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L’Otto per mille alla Chiesa cattolica?


Sull'eco di Bergamo, questa mattina è uscito un articolo da parte dell'incaricato al sostegno economico della Chiesa che dice: 
«C’è un Paese che accoglie, sostiene, abbraccia e soprattutto consola. È l’Italia dell’Otto per mille alla Chiesa cattolica», una Chiesa che si prende cura dei più deboli. I tanti progetti caritativi sono quelli che fanno scegliere anche a chi non è cattolico di destinare il suo Otto per mille alla Chiesa.
«È infatti un riconoscimento di quanto la Chiesa da sempre fa a fianco dei poveri. Le azioni, le risorse messe a disposizione per esempio da Caritas nelle situazioni di emergenza e a sostegno delle vecchie e nuove povertà, sono molto apprezzate» sottolinea monsignor Sergio Bertocchi, incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa. A noi purtroppo tocca nostro malgrado dissentire, e invitare tutti i cittadini italiani cattolici, al clamoroso gesto di “disobbedienza ” di non favorire la Chiesa cattolica,perché in questo tempo di crisi causato dal Covid-19, la nostra carissima gerarchia ecclesiastica,la CEI con il suo capo, il cardinale Bassetti e con il sostegno di Papa Francesco, "HANNO TRADITO GESÙ CRISTO" si sono ben guardati di stare con i fedeli. Diciamo le cose come stanno: quello delle chiese chiuse è solo un sintomo, l’ennesimo, di un problema più grave che sta, come si suol dire, a monte. E che tocca da vicino l’essenza stessa della vita della Chiesa, cioè la fede. Ma come! C’è una pandemia in corso, migliaia di morti, decina di migliaia i contagiati, paura, inquietudine, smarrimento diffuso, i nostri stili di vita radicalmente cambiati in pochissimo tempo, siamo costretti a difenderci standocene rintanati in casa, le nostre città ci rimandano scene spettrali, viviamo una vita sospesa; e in questo frangente la Chiesa non ha nulla da dire, fatta salva qualche lodevole eccezione (si veda ad esempio la bella intervista rilasciata da Mons. Massimo Camisasca alla Nuova Bussola Quotidiana)?Non una parola sul senso e sul significato di ciò che sta accadendo, alla luce di quel fatto sconvolgente senza il quale, come dice l’Apostolo, è vana la nostra fede ossia la Resurrezione? Semplice presa d’atto?
E’ vero che viviamo tempi difficili, ma è altrettanto vero che proprio perché difficili possono essere tempi anche straordinariamente fecondi, come spesso è accaduto nella storia.  Può dunque la Chiesa, che pure è chiamata a vivere nel mondo e a farsi carico dei problemi degli uomini e che degli uomini condivide gioie e dolori eccetera eccetera eccetera, può, la Chiesa, sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda del pensare e dell’agire umano e basta? Senza andare oltre, senza parlare come si può e si deve parlare in tali circostanze illuminando la storia presente con una parola di verità? Ovvio che no.

O cessa di essere Chiesa per diventare un’associazione come un’altra. Va bene la preghiera, va bene la solidarietà e la carità verso i più deboli, va bene tutto. Ma resta il fatto che da quando si è scatenato questo flagello del Covid-19 poco o nulla si è sentito o letto di realmente, autenticamente cattolico. Silenzio assoluto. Tranne quando, ma lì sì che era meglio tacere, si è trattato di prendere le distanze da certe interpretazioni del fenomeno giudicate evidentemente retrò (tipo, coronavirus = castigo di Dio), in quanto potevano forse (e sottolineo forse) andar bene in epoche passate, ma nel XXI secolo?

Suvvia…Ora, a parte il fatto che ci andrei cauto a liquidare con una alzatina di spalle – come sogliono fare certi teologi o sedicenti tali – la possibilità che anche nel XXI secolo, anche nel nostro mondo divenuto adulto Dio possa voler comunque mandare un – vogliamo chiamarlo avvertimento, se castigo suona troppo ecclesialmente scorretto? (a tal riguardo oltre a rimandare alla già citata intervista a M.or Camisasca, ricordo qui sommessamente, così, alla rinfusa: Sodoma e Gomorra, l’esilio babilonese, le piaghe d’Egitto, la cacciata dall’Eden, il diluvio universale, Corazin, Betsaida e Cafarnao, e potremmo continuare a lungo); a parte questo, ripeto, il punto qui è la dimensione oramai quasi del tutto orizzontale di buona parte dei discorsi che si sentono in ambito ecclesiale. In quasi tutta Italia sono state sospese le celebrazioni religiose, una delle proteste più vibranti è quella della giornalista cattolica Costanza Miriano, autrice del bestseller “Sposalo e sii sottomessa”. “Credo che la sospensione delle messe in Lombardia e nel resto della penisola sia una grave decisione, sono sicura che sia stata presa per rispettare norme sanitarie, ma io personalmente credo che ci tenga in vita – anche fisicamente – più il corpo di Cristo che qualsiasi altra cura. Probabilmente le chiese per le messe feriali sono i luoghi meno affollati che frequento. Quindi, anche in seguito ai commenti, puntualizzo che fino a che rimangono aperti la metro, i bar, i supermercati e tutti i luoghi di lavoro in Lombardia, non ha senso vietare le messe, che dovrebbero essere l’ultima cosa da proibire, essendo il paragone con la peste manzoniana, al momento, per fortuna davvero sproporzionato.”
Si esprime così anche Riccardo Bonacina, direttore di Vita, il più importante giornale interamente dedicato al mondo del non profit, che si esprime in modo molto duro contro l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, che “non ha senso permettere che si possa andare in metropolitana o al ristorante e vietare di partecipare ad una messa.” Bonacina, noto per la sua moderazione fa un appello diretto a monsignor Delpini: “Caro vescovo disobbedisca se le è stato imposto, o ritrovi la ragione se è stato frutto di una sua scelta.” Bonacina fa anche una sorta di preghiera laica: “Il Signore ispiri i Fontana e gli Speranza di turno perchè ne hanno molto bisogno, ma ispiri anche lei e le faccia capire che è una misura ridicola, insensata. Ma non solo, anche umiliante per chi crede, per chi ogni giorno cerca l’incontro con l’Eucaristia. Lei sa e dovrebbe insegnare quanto sia importante l’incontro personale con Cristo nell’Eucaristia. E allora non lo vieti. Il suo divieto lascerà campo aperto ai profeti di sventura e a chi da Radio paracattoliche racconta dell’inizio dell’Apocalisse. Caro Delpini ci ripensi e ridia l’Eucarestia a chi la cerca ogni giorno.”
A Verona la disposizione per la chiusura delle chiese in ossequio alla volontà del Ministro della Salute e della Regione non è firmata dall’arcivescovo, monsignor Zenti, ma dal suo vicario. La diocesi, dunque, anche per far sentire la propria voce, ha deciso di chiudere le chiese ma di far sentire la sua voce con le campane: è stato, infatti, dato ordine ai parroci di suonarle ogni sera alle 18:00. Da mercoledì, primo giorno di quaresima, il vescovo Zenti reciterà il rosario e celebrerà la santa messa nella cattedrale, in forma privata, garantendo la trasmissione della liturgia in diretta su Telepace e tramite il sito internet della diocesi.Questo è solo una piccola parte, tutta la chiesa italiana si è data latitante abbandonando il gregge, come gli Apostoli abbandonarono Gesù, eccetto San Giovanni."Per i Vescovi italiani la triste e dolorosa decisione - assunta a seguito delle disposizioni emanate dal Governo e finalizzate a fronteggiare le presenti criticità - di sospendere nelle chiese la celebrazione dell’Eucaristia “in forma pubblica” rappresenta un gesto mosso da una carità pastorale verso i fedeli e da un atto di saggezza e responsabilità ecclesiale e civile nell’esercizio del governo delle Chiese locali; si tratta qui di condividere un comune senso di cittadinanza che porta i credenti, con la loro fede, ad essere pienamente partecipi della realtà in cui vivono, nel rispetto anche di quanto indicato dalla ragione e dalla scienza.La nota, diffusa dall’Ufficio comunicazione sociali della Conferenza episcopale italiana, prosegue con un’altra presa di posizione: “l’allarme dei medici, le decisioni delle autorità, le pressioni mediatiche si sono rivelate di straordinaria efficacia nel lottare per contenere la diffusione del virus”(fonte l'avvenire).Chi non si piega alle disposizioni della Cei e a quelle governative è perseguitato in molti modi, i sacerdoti vengono rimossi se non si adeguano a guanti e mascherine nel distribuire la Santa Comunione, in italia sta accadendo con la benevole benedizione del romano pontefice e della cei, quello che succede nella Repubblica popolare cinese. Che usa ogni mezzo per costringere gli obiettori di coscienza cattolici ad aderire alle disposizioni emanate dal governo.Sarebbe auspicabile,uno sciopero dell’8 per mille contro una Chiesa sempre più asservita al mondo, che non risolve il problema mondiale della povertà ed è solo atta a devastare i popoli europei e la loro cultura, in perfetta linea con il progetto politico/economico mondialista e socialista di cui il Vaticano è attualmente il principale fautore. Eppure sono in molti ad essere rimasti delusi da questi provvedimenti stringenti presi dalla chiesa. Il disappunto viene da chi in questo momento difficile vorrebbe affidarsi a Dio. “Non mi sembra che le Chiese siano focolaio di Coronavirus. È una follia. Siamo diventati un popolo di pagani. La novità sta nel fatto che la Chiesa stessa (tranne rare eccezioni) ha collaborato con i rivoluzionari ed anzi ha dimostrato di voler essere più realista del re. Ma potevamo aspettarcelo: poiché da tempo ha sostituito Dio con l’uomo, e la legge divina con la volontà umana, era fatale che la Chiesa si piegasse ai rivoluzionari di turno, magari con la speranza di poterne ottenere qualche beneficio. Siccome le organizzazioni vicine a questo sistema sono molto attente al loro portafoglio e grazie alla gestione dei disperati dell’immigrazione riescono ad avere provviste per il loro sostentamento, tocchiamoli sulla pecunia: io NON darò il mio 8 per mille alla Chiesa Cattolica e spero lo facciano in tanti altri che si sentono traditi.


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