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MEDITAZIONE PER GIOVEDÌ DI PASSIONE.



Della coronazione di spine ed Ecce homo. I. Non contenti quei barbari ministri dell'orrenda carnificina fatta nel sacrosanto corpo di Gesù Cristo colla flagellazione, istigati dai demoni e da' Giudei, volendolo trattare da re di burla, gli pongono indosso uno straccio di veste rossa in segno di manto reale, una canna in mano in segno di scettro, ed un fascio di spine in capo intessute insieme in segno di corona; ed acciocché questa corona non solo gli fosse di ludibrio, ma anche di gran dolore, colla stessa canna, come dice S. Matteo c. XXVII. 3O, martellarono le spine, affinché entrassero dentro la testa. Sicché le spine, al dire di S. Pier Damiani, giunsero a penetrare anche le cervella;1 e tanta era la copia del sangue che scorreva dalle ferite che, secondo fu rivelato a S. Brigida, di sangue ne fu ripiena la barba, gli occhi e le chiome di Gesù Cristo.2 Questo tormento della coronazione fu troppo doloroso e fu anche più lungo, mentre le spine gli restarono fisse sino alla morte, sicché ogni volta che veniva toccata o la corona o la testa, sempre se ne rinnovava lo spasimo. Ah spine ingrate, che fate? Così voi tormentate il vostro Creatore? Ma che spine? Anima mia, tu fosti che co' tuoi mali consensi feristi il capo del tuo Signore. -- Caro mio Gesù, voi siete il re del cielo; ma ora siete divenuto re di vituperio e di dolori. Ecco dove v'ha condotto l'amore alle vostre pecorelle. o mio Dio, io v'amo: ma finché vivo sto in pericolo di lasciarvi e di negarvi il mio amore, come ho fatto per lo passato. Gesù mio, se mai vedete ch'io avessi da tornare ad offendervi, deh fatemi morire ora che spero di stare in grazia vostra. Deh non permettete ch'io vi perda più; io per le mie colpe ben meriterei questa disgrazia, ma non lo meritate voi. No, Gesù mio, Gesù mio, non vi voglio più perdere. II. Quella ciurma indegna dopo aver sì barbaramente coronato Gesù Cristo, se gl'inginocchiarono innanzi, e, deridendolo con salutarlo: Ave, rex Iudaeorum, gli sputavano in faccia e lo percotevano cogli schiaffi, e lo beffeggiavano con grida e risate di disprezzo: Et genu flexo ante eum, illudebant ei, dicentes: Ave, rex Iudaeorum. Et exspuentes in eum dabant ei alapas (Matth. XXVII, 29,30 et Io. XIX, 3).3 - Ah mio Signore, a che siete ridotto! oh Dio, se alcuno mai passato fosse per di là ed avesse veduto quell'uomo così difformato, coperto con quello straccio rosso, con quello scettro in mano, con quella corona in testa, e così deriso e maltrattato da quella gentaglia, per chi mai l'avrebbe stimato, se non per l'uomo più infame e scellerato del mondo? Eccovi dunque il Figlio di Dio divenuto il ludibrio di Gerusalemme. Ah Gesù mio, se miro al di fuori il vostro corpo, io non vedo altro che piaghe e sangue. Se entro nel vostro Cuore, io non trovo altro che amarezza ed angoscie che vi fanno patire agonie di morte. Ah Dio mio, e chi altro che una bontà infinita, qual siete voi, poteva umiliarsi a soffrir tanto per le sue creature? Ma perché siete Dio. amate da Dio. Queste piaghe che miro in voi, son tutti segni dell'amore che ci portate. oh se tutti gli uomini vi contemplassero nello stato in cui foste un giorno fatto spettacolo di dolore e di vituperio a tutta Gerusalemme, chi potrebbe mai non restar preso dal vostro amore? Signore, io v'amo e tutto a voi mi dono. Ecco il sangue, la vita, tutta ve l'offerisco. Eccomi pronto a patire e morire come a voi piace. E che mai posso negare a voi che non mi avete negato il sangue e la vita? Gradite il sagrificio che vi fa di se stesso un misero peccatore, che ora vi ama con tutto il cuore. III. Ricondotto che fu Gesù a Pilato. questi da una loggia lo dimostrò al popolo dicendo: Ecce homo (Io. XIX, 5); volendo dire: Ecco l'uomo che voi mi avete addotto accusandolo d'aver preteso di farsi re; ecco è finito questo timore; or che l'avete ridotto, come vedete, a questo stato in cui poco può restargli di vita, lasciatelo andare a morire in sua casa, non m'obbligate più a condannare un innocente. Ma i Giudei, più stizzati di prima, gridarono: sanguis eius super nos et super filios nostros (Matth. XXVII, 25). Ma siccome Pilato allora dalla loggia dimostrò Gesù al popolo, cosi anche l'Eterno Padre dal cielo presentava a noi il suo Figlio? dicendo parimente: Ecce homo. Ecco l'uomo, da me promesso per vostro Redentore e da voi tanto aspettato. Ecco l'uomo ch'è l'unico mio Figliuolo, amato da me quanto me stesso. Eccolo per amor vostro diventato l'uomo più addolorato e 'l più vilipeso fra tutti gli uomini. Deh, meditatelo ed amatelo. Ah mio Dio, si ch'io guardo il vostro Figlio e l'amo; ma guardatelo ancora voi, e, per lo merito de' suoi dolori e disprezzi, perdonatemi tutte le offese che vi ho fatte. sanguis eius super nos: il sangue di questo uomo, ch'è vostro Figlio, scenda sopra le anime nostre e ci ottenga la vostra misericordia. Mi pento, bontà infinita, d'avervi offeso, e v'amo con tutto il cuore. Ma voi sapete la mia debolezza; aiutatemi, Signore, abbiate pietà di me. Maria, speranza mia, pregate Gesù per me. __________________________________ 1 «Divinum illud caput, multiplici spinarum densitate densatum, usque ad cerebri teneritudinem confixum est, dum configitur spina.» S. PETRUS DAMIANUS, Sermo 47, De exaltatione sanctae Crucis. ML 144-763. 2 Dice S. Brigida, come vedremo, che la corona di spine fu tolta a Gesù dai manigoldi prima che lo stendessero sulla croce: poi gliela rimisero in capo. Parla la Santa di questa nuova incoronazione di spine: tanto vale per la prima. «Postea rapuerunt eum saevi tortores, et extenderunt in cruce... Aptaverunt coronam de spinis capiti eius, quae tam vehementer reverendum caput filii mei (parla la divina Madre) pupugit, ut ex sanguine fluente replerentur oculi eius, obstruerentur aures, et barba tota decurrente sanguine deturbaretur.» - Revelationes S. BIRGITTAE, lib. 1, cap. 10. - « (Mater Dei loquitur:) Et tunc (cioé dopo la crocifissione) corona spinea capiti eius arctissime imposita fuit, quae ad medium frontis descendebat, plurimis rivis sanguinis ex aculeis infixis decurrentibus per faciem eius et crines, oculos et barbam replentibus, ut quasi nihil nisi sanguis totum videretur, nec ipse me adstantem cruci videre potuit, nisi sanguine expresso per ciliorum compressionem.» Idem opus, lib. 4, cap. 70. - «Coronam de spinis, quam deposuerant de capite eius cum crucifigeretur, iterum imposuerunt, et aptaverunt capiti suo sacratissimo, quae tam fortiter pupugit reverendum caput eius, quod oculi sui repleti fuerunt illico fluente sanguine. Aures quoque obstruebantur, et facies et barba quasi tegebantur, et intinctae erant illo roseo sanguine.» Idem opus, lib. 7, cap. 15. 3 Et genu flexo ante eum, illudebant ei, dicentes: Ave, rex Iudaeorum. Et exspuentes in eum, (acceperunt arundinem et percutiebant caput eius). Matt. XXVII, 29, 30. - Et veniebant ad eum, et dicebant: Ave, rex Iudaeo rum; et dabant ei alapas. Ioan. XIX, 3.

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