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L'augusta Regina del Cielo e il Divin suo Figlio Lasciateci regnare nelle vostre case!



Intorno al 1735 una giovine Principessa indegnamente perseguitata. Era Maria Teresa imperatrice d'Austria. Mortogli 
il padre, Carlo VI,nell' anno 1740 la maggior parte delle potenze di Europa, Spagna, Francia, Prussia, Polonia, Due Sicilie e Sardegna , insieme collegate, quali sotto un pretesto e quali sotto un altro, concertarono di dividersene i molti domini, e già glieli avevano quasi tutti usurpati. Costretta persino ad abbandonare Vienna, sua Capitale, l'addolorata regina corre in Ungheria, che ancora le rimaneva fedele; raduna in Presburgo un' assemblea di grandi, e tenendo in braccio il suo bambino primogenito , con voce ed aspetto commovente indirizza loro queste parole : « Abbandonata dai miei amici, perseguitata dai miei nemici, assalita dai miei più prossimi parenti , io non ho altra difesa che nella fedeltà vostra, nel vostro coraggio, e nella mia costanza. Io metto nelle vostre mani la figlia e il figlio dei vostri re, che aspettano da voi la loro salvezza. »

Allo spettacolo della loro giovane regina così sfortunata, alla vista di quel tenero bimbo, che teneva in braccio, toccò i cuori dei nobili Ungheresi e si sentirono profondamente commossi, concepirono per la madre e per figlio una tenera affezione, e pieni di santo entusiasmo sguainarono la spada gridando ad a gran voce : Moriamo per la nostra Regina Maria Teresa : Moriamur pro Regina nostra Maria Theresia. Al grido di questi prodi L'Ungheria si scuote,e da tutte le parti si accorre alle armi, ed un formidabile esercito è messo in piedi, che da altri rinforzato cammina di vittoria in vittoria, ricacciando i nemici nei loro confini.

Intanto sparsasi la notizia di quella graziosa Principessa ridotta a questi estremi rimedi, si commossero moltissimi cuori di altre parti d'Europa. Le donne d'Inghilterra intenerite le offrono un sussidio, e il loro re, Giorgio II , le viene in aiuto conducendole di persona un agguerrito esercito. Il re di Sardegna a sua volta abbandona la lega e prende le difese di Maria Teresa. In breve ogni cosa muta d'aspetto; una felicissima pace viene conclusa in Aquisgrana nel 1748; e così la giovane regina, e il bimbo suo primogenito, che si erano veduti quasi al punto di essere spogliati di tutto, ripresero il pacifico possesso della loro eredità .

Questo storico fatto ci richiama alla mente un' altra ben più degna Regina e tenera Madre, ancor essa abbandonata oggi da molti suoi amici, e da potenti nemici perseguitata. Ci sembra di vedere l'augusta Regina del Cielo, Maria Santissima, col suo caro Gesù in braccio, costretta ad uscire da molte case e da molte famiglie cristiane, ed abbandonare il possesso di tante anime, nelle quali aveva fissato il suo trono di amore. E perché mai questa dolorosa dipartita? Perché alcuni  non si curano più di Lei né del Figlio suo, anzi con una vita irreligiosa ed immorale Le muovono una guerra spietata; perché vivono in una indifferenza ghiacciata per tutto ciò che La riguarda; trascurando le sue solennità;le pratiche religiose, come la recita del Santo Rosario in Famiglia,con quelle con cui i nostri Padri si sforzavano di celebrare , ed ossequiare con filiale trasporto questa Creatura più santa, più amabile, più amante, che mai sia uscita dalle mani dell'Onnipotente. Taluni corrono smaniosi ad un profano spettacolo, ma a stento e con fastidio assistono ad una sacra funzione; accolgono con prontezza l'invito ad un pranzo, ma si risentono d'accostarsi alla Mensa degli Angeli. Si persiste a vivere in peccato mortale per mesi e per anni; si sta lontano dalla Chiesa ; si vive nella più ignoranza religiosa , e vi si lasciano crescere i figli e le figlie roba, che tanti all'età di 15 anni non hanno ancor fatto la prima Comunione, e se l'abbiano fatta ignorano persino chi sia Gesù Cristo. Altrove colla indifferenza si collega in turpe connubio anche l' empietà e il sacrilegio ; si bestemmia da Turchi, si burla sui sacri Ministri da eretici; si parla di Religione e di Chiesa da increduli. In certe case intanto tu cercheresti un segno, che ti ricordi la Celeste Madre e il Divin Redentore ; senza trovarli, sicchè in alcuni individui di cristiano altro più non rimane, fuorché il carattere battesimale, che dall' anima non si cancella neppure nell'inferno. Or tutti costoro che altro fanno, se non mettere ingratamente al bando dalla loro casa, e dal loro cuore l' augusta Regina del Cielo e il Divin suo Figlio?

Ma per tal modo abbandonata e trattata l'amabilissima Regina, con in braccio il suo Gesù diletto , si rivolge ai figli suoi , alle figlie sue devote , e tutti li esorta a prendere le sue difese. A voi in modo particolare s'indirizza, o cari lettori, a voi padri e madri di famiglia, a voi rettori di anime, a voi educatori ed educatrici della gioventù, a voi superiori di Comunità, a voi maestri e maestre di scuola, a voi e dice : « Abbandonata e trascurata da molti, che avrebbero dovuto serbarmi eterno e tenerissimo affetto, perseguitata e vilipesa da inverecondi ed empi scrittori, bestemmiata da chi non mi conosce o non mi vuole riconoscere, deh ! pietà vi prenda di me e del mio Gesù. Lasciatemi regnare nelle vostre case, come io regnai in quella d'Elisabetta, e vi sparsi tesori di grazie ; fatemi conoscere per tempo ai vostri figli, soprattutto alla tenera gioventù ; insegnate che io sono; quanto grande mi fece il Signore ; quanto è caldo l' amor mio ; quanto esteso il mio potere a sollievo dei miseri mortali. Sì, accrescete il numero dei miei devoti, riconducetemi i figli traviati, e fate che io possa stringervi tutti in un solo amplesso e portarvi alla felicità ; giacché è verissimo che chi trova me, trova la vita, e attinge la salute dal Signore: 
«Qui me in venerit inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino. »

Ascoltiamo queste parole della nostra dolce Regina e Madre, e pieni il petto di santo amore diciamole : Dominare nostri tu et filius tuus: Col figlio tuo regna pure, o Maria, sopra di noi. Anzi promettiamole che, da oggi, non solo i pensieri e gli affetti, non solo la lingua e la mano consacreremo al suo servizio, e all'onore e alla gloria di Gesù suo Figlio, ma profonderemo generosi il sangue e la vita, esclamando ancora noi con più ardore, che non i prodi Ungheresi: Moriamo per Maria nostra Regina: Moriamur pro Regina nostra Maria.

E prossima la cara festa della Medaglia miracolosa e la novena di Maria Immacolata, e dopo breve intervallo di tempo ha luogo la novena della sempre dolcissima solennità del Santo Natale. Cogliamo dunque questa propizia occasione per mostrare quanto ardente sia il nostro affetto per il Figlio e per la Madre. Onoriamo queste solennità col fare una buona Confessione ed una santa Comunione, e adoperiamoci che altri facciano altrettanto . Quando poi avremo la bella sorte di possedere nel nostro seno il divino Pargoletto, ricevuto come per mano di Maria, giuriamogli fedeltà indiscussa colle parole di un grande amante: 
« Né la fame né la sete, né la povertà né la ricchezza, né la tribolazione né l'angustia, né la persecuzione né la spada,né l'altezza né l'abisso, né la vita né la morte, né alcuna altra  cosa creata varrà a separarmi dall' amor tuo, o mio amabilissimo Gesù.

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