualsiasi esercito, non abbiamo paura di resistere, non possiamo cedere al ricatto dei potenti. Non possiamo lasciare che i nostri figli vengano educati da chi vuole cancellare Dio dal loro cuore. I cristiani devono difendete la verità nelle loro case, nelle scuole, nelle piazze, nel posto di lavoro, perché questa non è soltanto la lotta di uno, è la nostra lotta. Il mondo passerà, i potenti cadranno, i loro imperi si sbricioleranno, ma la verità di Dio resterà.
Accoglienza non significa annacquare il Vangelo, accogliere non significa modificare la parola di Dio per renderla più comoda, accogliere non significa dire a ciascuno, «Va pure, tutto è bene, Dio non ti chiede nulla, questo non è amore, è tradimento». La vera accoglienza nasce dal cuore stesso di Cristo.
Che accoglieva tutti, mangiava con i peccatori, toccava i lebbrosi, parlava con gli esclusi, ma mai, mai li ha lasciati come li aveva trovati. Li ha chiamati alla conversione, li ha spinti a rinascere, ha mostrato loro una strada nuova. Questo è il modello della Chiesa, braccia aperte, sì, ma mani che indicano la croce. Il mondo ci accusa di durezza, ditemi, non è forse crudele lasciar camminare qualcuno verso l'abisso senza avvertirlo? Non è forse disumano dire a chi si perde, continua pure, va tutto bene. Noi dobbiamo come cristiani preferire di scandalizzare ma salvare. Preferire di essere accusati ma fedeli. Preferire di perdere l'approvazione del mondo piuttosto che perdere un'anima accogliere significa ascoltare, consolare, camminare insieme ma accogliere significa anche dire la verità e la verità a volte ferisce è come una medicina amara brucia sulla lingua ma guarisce il corpo. Così è il Vangelo, non sempre piace ma salva. Chi viene a bussare alla porta della Chiesa mai sarà respinto, nessuno chiuderà il cuore davanti a chi cerca Dio con sincerità, ma mai dirà che il peccato non è peccato. Perché una Chiesa che smette di proclamare la verità, smette anche di accogliere veramente, diventa solo un'ombra che inganna. Ecco la missione della Chiesa, annunciare la verità, che è amore, e l'amore è verità. Il mondo continuerà a chiamarvi rigidi, fanatici, retrogradi, ma non temete. Meglio essere derisi dagli uomini che smentiti da Dio. Un giorno, davanti al trono dell'Altissimo, non vi sarà chiesto se avete seguito le mode, ma se siete stati fedeli al Vangelo. Io concludo questo cammino dicendovi con forza, amate tutti ma non tradite Cristo. Accogliete tutti ma non approvate l'errore. Custodite la fede, perché essa sola è la vera libertà. E ricordate, la misericordia non cancella la verità, la compie. Così, amici miei, vi affido queste parole come un mandato. Siate testimoni di un amore che accoglie senza mentire, di una verità che salva senza escludere. Non abbiate paura di scandalizzare. Abbiate paura soltanto di tradire.
Accoglienza non significa annacquare il Vangelo, accogliere non significa modificare la parola di Dio per renderla più comoda, accogliere non significa dire a ciascuno, «Va pure, tutto è bene, Dio non ti chiede nulla, questo non è amore, è tradimento». La vera accoglienza nasce dal cuore stesso di Cristo.
Che accoglieva tutti, mangiava con i peccatori, toccava i lebbrosi, parlava con gli esclusi, ma mai, mai li ha lasciati come li aveva trovati. Li ha chiamati alla conversione, li ha spinti a rinascere, ha mostrato loro una strada nuova. Questo è il modello della Chiesa, braccia aperte, sì, ma mani che indicano la croce. Il mondo ci accusa di durezza, ditemi, non è forse crudele lasciar camminare qualcuno verso l'abisso senza avvertirlo? Non è forse disumano dire a chi si perde, continua pure, va tutto bene. Noi dobbiamo come cristiani preferire di scandalizzare ma salvare. Preferire di essere accusati ma fedeli. Preferire di perdere l'approvazione del mondo piuttosto che perdere un'anima accogliere significa ascoltare, consolare, camminare insieme ma accogliere significa anche dire la verità e la verità a volte ferisce è come una medicina amara brucia sulla lingua ma guarisce il corpo. Così è il Vangelo, non sempre piace ma salva. Chi viene a bussare alla porta della Chiesa mai sarà respinto, nessuno chiuderà il cuore davanti a chi cerca Dio con sincerità, ma mai dirà che il peccato non è peccato. Perché una Chiesa che smette di proclamare la verità, smette anche di accogliere veramente, diventa solo un'ombra che inganna. Ecco la missione della Chiesa, annunciare la verità, che è amore, e l'amore è verità. Il mondo continuerà a chiamarvi rigidi, fanatici, retrogradi, ma non temete. Meglio essere derisi dagli uomini che smentiti da Dio. Un giorno, davanti al trono dell'Altissimo, non vi sarà chiesto se avete seguito le mode, ma se siete stati fedeli al Vangelo. Io concludo questo cammino dicendovi con forza, amate tutti ma non tradite Cristo. Accogliete tutti ma non approvate l'errore. Custodite la fede, perché essa sola è la vera libertà. E ricordate, la misericordia non cancella la verità, la compie. Così, amici miei, vi affido queste parole come un mandato. Siate testimoni di un amore che accoglie senza mentire, di una verità che salva senza escludere. Non abbiate paura di scandalizzare. Abbiate paura soltanto di tradire.

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