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Città del Vaticano, realizzata la stanza per la preghiera islamica





Carissimi amici e lettori,

a via Mocenigo, pochi passi dal Vaticano, si nasconde in un seminterrato un centro islamico non autorizzato. Uno è recintato e sembra un cantiere, per capire che si tratta di una moschea, bisogna scendere nel sottoscala dove si trovano le fontanelle per l'igiene che precede la preghiera.
Se varchi le mura della splendida città del Vaticano, trovi una stanza per la preghiera islamica offerta nella splendida cornice della Biblioteca Vaticana a studiosi che passano lì giornate di studio. Il gesto di accogliere giovani studenti di fede islamica, può anche essere considerato lodevole, ma va aspramente criticato. «Cristiani e islamici oltre a non riconoscersi nell'unico Dio, non possono neanche considerarsi lontanamente fratelli ».Come ha sostenuto nel 2016 papa Francesco, ricevendo la sceicca del Qatar, o quanto affermato: «musulmani e cristiani, noi siamo fratelli abbiamo la stessa radice». "Ma come si può mettere sullo stesso piano Maometto e Gesù Cristo"? Per noi cristiani Gesù è Figlio di Dio, vero Dio è vero Uomo, la seconda Persona della Santissima Trinità venuto a mostrarci il “Volto” del Padre darci questo suo amore e parlarci di vita eterna dopo la morte, si di quel Dio rivelatosi nell’Antico Testamento attraverso i profeti! E per dimostrarci il suo amore si è fatto inchiodare sulla croce. Il Dio cristiano, Padre, Figlio e Spirito Santo, nulla ha da spartire con Allah! Sono gli stessi musulmani a dirlo, perché ci considerano infedeli e non monoteisti proprio per la questione del Dio Uno e Trino.
Che ce ne facciamo di una stanza per la preghiera di un falso dio, a due passi dalla tomba del principe degli apostoli e accanto alle sacre stanze perché dobbiamo seppellire oltre la nostra fede, famiglia, identità, cultura, patria, Stato di diritto, coscienza, arte, musica, cucina...?
La presenza in Vaticano di una stanza per la preghiera islamica deve suscitare nel popolo cristiano parole di sdegno e di condanna.
Il silenzio, le parole non dette, sono sinonimo di «complicità»  certamente 
i fratelli musulmani come li definiscono "gli asini mitrati",  non possono essere considerati «operatori di pace». 
«lo spirito con cui si muovono in Vaticano nel proporre il dialogo interreligioso, non fa altro che creare sincretismo. Si tratta di fondere elementi delle varie fedi religiose in un “miscuglio” che non ha senso». Giulio Meotti pone giustamente queste domande: "Possiamo avere una stanza per pregare quando studiamo alla Mecca? No, perché alla Mecca non lasciano entrare studiosi cristiani. Quante sale di preghiera cristiane ci sono alla Mecca? Zero. Campane? Zero. Croci? Zero. Bibbie? Zero. La Chiesa è impazzita: "Volevano una stanza con un tappeto per pregare e gliela abbiamo data". Sorge adesso una domanda o anche una curiosità, visto che il Vaticano si relaziona con Tamim Al Thani Emiro del Qatar che anche ultimamente ha inviato un messaggio di congratulazioni a Papa Leone XIV, quanti quattrini ha elargito nell'obolo di San Pietro per ottenere all'interno delle sacre mura a due passi delle sacre stanze una sala per la preghiera islamica?
Eminentissime, ed eccellentissime zucche vuote che avete lordato la sacra veste della fede cristiana, i seguaci di Maometto credono e dichiarano che non c'è altro dio all'infuori di Allah e che Maometto è il suo messaggero. L'espansione territoriale è una parte intrinseca della loro dottrina, infatti a partire dagli anni ottanta, il governo saudita, il Qatar, hanno cominciato a finanziare la costruzione di moschee, scuole e centri islamici in numerosi paesi di tutto il mondo. Adesso finalmente possono dichiarare che hanno la loro piccola sala di preghiera anche nel cuore della cristianità. Ma la cosa che addolora di più è: nessuna apertura da parte dei vescovi del Vaticano sulla messa tridentina, ma si permette agli infedeli islamici una stanza per la loro preghiera . Il cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, perseguita quei fedeli e sacerdoti che si ostinano giustamente a continuare a pregare come la chiesa ha fatto per XX secoli. Ma si permette a un sovrano non cattolico con la consorte in Vaticano questo 23 ottobre, di partecipare nella Cappella Sistina a un momento di preghiera e poi una celebrazione in San Paolo fuori le Mura a un monarca che non possiede nessun sacramento eccetto il battesimo. Per Carlo III, uno scranno ad hoc è stato posizionato nella Basilica Paolina che resterà perpetua memoria.(aggiungo io a perpetua vergogna).

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